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Un palco di corna ( per mio marito!)


di vintage69
24.01.2013    |    35.353    |    2 9.4
"Qualcosa da bere? Un martini, del vino, un analcolico..."


Questa vicenda mi è stata raccontata da una carissima amica che chiamerò Micaela. E’ una splendida trentacinquenne, capelli rossi e occhi blù, 1,70 cm e un corpo da modella. Lavora in banca, sposata con F....., egocentrico, narcisista e abbastanza stronzo. Dunque era un sabato di tarda primavera e Micaela si stava preparando per andare all’aeroporto ad incontrare il marito di ritorno da un viaggio di lavoro all’estero. Squilla il telefono. E’ F.... che avverte che si tratterrà ancora per qualche giorno. Nelle città in cui si trova è aperta una mostra filatelica, e lui, grande appassionato, non vuole perdersela. Micaela si era preparata con entusiasmo ad accogliere il marito. Lingerie nuova, un completino ,reggiseno e mutandine di pizzo, di un verde smeraldo che s’intonava perfettamente con i suoi capelli rosso tiziano; un vestitino leggero color pesca, corto e scollato, molto seducente. Ora , quasi pronta per uscire fremeva di rabbia. No, sarebbe uscita ugualmente.
- Chiamerò Giulia e ce ne andremo da qualche parte, al cinema, a qualche mostra, un concerto, insomma qualcosa pur di non rimanere a casa. -
Altra buca. La Giulia è in casa con una caviglia gonfia per una caduta a tennis. Che giornata. - Bene esco lo stesso: al cineplex nei pressi del Lido fanno un bel film e ci andrò da sola.-
Parcheggiata la macchina mi avvio verso il cinema. Un apprezzamento un po’ pesante mi mette in agitazione; due ragazzotti prendono ad importunarmi arrivando perfino a mettermi una mano sul culetto. Impaurita affretto il passo poi, inaspettatamente , mi sento chiamare - Micaela, Micaela cara sono quì- A chiamarmi è il Sig. Carlo, un cliente della banca dove sono consulente finanziario , che ha visto la scena. I due molestatori si dileguano e vado di corsa verso Carlo che abbraccio con sollievo.
- Oh, sig. Carlo, la ringrazio. Cominciavo a preoccuparmi quei due mi hanno spaventata. - Carlo mi prende sottobraccio - Scusi la confidenza ma debbono credere che siamo parenti o qualcosa del genere.Vedo che è molto agitata che ne dice di un caffè ?-
-Vorrei allontanarmi da qui , se non le dispiace-
Venga ho la macchina a pochi passi-
Carlo, raggiunta la macchina, mi apre lo sportello, si mette al volante e parte.
Senta, debbo andare al Lido, per un impegno di pochi minuti, vuole venire con me?-
Sì , volentieri. Basta che andiamo via da qui. La macchina la manderò a prendere da mio fratello.-
Salendo in macchina il mio vestitino nuovo sale un bel po’ lasciando scoperta una buona porzione di cosce.
-Conosce la zona della pineta? E’ un posto molto bello, se vuole possiamo andar là così si distrae un poco.-
Ok, vada per la pineta.-
Carlo ferma la macchina su una piccola altura che domina la spiaggia dove si gode una vista stupenda sulla adiacente pineta e sulla scogliera.
Vuole scendere?-
Credo di non avere le scarpe adatte- Indosso un paio di deliziosi sandaletti col tacco che impreziosiscono i miei bei piedini come mi dice Carlo.
E noi rimaniamo in macchina a goderci il panorama.- Intende la vista sul mare o le mie gambe?
Le posso fare una domanda indiscreta?-
Dica.-
Ma come si fa a lasciare sola, di sabato pomeriggio e con una simile giornata una splendida donna come lei?-
Grazie per il complimento - E mi metto a raccontare di mio marito, della defezione dell’amica Giulia ecc.
