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Storia della mia vita 18


di Moltoesigente1
24.02.2024    |    2.002    |    2 9.3
"Di solito l’odore del cazzo e dei peli del pube sono un potente afrodisiaco per me e anche in quell’occasione mi fece quell’effetto..."
Continuazione da STORIA DELLA MIA VITA 17

CAPITOLO 18 - UNA NOTTE D’AMORE COME RINGRAZIAMENTO

Uscendo dalla roulotte trovai Jessica e Giovanna che mi aspettavano.

Mi presero per mano, Jessica alla mia destra e Giovanna alla mia sinistra. Salutarono le mie padrone e mi condussero rapidamente nella loro abitazione mobile. Era più grande della nostra e aveva il letto sulla parete di fondo molto più ampio.

“Mi sembri un po’ teso e impaurito, piccolo topino” mi chiamò affettuosamente Giovanna.
“Perché hai tanta paura? Non ti faremo del male.”
“Io… si, lo so…. Ma…” Balbettai.
“Ma?” Chiese Jessica - che si era seduta sul lettone - dopo avermi attratto a sé e avermi messo le mani dietro le cosce risalendo lascivamente sotto la tunica fino a raggiungere il culetto.

“E’ che io non so se vi piacerò davvero…..” Ebbi il coraggio di dire in un soffio. “e poi, non so quello che vi piace: se sbaglio, o faccio qualcosa male, voi potreste lamentarvi con la mia padrona Ramona e lei mi ha già detto che se succede mi punirà con la frusta.”
“Vi prego” Aggiunsi “Ditemi quando sbaglio…. Se faccio qualcosa che a voi non piace…. Io cercherò di rimediare subito…. Non lo dite alla mia padrona, vi scongiuro…”

Sia Jessica che Giovanna risero e si intenerirono molto per queste mie suppliche sapientemente accentuate per rendere più stuzzicante la circostanza.

“Non ti preoccupare, topino. Tu fai quello che ti viene di fare secondo le tue voglie. Vedrai che non sbagli e noi non diremo nulla alla tua padrona” disse Giovanna.

Jessica intanto era già bollente. Si era tolta il vestito e gli slip e il suo cazzo già troneggiava ritto come un obelisco. Si mise a sedere sul letto con la schiena appoggiata all’imbottitura, mentre Giovanna mi sfilava la tunichetta e subito dopo gli slip. Il mio membro non era ancora duro, ma la vista di quello di Jessica, che fissavo intensamente, mi stava rimescolando dentro.

“Non credo proprio che sia la prima volta che ne vedi uno.” Disse Jessica ridendo e riferendosi alla mia estasi nel guardare il suo cazzo. Poi, molto più seria e vagamente imperiosa:
“Vieni qui. Davanti a me.”

Mi misi carponi sul letto e mi avvicinai con il viso al suo bel bastone eretto. Come sempre, cominciai ad annusarlo. Di solito l’odore del cazzo e dei peli del pube sono un potente afrodisiaco per me e anche in quell’occasione mi fece quell’effetto. Avevo da poco fatto un succoso pompino a Ramona e questo, lungi dall’avermi acquietato, stava contribuendo ad accrescere la mia eccitazione in quel momento.

Mi appoggiai sulle braccia, stendendole ai fianchi di Jessica seduta sul lenzuolo e le misi le mani contro le cosce. Cominciai con la lingua a percorrere tutta la sua asta dalla base fino alla punta, completamente bagnata di liquido dell’eccitazione.

Non toccavo il cazzo con le mani. Stavo facendo tutto con la bocca. Mi soffermai ad accarezzare molto lievemente il frenulo con la punta della lingua. Ad ogni tocco Jessica trasaliva di piacere.

Io ero già un po’ partito e non riuscii a resistere oltre senza prenderlo finalmente fra le labbra e farlo penetrare dentro. Ero preso dalla passione e cominciai ad andare su e giù con leggeri mugolii mentre succhiavo con sempre maggiore ingordigia.

