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Gay & Bisex

Aspettando te 11


di FRANK_1987
10.01.2021    |    3.581    |    2 6.3
"", fa lui afferrandomi il braccio ma mi divincolo e me ne vado in camera Il nono mese dell'anno sta quasi per volgere al termine..."
Cazzo equino

Questi capitoli si collocano dopo “UN MESE DI BALDORIE”

CAPITOLO 11

Anche se in questo capitolo all’inizio c’e’ una scena TRANS, continuando a leggere troverete una scena GAY. Vi ho voluto avvisare per non imbattermi in commenti sgraditi ed ho voluto postare il racconto in questa categoria perché e’ quella che mi identifica.

Con la macchina raggiungiamo un posto isolato in mezzo alla natura. Alla guida c'e' lei, Eva, una transessuale dai lunghi capelli biondi che indossa un completino sexy color nero e un giacchetto rosa. Le nostre mani raggiungono subito l'interno delle rispettive cosce. Dal suo pantalone elasticizzato riesco a notare benissimo la sagoma della sua minchia e lei la mia che si vede attraverso i jeans. Ci tocchiamo per qualche frazione di secondo e poi lei si abbassa l'indumento e il tanga fino a metà coscia mentre io sbottono la patta e sistemo i lembi del pantalone verso l'interno in modo da poter agevolare la sua mano calda che mi agguanta il cazzo. Anche io prendo in mano il suo e iniziamo a segarci a vicenda. La sensazione che ti da una mano intorno alla tua carne e' sempre piacevole ma la posizione non e' delle migliori. Nessuno dei due riesce bene ad impugnare il membro dell'altro quindi lasciamo la presa ed io scendo dalla macchina. Raggiungo il suo lato ed apro lo sportello. Eva si abbassa i pantaloni fin sotto il ginocchio potendo aprire di più le gambe dando slancio alla sua dotazione, l'unica cosa maschile che le e' rimasta ancora. Mi abbasso per terra e, nascosto dallo sportello della sua auto, inizio a succhiarle il cazzo. Lei mi spinge la testa verso il basso, verso il suo ventre riempiendomi la bocca di tutta la sua mercanzia. Non e' molta. Forse prima di iniziare la transizione aveva un cazzo nella media che adesso si e' leggermente ritirato a causa degli ormoni femminili che assume per mantenere le sue sembianze e per impedire che i peli ricrescano sul corpo facendole perdere le fattezze non più di un uomo o di una donna ma dandole un aspetto che definirei grottesco. Eva si abbassa la parte superiore del completino mettendo in mostra le sue tette rifatte che io succhio alternandole con il cazzo. Quando smetto di succhiarlo, mi alzo e tolgo il mio da dentro il boxer nel quale era stato conservato prima di scendere dalla macchina evitando che qualcuno potesse vedermi. La trans si china verso di me prendendomelo in bocca. Mentre lo lavora con le mani e con la lingua succhiandolo e leccandolo, i miei occhi fissano il suo culetto sodo foderato in quello che scopro essere un body. Preso dall'enfasi, le spingo tutto il mio pene nella bocca e lei, quando mi ritiro, da un leggero morso alla mia cappella facendomi smettere di scoparle la bocca. Mi sorride con i suoi denti bianchissimi mentre il rossetto waterproof le colora ancora le labbra nonostante la saliva espulsa dal suo cavo orale. L'aiuto a scendere dalla macchina prendendola per mano come fanno in tv gli uomini che aiutano le grandi soubrette a scendere le ripide scale degli studi televisivi ma poi bruscamente la giro facendola poggiare con le braccia sul sedile e comincio a leccarle il culo spostandole la parte finale del body che aveva sbottonato probabilmente prima di incontrarmi.
"Adesso ti scopo, ok?", le anticipo "lo vuoi?", domando ma ricevo come risposta solo un mugolio "come hai detto?", le faccio strizzandole le chiappe per poi schiaffeggiargliele violentemente
"Si, scopami"
"Passami un preservativo"
