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Gay & Bisex

Un mese di baldorie 2


di FRANK_1987
31.05.2020    |    4.678    |    6 8.1
"Lo fa con una tale foga che mi imbratte tutto il mento con la sua saliva..."
Di nuovo sul pezzo…di carne

Eccomi con dei nuovi capitoli. Spero che anche questi vi piacciano. Sono da collocare dopo l’ultimo capitolo della saga “VITA DI COPPIA”. Alcuni di voi mi stavano aspettando, altri non sentivano il bisogno di leggere ulteriori miei racconti ma non mi interessa quindi buona lettura

CAPITOLO 2

Il risveglio del mattino dopo e’ davvero traumatico. Non tanto perché sono solo nel letto, visto che ormai in Italia mi ero abituato, ma perché sono in una casa che non e’ mia in una città che non conosco abbastanza. Anche se la casa e’ di zio, un mio familiare, non mi sento a mio agio soprattutto perché il legame che ci unisce va ben oltre la consanguineità visto che ne abbiamo instaurato uno sul sesso. Sebbene, pure questo legame si stia sgretolando dopo la sua affermazione di ieri sera di permettermi di scopare con i suoi escort ma non con lui. Una leggera brezza, portata dalla vegetazione che circonda la casa, pervade la mia stanza accompagnata da un profumo che mi ricorda il mio Paese. Nonostante il caffè sia stato importato dalle Americhe, quando si ha il piacere di farsi invadere le narici con la sua fragranza, subito la mente ci riporta a Napoli. “Cosa c’entra Napoli con la Calabria?”, vi starete chiedendo, niente, vi rispondo, ma e’ comunque una città italiana e ormai il caffè è diventato uno dei simboli del nostro Bel Paese. Mi alzo e raggiungo la cucina. Ai fornelli c’e’ una donna diversa da Cecilia. Penso subito che lo zio, dopo la cena, sia uscito per incontrarla e portarsela a letto, ma poi si presenta come la cameriera. Avrei dovuto immaginarlo. Non indossa di certo i vestiti sfarzosi che una squillo usa per accalappiare la sua preda. La donna, all’inizio e’ un po’ riluttante perché crede che io sia l’amante di Mariano e Cecilia. Ha centrato il punto, dato che ho fatto sesso sia con l’uno che non l’altro, ma io mi presento per chi sono veramente: il nipote del padrone di casa arrivato dall’Italia in cerca di un po’ di divertimento dopo una delusione amorosa. E’ evidente che lei e’ all’oscuro di quanto succeda in questa casa anche se ancora non sono stato testimone di nessuna orgia. Forse usano un altro posto per organizzarle o forse la zia ha smesso semplicemente di prostituirsi e lo zio di prendere parte ai festini organizzati proprio da lui ricoprendo solo il ruolo di promotore e non di partecipante. Quando Mariano e Cecilia si alzano salutando Luciana, la cameriera, domando dove sia mio cugino Miguel e lo zio mi risponde di averlo mandato in collegio. Certo, penso, in questo modo sarà più facile per loro fare quello che devono fare senza essere disturbati.
“Cosa farai oggi?”, mi domanda zio
“Non lo so, tu cosa mi consigli?”
“Perché non vai a fare shopping?”
