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Lui & Lei

Chi è più forte? 1


di geniodirazza
18.09.2023    |    4.867    |    0 8.5
"Quando concluse la sua performance sborrandomi per la seconda volta nel culo, ero decisamente distrutta da quattro ore almeno di scopate al top; avvertii che..."
Venerdì sera, come era ormai prassi consolidata, le quattro coppie di amici erano al bar per l’aperitivo e per organizzare in qualche modo il fine settimana; c’ero anch’io, Marta moglie di Franco, il più alto in grado nell’azienda in cui tutti e cinque lavorano da dirigenti di area; le altre quattro mogli erano impiegate con mansioni inferiori; io non avevo bisogno di lavorare ed ero stata nominata segretaria personale di mio marito, ma non svolgevo nessuna attività.
Era con quella prospettiva che mi ero sposata cinque anni prima e ci eravamo trasferiti in città; adesso cominciavo a scalpitare perché, a mio avviso, lui lavorava come un mulo ma non aveva ambizioni sufficienti a crescere rapidamente; convinta che bastasse volere per ottenere tutto, avrei voluto che Franco usasse anche mezzi illeciti per sgomitare nella massa; lui sembrava che fosse troppo attendista e che facesse orecchie da mercante alle mie recriminazioni.
Il discorso, quella sera, si incentrò sulle possibilità di individuare lavori che in tempi rapidi potessero portare al successo economico; Piero, il più anziano del gruppo, dirigente dell’area informatica dell’azienda, lanciò quasi come una battuta la considerazione che, per alcune donne, il percorso era semplice e sicuro, a patto di avere certe caratteristiche; sollecitato a chiarire, raccontò che molte donne, spesso signore inappuntabili nella vita quotidiana, si dedicavano alle chat erotiche.
Pareva che con falsi orgasmi, qualche spogliarello in diretta e al massimo qualche orgasmo provocato a partner collegati riuscissero a mettere insieme abbastanza da superare mensilmente l’importo della paga di un buon funzionario; addirittura, per quelle più ‘ardite’, i video porno messi in rete potevano essere una fonte imprevedibile e non facilmente quantificabile di guadagno; fortemente incuriosita, avrei voluto sapere di più.
Il tarlo che mi stava rodendo era che, se avessi trovato un percorso veloce per arrivare a superare mio marito nel reddito, potevo anche fare a meno di lui e del matrimonio; se questo passava per un po’ di corna, non avrei avuto nessuna esitazione; non era facile parlare con schiettezza di un simile argomento davanti a tanti amici, specialmente a donne felicemente sposate proprio con gli altri interlocutori; in un momento di distrazione generale chiesi a Piero se potevo parlargliene in privato.
Il sabato mattina le signore erano abituate a trascorrerlo in un centro commerciale; Piero si sganciò con scuse poco credibili; io non avevo problemi perché dal venerdì pomeriggio mio marito era via per controlli di routine in succursali della ditta; come sempre, mi era rifiutata di seguirlo; praticamente, potevo disporre di casa nostra per l’intero fine settimana; suggerii all’amico di venire verso le nove per avere la mattinata davanti.
Non avevo ancora determinato di fare le corna ad un marito per me troppo condiscendente; ma ero ormai sulla strada giusta per crearmi un reddito adeguato alle mie esigenze e capace di consentirmi di liberarmi dalla servitù al maschio, guadagnando abbastanza da mantenermi col mio anche in una certa agiatezza; la mia intenzione, per il momento, era apprendere da un esperto come fare del sesso virtuale in una chat erotica a pagamento.
Il sabato mattina, mi preparai come se dovessi uscire borghesemente per uno shopping con le amiche; se dovevo imparare a fare sesso virtuale da casa sua, non era necessario un abbigliamento osé; preferivo propormi come la giovane moglie che, insoddisfatta del marito, cercava nella blandizie di un rapporto, solo virtuale per limitare la gravità della trasgressione, lo scarico delle energie che la frustrazione a letto le provocava il marito.