Bah, io avessi una moglie come lei non la lascerei mai sola . I gioielli vanno tenuti da conto.-
Sempre galante lei, sig. Carlo.-
Si sente trascurata, Micaela?-
Decisamente sì, io poi che sono romantica e coccolona oggi sono proprio giù, e non ci volevano quei due cretini, e meno male che ho incontrato lei, sig. Carlo.-
Io la coccolerei tutto il giorno. - Sorrido compiaciuta e quasi inavvertitamente poggio la testa sulla spalla di Carlo. Questi mi mette un braccio intorno alle spalle quasi a proteggermi .
Lei è dolcissima, Micaela.-
Mi volto con gratitudine verso Carlo e questi nota i miei occhi con un velo di lacrime.
Mi stringe un po’ a se e mi piace.
Eh no, via quella tristezza. Le belle ragazze come lei debbono sorridere alla vita.-
Lo guardo con gratitudine; mi sento trasportata verso questo bell’uomo di circa sessant’anni, ma giovanile e veramente gentile. Lo guardo intensamente poi quasi senza volerlo mi avvicino un po’ di più quasi offrendogli la bocca. Carlo mi attira delicatamente a sé baciandomi sulla fronte, poi sugli occhi e infine, molto delicatamente , sulla bocca. poi è sono io a prendere l’iniziativa, ad offrire di nuovo la bocca ma stavolta per un bacio lungo e sensuale. Carlo poggia una mano su una coscia. Ho le gambe unite ma dopo un po’ le apro leggermente come per invitare Carlo a proseguire. Cosa che Carlo fa lentamente portando la mano sempre più su fino a premere sulle mutandine. Con un leggero gemito apro ancora un poco le gambe e la mano dell’uomo va a coprirmi e premere sulla fica. Metto la mano sulla patta dei pantaloni di Carlo e sento la sua erezione. Poi , improvvisamente mi sento dire, quasi non fossi io a parlare.
Credo che non stiamo facendo la cosa giusta.- Mi scosto un po’ , Carlo toglie subito la mano io però non abbasso il vestito sulle cosce scoperte e non mi scosto completamente da lui.
Carlo mi fa una carezza sul viso dicendo -
- Facciamo così, se a lei va bene, ora andiamo verso casa mia, ci vorranno dieci , quindici minuti che le serviranno a raccogliere le idee. Arrivati al cancello di casa deciderà se guardare la facciata e aspettarmi in macchina qualche minuto oppure...salire e visitare la casa.-
-Va bene.-
Arrivati difronte la casa di Carlo, questi attende un attimo, poi visto che rimango seduta, scende , prende le chiavi e apre il cancello. Si sta avviando verso la casa quando sente chiudersi la portiera della macchina , si gira e io sono dietro di lui. Ho deciso, saltiamo il fosso.
-Mi mostra la casa, Carlo?-
Con assoluto piacere, carissima.-
Lo precedo su per le scale ed ho la chiara sensazione che gli occhi di Carlo si sono posati ad ammirare il mio lato B.
Entriamo direttamente nel soggiorno arredato con gusto ed eleganza. In fondo c’è un’ampia vetrata che guarda il mare. Tre porte, una da sulla cucina, una è quella del bagno e l’altra si apre sulla zona notte comprendente una vasta camera da letto , uno studio e un bagno.
Bellissima casa, complimenti.-
Grazie cara. Qualcosa da bere? Un martini, del vino, un analcolico.
Un martini va bene ma...non troppo gin, grazie.-
Seduti sull’ampio divano prendo l’iniziativa posando una mano sul ginocchio di Carlo e avvicinandomi decisamente. Lui mi attira a sé , ci guardiamo un attimo poi cominciamo a baciarci, toccarci , stringerci l’uno all’altra. Stavolta le mani Di Carlo si posano sulle mie mammelle.
Mi bacia ancora sulla bocca, sul collo, tra i seni quasi scoperti facendomi gemere di piacere, poi mii alza, lo prendo per mano e mi dirigo verso la grande camera da letto che mi ha mostrato poco fa.
