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Lui & Lei

LA ROSSA (parte prima)


di petronius
30.01.2013    |    7.501    |    1 9.9
"Così anziché finire a letto, si finiva per trascorrere aperitivi, cene e serate assieme a chiacchierare, ridere, scherzare, discutere e quanto più si..."
PREMESSA: Libero adattamento ad una storia vissuta, ho tralasciato i nomi e parecchi punti che vi sarebbero risultati noiosi, oltre che legati troppo strettamente alla mia sfera personale; in ogni caso i dialoghi sono reali e le battute riportate fedelmente. Spero che a qualcuno possa piacere e spero di ricevere qualche commento.




Dal titolo si tenderebbe ad immaginarsi una femme fatales, nel fiore degli anni e della maturità sessuale, alta, slanciata, bellissima, algida nell’atteggiamento, ma passionale ed ammaliatrice quando desidera una preda, invece la mia protagonista è d’altro stampo.
Appena trentenne, ma dall’aspetto decisamente più infantile.
Ragazza minuta: 1,60 appena
Magrolina: 48 chili bagnata.
Vitino stretto su fianchi poco più pronunciati.
Seno proporzionato, quasi acerbo.
Glabra su ogni centimetro di pelle disponibile all’occhio.
Addirittura un po’ sgraziata nel muoversi.
Intelligente e colta, più di quanto non sia ammaliatrice.
Viso dalle tenere espressioni, più che seducente.
Occhi azzurri come il ghiaccio, ma espressivi ed indagatori.

E soprattutto ROSSA!

Ho un debole, che cosa ci posso fare?! E per questo debole mi sono scottato.


Ci presentò una comune amica (una mia ex) che riteneva potessimo non solo andare d’accordo, come amici, ma potessimo attrarci come amanti.
Aveva ragione.
Purtroppo però il periodo in cui ci fece conoscere non era favorevole, io avevo una relazione che durava da anni, lei aveva una scopamicizia in corso. Io cercavo di trattenere i miei istinti, lei non aveva il coraggio di lasciarsi andare.
Così anziché finire a letto, si finiva per trascorrere aperitivi, cene e serate assieme a chiacchierare, ridere, scherzare, discutere e quanto più si possa fare con un’amica, ma…

…l’attrazione era forte ed il feeling si sentiva nell’aria talmente presente che lo si poteva toccare. Spesso la nostra comune amica paventava l’idea d’essere di troppo e spesso cercava di lasciarci soli, magari alticci, perché cadessimo nella tentazione dei sensi.
Stupidamente ci trattenemmo per tanto, troppo tempo.

Sono trascorsi anni di amicizia sincera, di affetto autentico per coprire quel fuoco che ardeva, per sedare quel piccolo demonio che pungeva i lombi.
Ma una sera, mentre l’accompagnavo alla porta del suo condominio, si ruppe il tacito accordo e la tregua dei sensi venne infranta con un bacio.

Eravamo davanti alla porta del palazzo, i soliti saluti di rito, lei stretta al mio petto, circondata dalle mie forti braccia, per l’ultima coccola prima di andare a dormire, tre baci innocenti sulle guance…ed un lungo, intenso, bagnato, eccitante, caldo e passionale bacio.
E’ stato naturale, desiderato, da togliere il fiato.
Lei ha sentito nettamente la mia erezione sul suo ventre, io ho sentito il calore e la morbidezza delle sue labbra ed il suo respiro farsi più intenso. Abbiamo reciprocamente goduto dei nostri profumi ed accarezzato i nostri corpi coperti dai vestiti esplorando ogni piega fosse raggiungibile, toccando punti fino a quel momento proibiti, godendo a piene mani di rotondità o turgori.
Ed abbiamo dovuto riprendere fiato interrompendo il sogno.

Siamo coscienti di aver assaggiato un frutto a cui sarà difficile rinunciare.


Per qualche tempo fingiamo non sia accaduto niente, ma non è possibile. Nel salutarci appena c’incontriamo, in mezzo alla folla, lei deve saltarmi al collo ed abbracciarmi quanto più stretto possa. Deve sedersi sulle mie ginocchia o appoggiarmisi contro...strusciando il suo culetto sul mio membro eccitato. Nell’accomiatarci al bar dobbiamo baciarci sulle labbra. Ed entrambi non possiamo evitare di pensare a quel bacio.

