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Prime Esperienze

L'internet point


di lillo71
30.06.2007    |    9.925    |    0 7.4
"Sai, per via del caldo non pensavo che qualche cliente si presentasse così presto..."
Quella domenica pomeriggio, come ormai accadeva da un po’ di tempo, ero andato all’internet point per poter usufruire di una connessione a banda larga, visto che Telecom per ragioni sue non aveva ritenuto opportuno estendere il servizio alla mia zona.
Il posto era gestito da una donna, all’incirca sui quaranta, non particolarmente bella ma di modi gentili e di notevole intelligenza.
Complice il caldo di questo giugno, indossava un leggero abitino di cotone arancione, di quelli che si usa per andare in spiaggia, che ne metteva in risalto le forme piene e sode, cosa che finora non avevo mai avuto modo di notare, per via dell’abbigliamento sobrio che lei era solita indossare.
Evidentemente però, dovevo averla fissata un po’ più del lecito, perché, improvvisamente, avvertii il suo sguardo fisso su di me.
Imbarazzato smisi di guardarla e, cercando di non incrociare i suoi occhi, mi diressi verso una postazione libera, rendendomi conto solo allora che il locale era deserto.
A quel punto lei disse:
“I computer non sono ancora accesi. Sai, per via del caldo non pensavo che qualche cliente si presentasse così presto.”
Io, ancora imbarazzato per prima, non riuscii a rispondere altro che:
“Ah, capisco. Posso tornare più tardi.”
“Se vuoi, li accendo subito, ma a dire il vero, vorrei che tu facessi una cosa per me. Ti va?”
Come potete immaginare, quella frase mi lasciò basito.
Detto questo, abbassò la saracinesca e mi invitò a seguirla nel suo ufficio.
Lì inizio a sollevarsi lentamente il vestito fino a lasciare completamente scoperte le gambe e gli slip.
“Il tuo fissarmi in quel modo così poco opportuno mi ha fatto bagnare tutta.”
“Perché non mi aiuti ad asciugarmi?”
Disse con voce maliziosa.
Dopodichè mi passò una mano tra i capelli e mi invitò ad inginocchiarmi davanti a lei.
Obbedii come in trance e cominciai a leccare quel caldo nettare che le imperlava l’interno delle cosce, risalendo piano piano fino ad avvicinarmi pericolosamente agli slip ormai fradici dei suoi umori.
Glieli sfilai portandoli al naso per odorarli intensamente.
La cosa dovette eccitarla ulteriormente, perché si appoggiò alla scrivania e divaricando le gambe disse: “Guarda che non hai mica finito.”
Tuffai allora la faccia nel boschetto, divaricai con la punta della lingua le grandi labbra e iniziai a stimolarle il clitoride ancora nascosto sotto il prepuzio.
Ma lei era già molto eccitata perché dopo pochi colpi di lingua, eccolo venir fuori, lucido e eretto.
Ricordando quanto avevo visto fare in un film, iniziai a succhiarlo, proprio come una donna succhia il pene ad un uomo, ritrovandomi a pensare, per la prima volta, ad un rapporto orale anche dal punto di vista di una donna.
Non l’avevo mai fatto prima, ma, a quanto sembrava, non dovevo andare tanto male perché lei rispondeva bene alle mie attenzioni, gemendo di piacere e spostandosi in avanti per offrirmi una posizione migliore.
Stavo andando avanti così ormai da circa mezz’ora, cercando anche di non pensare al dolore provocato da un’impellente erezione che già da un po’ premeva contro i miei jeans, quando lei raggiunse l’orgasmo, inondandomi il viso con un lungo e caldo getto del suo nettare.
Rossa in viso e tutta sudata si voltò e, appoggiando le mani sul piano della scrivania quasi mi urlò:
“Dai, ti si legge in faccia che stai per scoppiare.”
“Cosa aspetti a tirarlo fuori!”
Non me lo feci ripetere due volte e in pochi secondi ero già seminudo dietro di lei.
Lo appoggiai sul solco delle natiche poi, lentamente, iniziai a scendere, strusciandomi su di lei, fino ad arrivare all’imbocco di quel canale così caldo e invitante.
Un attimo e le fui dentro.
Iniziai a spingere con calma, senza foga, in modo da dare tempo al liquido vaginale di effettuare un’efficace lubrificazione.
Poi, inebriato dall’umido calore che mi avvolgeva, aumentai il ritmo, con affondi sempre più rapidi e violenti.
Nel frattempo lei non aveva smesso un attimo di gemere e ansimare, trattenendo a stento le urla di piacere ma, intuendo che potessi essere sul punto di venire, si ritrasse e velocemente me la ritrovai in ginocchio davanti a me.
Lo prese in mano e prese a strofinarlo sulla guancia per poi, finalmente, iniziare a succhiarlo avidamente.
Il calore della sua bocca, la rapidità della lingua unite al mio già elevato stato di eccitazione fecero il resto.
Esplosi!
Le mi accolse tutto nella sua bocca e poi, lascivamente, iniziò a farlo colare dalle labbra.
Allora io le presi il viso fra le mani e unimmo le nostre bocche in un caldo e umido bacio, mischiando i nostri rispettivi piaceri.
“E’ ora di aprire”, disse, “ricomponiti ed esci dal retro.”
Poi si avvicinò alla scrivania, scrisse qualcosa su un post-it e me lo infilò in tasca.
“La prossima volta avremo più tempo ed un ambiente più comodo.”

Lillo71


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