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Lui & Lei

Sottomissione di una famiglia perbene (III parte)


di pollicino
18.06.2021    |    5.072    |    0 8.6
"Al sentirsi chiamare "papà" mentre la stava scopando, l'uomo si arrestò per un istante che gli parve eterno..."
1. Amoroso incesto.

Informato il padre e persuasa la figlia separatamente, ora Maya doveva mettersi al lavoro affinchè quello che si preannunciava un evento in piena regola si potesse concretizzare.
Per prima cosa, volle che tutto avvenisse a casa di Luna, dove si stabilì di nuovo e dove d’altronde tutto era iniziato e dove padre e figlia si sarebbero sentiti perfettamente a loro agio.
Poi, manovrò per allontanare la mamma, Giulia, da casa per qualche giorno: in questo, fu fondamentale la collaborazione del marito, che “spinse” la consorte a partecipare a un congresso per cui era incerta se andare.

Liberato così il campo, Maya si accinse ad allestire la stanza… Scelse l’alcova paterna, matrimoniale, cosicchè la comodità fosse assicurata; mantenendo il materasso ortopedico (la schiena della giovane sarebbe stata molto sollecitata… eheheh), e lo rivestì con un copriletto per il quale scelse appositamente un color rosso cupo, di modo che su di esso potesse risaltare la carnagione candida di Luna.
Le seggiole, poi, che abitualmente si trovavano ai lati, le lasciò lì, per mantenere agli occhi della ragazza qualcosa di familiare, e per dare la possibilità agli “attori” di sistemarsi…
Infine, dispose un soffice cuscino al centro del letto.

Quando fu tutto pronto, Maya andò a prendere Luna nella sua stanza, la fece spogliare di tutto punto, ne verificò l’eccitazione con una veloce passata di mano sui capezzoli (già ferrei come proiettili) e in mezzo alla fessurima (bagnatissima), la bendò e la condusse nella camera dove sarebbe avvenuto il “sacrificio”.
Lì, la fece stendere supina, proprio al centro del letto, con il cuscino sotto i glutei…
Data un’ultima occhiata e verificato che era tutto a posto, la lasciò lì da sola, al buio, con la sola luce dell’abatjour ad illuminare in maniera un po’ spettrale l’ambiente.

Luna percepì la solitudine, e il calore tra le sue gambe stava crescendo…
Intanto Maya andò nello studio di Leonardo… Come da accordi lo trovò nudo, seduto in poltrona, tranquillo, che la stava aspettando. Si denudò anch’essa… ora si poteva davvero iniziare!

Lentamente, gli fece un frettoloso pompino per metterlo in tiro, poi – senza fare rumore – entrarono nella camera da letto.
Maya gli indicò a gesti che poteva iniziare, mentre lei si andò ad accomodare su una sedia.

Leonardo tremava dall’emozione… Uomo fatto, all’idea di dover scopare la figlia si sentì come un ragazzino alla prima esperienza.
Si avvicinò al letto, si inginocchiò, ed afferrò dolcemente Luna per le caviglie. Con le mani risalì su percorrendo il morbido “sentiero” delle sue gambe, poi le ginocchia e le cosce, fino ad incrociare le dita delle due mani sul monte di venere completamente liscio…

La ragazza ebbe un sussulto, iniziò ad ansimare e posò a sua volta le sue mani su quelle di suo papà, il quale gliele prese e gliele baciò, gliele spostò, e le adagiò sui suoi fianchi rotondetti; poi, chinò la bocca fino a sfiorare la spacca…

Luna era in preda a uno spasmodico delirio dei sensi, quando Leonardo - mentre con una mano continuava l’esplorazione del corpo della figlia, passando sull'ombelico e da lì sulle tette - cacciò fuori la lingua, iniziando ad usarla come fosse un piccolo cazzo; la insinuò tra le tenere labbra vaginali, facendola scorrere dal basso verso l'alto e viceversa; poi, sentendole cedevoli, decise di spingerla più a fondo, non incontrando alcun ostacolo e capendo subito che la figlia era davvero diventata donna.

Luna, per reazione immediata, lo afferrò alla nuca e gli sussurrò:
- "Papà, sei grande, continua così, ti prego!".