Appena salito in macchina avevo poggiato un preservativo dentro il porta oggetti. Lo stesso, viene preso da Eva che me lo passa e dopo averlo avvolto intorno al mio cazzo e averlo lubrificato con la mia saliva, riempito di carne umana come se fosse il budello di un maiale riempito di salsiccia, glielo schiaffo dentro. La trans si aggrappa al sedile del passeggero mentre poggio le mie mani sulle sue natiche continuando a spingere dentro al suo interno. Ogni tanto mi guardo intorno per capire se c'e' qualcuno venuto in quel posto come noi intento a fare chissà cosa. Dopo tutto e' una tiepida notte di fine Settembre ma forse non tutti sono così temerari come noi da spogliarsi in mezzo alla natura lasciando che il vento portato dal mare rinfreschi le loro membra. Continuo a scoparmi Eva incessantemente mentre lei ogni tanto si gira verso di me e mi accarezza il petto perché mi sono sbottonato la maglietta della tuta che ho addosso. Si, anche io indosso la tuta. Negli altri racconti ho sempre portato vestiti eleganti o casual ma questa volta no. Anche il pantalone, seppur di jeans, mi da quella pervanza da squattrinato visto quanti buchi e strappi ci sono. Volete sapere perché ho addosso questi indumenti strani per uno come me? Semplice. Ero seduto comodamente sul divano di casa quando mi e' venuta voglia. Mi sono detto che non aveva importanza come mi sarei presentato dalle prostitute perché a loro interessano solo due cose: farsi chiavare e fare soldi. E dato che sono due cose che potevo darle, Eva non si e' tirata indietro. D'altronde, uno può andarsene in giro anche vestito di stracci perché la bellezza, se c'e', si nota sempre. Il desiderio di scoparmi una prostituta, sebbene io volessi andare con una donna, ha preso il sopravvento su cosa indossare prima di uscire ma ora la prostituta trans non si sta lamentando perchè mica si deve prendere nel culo i miei indumenti, no? Nel culo si sta prendendo il mio cazzo e sembra gradire molto al di là del mio vestiario. Vedo il suo pene strusciare contro la stoffa del sedile lasciando una piccola scia di pre-sperma che sembra non darle fastidio. La afferro per i capelli e le tiro leggermente la testa all'indietro mentre continuo a spingere inesorabile. Eva si solleva un po' prendendosi il cazzo in mano per poi sborrare un po' fuori e un po' sulla carrozzeria della macchina quasi sotto al sedile. Quando mi tolgo dal suo culo, mi prende in bocca il cazzo. Mi piacerebbe riempirgliela del mio seme ma e' una prostituta e non può certo permettersi una cosa del genere rischiando di farsi attaccare qualche malattia sessualmente trasmissibile, così come non ho voluto rischiare io usando il preservativo. Eva preferisce farsi farcire le tette. Gioca con la mia sborra usando le dita ma poi si pulisce il seno con un fazzolettino che butta tra l'erba senza dargli importanza. La cosa un po' mi rattrista ma poi raggiungiamo il suo posto di lavoro e ci salutiamo, forse per sempre.
"Dove sei andato di fretta?", mi fa Rafael quando torno a casa
"Cazzi miei", gli rispondo "sono o non sono libero di fare quello che voglio in una casa dove ho vissuto per quasi 30anni?", gli domando ricordandogli che, nonostante sia lui ora il padrone di casa, io c'ho abitato più lungo
"Sappi che...", fa lui afferrandomi il braccio ma mi divincolo e me ne vado in camera
Il nono mese dell'anno sta quasi per volgere al termine. Dalla finestra della mia stanza posso osservare già il cambio del colore delle foglie degli alberi e l'imbrunirsi presto della sera. Tutto questo mi rende felice. Mi fa capire che mancano solo pochi mesi a Natale, il periodo per me più bello di tutto l'anno. Un giorno, decido di andare a gustarmi l'ultimo gelato della stagione prima che bar e gelaterie smettano di produrne. Ci sono sempre andato da quando ho scoperto che il nuovo assistente gelataio e' un ragazzo di colore. Ci vado perché fanno il gelato più buono della mia città e anche perché mi piace vedere il contrasto della divisa bianca contro il colore scuro della pelle del giovane. Devo dire che da quando c'e' lui, i clienti sono raddoppiati. Sono maggiormente di sesso femminile ma ci vanno anche famiglie con mariti magari frustrati dalla vita matrimoniale e che cercano avventure trasgressive con un ragazzo di un colore diverso dal loro sicuramente più dotato. Lui si chiama Anwar, viene dal Botswana, ha 35anni e i capelli e gli occhi neri come la pece. Quando ti guarda, ti fa sciogliere e temo per quei gelati quando vengono a contatto con i suoi occhi calamitosi rischiando di ritornare ad essere solo latte e conservanti.
