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Gay & Bisex

Come sono diventata Sua


di sissy4daddy
16.08.2018    |    5.449    |    17 9.4
"In bagno c’è solo una vestaglia da donna; decido di uscire..."
Ero alla ricerca di uno strumento usato per il mio giardino attraverso un noto sito di annunci, cosi lo contatto: prezzo interessante e abbastanza vicino; trovarlo è stato meno facile: attraverso un labirinto di stradine bianche sono riuscito ad arrivare ad un casolare perso tra le colline.
Il tipo (lo chiamerò G.) è un sessantenne robusto con una bella pancia, due bei grossi baffi e due occhi furbi.
Dopo i convenevoli di rito mi fa accomodare dentro e mi offre qualcosa da bere..scambiate quattro chiacchiere, mi chiede se ho voglia di fare un giro della sua fattoria prima di vedere l’oggetto dell’annuncio; accetto di buon grado, del resto ho tutto il pomeriggio libero.
Con orgoglio mi mostra il frutteto, il rigoglioso orto, il pollaio, la stalla: questa aveva un soffitto alto ed ospitava mucche, capre ed un cavallo: uno splendido stallone irrequieto la cui vista mi blocca: ha un cazzo enorme che scende fin quasi il pavimento con due palle che sembrano due meloni. G. deve aver notato la causa della mia distrazione, perché mi da una pacca sulla spalla e si fa una grassa risata; mi rassicura di quanto sia normale, per chi non è abituato, reagire cosi alla vista di un membro equino.
Continuiamo il giro mentre mi racconta del fatto che vive solo, dopo che i figli sono cresciuti e la moglie è scappata con un altro uomo, della vita che fa e del fatto che spesso si sente solo.
Io lo ascolto, ma la mia mente continua a tornare all’immagine dello stallone ed alla reazione che mi ha provocato: ho un’erezione così forte che la cappella sembra esplodere.
Finiamo il giro e ci ritroviamo nel suo soggiorno; mi offre da bere un vino che produce lui: fresco ed apparentemente leggero; insiste per darmene ancora e tra una battuta e l’altra sbadatamente (forse) mi versa la caraffa addosso.
Subito si prodiga di scuse, mi tampona con dei tovaglioli, cerca di asciugarmi, ma nel farlo mi tocca le cosce, l’inguine e, sono sicuro, si accorge che ho il cazzo in erezione.
Mi invita ad andare in bagno a cambiarmi; aspetta che gli dia i vestiti bagnati e mi dice che mi porterà qualcosa da mettermi.
Ma non torna.
In bagno c’è solo una vestaglia da donna; decido di uscire.
Il problema è che indosso le mutandine di mia moglie (ogni tanto lo faccio: mi eccita sentire il pizzo addosso) e così torno in soggiorno con la vestaglia da donna a coprire il pizzo dell’intimo che indosso.
G. torna, ha messo a lavare tutto e ride del mio abbigliamento.
A dire il vero rido anch’io: è surreale.
Senza togliermi gli occhi di dosso mi dice che mi sta bene la vestaglia, poi, con naturalezza, mi chiede se voglio toglierla per fargli vedere cosa c’è sotto.
Io anziché essere preso dal panico e forse disinibito dal vino, maliziosamente apro la vestaglia e gli mostro le mutandine da cui spunta un cazzo in erezione.
G. non fa una piega, ma la sua voce si fa più autoritaria: mi dice:
"e così ti piace indossare mutandine da donna?"
Io abbasso lo sguardo e rispondo di si.
Continua:
"c’è qualcos’altro che ti piace fare come una donna?"
Io non so cosa rispondere: in mente ho l’immagine del membro del cavallo, quelle palle gonfie; e rimango in silenzio.
Ma G. sa cosa vuole ed anche cosa voglio io, anche se ancora lo ignoro.
Mi dice:
"Facciamo un gioco.. ora chiudi gli occhi..aprili solo quando te lo dico io."
Lo assecondo con crescente eccitazione e dopo un paio di minuti, mi permette di aprire gli occhi: lo trovo seduto in poltrona, senza vestiti, che si mena il suo grosso cazzo nodoso e tozzo.
A quella vista sento un calore che va dalla bocca fino alla pancia.
Mi avvicino, ma sono inebetito da quello che sta accadendo, e aspetto che mi ordini qualcosa.