Al sentirsi chiamare "papà" mentre la stava scopando, l'uomo si arrestò per un istante che gli parve eterno... Estrasse la lingua dalle sue carni, e per l'emozione iniziò a piangere e disse, quasi parlando tra se e se:
- "Bambina mia, sapessi da quanto ti ho desiderata!".
E lei, di rimando:
- "Anch'io, papà... Anch'io!".

Poi Luna sembrò rilassarsi un poco, e Leonardo prese a salire nuovamente fin sulle tette, a strizzarle e a titillarle i grossi capezzoli che di minuto in minuto si facevano sempre più duri e le iniziavano a far male; la strinse sui fianchi larghi, bellissimi e identici a quelli della mamma...
E ancora, con i palmi delle mani aperte, le palpeggiò tutto il corpo, facendole provare un altro intenso brivido di piacere...

Il padre si guardò il basso ventre, e il suo membro sembrava un palo tanto era grosso e rigido...
Si stava preparando a compiere il primo incesto della sua vita, quando sentì alle sue spalle una presenza discreta ma inequivocabile: era Maya, che - arpionandolo ai glutei - lo spinse con forza ad incontrare la morbida e appetitosa vagina di Luna, la quale lo accolse con un gemito di liberazione: finalmente, padre e figlia erano una cosa sola!

Leonardo spinse il suo glande fino in fondo, lo estrasse completamente, e poi di nuovo dentro, iniziando a pompare con forza e a muoversi strusciando in quella sacca ormai fradicia di umori.
Luna lo assecondava in ogni movimento, bacino contro bacino, entrambi depilati e predisposti al massimo piacere…

Quando l’uomo si accorse che stava per venire, si tirò fuori e andò a rifugiarsi nella sua bocca calda.
La ragazza, con le mani libere, si tolse la benda dagli occhi, appena in tempo per vedere Leonardo eruttarle nel cavo orale una enorme quantità di sperma che lei provvide prontamente ad ingoiare.
Sfiniti da quella cavalcata, rimasero un poco teneramente abbracciati, finché Maya non andò a ricordargli che ormai aveva riscosso il suo "premio"...

Luna si stava rivestendo quando si aprì la porta della camera ed entrò Andrea, il fidanzato di Maya, il quale - dopo aver ceduto quel fresco bocconcino all'amico - volle ficcare dentro anche lui... Le disse:
- “Calma cagnetta, non è ancora il momento di rivestirti!”.
Il suo cazzo era duro come un sasso, e fu una monta selvaggia, in piena regola, in cui il ragazzo stimolò entrambi gli orifizi della giovane...
Lo sfintere e la fica della ragazza presero a contrarsi con regolarità, e Andrea, preso dallo slancio di mostrarle tutta la sua virilità, non riuscì ad avere una lucidità tale che gli permettesse di uscire in tempo: le scaricò in pancia una quantità colossale di seme che pareva non finisse mai.

Dopo circa un quarto d’ora da quella stupenda “seconda razione”, la giovane era ancora sdraiata sul letto, supina, con le gambe tirate indietro e le cosce aperte, in quella posizione “alla missionario” che faceva tanto impazzire Leonardo… e aveva ripreso a giocherellare con un dito che le tormentava le pareti interne della passera.
Il padre, tornò ad essere su di giri: vedere quello “spettacolo della natura”, che era pure sua figlia, darsi così tanto piacere, era una scena erotica che non aveva mai visto…
Tutto il bellissimo pancino di Luna, le tette e il volto, erano ricoperti di sborra calda, e lei sorrideva.

Ad un preciso gesto di Maya, Leonardo si approssimò nuovamente alla figliola e cominciò – con amore paterno – a leccarla in ogni luogo, fino a che tutto il suo corpo non fu nuovamente “smacchiato” da quel liquido seminale che vi si era rappreso sopra.
Tale “lavorio”, ma soprattutto il “sapore” della ragazza, scatenò nell’uomo l’ennesima tempesta ormonale, che gli fece esplodere dentro – senza che si fosse minimamente toccato – l’ennesimo orgasmo.

Maya si accorse dell'incidente occorso al suo fidanzato, ebbe una improvvisa “illuminazione”, e quasi urlò:
- "Cazzo, la pillolaaaaa! Dimmi che l'hai presa, Luna!!!
Purtroppo, invece, era un pò che la ragazza non ne faceva più uso... Restarono tutti con il fiato sospeso, e adesso non c’era altro da fare che attendere l'evolvere della situazione...