“Mi accompagni?”, gli chiedo
“Non posso, devo andare a lavorare”
“Ma io come faccio ad andare in giro da solo senza conoscere nessuno? Non mi va di passeggiare per le strade perdendo le bellezze di questo posto standomene con il naso ficcato dentro una cazzo di guida turistica che mi spiega come chiedere che ora sia”
“Ti accompagno io”, mi dice Cecilia nel suo italiano imperfetto
“Ecco, vedi? Vai con la tua amichetta, maricas”, ribatte lo zio facendomi arrabbiare
“Siamo in due”, fa zia vedendomi arrabbiato cercando di tirarmi su il morale “ho bisogno anche della tua carta di credito”, prosegue facendomi sorridere veramente perché in questo modo mi ha voluto difendere dalla parola offensiva che il marito mi ha rivolto
Prima di uscire con mia zia, voglio restare da solo in casa. Diciamo che sono quasi costretto perché zio va a lavorare mentre sua moglie aveva un appuntamento che non poteva rimandare. Sono sicuro che e’ un appuntamento di sesso e so quanto sia importante scopare con qualcuno per quelli come noi, costantemente ossessionati. Faccio la doccia e decido di girare per casa solo in mutande. Alzo il volume della radio che trasmette le canzoni più in voga del momento. Inizio a ballarle sculettando come fanno i go-go boy in discoteca. Mi fermo davanti ad uno specchio e continuo a muovermi sinuosamente toccando il mio corpo con fare seducente come se stessi su un cubo circondato da persone allupate desiderose solamente di rimorchiarmi per fottermi. O per essere fottuti. Magari potrei decidere di farlo veramente. Di farmi assumere da qualche discoteca in città, tanto ormai ho lasciato il mio vecchio lavoro e non credo che lo zio di Mario mi riassumi quando tornerò. Spengo la radio e mi getto sul divano poggiando i piedi sul tavolino e un braccio sullo schienale accedendo la tv per guardare i programmi locali anche se non capisco una mazza di quello che stanno dicendo. La vibrazione del cellulare mi avverte dell’arrivo di un messaggio. E’ Cecilia che mi comunica che tra 15minuti sarebbe arrivata per andare a divertirci al centro commerciale. Vado in camera mia e mi preparo. I centri commerciali di Rio de Janeiro sono delle città nella città, molto diversi dai nostri e, naturalmente, più grandi. La maggior parte degli acquisti fatti con la zia transessuale comprendono magliette e pantaloni di diverse forme e colori. Provo un pantalone classico con i risvoltini e Cecilia non fa altro che toccarmi. Crede che io non colga la sua voglia di mettermi nuovamente le mani addosso, non soltanto per capire se un pantalone e’ comodo oppure no. Quando ne provo un altro, si inginocchia davanti a me e infila le mani dentro le tasche ma, nel farlo, struscia i suoi indici in prossimità della zip toccando la cappella del mio cazzo a riposo. Lei mi sorride ed io ricambio imbarazzato. Dall’alto, riesco a vedere il suo prosperoso seno rifatto che fa capolino da un vestito aderente bianco. La faccio alzare di prepotenza e mentre con la mano sinistra le afferro una tetta, con l’altra la prendo per il collo e la limono. Cecilia contraccambia il mio appassionato bacio con la lingua e le sue mani percorrono il mio corpo arrivando a raggiungere il mio pene eretto foderato da un pantalone che ancora non ho comprato. All’improvviso, la voce del commesso mi riporta alla realtà. Cecilia e’ ancora inginocchiata davanti alla mia patta intenta a controllare come il pantalone mi stia bene ed io l’allontano facendola alzare per non farle capire che le sue dita, che hanno sfiorato la mia capocchia, mi hanno fatto sognare ad occhi aperti di baciarla procurandomi un’erezione. Compro quell’indumento solo per il gusto di averlo indossato immaginando quella scena e poi andiamo a mangiare qualcosa. Uscendo dal parcheggio del centro commerciale, io e la zia incontriamo un suo vecchio amico. Si chiama Kalvin, ha 34anni, occhi e capelli marroni e veste con una maglia a giro maniche blu, una camicia di jeans a maniche corte e un pantaloncino aderente, soprattutto in prossimità del suo pacco. Io e Kalvin rimaniamo folgorati l’uno dall’altro ma ormai si e’ fatto tardi e dobbiamo tornare a casa.
“Com’e’ andato lo shopping?”, chiede Mariano
“Benissimo, ho comprato un sacco di cose nuove alla faccia tua”
“Giulio ha incontrato Kalvin”, risponde Cecilia in inglese
“Ah, hai incontrato quel frocetto?”, mi domanda zio “sei fortunato, e’ davvero dotato”, mi fa sapere
“Si, ma chissà quando lo rivedrò in una città così grande”, gli dico mentre Cecilia riceve un sms e sorride guardando verso di me
“Sono sicuro che se e’ rimasto folgorato da te, farà di tutto per conoscerti”
“Darei l’anima per farmi scopare da lui. Ma davvero e’ dotato?”