Piero arrivò puntualmente alle nove e non ci perdemmo in commenti inutili; impiegò le ore della mattinata per mettermi in condizione di iscrivermi a siti di chat erotici e a organizzare i piccoli video, parzialmente porno, per accompagnare la descrizione di me stessa e le ipotesi di dialogo; per farli, pensava di usare la videocamera del telefonino; ma gli suggerii che un sistema di registrazione era attivo in ogni angolo della casa in funzione di sicurezza; vi prese dimestichezza e decidemmo di usarlo anche per i video successivi.
In quella prima fase bastò, in lingerie assai sexy e provocatoria, farmi riprendere mentre mi carezzavo i seni, il ventre e la figa, masturbandomi in maniera abbastanza evidente; giratami, feci sfoggio del culo assai magnetico e desiderabile; i commenti che piovvero in tempo reale e le richieste di entrare in dialogo immediato, spesso anche in privato, in breve mi convinsero che era la classica gallina dalle uova d’oro; decisi che avrei surclassato mio marito e forse me ne sarei liberata.
Una volta erudito sull’uso del telefonino per guidare le web cam distribuite nell’appartamento per ottenere il massimo del risultato, Piero suggerì che potevamo usare lo stesso meccanismo per realizzare i video da mettere in rete, in siti a pagamento dove potevo ottenere i massimi vantaggi; decisi di ricorrere agli stessi quattro amici, invitandoli per quel pomeriggio o anche per la mattina successiva e scopando con tutti e quattro, individualmente o a gruppi, affidando ogni volta a uno le riprese.
Telefonai agli altri tre e concordai che dalle quattro del pomeriggio sarebbero stati da me per fare scintille; cominciai sin da allora a fibrillare e mi sentii agitare le viscere per il piacere prevedibile; avevo avuto vaghe indicazioni sulle dotazioni individuali e sapevo abbastanza per certo che le mazze mi avrebbero largamente soddisfatto; mi preparai con la massima accuratezza depilandomi e lavandomi dappertutto, anche nell’intestino.
Puntuali come la morte si presentarono alla mia porta alle quattro in punto; fui sbrigativa e brusca, come la situazione richiedeva, e in breve fummo tutti e cinque nudi; Piero si autoproclamò regista e coordinatore, senza obiezione di nessuno; propose di cominciare con scopate individuali, indicando l’ordine di azione; cominciò dal più giovane, Osvaldo, per ottenere il video di una scopata intensa e vogliosa.
Non aveva un grande cazzo, il giovane dirigente, certamente inferiore a quello di mio marito, che manipolavo abbastanza spesso; ma era bello duro e mi ci buttai con foga; cosciente che ero un’attrice porno che recitava per un pubblico di guardoni vogliosi, feci ricorso a tuttala mia scienza ed all’abilità nello scopare per realizzare video più o meno lunghi che raccontassero vere scopate fino alla sborrata di lui, in figa, nel culo, in bocca o sul corpo.
Osvaldo, per la verità, resse bene l’impegno, aiutato dalle indicazioni di Piero che suggeriva le cose da fare e si occupava dei primi piani e degli ingrandimenti opportuni; dopo un lussurioso bacio che percorse con la lingua tutta la cavità orale, mia e sua, mi mise in mano la sua mazza e me la sbatté quasi immediatamente sulle labbra invitandomi a succhiare; godetti molto, mentre mi esibivo al meglio della mia capacità di fellazione, con il cazzo di medio spessore che mi scopava la bocca.
Toccò poi a lui leccarmi la figa e lo fece con grande impegno; seguendo le indicazioni dell’amico regista, mi ‘mangiò’ letteralmente la figa regalandomi lussuria infinita ed orgasmi ad ogni piè sospinto; in un intervallo tra una scopata e l’altra, Piero mi suggerì di risparmiarmi le sborrate perché rischiavo di svuotarmi e di non essere in grado di reggere fino in fondo la recita meravigliosa e la serie di video che mi avrebbero fatto ricca.
