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Gay & Bisex

Pomeriggio estivo


di sissy4daddy
06.02.2020    |    17.872    |    24 9.2
"Appoggiò il suo cazzo ben insalivato tra le mie natiche iniziando a sfregarlo su e giù; quei movimenti e il suo lavoro con le dite dischiusero il buco e lui..."
Come molti ragazzi che abitano in provincia, grandi abbastanza da avere interessi adulti, ma non ancora da avere l'autonomia di un'automobile, spesso le domeniche pomeriggio trascorrevano bighellonando in giro con i motorini o vespe.
Quella domenica estiva faceva caldo, ma per una serie di coincidenze alla fine ci ritrovammo solo io e Franco davanti al muretto.
Lui era più grande di me e sembrava sempre avere le idee chiare su cosa volesse fare.
Dopo aver aspettato che si facesse vivo qualcun altro, decidemmo di andare ad esplorare una vecchia casa abbandonata che lui conosceva e che distava una mezz'ora di viaggio.
Io non avevo nulla da obiettare: mi piaceva percorrere le strade bianche di campagna che portavano al mare; e poi era un modo come un altro di passare il pomeriggio.
Mentre andavamo con i motorini, Franco mi spiegò che aveva sentito che quel rudere era il luogo dove le prostitute che abitualmente battevano sulla statale portavano i loro clienti: lui sperava di vederne qualcuna all'opera.
Mi disse: “meglio di un porno!!”.

