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Per piacere e per dispetto


di Zindo
13.11.2023    |    6.347    |    5 8.1
"Andò ad aprire la porta della cucina, fece un gesto con la mano ai due uomini che lei aveva fatto entrare quando Roby era andato al supermercato e i due gli..."


Rhea era orgogliosa del nome che portava, lo stesso della madre di Zeus, nientemeno.
Ma anche l'assonanza sonora con "rea"(colpevole), non le dispiaceva affatto.
Era convinta che quel nome avesse avuto una grande influenza sulla sua personalità di donna forte, coraggiosa, portata a primeggiare se non proprio a dominare in quasi tutte le situazioni.

Nella vita amava le sfide ma non quelle facili. Non provava gusto a primeggiare sui deboli e gli incapaci, lei cercava il confronto con i migliori concorrenti e puntava non semplicemente a vincere ma a vincere sulle persone forti.

Nella vita sessuale invece non aveva mai cercato di prevalere ma solo di provare piacere finché non fu tentata da Roby.
Inizialmente le era piaciuto il gioco erotico che le aveva fatto fare Roby, suo compagno da alcuni mesi ed anche candidato a diventare suo convivente a breve e. chissà, forse anche marito in un futuro più lontano.

Lei non aveva mai preso in considerazione i piaceri sado-maso.
Non fino a quando Roberto, o Roby come lo chiamava lei, le aveva fatto capire che a lui invece certi giochi piacevano molto e che covava in seno il desiderio di venire sottomesso proprio da lei, ammettendo di essere attratto molto più dal carattere volitivo e dalla caparbietà di lei che non dalla sua pur ragguardevole bellezza fisica.

Era stato paziente ed abile Roby a farle capire questo suo desiderio con calma, aspettando i momenti giusti e usando le parole giuste nelle occasioni più opportune.

Quando Rhea aveva preso sul serio l'inclinazione di Roby, aveva accettato di giocare con lui anche se in maniera soft, quasi bambinesca.
Aveva semplicemente accettato di legare il suo uomo ai quattro angoli del letto, facendolo stare sdraiato, nudo, sul letto, a gambe e braccia divaricate come una croce di sant'Andrea e fissando con delle corde, ai quattro piedi del letto, i polsi e le caviglie di lui. Poi lo aveva toccato, accarezzato , sbaciucchiato fino a fargli raggiungere una vigorosa erezione per poi calarsi a spegnimoccolo sul compagno immobilizzato e "usare" ed abusare di quella erezione, facendo tutto da sola.

Solo dopo questa esperienza Roby le aveva confessato che nella casa al mare, aveva una stanza attrezzata per i giochi erotici d'ogni genere ma soprattutto di quel genere particolare, proponendole un weekend in quella casa più per usare quella stanza che per fare una escursione sulla costa in quel periodo invernale.

Rhea aveva accettato, stuzzicata alla curiosità di vedere, se davvero c'era, com'era attrezzata quella stanza. Non era invece particolarmente interessata ad usare le attrezzature diverse dal letto. A lei il sesso piaceva praticarlo in maniera classica, non stravagante.
Una volta giunti sul posto, comunque, non era rimasta insensibile alle troppe "cose strane" che c'erano nella stanza effettivamente esistente e, più per curiosità che per vero trasporto, ed anche per fare piacere a Roby, non disdegnò di "giocare" con quegli oggetti e con Roby che confessò il suo desiderio di vederla dominatrice su di lui nel ruolo di slave.

I giochi li coinvolsero entrambi, diventando interessanti per ognuno dei due, anche se per ragioni diverse.
Roby da vero cultore del genere BDSM godette soprattutto nel vedere che Rhea non rifiutava le pratiche che a lui piacevano e non si crucciava per una certa imbranataggine di lei, convinto che sarebbe diventata una vera mistress esercitandosi. Per questo più che obbedire suggeriva cosa fare, e per incoraggiare Rhea, mentiva esternando per finta ed in maniera teatrale di provare immenso piacere anche quando avrebbe preferito un maggiore decisionismo da parte della donna.
Rhea, dal canto suo, non si capacitava di come una persona potesse godere nel sentirsi colpire da scudisciate o nel camminare a quattro zampe e portato al guinzaglio come un cane.

