5 anni fa
Pablo Neruda
La notte nell’isola
Tutta la notte ho dormito con te
vicino al mare, nell’isola.
Eri selvaggia e dolce tra il piacere e il sonno,
tra il fuoco e l’acqua.
Forse assai tardi
i nostri sogni si unirono,
nell’alto o nel profondo,
in alto come rami che muove uno stesso vento,
in basso come rosse radici che si toccano.
Forse il tuo sogno
si separò dal mio
e per il mare oscuro
mi cercava,
come prima,
quando ancora non esistevi,
quando senza scorgerti
navigai al tuo fianco
e i tuoi occhi cercavano
ciò che ora
– pane, vino, amore e collera –
ti do a mani piene,
perché tu sei la coppa
che attendeva i doni della mia vita.
Ho dormito con te
tutta la notte, mentre
l’oscura terra gira
con vivi e con morti,
e svegliandomi d’improvviso
in mezzo all’ombra
il mio braccio circondava la tua cintura.
Né la notte né il sonno
poterono separarci.
Ho dormito con te
e svegliandomi la tua bocca
uscita dal sonno
mi diede il sapore di terra,
d’acqua marina, di alghe,
del fondo della tua vita,
e ricevetti il tuo bacio
bagnato dall’aurora,
come se mi giungesse
dal mare che ci circonda.
La notte nell’isola
Tutta la notte ho dormito con te
vicino al mare, nell’isola.
Eri selvaggia e dolce tra il piacere e il sonno,
tra il fuoco e l’acqua.
Forse assai tardi
i nostri sogni si unirono,
nell’alto o nel profondo,
in alto come rami che muove uno stesso vento,
in basso come rosse radici che si toccano.
Forse il tuo sogno
si separò dal mio
e per il mare oscuro
mi cercava,
come prima,
quando ancora non esistevi,
quando senza scorgerti
navigai al tuo fianco
e i tuoi occhi cercavano
ciò che ora
– pane, vino, amore e collera –
ti do a mani piene,
perché tu sei la coppa
che attendeva i doni della mia vita.
Ho dormito con te
tutta la notte, mentre
l’oscura terra gira
con vivi e con morti,
e svegliandomi d’improvviso
in mezzo all’ombra
il mio braccio circondava la tua cintura.
Né la notte né il sonno
poterono separarci.
Ho dormito con te
e svegliandomi la tua bocca
uscita dal sonno
mi diede il sapore di terra,
d’acqua marina, di alghe,
del fondo della tua vita,
e ricevetti il tuo bacio
bagnato dall’aurora,
come se mi giungesse
dal mare che ci circonda.
5 anni fa
Pablo Neruda
Corpo di donna
Corpo di donna, bianche colline, cosce bianche,
tu rassomigli al mondo nel tuo atteggiamento d’abbandono.
Il mio corpo di contadino selvaggio ti scava
e fa saltare il figlio dal fondo della terra.
Sono stato solo come una galleria. Da me fuggivano gli uccelli
e in me la notte entrava con la sua invasione possente.
Per sopravvivermi ti ho forgiata come un’arma,
come una freccia al mio arco, come una pietra nella mia fionda.
Ma cade l’ora della vendetta, e ti amo.
Corpo di pelle, di muschio, di latte avido e fermo.
Ah le coppe del petto! Ah gli occhi dell’assenza!
Ah la rosa del pube! Ah la tua voce lenta e triste!
Corpo di donna mia, persisterà nella tua grazia.
La mia sete, la mia ansia senza limite, la mia strada indecisa!
Oscuri fiumi dove la sete eterna continua,
e la fatica continua, e il dolore infinito.
Corpo di donna
Corpo di donna, bianche colline, cosce bianche,
tu rassomigli al mondo nel tuo atteggiamento d’abbandono.
Il mio corpo di contadino selvaggio ti scava
e fa saltare il figlio dal fondo della terra.
Sono stato solo come una galleria. Da me fuggivano gli uccelli
e in me la notte entrava con la sua invasione possente.
Per sopravvivermi ti ho forgiata come un’arma,
come una freccia al mio arco, come una pietra nella mia fionda.
Ma cade l’ora della vendetta, e ti amo.
Corpo di pelle, di muschio, di latte avido e fermo.
Ah le coppe del petto! Ah gli occhi dell’assenza!
Ah la rosa del pube! Ah la tua voce lenta e triste!
Corpo di donna mia, persisterà nella tua grazia.