Una sera la riaccompagno a casa.
Rossa: “Non riesco a fare a meno di pensarti…”
Io: “…e di ripensare al bacio, lo so.”
R : “Che facciamo? Tu hai una compagna ed io non voglio essere solo la tua amante.”
I : “C’ho pensato e non so cosa fare…so solo che il desiderio più forte è quello di prenderti qui ed adesso!”
R : “Sali…”

Entra e la seguo, chiama l’ascensore ed il silenzio nell’attesa è imbarazzante.
Ci avvinghiamo appena entrati... il ghiaccio è stato rotto.
Percorre il corridoio camminando come se avesse fuoco tra le cosce, ancheggia, sculetta, si volta a guardarmi mentre cerca di afferrare la chiave giusta per entrare.
L’infila nella toppa e mentre apre appoggia una mano sul mio pacco: “Voglio il tuo cazzo!”

Entriamo, sfila le scarpe e mi fa sfilare le mie, mi trascina sul divano dove si stende ed io mi stando sopra di lei. Mi afferra il viso e mi bacia, s’attacca il mio collo per sollevarsi lievemente e la sua lingua danza con la mia. La schiaccio sul divano leccandole le labbra, succhiandole la lingua mentre accarezzo frenetico il suo ventre piatto, il suo collo, il suo seno ancora coperto.
Sollevo la sua canottiera estiva e la mia mano s’insinua sotto le coppe del reggipetto, inutile orpello per un seno minuto e sodo.
Sento i capezzoli turgidi e ne stringo uno. Percepisco il suo languore mentre la bacio. Stringo più forte e lei geme. Lo pizzico letteralmente e lei mi succhia la lingua con voracità.
Scendo a succhiarle i capezzoli, a leccarle il seno a morderlo. E mentre lo faccio le sfilo gli short di jeans.
La lingua percorre il ventre solleticando l’ombelico fino a raggiungere l’elastico del perizoma. Glie lo strappo di dosso e mi si presenta agli occhi una piccola figa, con una lievi, rada, sparuta peluria curata, che incorniciano labbra poco pronunciate e piccole labbra solo lievemente sporgenti.
Le apro le cosce senza troppi complimenti e do una forte leccata da perineo a clitoride a quella fighetta che sento fradicia di voglia.
La sento emettere un lungo sospiro.
Una mano si sposta sul suo seno mentre la bocca s’incolla a questo bocciolo bagnato. La lingua danza sul clitoride fino allo spasimo e lei si contrae sotto ogni scossa che parte da quel bottoncino. Le do tregua e le infilo la lingua nella fessura, più che posso e la lecco da dentro. Sento solo sospiri strozzati e rotti, agitati, acuti. L’assaggio e la succhio a bocca piena. Le faccio aprire le gambe ancora di più, le divarico le labbra con le dita ed accentuo l’affondo di lingua: deve impazzire!
La sento tremare continuamente, non capisco se si stia trattenendo sull’orlo di un orgasmo che non riesce a raggiungere o se stia venendo… e venendo… e venendo.
A fil di voce sento: “Basta… fermati…non ce la faccio più…”
Neanche morto! Voglio fare indigestione di questa fighetta!
Rallento il ritmo oramai spasmodico delle leccate ed evito il clitoride mentre le mie mani scendono sotto i suoi glutei.
Afferro il suo culo a piene mani, lo stringo con forza e coi pollici allargo l’area anale, mentre scendo con la lingua e le lecco il buchino.
“Oddiooooo…” le sento dire mentre sto lappandola dall’ano, al perineo, alla vagina, al clitoride.
Non termino nemmeno la terza lappata che ricomincia a tremare come una foglia, ad essere scossa ad ogni inizio ed ogni fine percorso.
Ogni volta che lecco il buchino la sento sospirare “Oddioooooo…”, ogni volta che arrivo al clitoride le parte una scossa.
“Me la sto godendo” ecco cosa penso. Continuerei ancora, ma non voglio sfiancarla di lingua e soprattutto voglio che sia lei a dedicarsi a me adesso; quindi rallento il ritmo fino a soffermarmi sul clitoride e lo succhio forte martellandolo con la lingua per qualche decina di secondi a ritmo incalzante. Fino a staccarmi col rumore di uno schiocco.

La sua figa è rossa, aperta, le piccole labbra sono gonfie di voglia ed il clitoride è paonazzo…più o meno come il mio glande in questo momento.
Mi sollevo e mi avvicino alla sua bocca e la bacio mentre ansima. R.: “Sai di buono…sai di me.”

…Continua…

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