All'inizio più che eccitarsi si era divertita pensando che Roby la stesse prendendo in giro, ma quando aveva cominciato a capire che il suo uomo gradiva davvero certe stranezze, aveva cominciato a ...come dire? "Provare piacere per il piacere che provava Roby" ?
Più o meno così infatti stavano le cose fino a quando....
E già, se le cose non sono spontanee, esiste un "quando" che segna un limite della piacevolezza del gioco.
Arrivò infatti il momento in cui Roby avrebbe voluto di più e di meglio e godere davvero di una reale sottomissione e si stufò di dovere essere lui a suggerire, anzi chiedere cosa Rhea doveva fare o dire. L'incapacità della donna di capire le sue esigenze lo deluse molto. Non si divertì più.

Più o meno contemporaneamente anche Rhea arrivò a stufarsi di quei giochi da lei ritenuti "stupidi" ed avrebbe desiderato che il suo uomo la piantasse di chiederle cose assurde ma la buttasse sul letto per scoparla come un uomo ed una donna scopano. Roby le apparve come un uomo-bimbo capriccioso che supplicava idiozie.

Conclusione? Delusione di entrambi. Inevitabile litigio e rientro anticipato in città senza né giocare come avrebbe voluto Roby. né scopare come avrebbe voluto Rhea.
Il viaggio di rientro fu percorso in silenzio quasi totale, con Roby alla guida e Rhea che fingeva di dormire. In realtà pensava.
Pensava alle strane tendenze di Roby ma anche a progettare un piano tutto suo per poter mettere a frutto entrambi gli orientamenti sessuali: il suo e quello di Roby.

Il piano fu pensato da Rhea durante il viaggio, messo a punto dopo il ritorno a casa, tenuto segreto a Roby ma cominciato ad essere preparato già dal lunedì mattino, quando tornata al lavoro ne parlò con Guido ed Alessandro, due colleghi che, in tempi diversi l'avevano corteggiata e, prima con Guido, poi con Alessandro, aveva vissuto anche qualche piacevole avventura sia con l'uno che con l'altro, ormai tornati ad essere entrambi solo colleghi ed amici. Da costoro volle un parere sulla fattibilità del suo piano e la disponibilità ad essere aiutata nel metterlo in pratica.

Solo dopo propose a Roby di tornare anche il successivo week end nella casa al mare, dicendo che ripensandoci a posteriori aveva capito di aver rovinato lei il fine settimana precedente e di voler rimediare, assicurando che questa volta si sarebbe liberata da ogni remora o tabù, anzi promettendo di sorprendere Roby perché ora era preparata anche mentalmente e voleva fare quelle cose come vanno fatte.

Nelle restanti poche serate che mancavano al weekend lei e Roby cercarono su internet filmini erotici del genere BDSM. Rhea badò molto alle reazioni di Roby davanti alle varie scene per capire cosa potesse piacergli di più, cosa di meno. Roby in alcuni momenti sembrò voler andare in delirio. Rhea finse di andarci, in realtà interiormente altalenò tra una specie di larvata compassione verso gli amanti di quel genere erotico e un frenato desiderio di deriderli. Si limitò a lasciare invariato il suo piano.

Il venerdì sera Rhea e Roby tornarono sulla costa per recuperare quanto non si erano concesso una settimana prima.

Questa volta Rhea non attese ordini, li diede.
Già durante il viaggio ordinò a Roby di portarla direttamente alla casa, perché aveva bisogno di "prepararsi", quindi pretese anche la chiave per poter accedere alla stanza erotica che Roby chiamava "segreta" e teneva la porta chiusa a chiave e avvertì l'uomo che avrebbe cercato in quella stanza quanto di più eccitante aveva in mente di usare.
- Cioè cosa?
- Deve essere una sorpresa. Comunque dipende anche da quello che c'è.
-C'è tutto di tutto.
-Anche vestiti particolari da donna?
- Perché non hai visto i corpetti, gli stivali, le mascherine...
- Ho visto tante cose e non ricordo più bene. Comunque qualcosina ho preso anche io, ce l'ho qui dentro (si girò per prendere e sollevare la capiente borsa da donna che alla partenza aveva adagiata sul sedile posteriore)
-Cos'hai li dentro?
- Sorprese. Mentre io mi preparo tu andrai al supermercato. Ti ho preparato già la lista delle cose da comprare.
-Ma in casa c'è tutto
-Tu questi due giorni farai tutto quello che io ti dirò, senza discutere. Non si gioca solo a letto, sarai davvero mio schiavo, a tempo pieno. Chiaro? Se no si torna indietro subito.
-Va bene, va bene, ma...
-Ho detto senza fare obiezioni.
Un ampio sorriso illuminò il volto di Roby

