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Ho incontrato il Maschio Alfa


di Kominsky
21.11.2023    |    14.408    |    8 9.1
"Sono troppo eccitata, non avevo mai goduto così e improvvisamente sento il suo cazzo appoggiato al mio buchino vergine, le sue mani mi tengono i fianchi e..."
Ancora pochi minuti e finisco la lunga giornata di lavoro, lo so, sono poche ore ma vivere con il dubbio, con il cuore in gola, rende l’attesa snervante.
Tutto nasce pochi giorni fa, finito il lavoro esco dallo studio, l’appuntamento è con mio marito per l’aperitivo in centro nel solito bar dove ci troviamo spesso.
Ovviamente lui è in ritardo, mi siedo al tavolino e mentre controllo le mail sul telefono una voce calda e sensuale mi penetra nelle orecchie.
“Mi perdoni, se non aspetta nessuno mi permette di fare due chiacchiere e offrirle l’aperitivo?”
Solitamente questi approcci mi infastidiscono ma non in questo caso.
“Mi farebbe piacere ma aspetto mio marito”
Lui con eleganza si scusa precisando che non era sua intenzione attaccare bottone, iniziamo comunque una piacevole conversazione che continuerà anche all’arrivo di Giorgio, mio marito.
Riccardo, questo il suo nome è un consulente e ogni tanto si ferma in centro nonostante viva a pochi chilometri dalla città e lavora spostandosi in tutta Italia.
Dopo pochi minuti si congeda, ci alziamo e con una stretta di mano ci lascia. Non so spiegarmi ma il calore della sua mano, la stretta delicata ma nello stesso tempo “maschile” mi ha provocato un leggero brivido.
Una volta a casa, mentre mi tolgo la giacca del tailleur, nella tasca trovo il biglietto da visita. Lo osservo e girandolo leggo: tra 2 giorni stessa ora e luogo.
Ecco spiegata l’ansia, un appuntamento a cui sento di non dovere andare ma nello stesso tempo quel vuoto nello stomaco e il cuore in gola mi spingono a provare un senso di trasgressione. In fondo che male c’è?
Esco dallo studio, mi sudano le mani, Tailleur Nero con longuette sopra il ginocchio, autoreggente nero e decolletè di vernice tacco 12
Lo vedo seduto al tavolino, non ha l’aria del manager anzi, barba e occhiali, jeans e camicia azzurra, scarpe tennis Nike e diversi braccialetti.
“Che piacere vederti qui, temevo non saresti venuta” così inizia la nostra conversazione, con un calice di vino e un turbinio di racconti, delle nostre vite e di tante altre cose. Il tempo sembra volare e più parliamo e più rimango incantata dai suoi modi a cui non sono abituata, un po’ rustici ma diretti. Mi trovo a ridere con e di lui e questo me lo rende affascinante.
Improvvisamente inizio a sentire un formicolio allo stomaco che scende più in basso, una sorta di eccitazione, ho una voglia irrefrenabile di baciarlo. No, non è possibile, non ho mai tradito Giorgio e il nostro matrimonio è perfetto.
Ma si sa, la tentazione non guarda in faccia a nessuno e il brivido scende sempre di più e mi accorgo di sentire una strana sensazione.
“Senti Riccardo, mi sono accorta di avere dimenticato una pratica importante in studio e mi serve assolutamente per domattina. Mi accompagni che salgo a prenderla? Il mio studio è proprio qui a due passi”
Ci avviamo e lui continua a farmi ridere con le sue battute, con la confidenza abbiamo iniziato a scherzare sul sesso e mi diverte molto il suo modo originale di scherzare.
Entriamo e mi avvio al mio studio, lui lo osserva attentamente sembrando a disagio, forse l’austerità dell’arredamento o chissà. Lo faccio accomodare alla mia scrivania antica, quelle tipiche da avvocato con una comoda poltrona in pelle, accendo solamente la abatjour da tavolo rendendo l’atmosfera ancora più calda.
“Scusami un attimo, vado nell’altro studio a prendere la pratica e arrivo, nel frattempo serviti qualcosa da bere se vuoi, trovi tutto nella vetrinetta alla tua destra.
Lascio passare pochi minuti e rientro in studio dopo avere deglutito e con il cuore a mille. Mi avvicino lentamente mentre lui mi guarda stupito mentre lascio cadere la giacca liberando il mio seno.
Mi fermo in mezzo alla stanza e faccio scendere la cerniera della gonna che cade a terra e l’allontano con un piede.
Sono di fronte a lui nuda con solamente le autoreggenti e le scarpe tacco 12. Lo osservo mentre mi pervade il desiderio di lui. Mi avvicino e scosto la poltrona dalla scrivania, lui mi osserva e noto un rigonfiamento notevole dei suoi jeans. Gli prendo il viso tra le mani mettendomi a cavalcioni, avvicino le labbra alle sue e mentre lo bacio sento il calore dell’eccitazione che mi invade. Le nostre lingue si attorcigliano mentre sento le sue mani tenermi i glutei e aprirli.
Lo fermo e inginocchiandomi slaccio la cintura dei jeans, un membro notevole scatta come una molla e mentre gli tengo le mani avvolgo il suo cazzo tra le mie labbra. Che meravigliosa sensazione, mi riempie tutta la bocca, è dolce ma nello stesso tempo sa di maschio. Lui mi tiene la testa e con il capo reclinato indietro lo sento sospirare. Improvvisamente freme e subito un getto caldo mi riempie la bocca mentre continuo ad accarezzarlo con la lingua. Non faccio in tempo ad alzarmi che le sue mani forti mi afferrano per i fianchi sbattendomi sulla scrivania dopo avere rovesciato a terra tutto quello che c’era.
La sua lingua ha iniziato ad esplorare la mia vulva già bagnata; ci sa fare, eccome se ci sa fare, mi succhia la clitoride come mai nessuno ha fatto, inarco la schiena offrendogliela completamente e in un attimo vengo fremendo. Si alza e con la stessa foga, senza dire una parola mi afferra, mi gira a pancia in giù sulla scrivania prendendomi per i capelli lo sento entrare dentro di me come un animale. Mi sbatte senza pietà ansimando e la sua rudezza mi eccita sempre di più facendomi raggiungere continui e incessanti orgasmi.
“Ancora, non smettere ti prego” lo imploro mentre esce da me in un lago di umori. Sono troppo eccitata, non avevo mai goduto così e improvvisamente sento il suo cazzo appoggiato al mio buchino vergine, le sue mani mi tengono i fianchi e leggermente spinge, gli umori lubrificano il fiorellino e lo sento entrare. Una spinta violenta mi fa urlare di dolore ma subito si trasforma in piacere, lo sento muoversi con foga, una rabbia che mi provoca un piacere sconosciuto. Mi sento sua e ne vorrei ancora e ancora, e mentre sento che sta per raggiungere l’orgasmo mi volto afferrandogli il cazzo tra le mani facendomi inondare il viso del suo seme.
Rimaniamo così, lui seduto sulla poltrona ed io a cavalcioni con il viso sul suo petto peloso mentre ascolto il battito del suo cuore che lentamente ritorna normale.
Lui si alza e si veste, mi guarda porgendomi i vestiti e con piglio da maschio alfa “Forse è meglio che non ci vediamo più, torna da tuo marito.” Voltandosi apre la porta che sento chiudersi dietro di lui.
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