La scopata individuale con Osvaldo si risolse con soddisfazione ma anche abbastanza rapidamente, essendo finanche troppo facile con un cazzo come il suo consumare le varie fasi delle scopate, delle inculate e dei pompini; i ‘giochini’ di preparazione e di contorno furono ridotti, un poco perché il tempo era tiranno, un poco perché aspettavo prove più consistenti, dai rapporti con gli altri amici e da quelli con più amanti contemporaneamente.
Il primo dei quattro ancora non era quasi uscito dal mio culo dove aveva riversato la sua abbondante sborrata, che già Luca si apprestava a scoparmi con la stessa intensità; su consiglio di Piero, mi rovesciò supina sul letto e si fiondò sula figa aggredendola con la bocca e con la lingua; sentii il suo organo, carnoso e morbido, percorrermi quasi tutto il canale vaginale e inondarmi fino all’utero; scivolò poi fuori e tormentò dolcemente il clitoride.
Su suggerimento del nostro regista improvvisato, si sdraiò supino a sua volta e mi spostò finché la mia bocca fu sul cazzo ritto al cielo mentre il culo si stagliava in tutto il suo scultoreo splendore davanti alla sua bocca; mi impegnai a ‘recitare’ al meglio il pompino, facendo aggio sulla mia esperienza e sulla maestria maturata in anni di sesso orale con mio marito; l’abilità di ripresa di Piero diede una versione stupenda di quel pompino.
Luca uscì da quel rapporto orale fortemente eccitato e desideroso di scoparmi dappertutto; ma dovette frenarsi per rispettare una durata minimamente accettabile del video; cominciò a scoparmi con autentica passione, prima a missionaria poi a pecorina e infine da tutte le angolazioni possibili; ogni tanto si interrompeva e volgeva l’interesse al cunnilinguo o alla fellazione; mi sistemò carponi e cominciò a scoparmi da dietro, giocando a lungo, con bocca dita e cazzo, sul perineo.
Quando mi penetrò in figa da quella posizione, immediatamente Piero gli fornì il tubo del gel e cominciò un’inculata che l’altro tirò in lungo per moltissimo tempo, beandosi in maniera eclatante del mio culo matronale e delle tette che stringeva e sollecitava per usarle come leva nel vai e vieni del cazzo nel culo; dopo una scopata quasi infinita, finalmente, autorizzato dal nostro Mentore, esplose nella più ricca sborrata che potessi immaginare; la sua faccia era l’immagine del benessere raggiunto.
Il terzo amico, Giorgio, disponeva di un cazzo un poco più grosso degli altri, abbastanza vicino a quello che mio marito mi dava quando trovava il tempo per scoparmi per bene; sin dai primi contatti mi resi conto che potevo giocarci con molto gusto e impiegai tutte le mie energie a sollazzarlo a mio piacimento, contemporaneamente strappandomi dal ventre, dalla figa, dal cervello, dal cuore, gli orgasmi più sapidi che potevo scegliere.
Per un’oretta mi concessi tutte le scopate che avevo in mente, dai pompini più ricchi ed elaborati che conoscevo alle profonde leccate di figa in cui guidavo la testa a succhiare i punti più ‘caldi’ della mia voglia, dalle più elaborate spagnole tra le mie tette morbide e carnose alle scopate in figa, a missionaria, stringendo con le gambe il corpo sul mio e cercando gli orgasmi più intensi dallo strofinio del clitoride sul pube, dalla classica pecorina ad un’inculata dura e intensa.