"Cosa prendi?", mi chiede quando mi avvicino al bancone
"Stracciatella anzi no, cioccolato con uno spruzzo di panna sopra", gli dico facendo fuoriuscire leggermente la lingua dalla bocca in maniera provocante "mi piace leccare un cono marrone lambendo delicatamente la parte bianca di sopra", continuo a dirgli diventando più audace vista l'ora tarda e la poca gente
"Credo che sia il tuo gusto preferito", mi fa mentre confeziona il gelato perché ha sicuramente capito le mie tendenze
"Non lo mangio sempre ma ogni tanto questo gusto voglio provarlo", gli confesso riferito alle mie innumerevoli volte che ho fatto sesso con un ragazzo di colore ma comunque sempre minori rispetto alle volte che ho scopato con gente bianca "però e' una voglia che non passa mai di moda", continuo
"Ecco a te il tuo cono marrone. Te l'ho fatto gigante come piace a te sicuramente", fa Anwar passandomi il gelato "buona leccata", prosegue a dirmi sorridendomi con i suoi meravigliosi denti bianchi
"Magari", gli rispondo prendendomi il gelato
Afferrandolo, tocco leggermente le dita del gelataio. Non e' la prima volta che vengo a contatto con la pelle color cioccolato ma quando succede, la rosellina mi pulsa diventando incontenibile. Mangio in fretta il gelato ma non per il caldo che fa, perché a dire la verità la temperatura si e' sensibile abbassata per il ritirarsi dall'alta pressione, ma perché voglio andare a casa a farmi una sega. Ogni volta che vedo un ragazzo di colore per strada, se non riesco ad avvicinarlo, devo sempre masturbarmi guardando un porno interrazziale su internet immaginando che il bianco di turno inculato da un magnifico cazzone nero sia io. Tempo dopo, mentre mi sto allenando in palestra con i vogatori, vedo Anwar uscire dallo studio del padrone del locale e si stringono la mano. Subito dopo lui passa davanti a me sorridendomi con la sua dentatura perfetta che oggi sembra emanare luce o forse sono io a immaginarlo perché capisco che si e' iscritto nella mia stessa palestra quando lo vede iniziare ad allenarsi anche lui con un vogatore e questo significa che ogni volta che la frequenterò, lui sarà a mostrarmi i suoi muscoli che si gonfiano e sgonfiano allenandosi e riempiendosi di sudore magari mentre indossa una maglietta bianca che poi diventerà trasparente.
"Vuoi un gelato?", mi sento chiede mentre raggiungo la macchina
"Ehi, ciao", dico ad Anwar trovandomelo di fronte "come stai?", gli dico
"Un po' affaticato. Mi servirebbe qualcosa per rilassarmi. Ti va di andare a prendere un gelato?", continua a chiedermi
"Dipende quale gelato?", gli rispondo maliziosamente
"Proprio quello che vuoi tu", mi sussurra all'orecchio lasciandomi basito
"Sei sicuro?"
"Non sei stato tu l'altro giorno a dirmi che lo volevi?"
"Ho fatto dalle allusioni innocenti"
"Bugiardo. Tanto lo so che ti piace il cazzo. L'ho capito, sai?"
"Ma non a tutti piace quello colorato"
"Continui a mentirmi", fa Anwar "io credo che a te piaccia e che ne hai provati anche parecchi", insinua indovinando
"Ok, sali in macchina che non resisto più", sbotto dopo aver represso inutilmente il desiderio di farmi scopare da lui
Giunti a casa, cominciamo a limonare. Lui e' più alto di me e devo reclinare la testa per potergli permettere di infilare la sua enorme lingua dentro la mia bocca mentre mi prende per il collo e me lo stritola con le sue dita. Ha tutto gigantesco. Una lingua da guinness dei primati, delle dita che sembrano dei cazzi, delle braccia somiglianti a pali della luce, un gonfio e fiero petto, due colonne greche al posto delle gambe e il cazzo? Come sarà? Da quanto posso dedurre toccando il suo pantaloncino bianco, deve essere bello grosso. D'altronde e' un ragazzo di colore, cosa dovrei aspettarmi, di trovare uno stuzzicadenti? Certo che no. Dopo avergli tastato tutto il corpo avvolto nei suoi indumenti, gli levo la maglietta senape iniziando a toccarglielo dal vivo. Ha dei pettorali e addominali talmente duri che mi viene il dubbio se di fronte a me c'e' un esponenente del genere umano oppure uno di quei manichini, a volte anche neri, che si trovano nelle vetrine dei negozi d'abbigliamento. Gli succhio e lecco i capezzoli ma poi Anwar mi afferra la faccia, mi abbraccia per il collo e mi bacia con una passione che raramente ho trovato negli uomini della sua razza. Vorrei continuare a gustarmi la pelle del suo corpo ma un bacio così non me lo voglio perdere.
