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Prime Esperienze

La vita ricomincia a 70 anni, anzi a 72.


di Membro VIP di Annunci69.it acquainbocca50
13.05.2022    |    22.910    |    24 10.0
"Si dice che dopo una certa età ognuno è responsabile della sua faccia..."
Viale del tramonto? Pace dei sensi? Calo della libido per via della menopausa? Nulla di tutto questo. Grazie all’8 marzo posso testimoniare che non sempre è così. No, non mi riferisco alla festa della donna, ma alle sintonizzazioni delle tv. L’otto marzo, infatti, era la data in cui chi non aveva un televisore in grado di ricevere i canali in alta definizione non poteva più vedere alcun canale. La “signorina” Anna (purtroppo vige ancora la consuetudine di definire signorina chi non è sposata, anche se ha un’età avanzata) non sapeva nulla di questa normativa ed era disperata perché la sua Tv non le mostrava più i suoi programmi preferiti.

La signora Anna ha 72 anni, è miope, decisamente robusta e leggermente zoppa a causa di un'operazione all'anca che ha subito qualche anno e che è terminata con l’applicazione di una protesi. Del resto gli anni passano per tutti e quindi anche per lei. Se però il corpo mostrava segni di cedimento qua e là, il viso, al contrario, era stato poco aggredito dall’usura del tempo. Era stata una bella donna in passato e lo era ancora. Non è mai stata sposata, anzi non c’è mai stato nessun uomo nella sua vita. Si è dedicata, anima e corpo, all’insegnamento e alla sua passione per il pianoforte. Vive da sola e abita nel mio stesso palazzo, al piano sopra il mio. Di tanto in tanto un’amica le fa visita ma la domenica è sempre sola. Per chi è single le domeniche e i giorni di festa sono i giorni più amari e questo me l'ha sempre reso simpatica. Capita spesso di incontrarci nell’androne del palazzo e ci si sofferma a parlare del più e del meno. A volte ho l’impressione che quegli incontri non siano casuali e che lei cerchi di far coincidere le nostre entrate o uscite dal palazzo. Pensavo che lo facesse perché ha sempre avuto la certezza che io l’ascolti con tutta l’attenzione e la riservatezza possibile. Alcuni giorni dopo l’otto marzo la signora è scesa dalla macchina vicino alla porta d’ingresso per scaricare le buste della spesa. Quando mi ha visto mi ha chiamato:

-Signor M. dovrei chiederle un favore. – mi ha detto
Ho pensato che volesse essere aiutata a portare le buste a casa.
-Vada su, signora, glieli porto io.
-Grazie – mi ha detto – lei è sempre gentile ma volevo chiederle un altro favore.
-Mi dica signora, - ho detto, - mentre prendevo i sacchetti della spesa.
- Non riesco più a vedere la tv. Sono saltati tutti i canali. Lei ne capisce qualcosa?
- Si tratta di sintonizzarli di nuovo. Possiamo anche farlo adesso se vuole.
- Grazie davvero, potevo chiamare un tecnico ma con quello che chiedono…
-Non c’è bisogno di chiamarlo per una cosa così semplice. Saliamo?
-Sì, certo – disse, e mi ha preceduto con un’andatura leggermente oscillante per via della protesi. Ha aperto la porta e mi ha invitato ad entrare. Erano state fatte delle modifiche perché l’appartamento si presentava diverso dal mio. L’ingresso dava subito sul salone. Un interno pulito, ordinato, come lei del resto. Sulla sinistra c'era un lungo corridoio. Lo abbiamo imboccato. La prima porta a sinistra era quella della cucina. Siamo entrati. La tv era sopra un mobile che conteneva parecchi libri e cd. Lei mi ha dato il telecomando e ho iniziato la procedura di sintonizzazione.
-Gradisce un caffè? – mi ha detto
-Sì, grazie – ho risposto.

La signora Anna è una di quelle persone che quando parla ti tocca. Non è l’unica. Ci sono persone che preferiscono usare il tatto quando comunicano. molti si infastidiscono perché lo trovano una violazione del loro spazio personale ma, personalmente, non mi dà fastidio. Probabilmente lo fanno perché hanno un bisogno di vicinanza, hanno paura di non essere ascoltati, di non piacere, e il contatto fisico elimina, a loro modo di vedere, tutto questo. Mi aveva sempre toccato nelle nostre conversazioni nell’androne e continuava a toccarmi ancora adesso che mi chiedeva se volessi un caffè. Ho sistemato il televisore e abbiamo chiacchierato un po' sorseggiando il caffè e sgranocchiando biscotti fatti da lei. Poi mi sono alzato e ho detto che era ora di andare. Mi ha accompagnato alla porta. Stavo per salutarla quando lei si è battuta una mano sulla fronte come si usa fare quando abbiamo dimenticato qualcosa e ha detto:

-Cavolo, ho dimenticato il televisore della camera da letto. Potrebbe sistemare anche quello?
- Certamente – ho detto – andiamo a vedere.

La camera da letto era alla fine del lungo corridoio. Mi ha preso per un avambraccio e mi ha trascinato lungo il corridoio. Man mano che proseguivamo la sua stretta si è abbassata sempre di più e giunti davanti alla porta della camera da letto, era giunta fino al polso. Mentre entravamo, la sua stretta è scivolata ancora più giù fino a prendermi per mano. Come se fossimo due fidanzati. In quel momento ho pensato che forse i suoi propositi fossero altri. Ne ho avuto la prova quando, entrati nella camera da letto, ho visto che non c’era nulla che assomigliasse a un televisore.

-Non c’è nessun televisore, vero? – ho detto.
-No – ha risposto lei con un tono di voce sommesso.