Carlo mi sbottona lentamente il vestito del quale mi libero lentamente.
-Magnifica.- esclama Carlo ammirando il mio corpo, coperto solo dal reggiseno e dalle culotte verdi di pizzo.
Porta le mani dietro la schiena e slaccio il reggiseno. Tengo per qualche secondo le mani sulle coppe dell’indumento finché Carlo le toglie delicatamente per ammirare miei seni nudi
Mamma mia che meraviglia. Hai due seni bellissimi, perfetti.-
Li bacia dolcemente leccando e succhiando i capezzoli. Sospira di piacere appena contenuto.
Poi Carlo si china , prende l’orlo delle mutandine e le abbassa lentamente. Nel vedere il mio pube coperto da morbidi peli rossicci Carlo non resiste oltre e affonda il viso baciandomi la fichetta, morbida e profumata e...umida.
Mi spinge dolcemente sul letto, mi apre le cosce , introduce la lingua nella fessura leccando e succhiando. Ora gemo e mi muovo come a cercare un contatto più profondo.
-Che fica stupenda, che profumo inebriante, sei la mia Venere.- Frasi da vecchio gentleman ma che mi affascinano . Mi sento finalmente apprezzata, desiderata.
Lui cerca il clitoride che succhia avidamente , poi introduce due dita nella vagina estremamente bagnata. Morde dolcemente il clit e sento come una scarica elettrica che arriva al cervello e provo un violento e lungo orgasmo.
Ci vuole un po’ prima di riprendere il controllo , quindi aiuto Carlo a liberarsi dei vestiti e, finalmente a scoprire il suo pene. Lo prendo in mano : lo sento caldo, duro,vibrante e mi chino a baciarlo. Mai avrei immaginato che un uomo dell’età di Carlo fosse ancora così virilmente vigoroso e che possedesse un così bel cazzo.
Non mi è mai piaciuto fare pompini ma stavolta è diverso; passo la punta della lingua sul glande , poi succhio l’uccello di Carlo schiudendo appena le labbra come ho visto fare in un filmino su internet. Non mi piace fare “gola profonda” e dai sospiri dell’uomo sento che la mia “opera” è ampiamente gradita. Continuo a lungo anche perché Carlo non mi spinge la testa sul cazzo come ha fatto mio marito con forza e arroganza e che mi ha tolto ogni voglia di ripetere l’esperienza.
Poi, al massimo dell’eccitazione. sussurro . - Prendimi, caro, prendimi ora, montami non ce la faccio più.-
Carlo mi viene sopra, sento il suo cazzo che mi cerca, si strofina sulla fica e finalmente mi penetra con una lunga spinta fino a ficcarsi tutto dentro. Sento che mi apre, una sensazione forte , magnifica e spingo il bacino fino a godere di ogni centimetro della sua durezza.
Carlo mi abbraccia forte, mi sento al settimo cielo. Il ritmo dolce e lento dei primi movimenti ora accelera. Lo sento sempre più forte dentro di me, sembra quasi che si stia ingrandendo. Sento che sto per venire e lo incito a spingere di più _ Sì , così, ancora, spingi caro, spingi di più, fammi male , fammi impazzire sì, siiiiiii, siiiiii. Ho un orgasmo violentissimo, mai provato. Sento gridare ma sono io che sto godendo come una forsennata. Non so quanto dura questo stordimento però sento che ora è la volta di Carlo a raggiungere l’apice. Gli ultimi colpi sono secchi, decisi e finalmente viene anche lui. Mi inonda di sperma, sento i suoi fiotti spruzzare nella parte più intima di me stessa. Poi...la quiete dopo la tempesta.
Il respiro prima affannoso si va calmando. Che giornata sto vivendo , poi che sarà domani?
Non m’importa, oggi è oggi e domani è un altro giorno.

(continua)

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