"Cazzo quanto e' grande", gli dico afferrandoglielo da sopra i pantaloni
"Aspetta solo di entrare in te"
"Magari lo facciamo entrare prima in bocca", rispondo abbassandomi davanti a lui
"Si, prendilo in bocca. Succhiamelo", fa Anwar mentre io gli bacio l'enorme patta e seguo la sagoma del suo uccello nero con la bocca aperta "che puttana", mi schernisce
"Cosa vuoi che faccia?", gli chiedo quasi mugolando perché non voglio staccarmi da quell'obelisco ancora nascosto
"Liberarlo"
"Così?", chiedo dopo aver abbassato la zip e i pantaloncini intravendo un pezzettino di carne nera come il carbone fuoriuscire dal boxer blu
"Si, così ma continua", mi suggerisce
"Vuoi scoparmi?"
"Voglio farti male"
"Fammi vedere che cos'hai qui", gli dico brandendoglielo e muovendolo quasi con sdegno come se fosse lui, e non io, quello che non si decide a togliersi l'intimo
Subito dopo prendo in bocca il suo randello di 24cm. Lo lecco e masturbo contemporaneamente mentre lui mi tiene le mani all'altezza delle tempie per muovermi la testa ma con moderazione perché vuole che sia io a praticargli il pompino e non a subirlo spingendomi con violenza verso il suo pube. Ogni tanto lo caccia via dalla mia bocca e se lo sbatte sulla mano o sulla mia faccia facendomi male sia per la lunghezza che per lo spessore. Riprendo a spompinarlo ancora ma poi mi fa alzare prendendomi per le ascelle e mi solleva leggermente dal pavimento portandomi verso il letto per poi gettarmi su di esso. Mi priva dei miei vestiti e mi gira a pancia in giù come se fossi un bambolotto. Dopo avermi allargato le natiche con le mani, comincia a leccarmi il buco del culo con la sua lingua ruvida che sembra quella di un gatto. Ci infila bruscamente dentro le sue dita senza umettarle lasciando che lo faccia la saliva depositata sul mio solco anale ma l'irruenza del dito infilato improvvisamente fa si che questo non si lubrifichi a dovere quando pervade il mio intestino. Quando smette di prepararmi per la sua grossa minchia, mi gira di nuovo supino sul letto e lui fa la stessa cosa lasciando il controllo a me decidendo di sedermi su di lui.
"Porca puttana", esclamo quando la cappella si fa strada in me e lui, con un colpo netto, mi trapana tutto
"Dai comincia a saltellare, fammi vedere quanto ti piace il gelato al cioccolato"
"Aspetta", gli dico scendendo ancora un altro po' fino a quando i suoi coglioni non vengono schiacciati dal mio culo
Comincio a muovere su e giù facendo entrare ed uscire la sua nerchia nel mio pertugio anale. Ha voluto farmi sedere su di lui in modo che fossi io a guidare la scopata ma Anwar non riesce a non prenderne le redini e quindi mi mette le mani sotto le cosce usando la forza dei suoi bicipiti per farmi salire e scendere sul suo cazzo ed io perdo l'egemonia che mi aveva fatto conquistare.
"Brutta zoccola italiana, ti faccio perdere il vizio di provare i nostri coni marroni", mi minaccia continuando a chiavarmi
"Eppure sono così buoni", gli dico io perché non saranno di certo le sue parole a intimorirmi e neanche i suoi gesti visto che più mi scopa selvaggiamente, più mi viene voglia di trovare un altro nero che mi scopi subito dopo la sua eiaculazione
Il gelataio ficca il suo enorme gelato di carne dentro il mio buchetto. Per colpa della sua foga devo piantare le mani sui suoi bicipiti che si gonfiano ogni volta che spinge verso l'alto il suo bacino per potermi scopare. Lo abbraccio facendomi rientrare di nuovo tutto il suo pennello e lo bacio con passione. Lui ricambia il bacio ma non e' questo quello che vuole poiché continua a stantuffare anche se con minore intensità visto il peso che esercito con il mio culo su di lui grazie alla posizione che ho assunto. Quando finisco di baciarlo, anche Anwar finisce di scoparmi ed io scendo dal letto prendendo in bocca il suo pene. Usando le mani, spinge la mia testa in modo che mi entri tutto toccandomi l'ugola con la cappella facendomi emettere dei mugolii come quando il pediatra da bambini ci controllava la gola con la paletta. Quando mi libera e riesco ad espellere il suo membro dal mio cavo orale, una scia di pre-sperma e saliva si appiccica sul suo addome quando il cazzo gli sbatte contro rendendo la sua pelle leggermente bagnata ma più eccitante. Il gelataio raccoglie alla bene meglio tutto quello che ho sputato su di lui e che era attaccato alla sua cappella, se lo mette in bocca e poi lo sputa sulla mia lingua ed io lo ingoio.