2. Sotto a chi tocca: la mamma.

Dopo aver fatto sedurre il padre dalla figlia, ora sarebbe toccato alla mamma...
Ma come fare? La donna, sebbene ancora nel fiore degli anni, sembrava quasi di ghiaccio…

Vagamente curvy, giovanile, 42 anni, fisicamente molto somigliante alla figlia tanto da farle sembrare due sorelle, Giulia era alta circa un metro e sessantacinque per sessantacinque chilogrammi di peso, aveva capelli neri corvini – lisci fin sulle spalle, con una corta frangetta – ed un corpo massiccio ma molto tonico e ben tenuto.
Stessa taglia di seno della figlia, ma aveva delle areole scure, quasi brunite, e due capezzoli molto carnosi che quando si eccitava diventano dei chiodi lunghi poco meno di due centimetri.
Le classiche “maniglie dell’amore”, sui fianchi molto larghi, erano il giusto abbinamento ad una pancetta assai sexy, in cui affondava uno spettacolare ombelico.
Sotto, cosce muscolose e grandi che non dimostrano l’età, prive del benché minimo accenno di cellulite, custodivano una micetta completamente glabra e fieramente accessibile da una fessura esposta.
Caratterialmente dominante, era una vera “peperina”, molto attiva sessualmente, pronta a prendersi le sue “libertà” e a compiacere – se capitava l’occasione giusta – i ragazzi giovani che le capitano a tiro.
Ma con marito e figlia, non lasciava trasparire nulla di tali attitudini…

Ebbene, una donna così bastava poco per “accenderla”, e Luna – da femmina – lo aveva capito…
Un giorno che Leonardo era fuori per lavoro, la solita “vipera”, che si aggirava per casa indisturbata come al solito, si accorse che la donna aveva lasciato incautamente la porta dello studio socchiusa e stava davanti al pc del marito.
Non perse di vista nemmeno una battuta, e vide e sentì tutto. Giulia aveva la webcam accesa, era completamente svestita, e stando a gambe larghe disse, con voce suadente all’interlocutore (probabilmente un conoscente di chat):
- “Ti piace? Questa fa girare il mondo, caro mio… Ma se sarai bravo, potrai divertirtici pure tu…”.
Maya dopo averla ripresa di nascosto, spalancando con fragore la porta, la lasciò come impietrita in quella posizione… Chiuse a chiave le ante della stessa alle sue spalle, corse verso Giulia e le sussurrò:
- “E brava la maiala… D’altronde, tale madre, tale figlia!”.
La donna, sulle prime non capì, e si vergognò un poco di essere stata sorpresa da un’estranea, tanto più giovane, in quelle faccende affaccendata. Poi, rimeditando sulle sue misteriose parole, domandò sorpresa e incuriosita:
- “Che vuoi dire con: tale madre, tale figlia?”.
Maya, fece la preziosa, tergiversò, ma poi – alla fine – mostrò a Giulia il video in cui Luna fu stata scopata in una gangbang alla festa.
Giulia, fece un balzo all’indietro, si coprì la bocca con entrambe le mani per evitare di urlare tutto il suo disappunto, e chiese all’amica della figlia:
- “Ma come avete potuto fare una cosa del genere alla mia bambina?”
E Maya di rimando:
- “Guarda che la tua troietta era proprio contenta! Hai visto come chiedeva di essere anche inculata? Comunque, ora, non è di lei che dobbiamo parlare, ma di te…”.
E così dicendo le mostrò il filmatino che aveva appena realizzato su di lei, la guardò fissa e disse:
- “Lo sai che potrei inviarlo immediatamente a tuo marito? Cosa pensi direbbe? Però, se fai la brava come prima dicevi al tuo amichetto, possiamo accordarci e io ti regalo la mia SIM”.
Giulia si sentì salirgli un conato di rabbia, con le spalle al muro. Dato il suo carattere, non voleva cedere a una ragazzina puttanella, ma come faceva a spiegare a Giulio che – mentre lui era a lavorare – lei se la spassava con ragazzini imberbi?
Per sua sfortuna, non sapeva delle “debolezze” del marito, che prima si era segato e poi scopato la figlia!
Perciò, sebbene controvoglia, odiandola a morte, disse a Maya:
- “Avanti, sputa l’osso… Cosa dovrei fare?”:
La giovane, sentendosi sempre più potente, e in procinto di sottomettere anche lei, espose il suo piano: avrebbe dovuto farsi trovare nuda come ora, nel suo letto, e Luna – anch’essa nuda – le avrebbe leccato i piedi come (disse Maya) la "cagnolina della mamma"…
- “Pazzesco”, inveì Giulia, passandosi una mano nei capelli, “ma sia! Ma Luna che dirà? Sarà d’accordo?”.
Maya, sempre sicura di sé, non ebbe esitazioni:
- “Dopo che le dirò di averti mostrato quel video, pensi che potrà rifiutarsi? E comunque, stai tranquilla, ti ripeto, è più troia di te!”.