“Beh.. aaaaahh… se eri così preoccupato… aaaahhh .. di non piacermi,” sospirava Jessica con gli occhi chiusi “direi che ora sei aaaahh ….. da dieci e lode…”

Ma Giovanna non me la poteva certo far passare liscia vedendomi in quella posizione carponi mentre succhiavo il cazzo di Jessica. Avevo le sue gambe sotto di me ed ero inginocchiato sul letto con le mie gambe ai suoi lati. Ero proprio messo alla pecorina con il culo nella posizione assolutamente ideale.

Giovanna dapprima annusò il mio buchetto sentendolo tutto profumato. Forse avrebbe voluto leccarmelo un po’, ma non resistette ad aspettare di incularmi. Si era lubrificata il cazzo in erezione, si era inginocchiata sul letto dietro di me, mi aveva afferrato per un fianco e con la mano destra aveva diretto la punta del pene contro il mio buchetto.

Spingendo, forse non si aspettava di trovare l’ano così cedevole e la penetrazione così facile. Arrivò quindi in fondo quasi subito.

Io interruppi per un attimo il mio lavoro sul cazzo di Jessica, perché la sensazione di piacere nel culo era troppo forte.

Sollevai la bocca e feci solo “Aaaaahhhhh….” con un forte gemito. Poi ripresi il cazzo in bocca cercando di tenermi forte con le braccia, perché i colpi di Giovanna mentre prendeva il ritmo avanti e indietro nel mio culo potevano interferire con il ritmo che avevo assunto con la bocca sul cazzo di Jessica. Ma la libidine di sentire dentro questi due cazzi contemporaneamente in bocca e nel culo mi aveva già infoiato come non mai e manifestavo tutta la mia lussuria con mugolii intensi e ancheggiamenti flessuosi.

Jessica vedeva sia il mio viso affondato nel suo pube con la bocca completamente riempita del suo cazzo, sia l’espressione estasiata di Giovanna che a occhi chiusi si stava godendo il mio culo.

Dopo pochi istanti mi afferrò la testa per i capelli, costringendomi a rimanere immobile. Con una sequenza di grida soffocate e sospiri profondi il suo cazzo cominciò a contrarsi vigorosamente scaricando in fondo alla mia bocca e sulla lingua una discreta quantità di sperma.

Rimasi fermo tenendo sempre il cazzo in bocca e cercando comunque di ingoiare quello che potevo. A quella vista, anche Giovanna, che stava già raggiungendo l’orgasmo per come il mio culo rispondeva libidinosamente alla sua penetrazione, non resistette più e con gridolini di piacere molto femminili eiaculò tutto il suo sperma - non molto abbondante, per la verità – all’interno del mio retto.

Quando anche Giovanna ebbe finito, tolsi la bocca dal cazzo di Jessica, feci uscire con le dita le ultime stille di sperma e le succhiai con le labbra.

Eravamo tutti spossati e ci sdraiammo una accanto all’altro nel lettone grande che ci conteneva tutti. Io ero in mezzo a loro due.

Dopo qualche secondo, però, Giovanna, pur avendo già goduto, mi voltò verso di lei e, dopo aver appoggiato le sue labbra sulle mie, mi penetrò profondamente con la lingua. Il bacio bocca a bocca durò a lungo perché capii che Giovanna stava assaporando quel poco di sperma di Jessica che non avevo ancora ingoiato e voleva anche lei suggere un po’ dell’umore di sesso della sua compagna.

Dormii profondamente stretto fra le due donne. Fui svegliato da Jessica, che era di nuovo attizzata, ancor prima che facesse luce.

Cominciò a baciarmi con voluttà sul viso, sulla fronte, sul collo e poi cercò le mie labbra. Stringendomi a sé mi baciò bocca a bocca mentre ancora ero un po’ addormentato. La sua lingua si allacciò avidamente con la mia e mi penetrò profondamente, come se volesse entrare dentro al mio corpo possedendomi tutto.

“Adesso voglio che tu mi faccia una cosa.” Disse già piuttosto infoiata. Si mise carponi sul letto e disse:
“Vienimi dietro e leccami.”