“Lo chiamano “il cavallo gay””, dice Mariano facendomi pulsare la rosellina “sono sicuro che non ti lamenterai di averlo conosciuto”, prosegue mettendomi la pulce nell’orecchio
Dopo pranzo, vado in camera mia ed accendo il computer. Decido di navigare un po’ su internet, soprattutto nei vari siti porno che la rete ci offre per trastullarci nel momento dell’eccitazione. Ne becco proprio uno dove i due attori somigliano a me e Kalvin. Il passivo e’ un ragazzo pelosetto, non eccessivo come me, mentre l’attivo e’ un mingherlino cazzuto che spana a dovere il culo della sua conquista. Penso a quanto sarebbe bello poter scopare con Kalvin, per verificare se il suo soprannome e’ degno di lui oppure no anche se, l’occhiata che ho dato al suo pacco, mi fa pensare che sia l’appellativo giusto alla sua persona.
“Giulio”, fa Cecilia entrando nella mia stanza mentre io mi giro davanti a lei cercando di nascondere il mio cazzo nei pantaloni aperti
“Cecilia, cosa c’e’?”, urlo arrabbiato
“Poco fa ho ricevuto un messaggio da Kalvin. Ha detto che sei veramente un bel ragazzo”
“Davvero ti ha scritto parlandoti di me?”
“Si, l’ha fatto”
“E cos’altro ti ha detto?”
“Che vorrebbe incontrarti”
“Quando?”, chiedo alzandomi dalla sedia mentre il mio cazzo ormai moscio esce dalla zip maldestramente richiusa “Cecilia?”, continuo spostando l’attenzione della zia dal mio cazzo anche se ci riesco solamente quando mi ricompongo del tutto
“Anche stasera se ti va”
“Certo che mi va. Diglielo per favore”
“Ok. Tuo zio ti accompagnerà a casa sua”, fa la zia per poi andarsene
Il mio cuore batte nel petto come quello di un ragazzino al suo primo appuntamento. Che poi lo e’ per davvero. Sarà il primo membro maschile che prenderò nel culo da quando ho lasciato il mio ex. Mi preparo accuratamente per la serata scegliendo in anticipo anche la roba da mettermi. Una camicia bianca con il bavero blu e uno jeans sdrucito ma comunque alla moda, saranno gli accessori che incorniceranno quello che Kalvin vuole di me, cioè il mio corpo. Io e Mariano saliamo in macchina e raggiungiamo il luogo dell’appuntamento. Sembro una mignotta di lusso che viene portata dal suo pappone all’incontro con un cliente.
“Mi raccomando, non fare tardi”, mi avverte zio
“Posso restare a dormire da lui, se vuoi”
“Per me va bene, sperando che Kalvin sia d’accordo”
“Credi che possa rinunciare ad un tipo come me disposto a soddisfare l’alzabandiera che si ritroverà domani mattina?”, gli rispondo altezzosamente
“Sei davvero un maricas”
“Grazie”, dico a Mariano per poi scendere dalla macchina e raggiungere la casa di Kalvin
Quando lui mi apre, rimango nuovamente affascinato da lui e dalla sua maglietta blu che mette in evidenza i suoi pettorali sviluppati dalla palestra mentre il pantalone, rigorosamente senza cintura, mi mostra lembi della pelle del suo addome e della sua schiena ad ogni movimento. Adoro quando gli uomini portano i jeans senza la cintura. Mi piace vedere l’effetto che fa quando, tolta la maglia, osservo la parte superiore del pantalone praticamente attaccata alla pelle come se fosse una cosa sola. Mi da come l’impressione che la pelle del torace e il jeans siano un continuo senza essere separati dalla cinta. E adoro anche quando, piegandosi su di me, la parte posteriore del jeans si solleva facilmente ed io posso inserire le mie mani al suo interno. E’ quello che faccio anche con Kalvin sebbene lui non sia sdraiato su di me ma ci stiamo baciando in piedi lasciando che le nostre mani comincino a conoscere i corpi che andranno poi ad esplorare più approfonditamente.