La mia sete, la mia ansia senza limite, la mia strada indecisa!
Oscuri fiumi dove la sete eterna continua,
e la fatica continua, e il dolore infinito.
5 anni fa
Già postate nel bar 🙂
Schiava d’amore di Saffo
Tremori inebrianti assalgono
Membra ossessionate.
Dall’inferno
Paradisiaci influssi
Ungono insaziabili orgasmi,
varando il talamo.
Taci ora!
Rovesciami inginocchiati
Oltraggiami.
Senza che lo chiedessi, mi hai fatto la grazia di Carlos Drummond de Andrade
Senza che lo chiedessi, mi hai fatto la grazia
di magnificare il mio membro.
Senza che lo sperassi, sei caduta in ginocchio
in posizione pia.
Quello che è stato non è stato sepolto.
Per sempre e un giorno
il pene riceve la pietà osculante della tua bocca.
Oggi non ci sei né so dove sarai,
nell’impossibilità totale di un gesto o di un messaggio.
Non ti vedo non ti sento non ti stringo
ma la tua bocca è presente, adorante.
Adorante.
Non credevo d’avere tra le cosce un dio.
Alda Merini
Il suo sperma bevuto dalle mie labbra
era la comunione con la terra.
Bevevo con la mia magnifica
esultanza
guardando i suoi occhi neri
che fuggivano come gazzelle.
E mai coltre fu più calda e lontana
e mai fu più feroce
il piacere dentro la carne.
Ci spezzavamo in due
come il timone di una nave
che si era aperta per un lungo viaggio.
Avevamo con noi i viveri
per molti anni ancora
i baci e le speranze
e non credevamo più in Dio
perché eravamo felici.
Pablo Neruda
Ho fame della tua bocca
Ho fame della tua bocca, della tua voce, dei tuoi capelli
e vado per le strade senza nutrirmi, silenzioso,
non mi sostiene il pane, l’alba mi sconvolge,
cerco il suono liquido dei tuoi piedi nel giorno.
Sono affamato del tuo riso che scorre,
delle tue mani color di furioso granaio,
ho fame della pallida pietra delle tue unghie,
voglio mangiare la tua pelle come mandorla intatta.
Voglio mangiare il fulmine bruciato nella tua bellezza,
il naso sovrano dell’aitante volto,
voglio mangiare l’ombra fugace delle tue ciglia
e affamato vado e vengo annusando il crepuscolo,
cercandoti, cercando il tuo cuore caldo
come un puma nella solitudine di Quitratúe.
Schiava d’amore di Saffo
Tremori inebrianti assalgono
Membra ossessionate.
Dall’inferno
Paradisiaci influssi
Ungono insaziabili orgasmi,
varando il talamo.
Taci ora!
Rovesciami inginocchiati
Oltraggiami.
Senza che lo chiedessi, mi hai fatto la grazia di Carlos Drummond de Andrade
Senza che lo chiedessi, mi hai fatto la grazia
di magnificare il mio membro.
Senza che lo sperassi, sei caduta in ginocchio
in posizione pia.
Quello che è stato non è stato sepolto.
Per sempre e un giorno
il pene riceve la pietà osculante della tua bocca.
Oggi non ci sei né so dove sarai,
nell’impossibilità totale di un gesto o di un messaggio.
Non ti vedo non ti sento non ti stringo
ma la tua bocca è presente, adorante.
Adorante.
Non credevo d’avere tra le cosce un dio.
Alda Merini
Il suo sperma bevuto dalle mie labbra
era la comunione con la terra.
Bevevo con la mia magnifica
esultanza
guardando i suoi occhi neri
che fuggivano come gazzelle.
E mai coltre fu più calda e lontana
e mai fu più feroce
il piacere dentro la carne.
Ci spezzavamo in due
come il timone di una nave
che si era aperta per un lungo viaggio.
Avevamo con noi i viveri
per molti anni ancora
i baci e le speranze
e non credevamo più in Dio
perché eravamo felici.
Pablo Neruda
Ho fame della tua bocca
Ho fame della tua bocca, della tua voce, dei tuoi capelli
e vado per le strade senza nutrirmi, silenzioso,
non mi sostiene il pane, l’alba mi sconvolge,
cerco il suono liquido dei tuoi piedi nel giorno.
Sono affamato del tuo riso che scorre,
delle tue mani color di furioso granaio,
ho fame della pallida pietra delle tue unghie,
voglio mangiare la tua pelle come mandorla intatta.