Mi inginocchiai sul letto dietro di lei avendo davanti al viso il suo scroto, il cazzo parzialmente eretto che penzolava fra i testicoli e, soprattutto, il suo culo.

Cominciai ad accarezzare leggermente con le unghie i glutei e le cosce, mentre leccavo con la sola punta della lingua le natiche, l’attaccatura del cazzo e le palle, con l’intento di accrescerle il desiderio.

Mentre lo facevo, insinuai la mia mano in mezzo alle sue cosce e le toccai il cazzo aprendo e chiudendo le dita intorno all’asta, ma senza prenderlo in mano. La risposta non si fece attendere: l’erezione stava raggiungendo il suo massimo.

Allora mi concentrai sul suo buco del culo, dapprima leccando l’areola esterna con tutta la lingua mentre il respiro di Jessica si faceva più pesante. Poi forzando l’ano con la punta ed entrando morbidamente dentro. Jessica era pulita, quindi mi piaceva penetrarla nel culo in questo modo.

Cominciai ad andare ritmicamente dentro e fuori cercando, mentre entravo, di penetrare più a fondo possibile. Jessica gemeva e mugolava con il cazzo ormai duro come il marmo.

Improvvisamente mi fermò. Capii che stava per godere e non voleva avere un orgasmo subito con la leccata di culo. Mi stese sulla schiena e mi alzò le gambe in alto. Afferrò la boccetta di lubrificante e lo spruzzò abbondantemente sulla punta del suo pene e nel mio buchetto del culo. Poi, con le dita, penetrò delicatamente nello sfintere per spalmare più profondamente il lubrificante. Mi prese come piaceva fare anche a Eleonora, cioè alla missionaria, stando sopra di me e penetrandomi come una donna.

Emisi un gemito soffocato e un profondo sospiro, perché mi penetrò con una certa decisione, sebbene senza violenza, inserendo nel mio ano il suo non piccolo cazzo (era apprezzabilmente più grosso di quello di Giovanna).

Iniziò a muoversi ritmicamente dentro di me e io non riuscivo a trattenere i gridolini, i lamenti e i sospiri di piacere che il suo cazzo mi procurava. Andammo avanti così non so per quanto; poi cercai di aprire gli occhi per guardarla e vidi che mi stava fissando con espressione da predatrice, terribilmente infoiata da quel mio modo di godere sotto i suoi colpi di reni.

Voltandomi leggermente vidi anche Giovanna che se ne era stata solo a guardare fino a quel momento. Lei aveva, però, una luce diversa negli occhi. Capii che forse stava nascendo un problema, ma in quel momento non riuscii a pensare ad altro. Richiusi gli occhi perché le sensazioni di piacere che mi venivano dall’ano e dal retto erano intense e mi pervadevano tutto.

Jessica era al limite, lo sentivo dal suo cazzo. La forte stimolazione di prima, quando le leccavo il culo, unita all’eccitazione provocata dal vedermi godere come una porcellina mentre mi inculava, la stava ormai portando all’estasi.

Si fermò un attimo per non venire immediatamente e si coricò tutta su di me. Ero più piccolo di lei e affondai completamente sotto il suo corpo. Mi strinse forte e mi baciò. Fece penetrare l’intera lingua profondamente nella mia bocca, mentre spingeva a fondo il cazzo nel mio culo. Voleva possedermi tutto fino alle viscere. Un mio ulteriore mugolio scatenò il suo orgasmo. Ruggì come una leonessa e sentii i fiotti del suo sperma dentro di me mentre i suoi colpi divennero per alcuni secondi molto veloci e vigorosi.

Jessica si era adagiata su di me con tutto il suo peso, ormai completamente scaricata e soddisfatta. Cercai con gli occhi, da sotto di lei, Giovanna. Mi confermai nella mia impressione precedente. In Giovanna montava la gelosia.

Il vedere che la sua compagna stava letteralmente impazzendo per me, che si era goduta un pompino, la sera prima, come forse mai lei, Giovanna, era stata capace di fare; che stava arrivando all’orgasmo persino con la mia lingua nell’ano; e, soprattutto, che andava completamente fuori di testa impadronendosi del mio corpo e possedendolo come se io fossi la sua donna, la stava rodendo davvero. Tanto più che l’evidente passione e la carnalità con cui mi ero goduto il cazzo di Jessica avevano aggiunto benzina al fuoco.

Pensai che dovevo fare qualcosa. Se lei avesse voluto farmela pagare, sarebbe stato sufficiente, l’indomani mattina, esprimere una qualche insoddisfazione alla mia padrona Ramona e io sarei stato punito.

Appena Jessica mi lasciò libero dalla sua stretta, mi voltai verso Giovanna. Lei era stesa sul fianco, appoggiata sul gomito sinistro e la testa sostenuta dalla mano. Il braccio destro ripiegato, con la mano appoggiata sul lenzuolo davanti ai suoi seni. Cominciai a baciarle quella mano, assumendo un atteggiamento sottomesso e sensuale.

Mi lasciò fare. Allora mi sollevai sulle ginocchia e presi a baciarla sul braccio, poi sul corpo, scendendo lentamente verso il basso. Senza dire nulla si sdraiò sulla schiena, mettendosi un cuscino sotto la testa. Io, intanto, ero arrivato all’altezza del suo cazzo, che, però, non dava segni di vita.

Cominciai a leccarla con delicatezza e provai a prendere il cazzo fra le labbra. Era profumato. Segno che, dopo avermi inculato, ieri sera, si era lavata e profumata. Qualche reazione ci fu, stando nella mia bocca, ma sapevo che, in quel frangente, dovevo essere più delicato di una farfalla nell’usare la lingua.

Forzandomi un po’ la gamba sinistra, mi fece capire che voleva mi mettessi a cavalcioni del suo corpo. Pensai volesse fare un sessantanove. Attesi quindi di provare la sensazione del mio cazzo, in quel momento a riposo e penzoloni, preso nella sua bocca.

Invece cominciò a leccarmi, dapprima le cosce, nella parte interna, poi, scostando le natiche, nel solco fra i due glutei.

Allora capii che stava assaporando lo sperma di Jessica che, intanto, mi era colato fuori. Si stava bevendo le gocce fuoriuscite dall’ano. Era eccitante per lei: me ne accorsi da quello che stava succedendo al suo cazzo nella mia bocca.

Continuò a leccare intorno al buchetto. Quando non ci fu più sperma all’esterno, entrò con la lingua nel mio sfintere. Lì trovò ancora una certa quantità del liquido seminale di Jessica e cominciò a raccoglierlo risucchiandolo nella sua bocca.

Intanto il cazzo aveva raggiunto le sue dimensioni massime e io avevo cominciato a succhiarlo con passione. Non ci volle molto, perché lo sperma di Jessica era proprio un potente afrodisiaco per Giovanna che ormai era penetrata al massimo possibile con la lingua nel mio culo. Con sussulti brevi ma intensi anche Giovanna scaricò nella mia bocca il suo godimento e io, come al solito, bevvi tutto fino all’ultima goccia.

Ci riposammo tutti fino a metà mattina. Poi mi chiesero se volevo lavarmi nel loro bagnetto e fare colazione con loro.

Ringraziai per la cortesia e chiesi con aria umile il permesso di poter andare a farmi una doccia nei bagni grandi del campeggio e tornare dalle mie padrone.

Erano un po’ dispiaciute; o meglio, Jessica era dispiaciuta perché non avevano fatto avere un orgasmo anche a me.

Erano state così prese dal loro godimento che non si erano preoccupate di me. Dissi che in realtà io ero impazzito dal piacere e che sicuramente una qualche sera mi sarei masturbato pensando a loro. Tornai quindi contento dalle mie padrone.

Seguirà: CAPITOLO 19 - UNA CORTE SERRATA

Titolo: STORIA DELLA MIA VITA 19
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