Dopo questa fruttuosa conversazione, Maya lasciò Giulia in preda ai suoi rimorsi e si recò immediatamente dall’amica, ad informarla di quanto accaduto e di quanto adesso lei dovesse fare… Non poteva negarsi, glielo chiedeva lei, la sua “padrona”, e oltretutto ormai la madre la conosceva per quello che era…
Per tranquillizzarla, le fece anche vedere quel video in cui la mamma si prometteva a ragazzi mai visti prima… E le disse:
- “Credi che si permetterà di rimproverarti ancora? Ah, per tua informazione, ha visto quello che accadde alla festa di fine estate… Quindi, adesso, voglio vederti assoggettata a leccarle i piedi”.

Luna, non seppe più cosa pensare, ma a poco a poco si sentì stuzzicata dall’idea, oltretutto ogni volta che li vedeva restava sempre ammaliata dalle estremità della genitrice.

3. Feet Lover

La perfida amica istruì la ragazza nei minimi particolari: le permise di “giocare” quanto voleva con i piedi della madre, ma chiarendo che non le avrebbe consentito di accettare – se lei glielo avesse domandato – flirt più coinvolgenti.
Ovviamente, Giulia non sapeva nulla, quindi dveva essere la figlia a decidere quando e dove fermarsi.

Come aveva sempre fatto, contattò Leonardo preannunciandogli qualcosa che non si sarebbe mai immaginato.

Giunse, così, il gran giorno… Nell’ormai consueta camera – che era diventata quasi una dependance di un club privè – illuminata da tutti i faretti che erano lì disponibili, Giulia era pronta: giaceva sul suo talamo, lascivamente distesa su un fianco, nuda, come una scultura del rinascimento, con la fragranza della sua pelle che aveva già pervaso l’aria.
Benchè fosse presa da una certa agitazione, sembrava ancora più splendente nella sua bellezza, sebbene non indossava nessun gioiello ma solo quei “tesoro” di cui Madre Natura l’aveva dotata.

Quando Maya vide che stava smaniando e che la fichetta cominciava ad imperlarsi di goccioline luccicanti, andò a chiamare Luna per dare inizio al loro e suo diletto… La introdusse al cospetto della mamma… Si guardarono in volto, con severità, ma senza parlarsi… Erano entrambe “scandalosamente” depilate intimamente, ma quello non importava, su quelle collinette non ci si dovevano nemmeno avvicinare…

La “maestra delle cerimonie” si sistemò in disparte, non voleva minimamente interferire con quello che si preannunciava come un perfetto intreccio immorale.

Luna montò sul letto, dirigendosi immediatamente verso le estremità di Giulia, la quale tentò di intrufolarsi nelle sue intimità. Ligia ai comandi ricevuti, la figliola respinse decisamente la mamma, e posò delicatamente le labbra umide sul suo collo del piede.
Sembrava volesse fare l’amore con quel sensualissimo particolare anatomico…
Poi, cacciò fuori tutta la lingua e – come fosse un pennello – la fece combaciare per tutta la sua larghezza con l’epidermide di quel piedino destro così perfetto.
Scese giù, fino a le dita, e lì prese a succhiarle una per una, insinuandosi con perizia tra un dito e l’altro, stillandoci dentro calde goccioline di saliva.
Ripetè questo “movimento” più e più volte, fino a rendere la pelle morbida e vellutata…
Si fermò un poco per riprendere fiato, e poi cominciò a fare la stessa azione anche sul sinistro.
Intanto, Giulia stava per avere un piacere intenso… ma Luna non glielo permise, sollevandosi da lei, e le disse, con fare analogo a quello di Maya:
- “Vacca schifosa, che fai, vuoi godere?”.
Questo bastò per “smontare” l’eccitazione della madre, e fu allora che la ragazza riprese il suo amoreggiare con quei piedi… Scavallò le dita, e discese sotto la pianta, dove – non trovando ostacolo alcuno – cominciò a leccare con fervore finché anche la ruvidità di quella parte non scomparve del tutto.