Voglio mangiare il fulmine bruciato nella tua bellezza,
il naso sovrano dell’aitante volto,
voglio mangiare l’ombra fugace delle tue ciglia
e affamato vado e vengo annusando il crepuscolo,
cercandoti, cercando il tuo cuore caldo
come un puma nella solitudine di Quitratúe.
5 anni fa
Il Giardino Delle Tue Delizie di Ana Rossetti
Fiori, frammenti del tuo corpo;
a me reclamo la sua linfa.
Stringo tra le mie labbra
la lacerante verga del gladiolo.
Cucirei limoni al tuo torso,
le sue durissime punte nelle mie dita
come alti capezzoli di ragazza.
La mia lingua già conosce le più morbide strie del tuo orecchio
ed è una conchiglia.
Essa sa del tuo latte adolescente,
ed odora delle tue cosce.
Nelle mie cosce contengo i petali bagnati
dei fiori. Sono fiori frammenti del tuo corpo.
Fiori, frammenti del tuo corpo;
a me reclamo la sua linfa.
Stringo tra le mie labbra
la lacerante verga del gladiolo.
Cucirei limoni al tuo torso,
le sue durissime punte nelle mie dita
come alti capezzoli di ragazza.
La mia lingua già conosce le più morbide strie del tuo orecchio
ed è una conchiglia.
Essa sa del tuo latte adolescente,
ed odora delle tue cosce.
Nelle mie cosce contengo i petali bagnati
dei fiori. Sono fiori frammenti del tuo corpo.
5 anni fa
Mistero di David Herbert Lawrence
Ora io sono tutto
una tazza di baci,
come le alte
snelle vestali
d’Egitto, ricolme
dei divini eccessi.
A te alzo
la mia coppa di baci
e per i recessi
azzurri del tempio,
verso te grido
tra sfrenate carezze.
Dal lucido contorno
cremisi delle mie labbra
si libera la passione
giù per l’agile corpo
bianco stilla
l’inno commovente.
E immobile
davanti all’altare
elevo il calice
colmo, gridandoti
di genufletterti
e bere, Altissima.
Ah, bevimi, su,
che possa esser io
entro la tua coppa
come un mistero,
quello del vino calmo
in estasi.
Luccicando immoti,
in estasi
i vini di me
e di te mescolati
in uno compiano
il mistero.
Ora io sono tutto
una tazza di baci,
come le alte
snelle vestali
d’Egitto, ricolme
dei divini eccessi.
A te alzo
la mia coppa di baci
e per i recessi
azzurri del tempio,
verso te grido
tra sfrenate carezze.
Dal lucido contorno
cremisi delle mie labbra
si libera la passione
giù per l’agile corpo
bianco stilla
l’inno commovente.
E immobile
davanti all’altare
elevo il calice
colmo, gridandoti
di genufletterti
e bere, Altissima.
Ah, bevimi, su,
che possa esser io
entro la tua coppa
come un mistero,
quello del vino calmo
in estasi.
Luccicando immoti,
in estasi
i vini di me
e di te mescolati
in uno compiano
il mistero.