Quando decidemmo che il suo ‘giro in giostra’ poteva avere fine, era quasi distrutto dal piacere e da due orgasmi che mi aveva scaricato in corpo; fu la volta, finalmente, di Piero, che dovette affidare il telefonino per guidare le riprese ad Osvaldo che ne aveva una buona infarinatura; l’ultimo protagonista fu decisamente il migliore interprete del ruolo di amante provvisorio in grado di dare vita ad un video di gran classe.
Mi scopò in tutti i modi possibili, da davanti e da dietro, da sopra e da sotto, di lato, a sessantanove, succhiandomi la figa o affondandomi il cazzo in gola; la sua mazza notevole mi sfondò il culo, per quanto abituato di suo a grosse inculate di mio marito; in quasi un’ora mi fece percorrere tutti i sentieri delle grandi scopate e mi presentò il panorama delle possibilità di attività sessuali senza risparmiarsi nessuna esperienza.
Quando concluse la sua performance sborrandomi per la seconda volta nel culo, ero decisamente distrutta da quattro ore almeno di scopate al top; avvertii che li avrei attesi l’indomani per registrare le scopate multiple, a tre a quattro o addirittura a cinque, perché volevo proporre un portfolio di video che facesse strabiliare e mi consentisse i massimi guadagni possibili con quella particolare attività; erano pronti a dare il meglio e si impegnarono ad esserci dalle nove.
Si presentarono puntuali tutti e quattro; per un’intera giornata, saltando persino il pranzo risolto a panini, non facemmo altro che scopare in tutti i modi e in tutte le versioni; Piero, ormai nominato ‘direttore artistico’ suggerì un prima fase con un cuckold; lui oppure Osvaldo, i due che dirigevano meglio la ripresa video, tenevano in una mano il telefonino da cui guidavano le telecamerine; seduti in una comoda poltrona; usavano l’altra mano per una lentissima e succosa masturbazione.
In una ripresa che prevalentemente inglobava anche la mano del cuckold che masturbava il cazzo, io mi esibivo con gli altri tre in tutte le varianti delle scopate più ardite; in genere, cominciavo con uno solo ed erano pompini, leccate, spagnole, seghe, scopate in figa da davanti e da dietro e solenni incubate; interveniva poi un secondo protagonista ed io mi deliziavo con un cazzo in bocca ed uno in culo o in figa; l’apice lo raggiungevo con i due contemporaneamente in culo e in figa.
Quando diventavano tre, mi impegnai allo spasimo, di bocca, di mano, di tette, di culo di figa per averli contemporaneamente nel corpo; le poche volte che decisi di prenderli tutti e quattro insieme, riuscii a farmi scopare contemporaneamente in tutti i buchi disponibili; per quasi dieci ore non smisero di sbattermi i tutti i modi pensabili e impensabili; Piero aveva portato un po’ di coca per aiutare tutti a reggere fino alla fine lo stress di quella scopata eterna.
Quando decidemmo che potevamo ritenere conclusa la seduta, Piero mi avvertì che avrebbe provveduto a ripartire le riprese in tutti i video possibili, da proporre ad un sito adatto; aveva trasferito su un supporto esterno le riprese e ci avrebbe lavorato da casa o in ufficio, i barba ai protocolli; crollai sfinita sul letto e mi addormentai di pacca sulle lenzuola intrise di sborra, di umori e di sudore, mio e dei miei amanti; non seppi mai quando mio marito rientrò e si adagiò a dormire accanto a me.
Da quel momento cominciò la mia personale ‘avventura nel sesso’; Piero fece pubblicare presto una trentina di video che mi vedevano protagonista, anche se mascherando i visi per rispetto della privacy; secondo gli accordi sottoscritti, le competenze economiche cominciarono a piovere sul conto che avevo aperto appositamente e nel giro di poche settimane mi trovai a disporre di una cifra consistente che nascosi accuratamente a mio marito.
