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Lui & Lei

Hotel (seconda parte) con gelato


di ilcap
25.06.2014    |    4.759    |    4 9.4
"Decidiamo di ritornare sul divano, mi prende per mano mi trascina dentro con forza, una volta dentro ecco che si lascia cadere l’asciugamano scoprendo un..."
Dopo il pranzo e un buon caffè rientrai in camera per lavarmi i denti, appena entrato in camera noto sulla scrivania un foglio di carta piegato a metà di quelli normalmente presenti nelle camere assieme alle matite con il logo dell’hotel, prendo in mano il foglio, lo apro e leggo un numero di un cellulare e una lettera G puntata, ci penso un attimo e poi esclamo: “Ma sì, è lei!”, G era Giorgia.
In previsione della sessione pomeridiana di conferenze decido di mandarle un sms: “Che piacere ritrovarti, questo è il mio numero, mandami un sms quando finisci di lavorare e ti richiamo”. Trepidante per quanto accaduto mi reco nella sala conferenze in attesa di un suo sms e con il telefono in modalità vibrazione ma sempre in mano. Alle cinque meno dieci mi arriva finalmente un sms che dice:”Sto per uscire dal lavoro, ti aspetto tra un quarto d’ora nella stradina alle spalle dell’hotel”. Con una scusa mi libero dalla conferenza e mi reco all’appuntamento con il cruccio di essere senza macchina perché ero venuto in hotel assieme a dei colleghi.
Eccola, bellissima con un paio di occhiali da sole fumè alla moda, è li appoggiata ad una macchina che fuma una sigaretta, in abiti civili è ancora più carina, indossa un paio di semplici jeans chiari e una polo rossa in tinta con le sue scarpette basse. I capelli sono ancora raccolti, il suo fisico è minuto ma tutto al suo posto come piace a me, una terza scarsa di seno e un culetto ben rivestito dai pantaloni stretti.
“Ciao, tutto ok?” mi fa lei sorridendo, “Alla grande” rispondo io, e poi aggiungo: “Che ne dici se facciamo quattro passi e ci prendiamo un gelatino sul mare? Io purtroppo sono senza macchina”, e lei mi risponde: “Senti, preferirei non farci vedere troppo in giro, che ne dici se andiamo a casa mia e ti faccio provare il gelato fatto da me? E poi avrei proprio bisogno di farmi una doccia dopo il lavoro se non ti dispiace. Per la macchina non c’è problema, c’è la mia, se ti fidi…” e sorride.
Ero carico a mille, saliamo in macchina e andiamo verso casa sua, durante il tragitto non manca la solita piacevole chiacchiera in cui scopro che vive con sua sorella maggiore arrivata in Italia prima di lei e che le fa un po’ da mamma e la controlla, anche il lavoro nell’hotel gliel’ha trovato la sorella che adesso lavora come vicedirettrice in un altro albergo a 50 chilometri da lì e che prima delle nove di sera non è mai a casa, ottimo pensai subito io!
Eccoci a casa sua, un appartamento piccolo, modesto ma carino e ben curato, mi racconta che da quando è in Italia ha scoperto la passione di fare il gelato in casa e ha comprato un nuova gelatiera che funziona benissimo. Mi invita ad accomodarmi sul divano e bere qualcosa nel frattempo lei avrebbe fatto una doccia rinfrescante e sparisce alla mia vista. Mentre ero lì sul divano mi cade l’occhio su una mensola dei libri, riconosco la copertina del famoso libro “50 sfumature di grigio” ma non il titolo perché era in romeno a fianco però noto che c’è un altro libro della stesse serie “50 sfumature di rosso” questa volta in italiano, e noto che da sopra spunta un segnalibro, probabilmente è il libro che Giorgia sta leggendo, la situazione diventava sempre più eccitante.
Dopo 10 minuti vedo riapparire Giorgia, sembra una dea avvolta in un asciugamano bianco legato sopra il seno ed un altro asciugamano sui capelli, questa volta le parti sono invertite e lei lo sa bene e forse l’ha studiato apposta per provocarmi. Mi dice: “Allora, adesso posso tirare fuori il gelato, ho fatto due gusti semplici, panna e fragola, che ne dici?”, rispondo io:”Il gelato alla panna è il mio preferito!”, è vero.
I suoi movimenti in cucina sono molto sornioni, mi guarda, sorride, l’asciugamano è ben legato ma quando si abbassa le si scoprono le gambe, questa situazione mi eccita, sono in casa di una ragazza quasi sconosciuta che si aggira per casa in asciugamano e mi sorride maliziosa, cosa mi aspetterà?
“Peccato che di gelato alla panna ne è rimasto poco, giusto un po’ per fartelo assaggiare” e mentre dice queste parole con il cucchiaio cerca di staccare una pallina di gelato dalla vaschetta, il gelato però è ancora troppo freddo e duro, deve metterci forza e così la pallina di gelato alla panna le finisce prima sul labbro e poi sul collo e ora le sta scivolando sul seno insinuandosi verso l’asciugamano.
Con la stessa aria maliziosa di sfida con cui mi aveva strappato l’asciugamano in hotel mi guarda e mi dice: ”Beh, che fai? Non hai detto che il gelato alla panna è il tuo preferito? E allora cosa aspetti che si sciolga del tutto?” Era un chiaro invito a leccarle il gelato che le era finito addosso, non mi sono fatto pregare, mi sono alzato, avvicinato a lei, ed ho iniziato a leccarle il gelato sul collo, salendo su verso la bocca e le labbra che piano piano si aprono e così ci lanciamo in un bacio appassionato.