5 anni fa
Jamin-a
Fabrizio De Andrè
Lengua 'nfeuga Jamin-a
lua de pelle scua
cu'a bucca spalancà
morsciu de carne dua
stella neigra ch'a luxe
me veuggiu demua
'nte l'umidu duçe
de l'ame du teu arveà
ma seu Jamin-a
ti me perdunié
se nu riusciò a ésse porcu
cumme i teu pensé
destacchete Jamin-a
lerfe de uga spin-a
fatt'ammia Jamin-a
roggiu de mussa pin-a
e u muru 'ntu suù
sugu de sa de cheusce
duve gh'è pei gh'è amù
sultan-a de e bagascie
dagghe cianìn Jamin-a
nu navega de spunda
primma ch'à cuae
ch'a munta chin-a
nu me se desfe 'nte l'unda
e l'urtimmu respiu Jamin-a
regin-a muaé de e sambe
me u tegnu pe sciurti vivu
da u gruppu de e teu gambe
JAMINA
Lingua infuocata Jamina
lupa di pelle scura
con la bocca spalancata
morso di carne soda
stella nera che brilla
mi voglio divertire
nell'umido dolce
del miele del tuo alveare
sorella mia Jamina
mi perdonerai
se non riuscirò a essere porco
come i tuoi pensieri
staccati Jamina
labbra di uva spina
fatti guardare Jamina
getto di fica sazia
e la faccia nel sudore
sugo di sale e cosce
dove c'é pelo c'é amore
sultana delle troie
Dacci piano Jamina
non navigare di sponda
prima che la voglia
che sale e scende
non mi si disfi nell'onda
e l'ultimo respiro Jamina
regina madre delle sambe
me lo tengo per uscire vivo
dal nodo delle tue gambe
Fabrizio De Andrè
Lengua 'nfeuga Jamin-a
lua de pelle scua
cu'a bucca spalancà
morsciu de carne dua
stella neigra ch'a luxe
me veuggiu demua
'nte l'umidu duçe
de l'ame du teu arveà
ma seu Jamin-a
ti me perdunié
se nu riusciò a ésse porcu
cumme i teu pensé
destacchete Jamin-a
lerfe de uga spin-a
fatt'ammia Jamin-a
roggiu de mussa pin-a
e u muru 'ntu suù
sugu de sa de cheusce
duve gh'è pei gh'è amù
sultan-a de e bagascie
dagghe cianìn Jamin-a
nu navega de spunda
primma ch'à cuae
ch'a munta chin-a
nu me se desfe 'nte l'unda
e l'urtimmu respiu Jamin-a
regin-a muaé de e sambe
me u tegnu pe sciurti vivu
da u gruppu de e teu gambe
JAMINA
Lingua infuocata Jamina
lupa di pelle scura
con la bocca spalancata
morso di carne soda
stella nera che brilla
mi voglio divertire
nell'umido dolce
del miele del tuo alveare
sorella mia Jamina
mi perdonerai
se non riuscirò a essere porco
come i tuoi pensieri
staccati Jamina
labbra di uva spina
fatti guardare Jamina
getto di fica sazia
e la faccia nel sudore
sugo di sale e cosce
dove c'é pelo c'é amore
sultana delle troie
Dacci piano Jamina
non navigare di sponda
prima che la voglia
che sale e scende
non mi si disfi nell'onda
e l'ultimo respiro Jamina
regina madre delle sambe
me lo tengo per uscire vivo
dal nodo delle tue gambe
5 anni fa
Diu
Diu al ghè
S’a ghè la figa al ghè.
Sul lò al pudeva inventà
na roba acsè
cla pias a toti a toti
in ogni luogo,
ag pansom anca s’an s’ag pensa mia,
appena ca t’la tochi a combiòn facia.
Che mument! long o curt al saiòm gnanca.
La fa anc di miracui,
par ciamala
an mot
a ghè turnà la vus.
Ah s’a pudès spiegaram ma
l’è difficil
cme parlà del nasar e dal murir.
Dio
Dio c’è.
Se c’è la fica c’è.
Solo lui poteva inventare
una cosa così
che piace a tutti
in ogni luogo,
ci pensiamo anche se non ci pensi,
appena tu la tocchi cambi faccia.
Che momento lungo o corto non si sa.
Fa anche dei miracoli,
per chiamarla
a un muto
gli è tornata la voce.
Ah se potessi spiegarmi ma
è difficile
come parlare del nascere e del morire.
Cesare Zavattini
Diu al ghè
S’a ghè la figa al ghè.
Sul lò al pudeva inventà
na roba acsè
cla pias a toti a toti
in ogni luogo,
ag pansom anca s’an s’ag pensa mia,
appena ca t’la tochi a combiòn facia.
Che mument! long o curt al saiòm gnanca.
La fa anc di miracui,
par ciamala
an mot
a ghè turnà la vus.
Ah s’a pudès spiegaram ma
l’è difficil
cme parlà del nasar e dal murir.
Dio
Dio c’è.
Se c’è la fica c’è.
Solo lui poteva inventare
una cosa così
che piace a tutti
in ogni luogo,
ci pensiamo anche se non ci pensi,
appena tu la tocchi cambi faccia.
Che momento lungo o corto non si sa.
Fa anche dei miracoli,
per chiamarla
a un muto
gli è tornata la voce.
Ah se potessi spiegarmi ma
è difficile
come parlare del nascere e del morire.
Cesare Zavattini
5 anni fa
Per Rita di Paul Verlaine
Detesto una donna magra,
Tuttavia ti adoro, o Rita,
Colle tue labbra un po’ negre,
Dove la lussuria prese corpo.
