Racconti Erotici > Lui & Lei > La Dea pagana del Sesso
Lui & Lei

La Dea pagana del Sesso


di Membro VIP di Annunci69.it LucasFromParis
19.09.2023    |    2.144    |    3 9.3
"I suoi jeans avevano una cerniera sul lato..."
Io penso che ciascuno di noi, libertino o meno, sia un speciale. Speciale ma anche contemporaneamente banale. Abbiamo tutti la nostra unicità, che ci viene dai percorsi di vita e dalle nostre esperienze; eppure abbiamo anche dei tratti comuni che a un occhio attento e allenato risaltano immediatamente.

Siamo tutti diversi, è vero, ma alcuni di noi sono “più diversi” di altri. Alcuni di noi escono dagli schemi, perfino da quelli particolari del Mondo del Gioco. Alcuni di noi emanano una luce differente. Vedono il sesso in un modo assolutamente proprio. Alcuni di noi non si fanno in alcun modo incasellare e non rientrano in alcuna categoria. Non sono migliori né peggiori. Sono semplicemente particolari. Ho avuto il privilegio di incontrare numerose donne. Tutte mi hanno regalato emozioni e condivisione per le quali serbo riconoscenza e gratitudine. Alcune sono state un passaggio, bello ed effimero come una farfalla; con altre invece si sono creati legami duraturi che mi arricchiscono ancor oggi. Ho cercato di rispettare tutte loro, senza distinzione. Ho cercato di creare connessione e piacere anche nella situazione più anonima. Con tutte loro ho voluto scambiare sguardi, sorrisi, carezze. Ci sono state poi ragazze, appunto, “più particolari” di altre. Fra di esse, un posto speciale non può che essere di Ashara, la Dea Pagana.

Ashara è un miscuglio affascinante perché in lei trovo in egual misure la puttana e la dea, la dolcezza e la perversione. In lei avverto la semplicità e la profondità. Da lei emanano una paradossale purezza che le consente di praticare il sesso più estremo senza perderne una sola briciola. La sua anima è profonda; i suoi occhi sono due laghi di montagna che si fanno leggere, eppure la loro profondità è tale che entrarvi dentro fino in fondo rimane un privilegio di pochi. Un privilegio che penso (o mi illudo) di aver avuto. Ashara è una donna libera prima di tutto. Una donna che non obbedisce a mode o modelli. Non segue neppure quelli del mondo libertino, figurarsi con quelle della vita sociale. Benché cresciuta in un ambiente di mentalità ristretta, è sempre riuscita ad affrancarsi da vincoli e imposizioni. Ashara è libera, come il soffio di vento fresco e vivo che spira nelle sue montagne. La sua spiritualità è intrisa di paganesimo, in contatto con le forze della natura.

Ashara è bellissima.

Il buio era sceso presto, e una pioggia gelida e sottile bagnava l’asfalto rendendolo lucido alla luce dei lampioni. Le persone rincasavano distratte, verso il tepore confortevole delle proprie case. La scala mobile della metropolitana le faceva emergere una a una dal ventre della terra. Le scrutavo attento, in trepida attesa. Il cuore mi batteva in petto come un tamburo. Sarebbe venuta? Era reale? Stavo davvero per incontrare Ashara oppure ero vittima di uno scherzo cattivo e stupido. Sarei tornato nella mia tana al braccio della stupenda ragazza oppure da solo, deluso? Perché avevo incrociato la ragazza sul sito di Annunci solo poche ore prima. Lei si trovava a Milano per lavoro; era una modella e aveva degli shooting programmati quel giorno. Le avevo scritto senza poi sperarci troppo ma, con mia sorpresa, mi aveva risposto. Quel giorno benché entrambi impegnati, eravamo riusciti a scriverci. Poche righe, poche frasi. Ma ci eravamo piaciuti. O meglio io ero piaciuto a lei! Qualcosa nelle mie parole aveva fatto sì che lei riconoscesse in me un’anima affine. Naturalmente le ero anche piaciuto esteticamente. Ma altri ragazzi belli e prestanti come me e più di me le avevano certamente scritto. Non fu quello a fare la differenza. Non la fa quasi mai. Era stata la personalità che in qualche modo lei era riuscita a intuire in me. Un’anima affine appunto. La percezione che io fossi, prima che un libertino, un uomo gentile e accogliente. Sola in una città che non era la sua aveva capito di potersi fidare. A prescindere da ciò che sarebbe successo o meno, sapeva istintivamente che l’avrei rispettata. Aveva ragione. Se una donna mi offre questa fiducia incondizionata io mi sento ancor di più responsabilizzato. Quella fiducia è un dono, che non va sporcato né tradito. In alcun modo.