“Inginocchiati”, mi ordina Kalvin nel suo italiano perfetto, frutto di un lungo soggiorno nel nostro Paese a scopo lavorativo
Mi inginocchio davanti a lui e gli abbasso le mutande mentre prima c’eravamo accuratamente liberati dei nostri ingombranti vestiti che nascondavano i corpi alla nostra vista. Un obelisco di carne umana di 22cm svetta fuori dall’indumento intimo ed io inizio a masturbare e a leccare, prima aiutandomi con le mani, poi senza. Kalvin reclina la testa numerose volte mentre io proseguo con impegno a succhiarlo. Quando si alza, si cala le mutande fino ai piedi, io faccio lo stesso con le mie ma nel momento di toglierle del tutto, smetto di spompinarlo continuando però a segarlo. Ormai nudi come le nostre mamme c’hanno fatto, il ragazzo si siede ancora sul divano ed io ricomincio il mio lavoro da bocchinaro. Gli lecco l’asta, le palle e la cappella per poi infilarmelo in bocca e sputarlo fuori per leccargli ancora una volta le tre parti che formano il cazzo. Kalvin mi prende per il mento baciandomi con la lingua. I nostri organi gustativi a volte si toccano anche senza che le nostre labbra facciano il loro dovere. Mi sputa sulla lingua e poi mi bacia di nuovo costringendomi a ingoiare la sua saliva ma non c’e’ bisogno che mi costringa, visto che l’ho fatto già altre volte in passato. Kalvin mi alza e mi getta sul divano sollevandomi le gambe.
“Adesso e’ il mio turno”, mi dice
“Leccami il culo, maiale”, gli ordino
“Guarda che bel buchetto”, fa lui aprendomi le chiappe e facendomi un po’ male visto che ancora non e’ stato lubrificato e quindi risulta secco “non vedi l’ora di entrarci dentro”, fa incominciando a leccarmi il culo
Kalvin lecca il mio ano dal basso verso l’alto sfiorandomi il perineo e qualche volta anche le palle. Penso che non voglia leccarmi il cazzo, penso che sia uno di quegli uomini che non mostrano interesse per la parte anteriore di un altro uomo ma per fortuna mi sbagliavo. La sua bocca intorno alla mia asta mi fa impazzire. La posizione che ho assunto fa si che le mie palle vengano schiacciate leggermente dal mio attrezzo ogni volta che il ragazzo lo avvicina alla sua bocca. Poi mi prende per le mani e mi fa alzare dal divano. Lo seguo nel corridoio della sua casa osservando le sue spalle fare mille movimenti e il suo sedere sodo ancheggiare ad ogni deambulazione. Raggiunta la camera da letto, mi getta sopra il materasso facendomi sobbalzare. Lui si avvicina a me con fare felino e mi si sdraia davanti facendomi girare leggermente verso destra. Io mi masturbo, Kalvin mi bacia e con una mano mi massaggia le palle oppure si inumidisce un dito infilandomelo dentro il mio buchino mentre il suo cazzo svettante urta contro la mia chiappa sinistra. Si gira dall’altra parte del letto ed apre un cassetto prendendo un preservativo e il lubrificante.
“Vuoi mettermelo tu?”, mi domanda
“Con la bocca o con le mani?”, chiedo
“Non vedi l’ora di assaggiarlo in qualsiasi buco eh?”
“Sfiderei chiunque a non provarci”
“Mettimelo con le mani che poi in bocca te lo do senza”
Kalvin si sdraia supino sul letto mentre io mi sollevo e gli infilo il preservativo. Lo lubrifico con l’apposita sostanza e poi lui mi da uno schiaffetto sulle chiappe facendomi capire che e’ arrivato il momento di impalarmi. Tra poco un altro cazzo entrerà dentro di me. Il primo da quando avevo smesso di incontrare altre persone insieme a Mario ma se lui continua a incontrarsi con il congolese Malik, io non vedo come mai debba farmi tante remore e infatti mi siedo sul pube di Kalvin, afferro il suo pene e lo indirizzo verso il mio buchetto che si apre per accoglierlo. Esterno un lamento di goduria mentre Kalvin sogghigna soddisfatto per averne scopato un altro. Chissà che numero sono nella lista delle sue conquiste?!