L’apice del successo lo raggiunsi quando una emittente specializzata mi contattò per offrirmi un contratto allettante; avrei girato da professionista video di sesso in cambio di cifre stratosferiche per ogni prestazione; non ebbi esitazioni ed accettai; il contratto ebbe validità di un anno, ma rinnovabile tacitamente, vista anche la mia giovane età che garantiva tenuta del corpo e delle sue parti erotiche, almeno per qualche tempo.
Non fu semplice l’impatto primo, perché mi trovai ad affrontare due mandinghi con mazze da venticinque centimetri che veramente mi distrussero, spanandomi tutti i buchi ed obbligandomi a manovre inaudite per accogliere in bocca quelle sberle mai viste; ci misi poco ad adattarmi e, conquistata la fiducia dei gestori, proposi i miei quattro amici almeno per qualche occasione di ripresa; furono accettati e girammo due video molto interessanti con i quattro che mi scopavano insieme.
Ormai il convoglio che avevo pensato si era avviato e divenni sempre più arrogante con mio marito che si eclissava progressivamente dal mio orizzonte di vita; non decisi di abbandonarlo solo perché, comunque, il posto di lavoro mi teneva al sicuro e i suoi guadagni mi aiutavano a fare la bella vita senza intaccare il capitale che costituivo nel conto segreto; però non esitai ad assentarmi per settimane, quando ero chiamata a interpretare film impegnativi.
Del lavoro, non mi occupavo più nemmeno lontanamente; mi bastava sapere che regolarmente lo stipendio mi veniva accreditato sul conto personale, quello di cui Franco era informato; la mia totale inutilità nell’economia produttiva dell’azienda quasi faceva passare sotto silenzio le mie lunghe assenze; analogamente, la mia totale estraneità alla casa ed alle sue esigenze si affermò con tanta naturalezza che quasi non mi resi conto di avere escluso Franco da ogni rapporto.
Ci incrociavamo quasi per caso le poche volte che, dopo un’assenza, mi ripresentavo sul lavoro e dovevo prendere posto accanto a lui, che era circondato da giovani segretarie molto disponibili, non sapevo se anche di notte; quasi per errore mi soffermai ad osservare che, negli armadi, il suo vestiario tendeva a ridursi, così come la biancheria nei cassetti di cui non mi occupavo nemmeno per errore.
Tre mesi mi furono sufficienti a vedere il mio conto segreto raggiungere cifre vertiginose che mi avrebbero presto consentito, volendo, di mandare al diavolo mio marito, la sua cieca subordinazione al sistema e i limiti che imponeva alla mia smania di libertà e di scialo; arrivai ad assentarmi per un mese intero senza che foglia si muovesse, in casa o nel lavoro; la convinzione che potevo andarmene indisturbata si affermò come verità rivelata.
La mia monomania di attenzione ai miei cazzi, quelli che mi prendevo senza misura, alla mia libertà a cui non consentivo di porre alcun argine, e al mio conto che cresceva mi impedivano finanche di verificare la posta che si accumulava in mia assenza; in un momento di lucidità, tra una scopata e un sonno profondo nella ‘nostra’ casa, osservai che Franco invece faceva un cernita del materiale, metteva da parte quello che lo interessava, depositava in un vaso al centro della tavola quella mia e buttava il resto.
Neanche mi resi conto che dal tribunale era giunta la comunicazione di una sentenza di separazione per colpa emessa contro di me, quando mi assentai per un intero mese; nell’euforia del successo, forse avei anche goduto di quella notizia; ma, forse per buona sorte, neanche me ne accorsi; non sarebbe durato a lungo, il bengodi, sicuramente assai meno di quanto avevo sperato io; a quel punto, la separazione poteva segnare un discrimine pericoloso.
Erano passati poco più di sei mesi, da quando avevo cominciato la mia attività da pornostar, quando di colpo sembrò che le fonti dei soldi che piovevano nelle mie tasche si fossero inaridite; i miei video scomparvero dalla lista di quelli più cliccati, i soldi non arrivarono più e il conto segreto minacciò improvvise crepe.
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