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Matilde


di bube
06.09.2023    |    13.020    |    4 9.4
"La carezzai ancora lì; "ti stanno crescendo già i peli..."
Matilde, mia cugina, era venuta in vacanza da noi, dal convento dove si era ritirata come conversa dopo l'incidente in cui aveva perso entrambi i genitori. Il convento le aveva fatto bene, aveva ripreso colore, ed era di buon umore: mi raccontava che la vita in convento non era brutta come tanti dicevano: si studiava, si pregava molto, certo, ma si giocava anche, e non solo loro converse, anche le suore.

"Ma cos'è, vuoi convincermi ad andarci anch'io?" Le chiedevo ridendo.
Mamma le aveva preparato un lettino in camera mia; andavamo a dormire tardi, perdendo tempo nelle mille chiacchiere e confidenze fra noi ragazze. Una sera, che si parlava della vita in convento, le avevo chiesto se fosse vero qual che si diceva, che in convento le suore facessero l'amore fra loro. Matilde arrossì, abbassò il viso, poi cercò di negare, ma non era brava a dire bugie, e così mi confessò che in effetti certe suore giovani fra loro... "E fra voi converse?" Insistei io. Di nuovo rossore, e balbettando lei ammise che insomma, certe ragazze, ogni tanto... Ma non c'era niente di male, si volevano bene, cosa c'era di male in qualche bacio e qualche carezza?

Restammo un po' in silenzio. Ci eravamo messe a chiacchierare nel mio letto, un po' più grande della sua brandina, e per non farla scivolare fuori le tenevo un braccio attorno alle spalle. Poi le sussurrai: "posso farti il bacio della buonanotte?" "Ma sì, certo."
Glielo feci il bacio, ma restai con la bocca sulla sua e osai farle sentire la lingua; proprio come facevamo da bambine quando giocavamo ai fidanzati; ma non eravamo più bambine, eravamo adolescenti con dentro il fuoco di quell'età, e la curiosità di provare, e la voglia di condividere i segreti. Quando ci staccammo restammo in silenzio a fissarci. "Mi piace baciarti, sai?" Le sussurrai. Lei chiuse gli occhi e arrossì, e con un filo di voce mi disse che sì, anche a lei era piaciuto. Ci baciammo ancora, e stavolta lei mi abbracciò stretta, mi avvinghiò con le gambe e si strofinò addosso a me.
La camicia da notte le era risalita lasciandole scoperte le cosce. La baciai ancora, e istintivamente cercai con una mano il suo nido caldo fra le gambe.

Matilde ansimava, sussurrava no, no, ti prego, cosa fai... Ma non faceva niente per respingermi. E cominciò ad ansimare e a gemere, mentre le carezzavo la vagina umida e cercavo il suo bottoncino, lì dove mi piaceva tanto carezzarmi e stuzzicarmi. Si arrese, aprì le gambe, e mi baciò in bocca frugandomi avida con la lingua, finché con un lungo gemito cominciò a tremare, a sussultare, e sentii la sua fighetta ancora implume bagnarsi e palpitare. Quando si riprese, mi guardò corrucciata: "cosa mi hai fatto fare? Domani dovrò confessarmi, e da chi vado?" La baciai teneramente su una guancia: "aspetta a confessarti quando torni in convento, almeno lì hai il tuo padre spirituale, no?" E ridevo piano. "Sì, sì, prendimi anche in giro! Sei una sporcacciona tu, sei un diavoletto tentatore!"
Ma poi ci mettemmo a ridere tutt'e due. La carezzai ancora lì; "ti stanno crescendo già i peli. Scommetto che hai avuto anche le mestruazioni!" "Beh, sì. Una bella rottura, ma almeno non mi sono sentita male. Ma che vergogna, dover chiedere gli assorbenti a suor Valentina, e lei che ti fa mille domande intime, e che scrive le date in un suo registro... Ma cosa crede, che facciamo l'amore con qualche maschio? E dove lo troveremmo, lì in convento? Lì c'è solo il reverendo che confessa, e poi un vecchio frate che si occupa dell'orto."
Ecco perché vi sfogate fra voi ragazze, penso fra me e me. E intanto, non posso crederci, Matilde si sta strofinando lentamente contro la mia coscia... Respira più velocemente, si muove premendosi sempre più addosso a me, poi le sue mani sul mio culo a palparlo frenetica, e la sua bocca sulla mia.
Rispondo al bacio con calore, tra l'altro lei è venuta, prima, ma io no.
E la sua mano scivola fra le mie natiche, cerca il buchino dell'ano, lo stuzzica... Ne ha imparate di cose in convento, la cuginetta! Poi spinge le dita più avanti, fruga nella mia topina: "sei tutta bagnata, sporcacciona..." Mi sussurra. Quindi mi bacia ancora e mi infila due dita dentro, e istintivamente comincio a muovermi avanti e indietro, finché ecco che arriva! Un'ondata di piacere, tremo e godo, godo e tremo, mentre lei mi sussurra oscenità all'orecchio.
Quando mi sono calmata le mollo un pizzicotto feroce in una natica. Lei salta, manda un grido soffocato. "E sarei io il diavoletto, eh?" Le dico all'orecchio; poi già che mi trovo glielo lecco, le succhio il lobo tenero, la bacio nel collo. "Sei stata bravissima, sai Matilde? E' stato bello... Lo rifaremo, vero?"

E in quel momento la porta della camera si apre: mamma è lì, menomale che almeno eravamo sotto le lenzuola. "Avete finito di fare bordello voi due? E tu Matilde, cosa fai lì? Fila nel tuo letto!" Obbediente, Matilde salta giù e si infila nel suo lettino. Non fiatiamo. Mamma sospira e scuote la testa. "Adesso fate da brave e dormite, che è già tardi. Avrete tempo domani per le confidenze!"


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