Mi guarda e mi dice:
"avevo capito cosa eri da quando ti ho portato dallo stallone: quelle come te reagiscono sempre così. Ora vieni qui, inginocchiati e succhiami il cazzo; so che muori dalla voglia."
Io no dico niente.
Mi inginocchio tra le sue gambe fino a trovarmi il suo cazzo ad un centimetro dal mio viso; ne percepisco il calore, ne sento l’odore.
Lo accarezzo con una mano, poi lo sego un po': è davvero imponente.
Apro la bocca, appoggio la punta della lingua sul frenulo, inizio ad esplorare la sua cappella turgida e lucida, ma poi non resisto e le mie labbra si schiudono completamente ad avvolgere ed accogliere il membro.
Anche se l’ho fatto mille volte nella fantasia, sentire finalmente la carne viva, pulsante, calda tra le mie labbra è indescrivibile.
La mia bocca e la mia lingua si muovono istintivamente: inizio a leccare il cazzo lungo l’asta fino alle grosse palle, poi torno a prenderlo in bocca ed ingoiarlo fino a togliermi il fiato, poi di nuovo: succhio, lecco e bacio mentre con le mani accarezzo le palle, le cosce, la pancia di G.
Continuo a spompinarlo avidamente con sempre più foga, fino a strappargli un gemito di piacer, tanto che prende la mia testa e la spinge con forza verso il cazzo: sento le palle sulle mie labbra, i suoi peli mi solleticano il naso e tutto il suo membro è nella mia bocca, in gola.
Inizia a scoparmi la bocca muovendomi con decisione la testa avanti ed indietro: sono completamente in suo potere.
Poi, senza preavviso, lo toglie e mi lascia con copiosi fili di saliva che colano tra le mie labbra ed il suo cazzo.
Si alza, e mi chiede:
"questo culo è vergine?"
Io rispondo quasi imbarazzato di si, che ci ho giocato, che mi sono infilato piccoli oggetti, ma un cazzo vero no, quello mai.
Lui ride e mi risponde:
"Bene..allora da oggi non lo sarà più."
Io a quelle parole sento le gambe che mi tremano ed un fremito inizia a scaldarmi il basso ventre.
Al solito G. non aspetta che io risponda, ma dalla posizione inginocchiata davanti alla poltrona su cui era seduto mi spinge a piegarmi in avanti; poi si inginocchia dietro di me, scosta il filo delle mutandine e con quelle sue enormi mani mi afferra le natiche allargandole, scoprendo bene il mio buco.
In in attimo sento la sua lingua dare delle calde pennellate, seguite da insistenti tentativi di farsi strada attraverso lo sfintere, il tutto accompagnato dal piacevole sfregare dei suoi baffi sulla mia pelle, sul mio culo; ed in breve il calore e la maestria del suo lavoro ottengono l’effetto voluto: mi sto aprendo.
Pian piano divento di burro e la sua lingua inizia a trovare strada facile.
Non contento, inizia ad infilarmi un dito dentro: lo sento arrivare in profondità finché la mano lo permette, per poi iniziare a masturbarmi, come se fosse una fica.
Poi un secondo dito e di nuovo avanti e indietro: ora mi sento veramente aperta.
Senza indugiare oltre, lo sento inginocchiarsi dietro di me mentre appoggia la cappella sul mio buco ormai burroso; poi, mentre le sue mani mi allargano i glutei, avverto la pressione del suo corpo che spinge per entrare.
Anche se mi sento larga ed accogliente, il suo cazzo è veramente tozzo e nerboruto; lo sento che si fa strada faticosamente nel mio sfintere: è enorme!
Ma G. sembra sapere il fatto suo, perché inizia a darmi delle sculacciate alternate a piccoli colpi di affondo, permettendo ai miei muscoli di adattarsi per accoglierlo in tutta la sua larghezza.
E così è: sento ogni centimetro di pelle, vene e cazzo pulsante scorrere dentro di me, fino all’inebriante conferma che è tutto dentro: sento le sue grosse palle che toccano le mie, le sue cosce contro le mie natiche, la sua grossa pancia che si appoggia sul mio fondoschiena.
