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Una Rosa per tre


di JUST_DO_IT
13.05.2024    |    4.112    |    6 9.4
"Ma forse è una questione di aspettative e di intelligenza nel farlo..."
Ho avuto una unica compagna “scambista”, Rosa, e a dire il vero lo siamo diventati insieme e quasi per caso.
Nel 2017, dopo essermi separato, incontrai ad un evento di lavoro questa giovane dirigente di origini del sud e trasferitasi a Roma fin dai tempi dell’università.
Rosa (nome di fantasia di una persona reale) era all’epoca single, è una donna di ottima cultura e non aveva avuto molte relazioni sentimentali.
La nostra relazione sessuale iniziò tiepidamente, in quanto lei non aveva molta esperienza, doveva letteralmente comprendere tanto di ciò che le potesse piacere e di cosa piacesse ad un uomo. Le esperienze sessuali precedenti, che lei ha sempre omesso di riferire, erano state sicuramente poco “formative” e Rosa mancava anche di qualche accortezza di stile, come per esempio la depilazione dell’inguine, il presentarsi la sera a cena completamente struccata dopo essere stata ben truccata tutto il giorno, e calzare delle comode pantofole assolutamente anti-sesso, lasciando i suoi vertiginosi tacchi nel guardaroba all’ingresso appena rientrata dal lavoro.

Presto ci comprendemmo meglio sulle aspettative reciproche in termini di igiene e decoro personali e quindi piacevolmente ci trovammo sempre più in affinità: lei aveva liberato la sua voglia di vivere l’erotismo di donna quarantenne emancipata, regalandosi dei completini intimi e calze di ogni tipo.

La cosa che più mi infiammava era che dava un segnale preciso quando voleva fare del sesso, legandosi i lunghi capelli scuri in una coda: non lo faceva mai, solo quando aveva voglia di scopare, di scopare forte.

La visione di una serie di breve porno ci fece capire meglio cosa volessimo come coppia dal punto di vista sessuale. Fu allora che Rosa prese per esempio a praticarmi il rimming anale. Mi piaceva il fatto che fosse diventata molto esplicita nella richiesta e al mattino, mentre stavo entrando in doccia, mi passava il suo rasoio chiedendomi di depilare bene tutto, anche dietro, perché la sera stessa aveva intenzione di leccarmelo a lungo.

Fu lei, a sua dire dopo una conversazione con la sua collega Francesca, a parlarmi di “trombone”, termine un pochino ridicolo, ma che lei ci tenne a mostrarmi dal vivo. Il trombone (rimming dietro e sega davanti) divento il suo biglietto da visita con me per i preliminari.

In cambio lei desiderava sedersi sulla mia faccia e farsi ricambiare il rimming, in una modalità particolare: trovava molto comodo che io mi posizionassi con la testa sul bordo del letto e lei, in equilibrio sui tacchi, si adagiava sulla mia faccia offrendomi l’ano. Quella posizione le dava la possibilità di avere spazio davanti per giocare sulla sua fica con le mani o con i dildi che ormai riempivano il primo cassetto. Regolarmente poi posizionava il telefono lateralmente per poter filmare la scena e rivederla in seguito.

Non avevamo mai preso in considerazione lo scambio oppure l’ingresso di un terzo nella nostra vita sessuale, era solo una fantasia latente che più che altro riguardava, a mio dire, una tendenza di Rosa a dilungarsi nel leccarmi le palle ed il culo come se stesse leccando una donna, ma non mi andava di proporle un assurdo rapporto a tre con un’altra che sarebbe stato non facilmente concretizzabile né opportuno, essendo all’inizio del nostro rapporto.

Tutto cambiò all’improvviso durante una cena con la sua amica Francesca. No, non fu Francesca l’oggetto del desiderio: Francesca raccontò a Rosa di un episodio sgradevole che aveva coinvolto una collega. Il marito della poveretta aveva scoperto che lei lo tradiva con vari uomini e donne, essendosi iscritta ad un sito di scambisti (indovinate quale?).

