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Prima con la ex caldissima!


di nonerocapace
16.04.2011    |    17.448    |    1 8.4
"Caratterialmente non ci beccavamo molto, lei aveva la bugia facile ed io ero troppo geloso di troppi suoi amici, ma ciò non mi vietò di chiederle comunque..."
Salve a tutti.
Raffa, la mia ex, mi aveva lasciato il segno.
Me lo ha lasciato che lo sento ancora oggi.
La avevo conosciuta all'età di 15 anni e ci ero stato insieme senza essere "fidanzati", esattamente 19 anni fa.
Era stata la classica storiella estiva di 2 ragazzetti che si baciano e al massimo si toccano.
A settembre era finito tutto ma un anno dopo, a metà luglio, la rincontrai che non ricordo dove stessi andando.
Splendida mora, alta, con una coscia da abbraccio, la 4° di seno e un culo da favola.
Indossava un vestito lungo ed ampio, molto scollato, era già abbronzatissima e aveva un profumo delizioso.
Gli ormoni per un ragazzo della mia età rendevano il solo pensiero di baciarle i seni un motivo per rinchiudersi in bagno.
Caratterialmente non ci beccavamo molto, lei aveva la bugia facile ed io ero troppo geloso di troppi suoi amici, ma ciò non mi vietò di chiederle comunque dopo 4 parole di tornare ad essere la mia ragazza.
Il giorno in cui glielo chiesi volle a tutti i costi che andassimo nella villa del mio paese, mi si sedette a cavalcioni seduti su una panca e cominciò a baciarmi con una foga che non avevo mai visto in lei.
Mi baciava dall'orecchio al collo, mi ficcava la lingua in gola e , cosa che non aveva mai fatto, mi accarezzava la patta dei pantaloni che a stento resisteva sotto la pressione del mio notevole membro.
Sotto la cappa del suo vestitino lungo che aveva alzato, sentivo il calore della sua piccola patatina che diventava sempre più umida.
Continuava a baciarmi e ad accarezzarmi fino a che pregandola le dissi che cominciavo a farmi male all'arnese perchè i pantaloni erano troppo stretti.
Senza fare cenno o opposizione alcuna, mentre mi accarezzava, mi tirò giù la zip e cerco l'apertura dei miei boxer per tirare fuori il mio fiero membro che svettò come una fionda fuori dai pantaloni.
Mi accarezzava la cappella col ditone, continuava a muoversi e sfiorava le sue mutandine contro quel palo di marmo, mi tirava una sega lentissima, mi ficcava la lingua in gola: a 15 anni pensavo di dover morire, avevo paura di venire sulle sue mutandine e di spaventarla allora le dissi: - O rimmettiamolo dentro, o "mettiamolo dentro" non resisto più! -
A sentire ciò, lei, grandissima provocatrice, mi disse che anche lei non ce la faceva più ma che non era il modo e il momento giusto per farlo ma che era arrapatissima e non aveva nessuna intenzione di fermarsi. E non si fermò, anzi.
Si portò il ditone con cui mi stava tartassando la cappella alla bocca e se lo ingoiò manco fosse un sorso di vita.
Rimasi scioccato e avevo la bocca seccata da quella scena; avevo il pene durissimo e gonfio, la cappella asciutta che ostentava un prossimo fiotto di qualcosa che per me era un'estasi mai provata.
Lei si accorse e sfilandosi il dito abbondandemente grovido di sua saliva, lo fece sparire sotto la sua gonna e cosparse tutto questo liquido sulla mia cappella, ricominciando sapientemente una sega da vera professionista (scoprirò poi che non lo aveva mai fatto ma aveva spiato e imitato la sorella) che però durò ancora pochissimi istanti, sentivo di morire, lei non capiva, continuava a strusciarsi e... fiott, fiott. fiott; lei cercava con la mano di fermare quella inondazione di gioia che io non riuscivo e non potevo controllare, furono dei secondi interminabili!
Avevo tutti i pantaloni sporchi, lei aveva tutte le mutande e l'abito sporco, pensavo fosse finita ed invece... mi sorride, mi rifionda la lingua in bocca e come un uragano si tira ancora più su e cominciò a strusciarsi sopra al mio pene come non mai, ma durò anche lei pochi istanti. Oggi sono pratico e posso dirlo con certezza: aveva squirtato, bagnando entrambi che sembrava avessimo fatto la pipì addosso.
Ci fu un attimo di silenzio, ci guardammo in torno, era tutto buio, non si vedeva nessuno neanche in lontananza.
Eravamo nel punto più buio della villa ma il vuoto era dovuto all'ora: mezzanotte passata e la villa era chiusa da oltre un' ora.