Ancora un paio di sonore sculacciate e G., sicuro che mi sono adattata al suo cazzo, mi afferra ai fianchi e inizia a muoversi: dapprima piccole escursioni, di pochi centimetri, per poi aumentare progressivamente l’ampiezza degli affondi.
Infine inizia a scoparmi con forza e vigore.
Lo sento parlarmi, rivolgersi a me come la sua puttanella svuotapalle; non crede che il mio culo sia vergine: dice che prendo il suo cazzo con troppa facilità, che sicuramente ho preso parecchi cazzi e mentre mi parla, lo sento montarmi con sempre più forza; sento la sua pancia sbattere ritmicamente sulla mia schiena, mentre il mio culo ormai sfondato lo accoglie facilmente.
Anzi, mi rendo conto che lo voglio di più, lo voglio ancora, lo voglio tutto: istintivamente sto inarcando la schiena e cerco di aprirmi il più possibile per prendere tutto: vorrei anche le palle dentro!
Così abbasso il busto fino ad avere la faccia sul pavimento ed allargo di più le gambe inarcando la schiena, mentre lui continua a scoparmi: lo sento ansimare.
Si accorge che sono vogliosa ed ingorda del suo cazzo e mi sculaccia ancora; le sue palle sbattono ritmicamente sulle mie, ormai esposte ai suoi colpi e sento che qualcosa sta per accadermi: un paio di contrazioni allo sfintere ed alla pelvi sono seguite da alcune gocce di sborra che colano dal mio cazzo semieretto.
Sento che sto per godere.
Sto per godere con il culo; con un cazzo che mi scopa il culo!
Ma mentre penso all’orgasmo anale in arrivo, lo sento fermarsi e ordinarmi:
"Non azzardarti a venire: puoi godere solo quando e se te lo permetterò io. Ora mettiti in piedi."
Io sono delusa, ma anziché indispettita, sono inspiegabilmente eccitata dalla sua determinazione: lo assecondo ed aspetto che mi ordini cosa fare.
Si distende per terra e mi dice:
"Ora che sei la mia troia personale, voglio che ti scopi da sola: fammi vedere quanto ti piace il mio cazzo; voglio guardarti negli occhi mentre te lo infili dentro e lo prendi tutto."
Senza staccare gli occhi dai suoi, gli salgo sopra e, dopo aver afferrato il suo membro con una mano, lo guido verso il mio culo voglioso: appoggio la sua cappella e senza fatica,la faccio scivolare dentro; poi inarco la schiena, mi allargo i glutei e lo accolgo fino alle palle, cogliendo il lampo di soddisfazione nei suoi occhi per avermi fatto diventare la sua cagna vogliosa.
Ora è tutto dentro di me, lo sento pulsare, caldo e duro.
Inizio a muovermi: dapprima piccoli movimenti di bacino, avanti ed indietro, ma presto non mi bastano più ed allora inizio anche a sollevarmi ed a cavalcarlo sempre più veloce; nel frattempo il mio cazzo è piacevolmente schiacciato tra la mia e la sua pancia e sento che potrei godere da un momento all’altro, allora rallento il ritmo e mi concentro solo sulle sensazioni che provengono del mio culo: è bellissimo.
Ma G. mi afferra per i fianchi e mi fa scendere: mi dice:
"Inginocchiati."
Io eseguo.
E subito mi ritrovo il suo cazzo in gola, mentre mi scopa la bocca tenendomi la testa con le sue possenti mani.
Lo sento diventare sempre più duro, sempre più gonfio, fino a che non mi dice:
"Tieni aperta la bocca e tira fuori la lingua."
Non faccio in tempo a farlo che vengo inondata da copiosi schizzi di calda sborra, sulla lingua, in bocca, nel naso, sugli occhi; poi me lo infila nuovamente in bocca ed io, per la prima volta di mia iniziativa, succhio e ingoio tutto, lo pulisco, lo spompino fino a vuotarlo di ogni goccia rimasta dentro.
Infine G. mi prende la testa e, guardandomi negli occhi, mi dice:
"Sei stata brava, ma puoi fare di meglio. Da oggi sei la mia schiava, la mia troia personale: ogni volta che ho voglia o ho bisogno di svuotarmi le palle, tu dovrai essere sempre disponibile e verrai da me a soddisfare ogni mia richiesta, hai capito? Adesso puoi tornare a casa."
E così sono diventata sua.
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