Quando arrivammo non trovammo nessuno, ma per sicurezza nascondemmo i motorini in mezzo ad un canneto, così se fosse arrivato qualcuno non si sarebbe accorto della nostra presenza.
Ci avvicinammo piano piano alla casa e già era evidente la natura di quel luogo: dietro un muretto di cinta il terreno era letteralmente ricoperto di preservativi usati, di tutti i colori e variamente riempiti di liquido lattiginoso.
Franco era in estasi: correva a destra e sinistra come un ossesso, si fregava le mani diceva che era il posto giusto e che avremmo assistito sicuramente ad un bello spettacolo.
Iniziammo a guardarci intorno alla ricerca di un buon posto da cui osservare e mentre esploravamo il rudere trovammo una scatola di preservativi mezza piena sopra una finestra di quella che doveva essere stata la vecchia stalla; evidentemente l'avevano lasciata li come scorta di riserva.
Ne prendemmo un paio, quasi per scherzo e poi ci rimettemmo alla ricerca di un luogo per l’appostamento; girando attorno alla casa ci accorgemmo che più di una metà era ancora in buono stato e che il primo piano era ancora agibile: sarebbe stato perfetto per i nostri scopi.
Una volta riusciti a salire al primo piano avemmo la certezza che era perfetto: si godeva di una ottima visuale, ma a causa dell'altezza era quasi impossibile essere visti.
Non rimaneva che aspettare.
Dopo una mezz'ora di attesa, forse più per noia che per altro, Franco mi disse: “dai proviamo a metterci i preservativi, vediamo come ci stanno!“
Io non sapevo che dire: non eravamo mai andati più in la di battute e di pisciate in compagnia e forse la cosa mi metteva un po' in imbarazzo, per cui temporeggiai e rilanciai:” “ok, comincia tu intanto, così vedo come si fa.”
In un attimo si tolse i vestiti e rimase con suo membro eretto in mano.
Non enorme, ma sicuramente ben fatto e ben proporzionato; dopo aver traccheggiato un po' con il preservativo, si girò ed eccolo lì, bello lucido inguainato nel lattice che faceva bella mostra di sé!
Dopo averci giocato un po' lo tolse e chiese a me di provare, ma io ero ancora incerto sul da farsi e proprio mentre stavo per rifiutare la sua proposta, sentimmo un'auto che arrivava.
Subito ci nascondemmo alla vista e pian piano sbirciammo dalla finestra: c'era una macchina che si era fermata nello spiazzo, con dentro un uomo dai capelli grigi ed una donna vistosamente truccata con i capelli rossi.
Dopo aver abbassato i sedili, la donna si chinò sulla patta dell'uomo e inizio un vistoso pomino: dalla nostra postazione riuscivamo a vedere quasi tutto.
L'angolazione era perfetta; si capiva che era una professionista: lunghi affondi in gola seguiti da giri di lingua attorno alla cappella.
Cominciavo ad eccitarmi.
Con la coda dell'occhio vidi Franco ancora svestito e notai che il suo cazzo era diventato duro e teso come un bastone e la sua espressione era un misto di eccitazione e di? Cosa?
Non riuscivo a decifrarla: sembrava diverso, sembrava freddo, lucido, determinato: ecco sembrava autoritario..
E lo capii dal tono della sua voce quando si rivolse a me e mi disse: “ avvicinati. Prendimelo in bocca.” io per un attimo rimasi attonito.
Non me l'aspettavo di sicuro.
Certo, vedere il suo cazzo lì, a meno di un metro da me mi faceva uno strano effetto mentre la donna stava spompinando davanti a noi.
Avevo un vago formicolio che si estendeva dalla nuca al fondoschiena.
E cominciavo ad avere molta saliva in bocca.
Mentre cercavo di decifrare queste sensazioni e di realizzare cosa mi avesse chiesto, mi prese per un braccio, mi fece inginocchiare e mi pianto il suo cazzo in bocca.
Non so spiegare perché non corsi via; probabilmente l'atteggiamento autoritario e prepotente di Franco aveva annullato ogni mio tentativo di diniego e, invece di allontanarlo, mi prestai alle sue voglie: sentirlo così caldo, pulsante e duro tra le mie labbra annientò quel poco di resistenza che il mio cervello cercava di opporre ad una situazione irreale.
E così, iniziai a spompinarlo.
Chiusi gli occhi e iniziai a farlo entrare di più nella mia bocca, muovendo la lingua attorno alla sua bella cappella turgida.
Con una mano presi l'asta e strinsi forte iniziando a segarlo, mentre mi facevo scopare la bocca.
La pelle setosa del suo cazzo mi scorreva sulle labbra abbondantemente insalivate e la lingua esplorava ogni millimetro ed ogni piega della cappella di quel bellissimo bastone duro.
Alternavo questi affondi con dei colpetti di lingua tutto intorno alla cappella e sopratutto sotto di essa, lungo il prepuzio, lungo l'asta via via fino alle palle, per poi tornare alla cappella ed assaggiare gocce di liquido seminale che via via succhiavo fuori.
Mi stavo scoprendo bravissimo e ne avevo la prova dai mugolii di Franco.
Stavo prendendoci gusto quando lui mi disse di guardare dalla finestra cosa stavano facendo i nostri “ospiti”.
L'uomo era passato sul sedile del passeggero e la donna si era tirata su la gonna ed era salita su di lui, aveva scostato le mutandine e si era infilata dentro il cazzo avvolto dal preservativo.
Ora lo stava cavalcando con maestria e noi riuscivamo a vedere il culo della donna che si alzava, mostrando il cazzo del cliente in tutta la sua lunghezza, per poi scomparire fino alle palle.
Quella vista mi eccitò da morire: mi venne voglia di continuare a spompinare il cazzo di Franco fino a farlo sborrare nella mia bocca.
Volevo inghiottire il suo caldo seme.
Ma lui aveva altri programmi.
Con il suo fare deciso, mi tolse il cazzo di bocca e mi tirò in piedi, sussurrandomi in modo perentorio: “appoggia le mani al muro”; io indossavo un costume da bagno a pantaloncino, per cui lui slaccio il cordoncino e lo fece scivolare alle caviglie sfilandomelo da un piede; quindi mi fece appoggiare le braccia al muro all'altezza della testa e mi divarico leggermente le gambe.
Si mise in piedi dietro di me e si sputò copiosamente su una mano.
Dopo aver spalmato la sua saliva sul mio buco ancora chiuso, iniziò a lavorarlo con le dita, stropicciandomi e sculacciandomi il culo.
A quel punto, non capivo più nulla: ero in suo completo potere.
Appoggiò il suo cazzo ben insalivato tra le mie natiche iniziando a sfregarlo su e giù; quei movimenti e il suo lavoro con le dite dischiusero il buco e lui se ne accorse perché inarcavo la schiena e la spingevo indietro verso di lui.
Fu un attimo: accompagnò con le dita la cappella attraverso il mio sfintere ed una volta che fu dentro afferrò le mie chiappe e le allargò per bene: il suo cazzo scivolò dentro senza problemi.
Aveva lavorato bene.
In un attimo mi sentii il ventre riempito: potevo sentire il calore del suo membro dentro di me, potevo sentirne il pulsare del sangue, potevo sentire le sue palle che appoggiavano sulle mie.
Dapprima iniziò pian piano; credevo per paura di fari male, invece era perché voleva godersi il mio culo stretto che via via si dilatava man mano che entrava ed usciva lentamente.
Poi iniziò ad aumentare il ritmo e la forza dei colpi che diventavano sempre più profondi e violenti.
Nel frattempo il mio cazzo era semiturgido e sbatacchiava avanti e indietro fino ad arrivare a colpire la mia pancia per la violenza dei colpi mentre gocce di liquido seminale cominciavano a cadere a terra tra i miei piedi.
Iniziavo a provare piacere ad essere inculato; un piacere diverso che nasceva dal fondo della schiena e si irradiava alle natiche, alle palle, al ventre.
I colpi continuavano incessanti, quando accadde qualcosa di completamente inaspettato: il mio cazzo era diventato durissimo ed una serie di contrazioni partivano dal basso ventre facendomi stringere il culo.
Iniziai a sborrare come una fontana: stavo godendo mentre mi inculava.
Franco si accorse di quel che accadeva perché stavo stringendo il suo cazzo come mai prima. Questo lo eccitò ancora di più e cercò in tutti i modi di spingere il suo cazzo fino in fondo, fino a che le contrazioni del mio sfintere lo costrinsero a venire: sentii caldi fiotti di sborra che mi riempivano il ventre; sentii le contrazioni del suo cazzo che continuava a spingere sempre più in fondo, finché non rimanevano le mie contrazioni attorno al suo membro mentre le ultime gocce di sborra colavano dal mio cazzo e le ultime contrazioni del suo cazzo che terminava di svuotarsi dentro di me.

Rimanemmo così per qualche minuto ancora, fino a che non lo tirò fuori ed un rivolo di sborra calda mi colò fuori e scivolò lungo le gambe andandosi a mescolare con la mia.
Fu così che Franco mi sverginò il culo.
Da quel momento divenni il suo oggetto sessuale: la sua femmina che doveva essere sempre pronta a soddisfare ogni suo capriccio o desiderio, ogni volta che lui ne aveva voglia.
Ma questa è un'altra storia.
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