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UNA GIORNATA UGGIOSA


di RebeccaRed
29.03.2024    |    11.923    |    4 9.2
"Ad un certo punto Giulio, già consapevole del mio piacere nel segare e pompare i maschietti, si disse curioso del fatto del perché a lui non avevo mai..."
Questa storia è vera, non capirei infatti il motivo di doverne raccontare una inventata, a mio modesto parere non avrebbe senso.

Era un freddo e piovoso pomeriggio di un Giovedì qualunque nel paesino dove, fino all'età di 18 anni risiedetti. La mia compagnia ed io eravamo soliti frequentare l'oratorio per giocare a pallone, o per svolgere qualsivoglia altra attività attinente al posto. Una routine abbastanza prevedibile, che si ripeteva di giorno in giorno.

Quel pomeriggio però, un po' per il brutto tempo e un po' per la voglia di evadere, io ed il mio amico Giulio (nome di Fantasia) decidemmo di restare da me per giocare con i videogiochi.
Lui arrivò da me intorno alle 16, giusto in tempo per una merenda e poi via al piano di sopra per sfide a non finire.

Da piccola, ho sempre avuto molta libertà, i miei genitori impegnati in lavori di responsabilità, stavano spesso fuori e con loro ci si vedeva solo la sera o nei weekend, il resto erano sprazzi da famiglia delle pubblicità e poi ognuno per la sua strada, conseguenza per cui, Giulio ed io non avremmo avuto rotture o impedimenti di alcun tipo.

Giulio è stato mio amico da quando avevamo entrambi 8 anni, conosciuti per caso e diventati inseparabili, perlomeno in quel periodo. Di lui ricordo la curiosità e l'intraprendenza che tanto gli ammiravo. Adesso che non ci sentiamo più da diversi anni, spero sempre che sia felice e sereno.

Di me, invece si potrebbe dire tanto, ma contestualizzando il racconto, devo ammettere di essermi apprrocciata al mondo del sesso, intorno ai 16 anni, quando per gioco in paese tra un giornaletto porno e un gioco della bottiglia, iniziai a muovere i primi passi da lady, dando piacere manuale e orale ad alcuni maschietti della zona, alcuni della compagnia, altri più grandi, specialmente nel periodo delle giostre o delle estate ragazzi. Mi piacevano anche le ragazze, ebbi esperienze anche con loro, come tutt'ora, ma il fascino di soddisfare un maschio, mi eccitava tantissimo. I primi indumenti femminili, di mia madre, ovviamente, li indossai verso i 17 anni, mi stavano bene, seppur grossi, e i miei primi capelli lunghi misti al mio viso sempre molto femminile, mi aiutarono a fare i primi incontri da trans.
Proprio di questo vorrei raccontarvi, ovvero della mia prima vera esperienza vestita da femminuccia.

Tornando alla stanza dove io e Giulio stavamo giocando, ebbe inizio un qualcosa che difficilmente avrei potuto pensare.
Ad un certo punto Giulio, già consapevole del mio piacere nel segare e pompare i maschietti, si disse curioso del fatto del perché a lui non avevo mai chiesto nulla, gli risposi che neanche lui mi aveva mai chiesto, anzi gli feci presente che mi aveva detto di volermi bene, e per questo non darmi giudizi ma che lui non trovava interesse nella cosa.

Mi diede ragione ma mi disse che ora che sembravo una femmina le cose potevano cambiare e che se non avesse visto il mio cazzo nudo, ci avrebbe provato volentieri con me. Difficile dirvi cosa provai in quel momento, un brivido mi prese dentro e immaginai di farlo con Giulio. Lui, fisicato, sportivo, calciatore e con un viso stupendo.

Rimasi in silenzio, poi provando a sdrammatizzare , gli dissi di non dire cazzate e che questo suo cambiamento mi sembrava strano. Si scusò e mi spiegò che in compagnia si parlava di me e del mio vizio e che da curioso e orgoglioso, iniziava a dargli fastidio che da questa cosa fosse rimasto escluso, quasi come se lui su di me, avesse una qualche precedenza. Ecco svelato l'arcano, voleva solo mettersi al pari con gli altri, nulla di più. Il pomeriggio continuava a scorrere e la cosa sembrava finita lì.

Verso le 18 andò in bagno e nel giro di pochi minuti rientrò in stanza completamente nudo, con il cazzo duro e dritto, dicendomi, cito testuali parole mai dimenticate, "adesso, o mi succhi il cazzo, oppure aspetto i tuoi e dico loro che troia hanno in casa". Ci rimasi male, ammetto, non potevano essere parole di Giulio, non mi aveva mai trattato così, ma su di me aveva potere e così, mi.avvicinai al letto e mi sedetti, pronta a pomparlo.

Mi guardò e mi disse, "ma cosa pensi, di succhiarmelo vestito come quando giochiamo alla play?, cambiati. Io non avevo granché, come vi dicevo, era roba di mia mamma, messa per gioco, onestamente sembravo goffa e poco sexy con quella roba, si mi stavano bene, ma davanti a lui avrei preferito essere perfetta. Detto ciò comunque mi misi un vestito nero a fiori di mia madre, un paio di calze colorate con disegni di pupazzetti sopra e del rossetto improvvisato, forse pure sbavato.
Tornai di là e per Giulio poteva bastare, era lì che se lo menava con la mano in trepidante attesa.

Iniziai a succhiarlo, lo sentivo pulsare, gonfiarsi, sentivo la cappella bagnata e il sapore di cazzo in gola, lui ansimava, mi teneva la testa dalle orecchie e mi dava il ritmo che preferiva, si faceva leccare la cappella lentamente, con movimenti rotatori della lingua, poi mi rimetteva il cazzo in bocca e mi dava dei colpi come a scoparmi la stessa.
Ad un tratto si fermò e mi chiese se c'è l'avessi duro, beh, si, era duro il mio cazzo, da troia ero eccitata e avevo dolore dalla voglia di sborrare. Mi diede della puttana, della troia, della cagna e mi obbligo a fargli vedere il cazzo, pensai nella mia testa , ma non aveva detto di non volerlo vedere, va beh, tanto ormai lui comandava e io eseguivo. Mi tirai fuori il cazzo dal vestito e lui una volta visto mi disse, ora sdraiati a pancia in giù e guai a te se ti sfiori, devi restare eccitata, lo feci e lui iniziò a segarsi accarezzandomi il culo, mettendo due dita nel mio buchetto e continuando a darmi dei nomi sempre più offensivi.
Mi disse di volermi scopare e di avere con sé dei profilattici, mi rigirai subito e gli dissi che non se ne parlava, mai avevo preso il cazzo.in culo e non era mia intenzione farlo ora, avevo.paranoie per malattie, idee confuse e non mi andava, fine.

Si mise a ridere e mi disse che forse dimenticavo, che avrebbe detto tutto ai miei, ero spaventata ma eccitata, confusa ma presa in scacco da Giulio.
Beh, si, mi fece mettere a terra con il culo all'aria, prese del sapone liquido se lo.mise sulle dita e sul cazzo, allargò il buco e mi spinse dentro la sua verga, piantai un urlo di dolore, faceva male, malissimo, ma più continuava più sembrava piacermi, dava ritmi un po a caso, non era proprio un esperto scopatore ma io ero lì, faccia sul pavimento e lui dentro a me a chiedermi se mi piaceva e se mi sentivo la sua puttana.
Era resistente e martellata,il dolore era passato e lui finalmente arrivò, estrasse il profilattico e andò a lavarsi senza dire nulla. Io ero scioccata e ancora ecciatata. Lui tornò, mi ringraziò e mi disse, che da oggi avrei scopato solo lui e quando voleva lui. Prendetemi per matta, ma per molto tempo questa cosa continuò, ero la sua bambola, muta e sottomessa.

Intorno alla maggiore età Giulio si trasferì e io da un caldo agosto non lo vidi più. Non so se quella era stata una violenza o una prima volta normale, so però che il nostro rapporto cambiò in meglio, probabilmente era il suo modo di volermi bene e forse anche il suo nascondere la sua bisessuallità che sempre negava.
Come detto me lo voglio immaginare sereno e felice e di lui nutro solo bei ricordi, ma col sennò di poi, la mia prima sodomia l'avrei voluta diversa, ma vuoi o non vuoi quel pomeriggio di quella giornata uggiosa, mi cambiò per sempre.

Rebecca 💋
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