Erano circa due ore e mezzo di quell’intenso impegno quando Luna si alzò gattonando verso il volto della genitrice, e guardandola con tono fanciullesco le domandò:
- “Mamma, è stata brava la tua cagnetta?”.
E Giulia, con un sottile filo di voce che le si strozzò in gola:
- “Sì, sei stata divina… Mai avrei creduto che tra noi ci potesse essere una complicità così…”.
Non riuscì a finire la frase che quello stato di tensione di cui era stata preda fin qui improvvisamente cessò, e lei sembrò sgonfiarsi come una bambola di gomma. Nonostante le proibizioni, era venuta!

Maya, stizzita, si alzò di scatto, e – affacciandosi su quel letto madido di sudore e di umori – urlò in faccia a Giulia:
- “Cagna… Sei tu la cagna! Guarda come stai sbrodolando… Hai voluto venire? Bene, te ne darò l’occasione!”.
E così dicendo uscì dalla stanza sbattendo la porta…

4. Madre e figlia, un incesto “particolare”.

Maya era davvero furibonda quando uscì da quella stanza... Non riusciva a capacitarsi come una sua "vittima" le fosse sfuggita di mano prendendosi la libertà di appagare i propri sensi a suo piacimento.

Perciò, Luna dovette - come amica - escogitare un modo per rabbonirla, temendo una sua reazione sconsiderata.

Maya, avrebbe voluto concludere la sua permanenza in quella famiglia mantenendo il tutto chiuso in casa, lontano da occhi e orecchie indiscrete, dato che in quel paese si conoscevano tutti… Ma quell'incidente le fece cambiare radicalmente idea.

Andrea, il fidanzato, era socio del locale circolo delle bocce, e così gli domandò aiuto per organizzare un evento con il quale avrebbe ribadito la loro sottomissione e provveduto ad infliggere alla madre una "punizione esemplare".
Affittarono perciò la sala principale, e invitarono tutti gli iscritti, uomini e donne, giovani e anziani; al centro, collocarono un enorme basso tavolo di legno che avrebbe avuto funzione di letto, illuminato in modo che l'attenzione fosse puntata esclusivamente su ciò che sarebbe accaduto lì sopra.

Il giorno stabilito, il circolo era tutto in fermento e gli invitati stavano affluendo febbrilmente poiché non volevano perdersi lo spettacolo: si era, infatti, diffusa la voce che ci sarebbero state Giulia e la figlia e che avrebbero fatto “comunicazioni” "importanti" ma non meglio precisate.

Tutto intorno alla sala erano state sistemate le sedie, di modo che nessuno restasse in piedi e che tutti gli spazi fossero occupati.

A un certo punto, chiusa a chiave la porta principale, entrò Andrea che annunciò ai presenti:
- “Signori e signore, benvenuti… Assisteremo oggi a uno spettacolo che resterà indimenticabile nella storia di questo paese!”.

Appena ebbe terminato di parlare, battè le mani e si aprì una porta più piccola, dalla quali furono introdotte le due donne.
Precedentemente, Maya le aveva condotte in un camerino attiguo, spiegandole cosa avrebbero dovuto fare: sulle prime, entrambe tentarono di rifiutarsi, si misero a piangere dalla vergogna, ma poi furono costrette a capitolare e – come era accaduto per tutte le precedenti circostanze – obbedirono.
Si erano preparate indossando solamente un lungo e pesante mantello blu – chiuso al collo da una catenella dorata – che le lasciava scoperti la testa e i piedi scalzi, e a quel “richiamo” fecero il loro ingresso in sala…

