Lui & Lei
Ancora una notte- Seconda parte
di Greenworld62
20.04.2012 |
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"Ti chiami Davide, vero?" Ormai è una gatta in calore, ci buttiamo sul letto mentre non scollo la bocca dalle sue labbra tumide e ci facciamo una scopata..."
Arrivati in hotel si fa portare il bagaglio dal facchino ma mi chiede di salire con lei, non so cosa voglia ma la seguo. La camera è lussuosa, fresca e silenziosa, mi fa entrare, mi chiede di aspettare lì, quindi sparisce in bagno. Resto fermo come un baccalà a fissare le pareti. Dopo un quarto d'ora vedo aprire le porta del bagno e resto allibito! E' in guepiere e calze a rete, senza slip, viene verso di me ancheggiando flessuosa e provocante, mi butta le braccia al collo e mi infila la lingua in bocca. Mi irrigidisco, non so che fare. :"Sciogliti, ragazzino" mi dice con voce sensuale :" Mi piacciono tanto i tipi taciturni come te". Riprendiamo a baciarci, sento la sua mano che si posa sul mio pacco e cerca la lampo :"Credevi che ti avessi fatto assumere solo per avere il bellimbusto che mi scorrazza per la città? Scopami...cosa aspetti?" , la sua voce ora ha il tono greve dell'eccitazione, mi si struscia forte contro facendomi diventare il cazzo di marmo. Lo immaginavo che una così doveva essere anche troia e cornificatrice di mariti.:" Mmm...ti chiami Davide, vero?" Ormai è una gatta in calore, ci buttiamo sul letto mentre non scollo la bocca dalle sue labbra tumide e ci facciamo una scopata da film porno. Non sono mai stato con una donna della sua età ma la stronza non è solo bella, è anche assatanata ed esperta e mi fa godere da matti.
Quando abbiamo finito prende il cellulare e chiama il commenda per rassicurarlo su viaggio e sistemazione, quindi mi si rivolge di nuovo acida :" Ora vestiti e sparisci. Aspettami giù al ristorante e non mettere la cravatta, stai meglio senza, intesi?". Faccio come mi dice e quando finalmente esco dalla stanza tiro un lungo sospiro di sollievo, ma so che siamo solo all'inizio.
Al bar del ristorante mi bevo un aperitivo chiacchierando con la bella barista che ha due occhi del colore del cielo quando c'è maestrale. Alle nove arriva Marta, in abito da sera, bellissima e sexy con i capelli sciolti. Prendiamo posto al tavolo elegantemente apparecchiato con fiori e candele e inizia a dare il meglio di se: per tutta la cena non fa che protestare con i camerieri per il cibo, questo è poco condito, quello è cotto male, quell'altro è immangiabile, mi vergogno come un ladro, scambio sguardi di comprensione coi camerieri che capiscono la situazione e rispondono con cenni assolutivi.
A fine cena prego iddio che mi dia il benservito, che mi fissi l'appuntamento per l'indomani e mi lasci finalmente libero di andarmene a casa, non la sopporto più. Invece mi chiede di seguirla in camera.
Inizia a scoparmi già in ascensore, quando raggiungiamo la camera siamo praticamente mezzi nudi.
Alla fine della maratona di sesso crolliamo sfiniti. Apro gli occhi alle tre del mattino, realizzo dove mi trovo e penso a tutto quello che è successo nelle ultime ore, quando lo racconterò a Riccardo stenterà a credermi. Raccolgo la mia roba e mi vesto, devo assolutamente andare a casa a cambiarmi e a farmi la barba. Faccio tutto in assoluto silenzio nel timore che la matta si svegli, esco dalla stanza, chiudo delicatamente la porta che sento colpire dall'interno con un tonfo sordo di un oggetto lanciatovi contro, forse una scarpa.
Sono finalmente fuori dall'hotel, stordito dal sonno e mezzo barcollante ma mi sento finalmente libero anche se ancora per poche ore. Raggiungo l'auto parcheggiata ma prima faccio un profondo respiro e mi godo per un attimo la pace della notte mentre mi accendo una Marlboro. Quindi metto in moto e mi avvio verso casa, deve aver fatto un grosso acquazzone e l'aria è frizzante e pulita, le strade semi allagate duplicano al contrario la città facendomi correre in una specie di tunnel caleidoscopico di luci vive e struggenti che mi ricordano i cieli stellati di Van Gogh.
Sembra un sortilegio come certe notti per me siano interminabili, sono stanco, ho sonno e mille pensieri per la testa.
Finalmente a casa! Non accendo neanche la luce, assaporo per un istante quel silenzio rassicurante, quel silenzio che sa di cose perdute, rotto solo dalle gocce del rubinetto della cucina che prima o poi devo trovare il tempo per far riparare. Apro il frigo: vuoto. Ripiego sulla bottiglia del Chivas e ne mando giù una sorsata, vorrei mettermi un pò sul pianoforte ma a quest'ora sveglierei tutto il condominio. Mi lascio quindi andare tutto vestito a peso morto sul divano come un fantoccio inanimato, l'idea di accendermi una sigaretta non mi sembra buona, so che crollerò da un momento all'altro e non voglio rischiare il rogo. Appena chiudo gli occhi vedo Giulia, è sotto un diluvio, il suo volto viene rischiarato da un lampo e mi tende la mano per ripararci dentro un portone. Ho un sussulto e vado in tachicardia. Poi appena mi calmo i pensieri iniziano a contaminarsi di quella dolce follia che precede il sonno finchè scivolo nell'oblio.
Continua
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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