“Che culo che hai?”
“Scopami più forte”
“Sei una zoccola”
“Si, lo sono”, grido saltellando
“Sei una zoccola, una puttana, un maricas”
Questa e’ la prima volta che un altro mi chiama in questo modo. Finora e’ stata una prerogativa dello zio ma adesso anche Kalvin mi ha apostrofato così. D’altronde anche lui e’ brasiliano, quindi e’ normale. Ma non e’ un brasiliano come potreste pensare voi. Lo e’ solo perché e’ nato qui ma i suoi genitori sono americani. Adesso Kalvin mi sta scopando prendendomi per i fianchi. Il suo cazzo avvolto nel condom e lubrificato a dovere fa dentro e fuori il mio intestino mentre le mie chiappe si gonfiano e si sgonfiano ogni volta che saltello su di lui e il mio buco si apre. Ma non abbastanza. Voglio ancora altri centimetri della sua banana dentro le mie carni e per questo mi poggio con le mani al muro e mi protraggo leggermente su di lui in modo da aprirmi meglio. Questa posizione deve avere dato i suoi frutti perché Kalvin mi afferra per le chiappe e muove velocemente il suo bacino contro di me facendo urtare delicatamente le sue palle contro la mia pelle. Prima non ci riusciva e adesso si, segno che mi sono aperto proprio come volevo io. Con i piedi ben piantati sul materasso, l’americano-brasiliano mi fotte spingendo solo il suo enorme pene contro il mio povero culetto mentre ha poggiato le mani dietro la testa gonfiando i bicipiti. Mi metto perpendicolarmente alla sua verga mentre lui si solleva un po’ come se volesse sedersi e così lo sento tutto lungo il mio retto.
“Mi stai facendo impazzire”, gli confesso
“Anche tu. Sei così aperto”
“Non smettere di trombarmi”
“Non ci penso per niente”
“Lo voglio ancora tutto dentro”
Proseguo il mio saltellamento lungo la banana di Kalvin che, non contento del ritmo un po’ lento che esercito per scoparmi da solo, decide di dettarne lui uno migliore agguantandomi nuovamente per il costato. Spinge il suo pene dentro il mio culo e muove il mio corpo verso il basso come se mi stesse aiutando a sedermi su di lui, ma non dolcemente come si fa quando si solleva da terra un bambino che e’ caduto e si e’ sbucciato un ginocchio ma come si fa con una puttana per farla godere fino allo sfinimento. Dopo un po’ di su e giù, Kalvin sembra aver diminuito la sua forza esercitata nella scopata, adesso e’ più dolce, anche se prima lo era senza dubbio, dipende da quanto ci piace il sesso rude e violento. Mi prende per il collo facendomi chinare sopra di lui e poi mi bacia con la lingua mentre il suo cazzone continua il suo ingresso in me. Mi sollevo inarcando la schiena poggiando sul suo petto le mani che vengono solleticate da qualche peletto in prossimità dei capezzoli mentre le mie cosce vengono solleticate dai peli delle sue gambe, qui un po’ più consistenti. Mi fa uscire da sopra il suo cazzo e mi getta sul letto facendomi girare ancora verso destra e lui si mette dietro di me alzandomi la gamba sinistra. Il suo poderoso organo sessuale entra un'altra volta nel mio sfintere, felice di accoglierlo facendosi stantuffare come quello di una vecchia baldracca navigata.
“Ti piace il cazzo, eh?”, mi chiede Kalvin
“Si lo adoro”, gli rispondo
“E il mio?”