Coi tuoi neri, osceni capelli,
A forza di essere così belli,
E gli occhi dove vi son scene,
Parola mia, che san di bruciato
Tanto il loro fuoco scuro e allegro insieme
D’una così lubrica allegria
Illumina di suprema grazia,
Nella peggiore impudicizia,
Sguardo che suona di virtuoso
Le pratiche di cui si tace:
“Osa qualunque cosa proponga,
Tutto ciò che il culo ti detta”;
E sulla sua taglia come d’uomo
Sottile molto sottile tuttavia,
Il tuo busto, perplessa Sodoma
Intraprendente poi esitante,
Perché nella stoffa troppo tesa
Dei tuoi corpetti corruttori
I duri piccoli seni di statua
Dicono: “Uomo o Donna?” agli eccitati.
Ma quanto femminile le tue gambe,
La loro grazia grassa verso l’alto
Fino alle natiche che indovina
Il mio desiderio mai in difetto,
Nelle pieghe oscene dell’abito
Che un’arte audace ha saputo disporre
Per mostrare più di quanto nasconda
Un ventre dove posare il mio!
In breve, tutto il suo essere respira
Soltanto fame e sete e passioni..
Ora, io credo di stare ancor peggio:
Bisognerebbe mettere a confronto.
Su, a letto in fretta, ragazza mia,
Diamoci dentro sino al mattino,
Sarà una battaglia trionfante
A chi sarà più puttana.
Detesto una donna magra,
Tuttavia ti adoro, o Rita,
Colle tue labbra un po’ negre,
Dove la lussuria prese corpo.
Coi tuoi neri, osceni capelli,
A forza di essere così belli,
E gli occhi dove vi son scene,
Parola mia, che san di bruciato
Tanto il loro fuoco scuro e allegro insieme
D’una così lubrica allegria
Illumina di suprema grazia,
Nella peggiore impudicizia,
Sguardo che suona di virtuoso
Le pratiche di cui si tace:
“Osa qualunque cosa proponga,
Tutto ciò che il culo ti detta”;
E sulla sua taglia come d’uomo
Sottile molto sottile tuttavia,
Il tuo busto, perplessa Sodoma
Intraprendente poi esitante,
Perché nella stoffa troppo tesa
Dei tuoi corpetti corruttori
I duri piccoli seni di statua
Dicono: “Uomo o Donna?” agli eccitati.
Ma quanto femminile le tue gambe,
La loro grazia grassa verso l’alto
Fino alle natiche che indovina
Il mio desiderio mai in difetto,
Nelle pieghe oscene dell’abito
Che un’arte audace ha saputo disporre
Per mostrare più di quanto nasconda
Un ventre dove posare il mio!
In breve, tutto il suo essere respira
Soltanto fame e sete e passioni..
Ora, io credo di stare ancor peggio:
Bisognerebbe mettere a confronto.
Su, a letto in fretta, ragazza mia,
Diamoci dentro sino al mattino,
Sarà una battaglia trionfante
A chi sarà più puttana.
5 anni fa
Catullo
VXXIV
“Gellius audierat, patruum obiurgare solere
siquis delicias diceret aut faceret.
Hoc ne ipsi accideret, patrui perdepsuit ipsam
uxorem et patruum reddidit Harpocratem.
Quod voluit fecit: nam, quamvis irrumet ipsum
nunc patruum, verbum non faciet patruus."
“Su chi erotiche cose dice o fa
lo zio di Gellio tuonava e rituonava.
Gellio sfuggì ad ogni censura:
inculando la moglie dello zio
fece di lui la statua del Silenzio.
Inculasse anche lo zio,
lo zio non fiaterebbe."
VXXIV
“Gellius audierat, patruum obiurgare solere
siquis delicias diceret aut faceret.
Hoc ne ipsi accideret, patrui perdepsuit ipsam
uxorem et patruum reddidit Harpocratem.
Quod voluit fecit: nam, quamvis irrumet ipsum
nunc patruum, verbum non faciet patruus."
“Su chi erotiche cose dice o fa
lo zio di Gellio tuonava e rituonava.
Gellio sfuggì ad ogni censura:
inculando la moglie dello zio
fece di lui la statua del Silenzio.
Inculasse anche lo zio,
lo zio non fiaterebbe."
5 anni fa
noi siam ghiotte del cazzo tanto
In fin, un cazzo picciol si disdice,
se in potta osservar vuole il decoro.