Il marito della loro collega ci tenne particolarmente a far sapere tutti i dettagli, in particolare delle decine di “loveback” ricevuti dalla sua signora. Il commento più esilarante del poverino fu “e a me non fa nemmeno i pompini”.

In ogni caso, io e Rosa scoprimmo i siti per scambisti.

Per semplice curiosità ci iscrivemmo. Dopo trenta minuti di navigazione, superati i timori di essere scoperti, creata una mail apposita, messe delle foto accettabili ma criptiche, riuscimmo a navigare in quello che sembrava un misto di paradiso ed inferno.

Ci sentimmo legittimati a vivere il sesso trasgressivo, vista la quantità di persone che lo praticavano. In particolare, Rosa si sentì legittimata vedendo quante donne da sole e anche spesso molto belle, fossero iscritte.

I messaggi affollavano man mano che navigavamo la nostra pagina di coppia, decine di messaggi solo la prima sera. Ingenuamente sentivamo di dover rispondere a tutti, di dover leggere, accettare o rifiutare amicizie.

Ad un rifiuto in particolare seguirono dei commenti sgradevoli e decidemmo di chiudere il profilo per iniziare daccapo con idee migliori. Ma prima terminammo scientificamente la nostra navigazione per capire di più di quel mondo.

Quella sera ci ritrovammo a masturbarci uno accanto all’altra guardando le foto di una coppia con una lunga carriera, stravolti dalla loro complicità nel farlo con dei giovani uomini coinvolti in varie occasioni.

Rosa era sovraeccitata per la novità e si inginocchiò sul tappeto mostrandomi fica e culo e mi chiese, senza mezzi termini, di scoparla dietro, nel culo. Prima mi inginocchiai per leccare bene il buco e bagnarlo fin dentro, poi mi misi cavalcioni su di lei: la mia erezione era poderosa a seguito dell’esperienza che stavamo vivendo, della complicità che stavamo sperimentando. Fu uno dei rapporti anali più belli fino a quel momento, Rosa sembrava non volere altro che sentirsi scavare dentro.
Quando lo tirai fuori per riprendere fiato il suo ano era completamente dilatato e dopo averlo assaporato presi il dilatatore anale più grande che avevamo, glielo sistemai dentro e presi a scoparla nella fica, solo dopo che lei però mi ripulì per bene con la bocca.

Ci iscrivemmo di nuovo al sito, stavolta con fotografie in bianco e nero. Si fece quasi l’una di notte per scattare bellissime foto non volgari, creare un diverso account di posta per poterci iscrivere senza essere respinti per duplicazione del profilo.

Infine, decidemmo che la nostra volontà era di farlo con un ragazzo ben dotato al quale scrivemmo. La risposta fu immediata, concordammo i dettagli e con il desiderio che avevamo l’appuntamento fu stabilito per il giorno dopo, nel pomeriggio, a casa di Rosa che sul citofono aveva solo numeri e non nomi.

Il ragazzo chiese se fossimo interessati a coinvolgere una sua amica o un suo amico e dopo una breve consultazione Rosa optò per due uomini.

Per l’occasione Rosa indossò autoreggenti bianche e le sue scarpe da ballo rosse, quelle che usava per le lezioni di tango. In una bancarella di Trastevere comprammo due maschere stile “veneziano” e poi ci dedicammo a preparare la location.

Abbassammo tutte le serrande per rendere l’ambiente poco riconoscibile e memorizzabile, Rosa tolse tutte le foto e chiuse a chiave le stanze che non voleva venissero aperte nemmeno per errore.

Concordammo che io avrei accolto i due ragazzi, li avrei accolti in salotto in penombra, avrei verificato una serie di cose, poi avrei chiesto loro di usare il bagno degli ospiti per rinfrescarsi e indicato loro come uscire di casa subito dopo l’incontro, per minimizzare tempi e imbarazzo eventuale. Rosa avrebbe atteso in camera da letto, nella quale sarei entrato io per prima per rassicurarla oppure per dirle che li avevo mandati via.