Roby accompagnò Rhea fino alla casa, la fece entrare, rispose a tutte le sue domande (prevalentemente richieste di informazioni sul dove trovare determinate cose) e poi, obbediente, andò al supermercato con la lista della spesa, mentre Rhea fece una telefonata: "Ciao. Io sono qui. Tu? ... Di già?...Bravo...cerca di fare subito però...ok ....ciao"

Subito dopo entrò nella stanza detta segreta e....tirò fuori dalla sua borsa alcune cose, altre le tirò fuori da un armadio, altre le prese dalle mensole attaccate alla parete, Si spogliò in fretta e si rivestì con molta, moltissima calma, attenta ad ogni particolare, guardandosi spesso ad uno dei due specchi messi su pareti opposte in modo che in uno si riflettesse anche l'altro creando un gioco di immagini infinite di lei vista alternativamente davanti e di dietro.
Si guardò da integralmente nuda compiacendosi del suo fisico. Poi infilò le calze a rete, il mini tanga ed il reggiseno di pizzo nero (ovvero gli indumenti da lei portati in borsetta oltre le scarpe con tacco over12). Quindi il reggicalze, il corpetto, la giarrettiera trovato nell'armadio. Rinunciò alle sue scarpe dopo aver misurato e trovato comodi gli stivaloni di finta pelle con gambali più alti del ginocchio e tacco altissimo che aveva adocchiato già la precedente settimana.

Interruppe la vestizione per lo squillare del suo telefono.
Non rispose. Lesse sul display ed uscì dalla stanza per rientrare dopo un paio di minuti abbondanti.
Si pose davanti allo specchio per truccarsi in modo piuttosto pesante e raccogliere i suoi capelli in una coda che avrebbe preferito più lunga ma quelli erano i capelli che aveva e ormai non c'era possibilità di poter ricorrere ad estentions.

Era perfetta l'immagine di se che vide riflessa alla fine nei due specchi.

Prese vari oggetti dalle mensole e da un armadietto e li portò in camera da letto. Quella favolosa camera più erotica sella stanza segreta, avendo anch'essa due grandi specchi su paretu contrapposte ed un terzo applicato al soffitto, proprio sopra l'ampio letto.

Roby ci aveva messo soldi ed ingegno per fare di quella non una casa per le vacanze ma per spassarsela sessualmente. Peccato che poi preferisse una sessualità diversa da quella comunemente intesa.

Rhea era pronta quando sentì girare la chiave del portoncino. Subito recuperò la mantella nera (una specie di domino) per coprirsi ed andare incontro al padrone di casa che la guardò stupito. Lei vide gli occhi di lui brillare, ma restò imperturbata nella sua espressione, ordinando solo: "Dai le buste a me e tu va subito a spogliarti in camera da letto. Nudo"

Roby sorrise e senza obiezioni le obbedì.
Lei si recò in cucina a portare le buste e ne usci poco dopo, richiudendo la porta.

Si recò in camera da letto e solo quando Roby fu nudo si liberò dal domino e si mostrò nella sua bellezza dark.
Disse solo "Come l'altra volta" e Roby si pose a croce sul letto. Lei con calma esasperata legò ai polsi ed alle caviglie dell'uomo quattro diverse corde, ponendosi spesso su di lui con il corpo anche se oggettivamente per legarlo non sarebbero stati necessari quegli strofinamenti.
Poiché Roby non restava insensibile a quei tocchi lei lo redarguiva e gli mollava sonore sberle alle cosce ed un paio anche in pieno volto, ordinandogli di tacere, pena l'uso di uno scudiscio tenuto poggiato ad una sedia.