Quando poi ci stacchiamo le mi guarda negli occhi e mi sussurra: “Però così ti perdi il meglio del gelato…” in quel momento prende i lembi dell’asciugamano e lo fa cadere ai sui piedi scoprendo un seno fantastico, piccolo ma sodo e con dei capezzoli all’insù che si erano già irrigiditi forse per il gelato che colava freddo verso di loro, ho aspettato quindi che arrivasse in punta ed ho iniziato a leccarle quei meravigliosi capezzoli che sapevano di gelato alla panna. Avevo il cazzo di marmo, lei ad un certo punto mi guarda e mi dice: “Anche io avrei voglia di gelato alla panna, ne è rimasto poco ma avrei un’idea, stamattina ho visto un gelato che avrei proprio voglia di assaggiare”, mentre dice queste parole si toglie l’asciugamano dai capelli, si siede sul divano davanti a me e comincia a sbottonarmi la camicia, poi arriva in fondo, slaccia la cintura e comincia a sbottonarmi i pantaloni, inutile dire che il mio cazzo scoppiava e non stava più nemmeno nei boxer, ma in un attimo ecco che me lo prende in mano e lo tira fuori: “Ecco, questo è il mio gelato preferito” dice, ed inizia a succhiarmelo in maniera divina, poi si ferma e aggiunge: “ma il gelato alla panna va gustato con le fragole” e così prende un cucchiaino di gelato alla fragola e se lo mette in bocca, beh il pompino fatto con il gelato in bocca è una cosa da provare.
Il contrasto tra il caldo della carne ed il freddo del gelato mi ha fatto impazzire, e così dopo un po’ le sono venuto in bocca con una sborrata copiosa e liberatoria che lei ha ingoiato di gusto chiudendo gli occhi, alla fine ha sussurrato: “l’avevo detto che le fragole vanno gustate con la panna”.
Mi invita a fumare una sigaretta sul terrazzino del suo appartamento, quindi si rimette l’asciugamano, io mi rimetto i boxer ed usciamo a fumare seduti al tavolino. La vista sul mare è stupenda, il terrazzino è all’ultimo piano della palazzina ed è in muratura per cui siamo fuori da occhi indiscreti, ad un certo punto lei si alza dalla sedia e con la sigaretta in mano va ad appoggiarsi al davanzale mettendosi in una posizione in cui posso ammirare il suo favoloso culetto benché coperto dall’asciugamano. Quella vista ha fatto già risvegliare in me la voglia, mi alzo, mi avvicino a lei e mi appoggio delicatamente dietro di lei facendole sentire il mio desiderio risvegliato. Lei inizia a mugolare, poi gira la testa e mi sorride goduta con gli occhi socchiusi e i capelli sciolti ma ancora umidi. Cingendole i fianchi piano piano insinuo le mie mani sotto l’asciugamano, cerco il contatto con sua pelle ed inizio ad accarezzarla fino ad arrivare lì dove sento un ciuffetto di peli molto sottile, a quel punto scendo fino a sentire il suo clitoride caldo e gonfio, ci gioco un po’ mentre con l’altra mano inizio ad affondare un paio di dita e sento che è bagnatissima, a quel punto la sento gemere e tremare dall’eccitazione.
Decidiamo di ritornare sul divano, mi prende per mano mi trascina dentro con forza, una volta dentro ecco che si lascia cadere l’asciugamano scoprendo un culetto favoloso che fino a quel momento non avevo ancora ammirato in tutto il suo splendore, poi fa due passi, si mette a carponi sul divano si gira mi guarda e mi dice con il solito sguardo di sfida: ” Dammelo, lo voglio sentire dentro il tuo gelato caldo!” .
Non ci ho visto più, il mio cazzo era di nuovo di marmo, mi faceva male da quanto era duro, mi sono avvicinato e piano piano gliel’ho infilato da dietro, ho iniziato poi a darle alcuni colpi ben assestati a cui ho visto che reagiva molto bene, ad un certo punto le ho sussurrato all’orecchio: “Ti piace 50 sfumature di grigio vero dolce porcellina?” e lei: “Come lo sai? Porco!” . Ho continuato fino a farla godere come una cagna in calore, poi la vista di quel culetto con uno splendido tatuaggio alato nelle mie mani mi ha fatto venire dentro di lei svuotandomi la mente e non solo.
Ci siamo buttati sul divano sfiniti e ci siamo appisolati con lei tra le mie braccia, ad un certo punto guardo l’orologio, erano le 20.30, io avevo la cena di chiusura in hotel dovevo trovare un taxi e tra poco sarebbe rientrata a casa anche sua sorella. Mi rivesto di corsa e le do un ultimo bacio sulla porta, salgo in ascensore, arrivo a terra, si apre la porta e mi trovo davanti una splendida ragazza sui 35 anni vestita con un tallier che sembra una divisa, incrociamo i nostri sguardi e contemporaneamente esce un “Buonasera!”. Non c’è dubbio, era la sorella di Giorgia, ho riconosciuto il marchio di famiglia, quello sguardo di sfida tanto eccitante.
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