“E’ magnifico. Vorrei che non sborrasse mai. Voglio averlo nel culo sempre, notte e giorno”
“Potrebbe succedere”, mi risponde facendomi riflettere
Kalvin mi scopa tenendo sollevata la mia gamba sinistra mentre io mi sego e lui mi bacia. Lo fa con una tale foga che mi imbratte tutto il mento con la sua saliva. Poggiando la mia gamba sul letto, il ragazzo continua a fottermi. Abbracciandolo, posso guardarlo nei suoi occhi castani, degli occhi che traspaiono tutta la sua virilità. Avevo sospettato già quando l’ho visto al centro commerciale che poteva avere una tale qualità e sono sollevato dall’apprendere che quello che immaginavo, si e’ rivelato reale. Kalvin preme la mia gamba sinistra sull’altra in modo da farmi stringere il buchetto e lui possa provare ancora più piacere scopandomi. Ci riesce ma il godimento si propaga ad entrambi. Sento il profilattico strofinarsi lungo le pareti della mia voragine anale e abbraccio ancora di più Kalvin facendolo avvicinare a me, ma non per farmi scopare meglio, ma per non farlo allontanare, per portarmi mescolare a lui come fanno due sostanze apposite. Mentre io masturbo il mio cazzo, lui tocca il suo con l’indice per capire quanta della sua carne e’ entrata in me e quanta ancora possa farci entrare. E’ così bello che per un attimo, a malincuore, sposto la gamba per farlo uscire dal mio culo e potermi girare verso di lui e guardarlo negli occhi mentre limoniamo e i nostri cazzi si toccano l’uno con l’altro e il mio viene imbrattato di lubrificante e umori anali. A malincuore dicevo, ma a volte un bacio può essere ancora più eccitante di una scopata.
“Peccato non averti incontrato prima”
“Prima quando?”
“Appena sono venuto in vacanza”, mi risponde
“Quando sei arrivato?”, gli chiedo
“Una settimana fa”
“Pensa che io sono qui da 24ore ed ho già rimediato un cazzo nel culo”
“Perché nessuno può resistere alla tua carne”, mi dice
“Se sei in vacanza, questo vuol dire che stai per partire”
“Si”
“Quando andrai via?”
“Non parliamone adesso, voglio scoparti”
“Ma io voglio sapere”
“Vuoi la mia sborra, si o no? O devo segarmi e venire per terra?”
“No, la voglio tutta in bocca”
“Bravo. Vieni qui”, replica Kalvin prendendomi per i piedi e tirandomi a lui
Sono con le gambe aperte davanti a lui che rimette il suo cazzo nelle mie profondità. Si e’ inginocchiato sul materasso e mi scopa poggiandosi con le mani sulle coperte in prossimità delle mie ascelle. Lo guardo mentre esprime con la sua mimica facciale tutta la passione che sta usando per fottermi. Io, invece, gli accarezzo i bicipiti e poi mi tocco il cazzo aumentando gradualmente l’intensità della sega fino a quando sborro sul mio addome. Uso la mia dotazione sessuale per spargere tutto il seme da una parte all’altra del mio ventre. Poi Kalvin esce dal mio culo, ci alziamo dal letto ed io mi inginocchio davanti a lui. Mentre si smanetta il bastone, gli lecco o succhio le palle gonfie di crema bianca che prima o poi verrà riversata sulla mia faccia o dentro la mia bocca. Quando lui mi sposta leggermente indietro toccandomi il mento, io tiro fuori la lingua. Il primo schizzo mi finisce lungo il mento, il secondo sulla lingua, il terzo si appiccica ai miei incisivi superiori colando anch’esso sul mio organo gustativo mentre gli altri vengono spruzzati in maniera più debole sulla mia faccia. Strofino la lingua come quando vogliamo far capire quanto ci piaccia qualcosa o qualcuno e poi mando giù tutta la sostanza scrotale. Ripulisco il cazzo di Kalvin e mi fa alzare. Ci baciamo appassionatamente e poi lui mi offre di dormire insieme quindi ci sdraiato sul letto ancora sporchi di sperma e sudore…

FINE CAPITOLO 2

TO BE CONTINUED

Un nuovo capitolo uscirà ogni domenica

QUESTA E’ LA STORIA DELLA MIA VITA, SCRITTA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI
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