"Mettiti a pecorina", mi ordina
"Dove?"
"Qui", fa Anwar prendendo una sedia facendomi salire su di essa con le ginocchia mentre con le mani mi aggrappo alla scrivania per non rischiare di cadere rovinosamente a terra
Nuovamente inizia a infilare la sua minchia nera in me spingendo in avanti la sedia che sento scriocchiolare. Il mio cazzo mi penzola tra le gambe sporcandomele di liquido trasparente ma le spinte del gelataio sono così poderose che me lo fanno urtare contro i listelli della sedia facendomi male. Ma io sono leggermente masochista e questa sensazione mi piace talmente tanto che spingo il mio culo contro di lui facendo si che anche lo schienale della sedia sbatta contro un'altra parte del mio corpo, più precisamente contro il petto. Per evitare di farci male, Anwar smette di scoparmi e mi fa scendere a terra portandomi verso la scrivania. Vorrei poggiare il ginocchio su di essa sollevando la gamba per aprirmi di più ma me lo impedisce. Entra nel mio sedere con autorità perché sa che in questa posizione, le mucose sono più contratte avendo le natiche più chiuse rispetto a prima e posso sentire meglio lo sfregare della carne della sua asta nel mio sfintere e la sua cappella mi procura un fastidio sotto l'ombelico tanto da portare il mio cazzo ad emanare una sostanza che non so se sia addirittura pipì. Mi schiaccia la testa contro la scrivania ed io comincio a masturbarmi furiosamente il cazzo lasciato in pace da entrambi, intenti a dare piacere ad altre zone.
"Lo sai che sei una zoccola?", mi domanda cercando di umiliarmi
"E tu lo sai che sei uno stronzo?", cerco di fare la stessa cosa io ma finisco solamente per farlo arrabbiare perchè mi da una botta che mi fa spalancare la bocca dal dolore
"Credevo fossi più aperto con tutti i cazzi colorati che hai preso. Vediamo se riesci ad aprirti ancora di più", mi fa uscendo dal mio culo
Anwar mi gira e mi bacia per poi prendermi in braccio. Mi abbarbico intorno al suo collo taurino mentre le sue grosse mani si impossessano del suo grosso uccello e lo guidano di nuovo in me. Ora si che sono spalancato visto che non posso poggiare le gambe da nessuna parte perché le ho aperte vergognosamente in aria mentre un uomo di colore mi sorregge per il culo e mi scopa. Anwar mi getta violentemente sul letto facendo uscire il suo cazzo dal mio culo che ben presto ritrova il piacere di essere stantuffato. Mi prende per le caviglie cercando di allontanare le mie gambe e sono di nuovo aperto quanto voleva lui perché riesco a sentire le sue palle sbattermi contro il mio coccige segno che la sua banana africana e' quasi tutta in me come quando prima mi scopava a smorzacandela. Io mi sego e successivamente sborro sul mio addome mentre Anwar prosegue nella sua missione di voler far entrare anche le palle nel mio culo. Lo so, non ci riuscirebbe mai e poi mai, neanche usando l'anestetizzante per non farmi sentire dolore. Sono sicuro che vorrebbe almeno continuare a scoparmi ma credo che sia arrivato il momento culminante anche per lui. Si sdraia su di me portando il suo pene in prossimità della sua faccia, me lo infilo in bocca mentre lui punta i piedi e le mani sul materasso come se stesse facendo le flessioni ma sono io a muovere la mia testa contro il suo pube fino a quando non me lo ficca in gola facendomi lasciare la presa e quando esce, il suo cazzo equino dondola ed erutta sulla mia faccia e dentro la mia bocca arrivandomi fino in gola e andandomi di traverso. Soddisfatto di avermi fatto provare il suo cono al cioccolato, il gelataio se ne va.

FINE CAPITOLO 11

Un nuovo capitolo uscirà ogni domenica

TO BE CONTINUED

TUTTO CIO' E' ACCADUTO PRIMA DEL COVID-19

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