Sapevo come fosse vestita e sobbalzai quando finalmente emerse un giaccone di pelle nera e una figura minuta piena di grazia. Mi avvicinai con garbo e le sorrisi. Penso che il mio sorriso dovesse riflettere semplicemente le mie sensazioni del momento, la gioia di posare gli occhi sulla Dea. Anche lei sorrise, con timidezza e calore. Mi sciolsi subito, non poteva che essere così. Non potevo non sciogliermi di fronte ad Ashara. Colpito e affondato al primo colpo, su quell’asfalto freddo e bagnato. Un calore mi invase dentro. Provavo contemporaneamente il desiderio di proteggerla e coccolarla e anche quello di scoparla senza ritegno. Lei è unica per me perché appunto mi suscita queste due emozioni che su tutte le altre non potrebbero andare assieme. La stupenda modella era lì! Era venuto, venuta davvero! Era lì per me e per nessun altro. L’avrei portata nella mia tana e l’avrei posseduta. L’avrei baciata, l’avrei stretta fra le braccia. Il nostro calore avrebbe scaldato quella notte fredda e buia.

Ci incamminammo, stretti sotto l’ombrello, parlando come se ci fosse già stabilita una misteriosa corrente di complicità. Come se davvero il destino ci avesse fatti incontrare nel modo più improbabile Anime affini che in alcun modo avrebbero potuto incrociarsi fra loro. Eppure eravamo insieme, nel mio ascensore, e non riuscivamo a distogliere lo sguardo l’uno dall’altro; mi sentivo ipnotizzato e rapito da tutto quello che leggevo dentro. Oltre le parole, oltre gli scherzi, oltre la conversazione si svolgeva un altro dialogo sotterraneo e segreto. Erano le nostre Energie a parlarsi, a toccarsi, a incrociarsi. Le nostre anime erano nude ben prima che lo fossero i nostri corpi.

Accoccolata sul mio divano e sorseggiando una birra e mangiando qualche stuzzichino, Ashara appariva perfettamente a suo agio. Perfettamente bilanciata. In lei non c’era alcuna malizia né provocazione. Vestita in modo semplice e curato con i suoi jeans stretti e l’ampio maglione di lana stava semplicemente assaporando la reciproca compagnia. Non provocava, appunto. Però nel suo atteggiamenti e nei suoi occhi non vi era diffidenza. Ero certo di piacerle ma non aveva alcun motivo di evidenziare la sua attrazione. Non allontanò il viso dal mio quando mi avvicinai alla sue labbra. La sua bocca rispose senza esitare. Si schiuse spontaneamente per incontrare la mia. Le sue labbra erano carnose ma non gonfiate artificialmente. La baciai a lungo, esplorando la sua bocca con la lingua e il suo collo con le mani. Avvertii in modo più intenso il profumo che emanava. Un profumo intenso e speziato. Era il profumo di Ashara. I suoi jeans avevano una cerniera sul lato. Senza dire nulla, senza chiedere e senza proporre vi posi le mani e la feci scorrere. In un istante le sue gambe furono nude. La pelle era liscia e morbida oltre ogni immaginazione e le accarezzai. Sentivo ora crescere impetuosamente il mio desiderio. Non potevo, non volevo fermarmi. Non potevo più fermarmi. Volevo che quell’onda ci sommergesse entrambi. In poche mosse ci togliemmo i vestiti a vicenda. I nostri gesti non erano più dolci e lenti, ma erano divenuti accesi, ardenti.

La portai in camera: era sdraiata sul letto, nuda e bellissima.

Nuda e desiderabile.
Nuda e offerta.
Nuda e fremente.

Fui sopra di lei, la pelle nuda sulla pelle nuda. Ancora baci e subito la mia bocca andò in cerca de suo corpo in ogni suo angolo proibito. La voltai a pancia in giù e ammirai la deliziosa curva della sua schiena tonica sotto la quale il suo culo era imperiale. Paffuto, tondo, pieno. Un culo perfetto. Fu proprio lì che atterrai dopo un lungo girovagare fatto di baci, di leccate e di morsetti. Atterrai proprio lì, mentre il suo respiro diventava affannoso. Atterrai proprio fra quei due globi di carne perfetta. Posai la mia bocca proprio lì. Lì dove non si poteva, lì dove non era permesso. La posai su quel buco segreto che mi attraeva in modo irresistibile. La Dea si lasciò divaricare le natiche gentilmente, avvertì la mia saliva inondare il suo ano e la punta della lingua maliziosa forzarne l’ingresso in una carezza terribilmente perversa. Ashara era ora puttana per me. Mi desiderava e desiderava offrirsi a me senza porre barriere. Poi la voltai e nuovamente la esplorai fino ad arrivare alla sua figa. Le sue cosce erano ormai del tutto aperte e mi lasciavano pieno accesso per essere toccata e leccata. Inarcava la sua schiena godendo ogni istante che le donavo con tutto me stesso fino a godere, per poi a sua volta assaggiarmi golosa.