In quel momento si è creato dentro di me una sorta di cortocircuito tra corpo e mente. Quest’ultima mi suggeriva di scappare via. Non per via della sua età. Era vero che aveva il fisico un po’ acciaccato però aveva ancora un bel viso. Si dice che dopo una certa età ognuno è responsabile della sua faccia. Beh, lei era stata molto diligente. La ragione mi suggeriva di scappare perché non è consigliabile avere una storia clandestina con una donna che vive al piano di sopra. Allo stesso tempo, però, il mio corpo ha reagito diversamente: ho avuto una forte erezione e la ragione, specie quando si tratta di sesso, si sottomette sempre all’istinto. Ho portato la sua mano che teneva la mia, all’altezza della mia bocca e le ho baciato il dorso, poi ho sfiorato le sue labbra con le mie.

-C’è qualcosa che dovresti sapere – ha balbettato – Non l’ho mai fatto prima.
L’ho fissata.
-Tu sei…?
-Sono vergine… sì… - ha detto con un tono mortificato.

Non ho detto nulla e l’ho baciata di nuovo. Questa volta la mia lingua era entrata nella sua bocca. Lei mi ha lasciato fare ma non ha corrisposto. Era immobile, paralizzata da quella che avrebbe potuto essere la sua prima volta. Era riuscita a trovare il coraggio di portarmi fin lì ma adesso nei suoi occhi c’era un’ombra di paura. Lentamente, delicatamente, le ho slacciato i bottoni della camicetta che è scivolata a terra. Dopo, le ho slacciato e sfilato la gonna. Addosso aveva adesso solo il reggiseno e gli slip. Le ho tolto il reggiseno. Aveva un seno prosperoso ma piuttosto cadente e con diverse smagliature, le stesse smagliature che aveva anche nel ventre e nelle cosce. Ha sollevato il viso verso di me. Provava evidentemente un po’ di disagio per la sua nudità e per il suo corpo deteriorato dal tempo e voleva vedere la mia reazione. I suoi occhi mi hanno scrutato a fondo. Aveva grandi occhi neri, scuri e profondi, e le piccole rughe agli angoli degli occhi le davano un fascino particolare. Ci si perdeva a guardarli. Tutto in lei era stato contaminato dal tempo tranne gli occhi. Quegli occhi erano limpidi, freschi, erano occhi giovani. L’ho baciata di nuovo e questa volta ho sentito la sua lingua roteare con la mia. Aveva visto nei miei occhi il desiderio e si era rasserenata. L’ho presa per mano e l’ho stesa delicatamente sul letto. Mi sono messo accanto a lei e ho iniziata a baciarla sul collo e poi sui suoi seni e sui capezzoli. Nel frattempo, la mia mano è scesa giù e si è infilata dentro le sue mutandine. Era così pronta e bagnata che il mio cazzo ha fremuto per entrarle dentro. Ha ansimato quando l’ho penetrata con le dita. Ho continuato così per un po’, poi le ho sfilato le mutandine, mi sono steso sopra di lei e dopo aver appoggiato il mio cazzo sulle sue grandi labbra, con movimenti lenti, lunghe pause e riprese, l’ho penetrata. Entravo e uscivo dalla sua fica lentamente mentre continuavo a baciarla. In quella posizione siamo rimasti per un po’ poi mi sono girato con la schiena sul letto e l’ho aiutata a mettersi sopra di me a cavalcioni. Era eccitante vedere da sotto le sue tette rimbalzare su e giù mentre era sopra il mio cazzo. Ormai si era lasciata andare ed era lei a muoversi su e giù gemendo senza più pudore. Era arrivata addirittura a piantarmi le unghie sul petto ma non avendo esperienza lo aveva fatto senza misura e mi aveva fatto un male boia. Di tanto in tanto sembrava perdere l’equilibrio per via dell’anca e io la reggevo dai fianchi. Comunque, non la vedevo più ormai come una 72enne da trattare con delicatezza. Adesso volevo sbattermela in tutti i modi. Mi sono quindi staccato da lei, mi sono messo in piedi sul letto con il cazzo all’altezza della sua bocca.

-Apri la bocca, le ho detto. Lei ha ubbidito. Ho afferrato il cazzo e l’ho infilato dentro la sua bocca fin dove ho potuto. Lei stringeva la bocca intorno al cazzo come fosse una pressa. Era evidente che era il suo primo cazzo in bocca. Era impacciata, non sapeva come muoversi. Le ho messo le mani ai lati della testa e le ho detto di non muoversi e di rimanere con la bocca aperta. Lei lo ha fatto e io sono andato dentro e fuori la sua bocca sbattendo il cazzo sulla sua lingua, sul suo palato, sui suoi denti. Poi l’ho tirato fuori e le ho detto di leccarmi le palle. Lei ha appoggiato le mani sulle mie cosce e ha leccato e qualche volta ha anche morso facendomi urlare e arrapare ancora di più. Avrei voluto incularla per ore ma mi rendevo conto che era troppo per essere la prima volta. Mi sono limitato a possederla da dietro. Sono sceso dal letto, l’ho fatta mettere a pecora al bordo del letto, le ho aperto le cosce e sono entrato dentro, veloce, come un treno in galleria. Lei era un lago, non ho trovato trovo ostacoli. Ho messo le mani sui suoi fianchi e ho spinto, spinto, spinto finché non sono venuto. Lei si è tolta dalla posizione a pecora che era tutta dolori, un po’ per la posizione, un po’ per l’età.

Va… vado in bagno – ha detto con voce tremante. Le guardavo il culo mentre stava per entrare in bagno con un’andatura altalenante. Non era certo perfetto. Era anch’esso cadente come le tette però era carnoso e sensuale.

-La prossima volta la inculo di brutto, ho pensato.
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