Poi legò le quattro corde ai piedi del letto. A differenza della volta precedente le tirò molto, così tanto che a Roby non erano consentiti spostamenti oltre il poter roteare eventualmente, le mani, i piedi e la testa: immobilizzato al massimo!
Solo dopo lo toccò- Sembravano carezze delicate, in realtà non erano i polpastrelli delle mani a scorrere sul petto, il ventre o le cosce di Roby la le unghie delle dita messe a rastrello.

Sotto le ascelle e le piante dei piedi al posto delle unghia usò i polpastrelli ma per fare il solletico e il poveretto si contorceva non potendo muoversi, auto procurandosi dolore ai polsi ed alle caviglie, con le corde troppo tirate. L'uccello però gli si drizzava e osò chiedere "toccami anche li, ti prego".

Rhea non l'assecondò. Al contrario, rise beffarda, scese dal letto, uscì dalla stanza. Andò ad aprire la porta della cucina, fece un gesto con la mano ai due uomini che lei aveva fatto entrare quando Roby era andato al supermercato e i due gli avevano mandato sul telefonino il segnale di essere arrivati e li aveva fatto aspettare in cucina dove si erano spogliati.

I due, cioè Guido ed Alessandro uscirono dalla cucina e, seguirono Rhea in camera da letto dov'era legato Roby.

Davanti a lui cominciarono a toccare e sbaciucchiare Rhea mentre questa si spogliava con calma e sensualità da spogliarellista, sedendo spesso a bordo letto ma senza dare la possibilità a Roby neanche di sfiorarla, mentre invece gli altri due potevano affondare le mani dove volevano, far correre le loro bocche ovunque volessero.

Gli specchi impietosi costringevano Roby ad assistere ovunque lui girasse lo sguardo. Ma lui non voleva NON vedere, anzi. Avrebbe voluto anche partecipare ma era legato e si consolava proprio girando lo sguardo nei vari specchi che gli consentiva di vedere la scena da tutte le angolazioni visto che l'astuta Rhea si poneva quasi sempre dove gli ampi specchi potevano rifletterli.

Lei stessa comunque si deliziava a vedere l'effetto "ripetizione a catena" dei due specchi a muro che le dava l'illusione di trovarsi un una immensità di scopatori e non solo con un paio di maschi attivi ed uno legato.
Quei due maschi non guardavano gli specchi ma erano interessati solo a lei: la toccavano, la baciavano, l'aiutavano a spogliarsi, offrivano alle sue mani i loro cazzi eretti.
Lei li lasciava fare. Ne godeva.

Ci mise molto, veramente molto, a tornare nuda e solo allora sedendo a bordo letto, tirò a se Guido ed Alessandro e dedicò ai peni di costoro anche le capacità della sua bocca.

Non a lungo, perché i due non erano legati come Roby e andarono all'attacco per conquistare altre "zone" trovando facilmente la vittoria essendo cresciuto ormai molto il desiderio anche in Rhea che ben volentieri si concesse ai due uomini, sotto lo sguardo dell'immobilizzato Roby, senza sfiorarlo neanche di un millimetro e neppure per un solo attimo-

Si mise a pecora davanti a Guido per farsi scopare a novanta gradi mentre regalò un signor pompino ad Alessandro: dopo si alzò in piedi tra i due per farsi scopare all'impiedi da Alessandro, lasciando che Guido giocasse tra le sue natiche.

Non c'era bisogno di dirgli che da quella parte non doveva entrare, avevano convissuto per alcuni mesi e Guido sapeva bene quali erano i suoi gusti.

Certo non sapeva della disponibilità ad incontri del genere che stavano vivendo, ma all'epoca neanche lei sapeva di saper accettare anche queste cose.

Rhea si stava deliziandosi molto, al punto da impietosirsi e chiedere a Roby "Vuoi partecipare? Ti slego?"
Lui rispose "Siete fantastici. Continuate"
Continuarono.
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