- Padrona mia, voi dite ben il vero;
che chi ha piccol il cazzo e in potta fotte
meritera d'acqua fredda un cristero.
Chi n'ha poco, in cul fotti dì e notte:
ma chi l'ha come ch'io spietato e fiero,
sbizzarrischisi sempre colle potte.
L'Aretino Pietro
In fin, un cazzo picciol si disdice,
se in potta osservar vuole il decoro.
- Padrona mia, voi dite ben il vero;
che chi ha piccol il cazzo e in potta fotte
meritera d'acqua fredda un cristero.
Chi n'ha poco, in cul fotti dì e notte:
ma chi l'ha come ch'io spietato e fiero,
sbizzarrischisi sempre colle potte.
L'Aretino Pietro
5 anni fa
Gli insulti di Catullo
Per sorridere un po'.
LVII
“Pulcre convenit improbis cinaedis,
Mamurrae pathicoque Caesarique.
Nec mirum: maculae pares utrisque,
urbana altera et illa Formiana,
impressae resident nec eluentur:
morbosi pariter, gemelli utrique,
uno in lecticulo erudituli ambo,
non hic quam ille magis vorax adulter,
rivales socii puellarum.
Pulcre convenit improbis cinaedis."
“Una coppia perfetta di spudorati cani
Mamurra il Culattone e Giulio Cesare.
Non è strano, perchè:
una uguale luridità li fa lerci
per il primo di origine formiana,
per il secondo romana.
La malattia fraterna che li assimila
gli è stampata indelebile sul viso.
Sullo stesso divanoletto uniti
tuttedue presi di letteratura
sempre famelici del loro coito
superiori alle donne perfino
nelle libidini femminili.
Una coppia perfetta di spudorati cani."
Per sorridere un po'.
LVII
“Pulcre convenit improbis cinaedis,
Mamurrae pathicoque Caesarique.
Nec mirum: maculae pares utrisque,
urbana altera et illa Formiana,
impressae resident nec eluentur:
morbosi pariter, gemelli utrique,
uno in lecticulo erudituli ambo,
non hic quam ille magis vorax adulter,
rivales socii puellarum.
Pulcre convenit improbis cinaedis."
“Una coppia perfetta di spudorati cani
Mamurra il Culattone e Giulio Cesare.
Non è strano, perchè:
una uguale luridità li fa lerci
per il primo di origine formiana,
per il secondo romana.
La malattia fraterna che li assimila
gli è stampata indelebile sul viso.
Sullo stesso divanoletto uniti
tuttedue presi di letteratura
sempre famelici del loro coito
superiori alle donne perfino
nelle libidini femminili.
Una coppia perfetta di spudorati cani."
5 anni fa
@Ade, hai beccato il mio poeta preferito di tutti i tempi. 💗
Nel carme che segue, LXXXV, c'è tutta l'estasi ed il tormento dell'amore, titola "Odi et amo":
Odi et amo Quare id faciam, fortasse requiris Nescio, sed fieri sentio et excrucior
Ti odio e ti amo Come possa fare ciò (come possa avvenire) forse ti chiedi Non lo so, ma sento che così avviene e me ne tormento.
Ade, onomatopeicamente, la senti anche tu la disperazione di quell"excrucior"? Sembra il rumore di un cuore che si spezza.
Pallina
Nel carme che segue, LXXXV, c'è tutta l'estasi ed il tormento dell'amore, titola "Odi et amo":
Odi et amo Quare id faciam, fortasse requiris Nescio, sed fieri sentio et excrucior
Ti odio e ti amo Come possa fare ciò (come possa avvenire) forse ti chiedi Non lo so, ma sento che così avviene e me ne tormento.
Ade, onomatopeicamente, la senti anche tu la disperazione di quell"excrucior"? Sembra il rumore di un cuore che si spezza.
Pallina
5 anni fa
@Paulfrancy
Tesorina, ti invito a cena! 💗
Per il menù il primo non lo so ancora ed il contorno nemmeno, ma il secondo sarà certamente "Spezzatino de core alla romana"!
Porta 'na boccia de rosso, ma quello bono! 😋
Pallina
Tesorina, ti invito a cena! 💗
Per il menù il primo non lo so ancora ed il contorno nemmeno, ma il secondo sarà certamente "Spezzatino de core alla romana"!