Si alzò un formidabile brusio ad accoglierle, zittito prontamente dalla giovane guida che si andò a sistemare proprio di fronte a loro, dall’altro lato del tavolo…
Distese le braccia in avanti, sollevandole leggermente al di sopra delle spalle.
A quel cenno, le donne slegarono la catenella e la lunga veste cadde a terra rivelando le loro incantevoli forme che la natura le aveva donato, e prive della purché minima imperfezione.
Il brusio salì di livello, poiché gli “spettatori” non si sarebbero mai immaginati di trovarle in tale – diciamo così – veste.
Incurante di tutto ciò che le avveniva intorno, Giulia salì come un automa sul tavolo e si mise comoda, pancia in su…
Subito dopo, montò anche Luna, che si andò ad accovacciare, a gambe aperte, con la sua fica a contatto con quella della madre. Iniziò quasi subito a muoversi, aprendo oscenamente le grandi labbra della madre e strisciando dentro clitoride contro clitoride, con le sue tette che cominciarono a ballonzolare in su e in giù sul torace, sempre più forte…
Così facendo, Luna piegò il busto in avanti, permettendo a Giulia di prendere tra le sue mani le coppe delle sue mammelle, mentre lei le afferrava con le labbra i capezzoli turgidi.
Poi, Giulia ebbe uno scatto, si divincolò dalla presa della figlia, con una mossa da wrestler la schienò, scivolò in mezzo alle sue gambe ripercorrendole dalle caviglie fin alla fessurina, e le divaricò insinuandosi con “cattiveria” nella fica fradicia di Luna…
A questo punto, tutti si aspettavano una lesbicata in piena regola, con Giulia che gliela leccava… Invece, la madre unì le quattro dita della mano destra con il pollice e le introdusse in vagina alla figlia… Si vide la fica divaricarsi e poi richiudersi attorno al polso…
Giulia chiuse a pugno, e poi cominciò un lento rovista mento nella sacca di Luna… Lo estrasse parzialmente, per poi reinserirlo tutto fino in fondo…
Si udì la ragazza gemere come una troia… ma ormai Giulia andava a briglie sciolte e non si voleva più fermare: le avevano “imposto” di far sesso con la figlia davanti a tutti? Bene, ora lei si voleva proprio divertire… Maya non sarebbe rimasta delusa!
Dopo un po’ di tira e molla, estrasse la mano tutta fradicia dalla fica di Luna, si allontanò di circa un metro, allungò la gamba destra e diresse le dita del piede nella apertura ormai abbondantemente dilatata della ragazza…
Spinse, con cautela ma anche con decisione, finché non entrò fino alla caviglia…
Luna, dal canto suo, si muoveva all’unisono con la mamma, spingendole incontro il suo ventre, fino a quando, improvvisamente, non si irrigidì e iniziò a spruzzare come un idrante, con una pressione assurda… Alcuni fortunati, uomini e donne, poterono degustare quel nettare…

La ragazza era stremata, ma non si arrese… Dopo qualche istante che passò a ripulirsi sommariamente, fu il suo momento di avventarsi sulla genitrice: la voltò di schiena e – aprendole le natiche come fosse una mela – posò a ventosa le labbra sullo sfintere e principiò a succhiarlo… Fu l’apoteosi per Giulia, che godette anche analmente…

La rigirò, e le due donne si produssero in un “69” spettacolare… Luna, leccava all’impazzata quella fica che l’aveva fatta così maiala, la “torturava” di piacere… Poi, andò a scappucciare il grilletto e lo titillò ad una velocità tale che anche Giulia venne ululando…

Si abbatterono l’una sull’altra, e sarebbero rimaste esanimi in quella posizione se Maya non le afferrò per le braccia invitandole a scomparire nello stanzino da cui erano uscite, esattamente tre ore prima.
Leonardo le stava aspettando… Non si parlarono, ma sapevano tutti e tre che da llora tutto sarebbe cambiato.

5. Epilogo.

Per una famiglia perbene come quella di Luna erano davvero troppe le molestie e la vergogna che avevano dovuto subire…
Nottetempo, si prepararono e lasciarono per sempre quel borgo che avevano tanto amato, ma in cui non avrebbero potuto più girare per le strade a testa alta.

FINE.
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