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la mia storia, primo capitolo: gli inizi :-)


di anatrav72
02.03.2014    |    40.896    |    9 8.2
"Stetti, se mi ricordo bene, quattro giorni con lui: all’inizio mi scopò “normalmente”, ma poi mi propose di indossare indumenti femminili..."
Per quello che mi ricordo il mio primo incontro con gli uomini è stato appena diciottenne nei bagni pubblici del giardino D’Azeglio, a Firenze: erano al piano sotterraneo del giardino, 4 porte di legno tutte bucate per far contenti i guardoni. Era primavera e già da qualche settimana li frequentavo, mi chiudevo in bagno, mi toglievo pantaloni e mutande e cominciavo a toccarmi e a mostrare il culo abbassandomi a pecorina, mimando una scopata nel mio culo. I miei fans più sfegatati erano un vecchio e una specie di nano, tutti e due campioni di bruttezza… Ma io li preferivo ai ragazzi belli, un po’ perché amplificavano la mia bellezza, un po’ perché era un modo di mortificarmi ulteriormente.

Presi a non chiudere più la porta del bagno a chiave: lasciavo che mi si potesse vedere facilmente. Un giorno il vecchio e il nano insieme inaspettatamente spinsero la porta e entrarono dentro. Eccitatissima mi feci toccare, palpare, leccare, succhiare, tutto quello che volevano lo permisi. Il vecchio si inginocchio davanti e mi succhio il pisellino, mentre il nano si mise dietro, mi insalivò il culo e mi infilò dentro le dita. Sborrai presto. :-)

I giorni che seguirono furono uguali al primo: appena libera correvo ai giardini e li aspettavo. Loro non si facevano attendere molto e io godevo, eccitata, sempre di più.

Qualche volta dopo il nano al posto delle dita mi sfondò con il suo cazzo. Che dire… stupendo!

Un giorno il vecchio mi propose di venirmi a prendere in macchina e andare insieme a pomiciare vicino al ponte a Varlungo, all’epoca frequentatissimo da guardoni segaioli: accettai, ovviamente.

Lui non scopava, il cazzo non gli tirava più, ma era un porco, con la lingua un dio, e aveva una fantasia perversa che mi faceva impazzire di eccitazione: mi mise a pecorina seduta sul sedile del passeggero, con la porta aperta e il culo fuori. I guardoni segaioli erano tutti lì intorno: vi lascio immagina il seguito…

Il mio primo vero uomo, non vecchio, non brutto, non sudicio, ma discreto ed intrigante, lo conobbi sempre ai giardini, un inglese di circa 40 anni. Lo vidi attraverso la porta socchiusa del bagno e lo attirai mostrandogli il culo, invitandolo ad entrare: entrò e mi dette il suo uccello in bocca, ma non mi scopò. Fu lui, invece, ad invitarmi a casa sua, lì vicino. Col cuore in gola accettai, mi rivestii e lo seguii.

Stetti, se mi ricordo bene, quattro giorni con lui: all’inizio mi scopò “normalmente”, ma poi mi propose di indossare indumenti femminili. Subito montò in me un’eccitazione incredibile, mai provata, ma evidentemente attesa inconsciamente a culo aperto per tutti quei mesi di frequentazione dei bagni pubblici al giardino di piazza D’Azeglio: accettai e mi feci guidare da lui. Fu bellissimo. Partì per l’Inghilterra nei giorni seguenti e non l’ho mai più rivisto.

Lasciato l’inglese mi sentii un po’ persa… tornare ai bagni non mi andava, avevo voglia di conoscere gente nuova e soprattutto di farmi conoscere. Ancora una volta capitò che incontrai, nel sottopassaggio della stazione centrale, un vecchio, con un cane, un piccolo barboncino bianco: andai a casa sua e mi leccò il culo, lui e il suo barboncino. Non sono una appassionata di sesso con animali, anzi sinceramente mi fa un po’ schifo, ma lo feci. Non mi inculò, né lui né il cane, però devo dire che leccava meravigliosamente (lui, non il cane :-)).

Questa storia finì dopo qualche tempo. Avevo una gran voglia di cazzi in culo. Presi a camminare in giro con un vibratore infilato in culo, indossando indumenti femminili sotto. Se era autunno o inverno indossavo solo quelli sotto il cappotto, con un paio di pantaloni preparati apposta, tagliati appena sopra il ginocchio e tenuti fermi con degli elastici: in tal modo potevo, levandomi il cappotto, essere pronta a farmi scopare come una troia, subito e da chiunque.

Abitavo all’isolotto, da lì alle cascine ci andavo a piedi. E ci andavo spesso.

Ma qui la mia storia cambia marcia, e qui finisce questo primo capitolo. :-)
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