Porta 'na boccia de rosso, ma quello bono! 😋
Pallina
5 anni fa
Odi et amo
“Odi et amo. quare id faciam, fortasse requiris.
nescio, sed fieri sentio et excrucior."
“Odio e amo.
Come sia non so dire.
Ma tu mi vedi qui crocifisso
al mio odio ed amore."
“Odi et amo. quare id faciam, fortasse requiris.
nescio, sed fieri sentio et excrucior."
“Odio e amo.
Come sia non so dire.
Ma tu mi vedi qui crocifisso
al mio odio ed amore."
5 anni fa
Ade, quella che riporti è una traduzione interpretativa, specialmente nelle ultime due righe... non c'è nessun crocifisso e manca proprio quell'"excrucior" cioè "me ne tormento" che, secondo me, dà il senso al carme: il tormento, appunto.Quotato da Ade-69,Odi et amo
?Odi et amo. quare id faciam, fortasse requiris.
nescio, sed fieri sentio et excrucior."
?Odio e amo.
Come sia non so dire.
Ma tu mi vedi qui crocifisso
al mio odio ed amore." [...]
Pallina
PS Ops, @Bixina, vedo adesso: ci siamo di nuovo... crosspostate! 😋
5 anni fa
La traduzione e di Guido Ceronetti
Consigliata da Gilda
Consigliata da Gilda
5 anni fa
Va bene, invito a cena anche te e @Gilda (visto mai che s'embriacamo col vino che porta @Francy e poi c'esce n'orgiona? 😋 ) ma resta il fatto che è una traduzione libera, non letterale.Quotato da Ade-69,La traduzione e di Guido Ceronetti
Consigliata da Gilda
Pallina
5 anni fa
Io accetto volentieri la cena visto che al vino si è già provveduto ( e meno male io non bevendo vino non ne capisco nulla ) porterò il dolce.Quotato da pinkoepallina,Va bene, invito a cena anche te e @Gilda (visto mai che s'embriacamo col vino che porta @Francy e poi c'esce n'orgiona? 😋 ) ma resta il fatto che è una traduzione libera, non letterale.Quotato da Ade-69,La traduzione e di Guido Ceronetti
Consigliata da Gilda
Pallina
Riguardo alla traduzione confermo che è libera interpretazione ( anche se non mia l’ho postata io ) e chiedo venia 😒
5 anni fa
Il fuoco dell'Amore Divino
Ho bisogno d'un amante che,
ogni qual volta si levi,
produca finimondi di fuoco
da ogni parte del mondo!
Voglio un cuore come inferno
che soffochi il fuoco dell'inferno
sconvolga duecento mari
e non rifugga dall'onde!
Un Amante che avvolga i cieli
come lini attorno alla mano
e appenda,come lampadario,
il Cero dell'Eternità,entri in
lotta come un leone,
valente come Leviathan,
non lasci nulla che se stesso,
e con se stesso anche combatta,
e, strappati con la sua luce i
settecento veli del cuore,
dal suo trono eccelso scenda
il grido di richiamo sul mondo;
e,quando,dal settimo mare si volgerà
ai monti Qàf misteriosi da
quell'oceano lontano spanda
perle in seno alla polvere!
Rumi
5 anni fa
Non fa una piega, sottolinea, sottolinea pure.Quotato da Cpbixo,E mi permetto, @palla, di sottolineare l'assenza del complemento oggetto che rende assoluta e autoreferente l'accusa e il senso di colpaQuotato da pinkoepallina,Ade, quella che riporti è una traduzione interpretativa, specialmente nelle ultime due righe... non c'è nessun crocifisso e manca proprio quell'"excrucior" cioè "me ne tormento" che, secondo me, dà il senso al carme: il tormento, appunto.Quotato da Ade-69,Odi et amo â?¨
?Odi et amo. quare id faciam, fortasse requiris.
nescio, sed fieri sentio et excrucior."
?Odio e amo.
Come sia non so dire.
Ma tu mi vedi qui crocifisso
al mio odio ed amore." [...]
Pallina
PS Ops, @Bixina, vedo adesso: ci siamo di nuovo... crosspostate! 😋
Odi et amo
Odio e amo
È più elegante di
Ti odio e ti amo
L'assenza di complemento oggetto solleva Lesbia da OGNI responsabilità per il tormento il quale è dovuto solo ed esclusivamente ai sentimenti antitetici.
Piuttosto, voi venì a cena? Po' venì pure Caius M. Geio... quello bono del nord. 😋
Pallina
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