Vedevo il suo viso perfetto e la sua bocca avvicinarsi al mio cazzo. Stava per succedere, sì stava davvero per succedere! La stupenda modella stava per leccarmi e succhiami come una troia. Ed è quello che successe. Come in un sogno la vidi aprire le labbra per accogliermi e, contemporaneamente, avvertii il calore bagnato e scivoloso della sua saliva. Ashara era brava, maledettamente brava. Non aveva atteggiamenti esagerati da pornostar, ma tutto il suo amore e le sue attenzioni erano rivolte al bastone di carne che si ergeva di fronte a lei. I suoi movimenti erano dolci e sapienti. Ogni istante toccavo il paradiso senza riuscire a distogliere gli occhi un solo istante da quel quadro spettacolare illuminato dalla mia luce rossa. Le chiesi semplicemente: “vieni sopra di me?”. Si rialzò e ammirai ancora la perfezione del suo corpo e del suo seno. Un nuovo antro umido e bollente mi accolse. Molto più caldo. In un attimo scivolai dentro di lei. Fino in fondo. Fino alle palle. La ragazza stava dando il meglio di sé. La sua era una arcana danza pagana. Ero ipnotica nel suo movimento flessuoso, una rotazione del bacino ora lenta e ora rapida, nella quale lei traeva tutto il suo piacere e io godevo come non mai. A tratti le facevo abbassare la testa per baciarla, a tratti le accarezzavo il seno, a tratti invece le afferravo il culo penetrando il suo ano bagnato e scivoloso.

Quando decidemmo in un mutuo accordo di fermarci ci sdraiammo fianco a fianco continuando a toccarci e baciarci. La stanza profumava di sesso e di lei. Ashara, assieme alla sua purezza, aveva un lato molto molto trasgressivo. Poche cose la fermavano; lo sapevo per aver letto con attenzione il suo profilo. E io volevo che andasse molto lontano con me. Quando la presi per la mano e la condussi nella doccia lei sapeva. Sapeva perfettamente cosa sarebbe successo. Si lasciò guidare con il suo enigmatico sorriso, si pose in ginocchio senza che le dicessi nulla. Attese con la bocca aperta. Accolse quella pratica così forte così intima. Accolse il mio zampillo direttamente fra le labbra. Ne bevve ne sputò mentre io le bagnavo anche seno e collo. Con infinita dolcezza la rialzali per lavarla e tornare a letto.

Ero un lupo selvaggio in quel momento; il lupo che voleva montare. La montai con forza, i suoi gemiti assieme ai miei erano sempre più incontrollati. Vedevo il suo viso godere allo specchio di fronte a noi, vedevo la mia mano che le afferrava i capelli e poi la schiacciava sul materasso per farla inarcare sempre di più. Il suo ano continuava a tentarmi e chiamarmi. Non potevo non rispondere a quell’appello. Avevo compreso che la modella era molto stretta. Non desideravo farle del male. Ancora una volta stava manifestando una fiducia totale in uno sconosciuto per nulla al mondo avrei tradito questa fiducia. Con infinita lentezza iniziai a spingere la punta contro il suo culo. Si aprì con una facilità sorprendente. Si lasciò invadere finché arrivai alla fine. Avvertivo la morsa del suo sfintere tutto intorno. Le ordinai di masturbarsi e iniziai a muovermi. Lentamente, quasi fino ad uscire per poi affondare nuovamente. Stavo inculando la stupenda ragazza. Ogni istante il suo ano era più morbido e arrendevole. L’avevo letteralmente sfondata ne godei profondamente. Non fu sorpresa quando alla fine si inginocchiò ancora per ricevere il mio sperma sulle labbra e in gola. Fino all’ultima goccia.

Fu allora che il senso di protezione e dolcezza riprese il sopravvento in me. Come ogni volta, ma in modo ancora più intenso. Era solo una ragazza minuta in una città sconosciuta. Da accogliere, da proteggere, da coccolare, da ospitare. La mia tana era un rifugio sicuro per lei. Volevo solo tenerla stretta fra le braccia finché non l’avessi vista abbandonarsi a un sonno ristoratore
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.3
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per La Dea pagana del Sesso:

Altri Racconti Erotici in Lui & Lei:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni