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Il meccanico


di hardrock65
16.05.2015    |    21.104    |    5 8.4
"Si tolse i jeans, poi la maglietta e rimase con addosso solo col perizoma..."
Non ho mai pensato che il tradimento potesse centrare con la mia vita ma non mi considero uno stinco di santo, mi è successo di trovarmi in situazioni dove non sono riuscito a tirarmi indietro e mi sono trovato a tradire mia moglie anche se dopo venivo assalito dai sensi di colpa, ma mai ho pensato di dover scoprire la mia donna, fare sesso con un altro uomo.
Ho 42 anni e sono sposato con Sofia da dieci. Lei bella 35enne bionda, capelli lunghi e lisci, con un fisico che non passa inosservato. Spesso in occasioni di passeggiate o gite fuori porta, non è raro notare che qualche maschietto le mettesse esageratamente gli occhi addosso ma, ovviamente è giustificabile che una gran bella figa come Sofia meritasse di essere guardata.
Io lavoro fuori città e, quotidianamente, sto fuori da casa quasi dieci ore al giorno, il pensiero che Sofia trascorresse da sola buona parte della giornata, se consideriamo che i nostri figli vanno a scuola, ogni tanto mi sfiorava l'idea che qualcuno potesse provarci. Lei comunque è sempre stata sincera con me, se un tizio la importunava o se qualcuno l'avesse guardata con interesse, quando andavamo a letto, e bambini dormivano, lei mi raccontava della giornata trascorsa e quindi anche se qualcuno le avesse mostrato attenzioni. Io, pur di assicurarmi la sua sincerità, non le mostravo gelosia e, spesso, si finiva col fare sesso. Durante la nostra vita matrimoniale non abbiamo mai avuto particolari momenti di crisi ma, nonostante ciò, come ogni cosa un giorno è accaduto anche a me di dovermi considerare nella categoria dei cornuti. Momenti di stress e superficialità nella vita matrimoniale talvolta possono generare dei risvolti inaspettati.
Purtroppo in quest’ occasione ho aperto bene gli occhi. Una persona non può essere sincera a 360 gradi.
Ricordo un aneddoto che però non mi fece pensare a nulla di male. Mi raccontò che una mattina, dovendo accompagnare i bimbi a scuola, la sua auto non si avviò e poco distante dalla nostra villetta c'è un'officina meccanica. Proprio nel momento in cui Lei in difficoltà cercava aiuto dai vicini, passa Marco, il meccanico. Si è fermato e riuscì ad avviare l'auto. Le disse però che dopo aver lasciato i bimbi a scuola, era necessario che Sofia portasse l'auto da Lui per un’ulteriore riparazione.
Lei mi ha sempre parlato di Marco, il meccanico, come uno dei soliti ammiratori della zona; un bel ragazzo suo coetaneo con gli occhi verde acqua, barba incolta e fisico asciutto. Ogni volta lo incontrava, Lui la osservava con particolare attenzione, ma mi ha sempre assicurato che non gliene importava nulla e che si trattasse solo di un conoscente che incontrava spesso al Bar dove andava a fare colazione con le amiche. E' anche successo che quando facevamo l'amore, durante l'atto le chiedevo di chiudere gli occhi e pensare a Marco, come se fossi Lui per vedere se le piacesse veramente. Infatti Lei mi assecondava con piacere ma, stranamente, la cosa mi eccitava da morire. Quando faceva il suo nome, spesso raggiungevo subito l'orgasmo.
Era trascorso circa un anno da quell'aneddoto con Marco.
Un infortunio sul lavoro mi ha costretto a stare in casa per quaranta giorni e quindi feci caso che Sofia era nervosa, infastidita da ogni mio comportamento e spesso taciturna. Credevo che la mia presenza in casa la innervosisse. Per non essere particolarmente pesante decisi di assecondare il suo silenzio e non le chiedevo nulla sul suo comportamento. Lei spesso usciva per servizi vari ed Io restavo a casa, solo.
Ero sempre più sospettoso sull'atteggiamento di Sofia e quando era via cercavo, indagavo affinché trovassi un segnale, qualche sua sbadatezza che fosse riconducibile ad un eventuale tradimento, ma non portò a nulla di che. Sono arrivato alla conclusione che forse era meglio pedinarla, condotta che non mi è mai piaciuta ma non c'era altro da fare. Aspettai il momento giusto e mi misi all'opera.
Come ogni mattina Sofia accompagna i figli a scuola, quindi decisi di seguirla senza farmi notare.
Feci subito caso che una volta scesi i bimbi dalla sua auto Lei non si fermò, com’era solito fare, al bar con le amiche. A debita distanza la seguii e notavo che parlava al telefono; si dirigeva verso la periferia della città e per circa dieci minuti Lei continuava a parlare a telefono. Mi feci distanziare ancora di più per non destare sospetto. Si fermò poco prima di un incrocio e anch'io mi fermai. In quel momento mi squilla il cellulare, era Lei. Pensai subito che mi avesse scoperto, quindi risposi, ma con molta tranquillità mi disse che non tornava subito a casa perché doveva accompagnare un'amica al centro commerciale, mi saluta e riaggancia. Al momento ero nervoso e spaventato ma feci un sospiro di sollievo.
Rimase lì per nemmeno cinque minuti, quando vidi l'auto di Marco che la superava; Lei avviò l'auto e lo seguì.