Cazzo! Gridai, e lei sorridente mi fece: - e già... hai proprio un bell'arnese! ma adesso devi usare il cervello per farci uscire di qui -.
Sapervo che c'era una uscita segreta, una sbarra rotta ma il mio pensiero fisso era solo uno: eravamo soli e chiusi dove nessuno poteva ne vederci ne trovarci e decisi che ci dovevo provare.
Cercai goffamente di ricompormi ma lei era arrapata almeno quanto me! Mi baciò sulla bocca e col dito comincio un percorso che dalla bocca proseguiva sempre più verso il pene, solo che stavolta mi apriva la camicia e seguiva il suo dito con la lingua: non ci credevo, stava andando con la lingua verso il mio pene!
E ci arrivo ben presto, accarezzava il mio arnese delicatamente col suo dito, con la lingua si soffermò vicino all'ombellico, erano nuovamente in estasi e pronto a venire nuovamente.
Scese con la lingua sotto i testicoli, io ero burro caldo e la sua lingua era una lama bollente, lasciava il segno come un bisturi. Si avvicinava sempre più alla cappella e poi riscendeva, risaliva con la sua bollente lingua e io mi scioglievo sempre più. La cappella era a 1 cm, si fermò e mi disse: "questo è solo l'inizio della nostra storia, scopriremo insieme giorno dopo giorno quanto è bello fare l'amore". Un secondo dopo la mia cappella sparì nella sua bocca.
Ma l'inesperienza del pivellino di 15 anni in quel momento venne fuori: non volevo scoprire giorno dopo giorno ma volevo SCOPARE in quel momento.
Le tirai giu le bretelle e il reggiseno facendo venir fuori quelle due meraviglie da scultura con i capezzolini che erano marmo puro.
Glieli strinsi con le mani e lei aumentò il ritmo. Era il mio primo pompino e non seppi gestirlo. La tirai sù, la feci alzare in piedi e le alzai la gonna; provai invano a sfilarle gli slip ma lei mi tenne la mano, non voleva.
Allora insistetti deciso a spostarle gli slip per infilarla.
Cominciai ad accarezzarle il clitoride da sopra gli slip, era fradicia e le sussurai all'orecchio che volevo in regalo le sue mutandine, ma lei capì subito che era solo un tentativo di sfilargiele e si ritrasse.
Mi feci più audace e la appiccicai contro un grosso albero, le puntai la cappella sullo slip e cominciai a strusciare; con la mano le pizzicavo il clitoride e lei sembrava impazzire, andava su e giu ma mi interruppe: "ti prego, non farlo, lo faremo presto". Io le risposi: "adesso è presto, è tutto perfetto".
Sempre più audace continuavo a strusciare e lei a gemere, venne nuovamente e copiosamente bagnandomi quel poco di pantaloni che ancora non mi aveva bagnato. Tremava e gemeva, in una frazione di secondo le spostai gli slip e tre centimentri di pene entrarono dentro di lei.
Ci bloccammo entrambe: mi spinse all'indietro e mi disse: "ti ho pregato di non farlo, non devi insistere".
Da ragazzino orgoglioso e testa di piombo mi rivestii subito e la lasciai li mentre lei mi pregava di non lasciarla sola perchè aveva paura.
Non volli sentire ragioni e mi incamminai frettolosamente verso l'uscita segreta.
Lei mi seguì e non ebbe difficoltà ad uscire dalla villa, mi chiamava e mi pregava di aspettarla ma io non la sentivo neanche, avevo solo voglia di arrivare a casa, chiudermi in bagno e spararmi una megasega sotto la doccia.
e così fu, non la chiamai per settimane intere, entrai in una comitiva che usciva fuori paese.
Lei mi cercò tantissimo, io non mi feci mai più trovare.
Passarono mesi, trovai un'altra ragazza, lei sparì, si trasferì in piemonte per studiare e lavorare.
Mi sposai nel 2006, lei nel 2005 con un mio amico sempre in piemonte.
Non ebbi più notizie di lei, la vedevo tal volta alle feste natalizie o patronali, poi un giorno... FACEBOOK:
Ci provo, le chiedo l'amicizia? Chissa se si ricorda di me...
Le scrivo, lei accetta e mi manda subito un messaggio privato: FINALMENTE, TI STAVO ASPETTANDO DA UN SACCO... ecco il mio cellulare e la mia mail. scrivimi, ti aspetto!
un bacio come...
Le ho scritto subito, l'ho chiamata il giorno dopo e mi ha chiesto di vederci su skype. la ragazza da capogiro era diventata una DONNA da sogno, una Ferilli con più tette.
Ci siamo sentiti ripetutamente, scritti e pochi mesi fa lei è venuta a trovarmi e...
ve lo descrivo nel mio prossimo racconto!

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