I ragazzi arrivarono, erano già visibilmente eccitati e tutto andò per il meglio durante l’accoglienza. Fu uno di loro a suggerire che in caso di imbarazzo di Rosa o mio, un gesto della mano, un pollice verso, avrebbe voluto dire che dovevamo interrompere. Fui molto rincuorato da questa accortezza che dimostrava esperienza ed attenzione.

I profilattici andavano cambiati ogni volta che si usciva ed entrava, tranne che per i rapporti orali.

- Cosa piace alla tua signora? – mi chiese uno dei due.
- Tutto – risposi sinceramente.

Raggiunsi Rosa che trovai sorprendentemente tranquilla, di più, eccitata. Mi chiese com’erano e dissi che, sinceramente, mi sembravano due bei ragazzi.

- Leccamela, dai – mi disse lei spalancando le gambe e spingendomi ai piedi del letto.

Avevo pensato ad una regia dell’incontro e lei aveva deciso di affidarsi completamente alla mia perversione.

Fu lei a decidere di far entrare i ragazzi.

- Sono pronta, chiamali dai – si limitò a dirmi.

I ragazzi entrarono nella penombra, erano nudi e con una erezione in corso. Si avvicinarono a Rosa che era seduta sul bordo del letto, la quale afferrò i loro membri eretti e cominciò a masturbarli.

Garbatamente spinsi la sua testa verso i due cazzi e lei mi guardò come per cercare una approvazione definitiva. Al mio cenno di assenso si infilò voracemente il primo cazzo in bocca, tutto fino alla base. Ovviamente si comportava come aveva visto fare nei vari porno, ogni tanto staccava per guardarmi, e capii che voleva essere presa mentre succhiava. Sarebbe stato scomodo scoparla mentre la vedevo prendersi quei due cazzi e poi mi stavo godendo lo spettacolo. Perciò la feci inginocchiare a terra e mentre continuava a leccare voracemente le infilai due dita nella fica da dietro.

Non posso nascondere la mia voglia di darle una mano con quei due cazzi, desiderio che era latente in me, ma non avevamo concordato né con lei, né con i due ospiti, questo desiderio che quindi non si concretizzò in quella occasione.

Con i ragazzi concordammo di non usare sproloqui, era una richiesta di Rosa, ma lei mi sorprese quando si voltò verso di me e mi disse: - Sono una troia, vero? Dimmi che sono una troia -.

Fu quello il segnale che lo spirito libertino si era impadronito di lei e che ora tutto poteva accadere.

- Saresti ancora più troia se ci facessi un bel trombone a tutti e tre -, azzardai.

Ci allineammo in ginocchio sul bordo del letto e Rosa si dedicò a leccare i nostri culi con attenzione e cura. La sua lingua calda entrava nei nostri buchi e rovistava con le mani bagnate di saliva tra i nostri testicoli e ci segava.

Quando ne ebbe abbastanza si sistemò su uno dei ragazzi, il più dotato, lo cavalcò fino a farlo venire. Poi si inginocchiò e tocco al secondo. Prima che lui venisse mi posizionai davanti a Rosa per finire nella sua bocca, in piedi sul letto e lei in ginocchio sul bordo. Il primo ragazzo era già in bagno a rivestirsi, il secondo andò subito dopo l’orgasmo.

Io rimasi qualche secondo con Rosa che continuava a leccarmi i testicoli dopo aver bevuto il mio sperma.

Lei andò nel bagno della camera da letto ed io raggiunsi i ragazzi che trovai ormai pronti ad andarsene.

Il nostro ingresso nel mondo della trasgressione, durato due anni, era stato torbido e appagante, una fortuna a sentire molte coppie secondo le quali i primi incontri sono sempre deludenti. Ma forse è una questione di aspettative e di intelligenza nel farlo.

I nostri incontri furono in due anni solo dodici, dei quali sei con la stessa persona alla quale eravamo molto affini.

Avremo tempo per scriverne.
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