Mi sono innervosito sempre più ma cercavo di combattere il nervosismo con la ragione. Ripartì e tenevo d'occhio le due auto che procedevano lentamente, una dietro l'altra. Percorso qualche chilometro li ho persi. Mi disperai e quindi tornai indietro e notai una stradina di campagna. Pensai, forse era meglio fare un giro e vedere se trovavo le due auto.
Non è stato difficile beccarli. In quella stradina c'erano poco meno di una decina di casette di campagna e, in una di queste erano parcheggiate nel cortile all'interno, l'auto di Sofia e di Marco. Nascosi bene la mia auto poco distante e proseguii a piedi. Scavalcai la piccola recinzione della casetta e facendo bene attenzione provai a guardare da una fessura della serranda della finestra. Udivo le loro voci e poco dopo li vidi che si sedevano nel divano vicinissimo alla finestra.
La rabbia era tanta, ma nel frattempo la cosa mi eccitava un po’. Scherzavano e si baciavano ripetutamente; Marco cercava di sdraiarla sul divano ma Lei gli resisteva, nonostante lo baciasse. A un certo punto Marco riuscì a farle poggiare la testa sul bracciolo del divano e, mentre la teneva ferma, bloccandole le mani poco sopra la testa, le slacciò la cintura e i jeans.
Poi Lei, dicendogli che aveva vinto, lo spinse e si alzò. Era bella e lo guardava senza più sorridere. Si tolse i jeans, poi la maglietta e rimase con addosso solo col perizoma.
Lui la guardò e ripeteva che era bellissima. Poi, anche Marco si tolse i vestiti e lo vidi nudo. Era eccitatissimo, aveva un fisico perfetto, il suo pene era più grosso e più lungo di quello mio; era durissimo e dritto, si notavano anche le vistose venature.
Sofia si sdraiò sul divano con le gambe divaricate; Lui si abbassò su di Lei e i sospiri si udivano sempre più. Notai che le spostò il perizoma per penetrarla; le alzò le gambe, abbracciando le cosce di Sofia e cominciò il coito con dolcezza. Lei, alzando il busto, mise le sue mani sulle natiche di Marco e lo tirava a se gemendo per il piacere. Subito dopo le sfilò velocemente il perizoma e questa volta continuò a sbatterla con più violenza.
Io ero rosso di rabbia, nervoso, eccitato e impaurito. Non sapevo cosa fare ma osservavo con attenzione i loro movimenti. Sofia lo guardava con un'espressione soddisfatta e le disse "dai porcone, fammi vedere cosa sai fare.... dai, dai vienimi dentro" e da lì a poco raggiunse un orgasmo da paura, urlava e ripeteva di continuare a scoparla con forza. Marco la assecondava, mentre io guardavo stupefatto il suo corpo, i glutei muscolosi e tondi. Ad un tratto i suoi movimenti rallentarono progressivamente, fino a quando si fermò e rivolgendo il suo sguardo verso il bacino di lei, sfilando il suo cazzo duro e lucido, vidi lo sperma fuoriuscire dalla vagina ancora aperta di Sofia, mentre altri spruzzi li riversava sul suo ventre. Erano esausti e sudaticci. Lui la baciò e le disse di andare in bagno a lavarsi e in quel momento pensai che forse fosse meglio che me ne andassi.
Mi allontanai di corsa, mi sono messo in macchina e rimasi a vagare per la città per un'ora circa. Mi fumai un intero pacchetto delle mie sigarette.
Ricevetti una sua telefonata che, preoccupata, mi chiedeva dove fossi andato e perché non ero a casa.
Ho riflettuto bene e ho pensato di non dirle nulla. Le dissi che dovevo incontrare un collega per motivi di lavoro e che sarei ritornato presto.
Pensavo e ripensavo. Ero stupito, arrabbiato, spaventato e non so cos'altro mi passava per la testa ma non so ancora perché non ho deciso di interrompere il loro incontro e di lasciare per sempre Sofia. Pensai che in fondo anch'io l'avevo tradita, ma la rabbia di riceverlo, il tradimento, e senza dubbio peggiore dei sensi di colpa.
Quel giorno tornai a casa che ero uno straccio. Lei mi guardò e non disse nulla. Per circa una settimana ci ignorammo, e a letto mi dava sempre la schiena.
Una mattina mi disse di aspettarla che accompagnasse i bimbi a scuola, che al rientro doveva parlarmi. A quel punto pensai che volesse lasciarmi per Marco. Non fu così. Mi disse che voleva essere sincera con me e che voleva farmi una confessione e che Io fossi libero di scegliere se continuare a stare con Lei.
Mi confessò quello che già sapevo, di essersi infatuata di Marco e che non voleva lasciarmi. Facendole pensare a Lui, quando facevamo sesso, le ha acceso il desiderio di avere un rapporto con Lui. Da qui ho capito che una buona parte di colpa era la mia, l'ho inconsapevolmente spinta al tradimento. Accettai le sue scuse. Lei pianse, pianse tanto e mi supplicò di perdonarla. Da quel giorno è cambiata e mostra più attenzioni per me. Vuole farmi felice e mi asseconda in tutto.
Oggi il nostro matrimonio è ritornato alla normalità, anche se, purtroppo, da allora non riesco più a raggiungere l'orgasmo se Lei non mi parla di Marco, quando facciamo sesso.
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