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Giorgio, così giovane, ingenuo...e troia – 04.Epilogo


di Eriaku
21.11.2015    |    19.237    |    8 9.6
"Si sottrae alle sue grinfie e lo butta sul divanetto di fronte al bancone..."
Cap.4 "Epilogo"

Prosegue il racconto di Giorgio ai due gemelli, verso l'inevitabile conclusione...

Il nostro eroe, ormai alla soglia dei diciott'anni aveva iniziato quindi a riempire il carnet del suo culo con diversi uccelli, l'ultimo dei quali, il dotato agente, si era aggiunto indirettamente grazie ai suoi genitori. E, come anticipato nel capitolo precedente, proprio questi furono grandi, ed inconsapevoli, fautori dell'ampliamento della scuderia di stalloni dell'amato figliolo.

Il più clamoroso, vide protagonista un loro carissimo amico intimo. Un uomo, marito di una coppia con cui uscivano da anni, che gestiva un pub e quando seppe da loro che cercavano un occupazione per il figlio, sia per responsabilizzarlo che per permettergli di avere qualche soldo in tasca, propose di far lavorare il ragazzo al bancone. I suoi amici lo ringraziarono profusamente, non potendo immaginare che Giorgio avrebbe passato più tempo a servire il grosso arnese del capo che i clienti del locale.

Il ragazzo si era dimostrato subito capace e volenteroso ma, un paio di settimane dopo che Giorgio aveva iniziato lavorare, il capo aveva iniziato a notare un paio di strani movimenti. Una volta, un ragazzetto era venuto a farsi una birra da solo. Strano, di solito venivano sempre insieme quelli. Andato in bagno, sembrava non tornare, così aveva mandato Giorgio a controllare. Ne erano usciti un quarto d'ora dopo, entrambi scompigliati e Giorgio con la maglietta macchiata. Disse che il cliente aveva vomitato e quindi si era sporcato per pulire. Un'altra volta, un signore sui quaranta mai visto prima, si era lamentato della pulizia dei bagni. Aveva mandato Giorgio a pulire, ed il ragazzo ci era rimasto mezz'ora. Uscitone...sembrava...ma no impossibile. Il cliente mai visto era anch'egli uscito dal bagno e dettosi soddisfatto, era andato via fischiettando. Un momento, aveva la patta aperta? Vuoi vedere che il ragazzino si fa scopare? E nel bagno del suo pub!

Alla chiusura, prese il ragazzo da parte e lo mise alle strette, rimanendo sconcertato da come Giorgio confessò tutto candidamente. Nei particolari.

"Che ne dici, vuoi vedere com'è?- Disse sorridendo in modo sensuale.

***

Non tanto lungo ma decisamente largo. Giorgio lo fagocita in un colpo, come sa fare.

“Ahhhhh”.

L’uomo guarda in giù e vede i due occhioni del frocetto nudo che lo fissano, la bocca deformata dalla dimensione ragguardevole della sua stanga. Un attimo e tutto finisce fino in gola, il nasino affondato nei peli. “Ooohhh, come fai!"

Comincia il bocchino. Il giovane dà il meglio di sé. Vuole fare bella figura.

Gli risulta facile, ne ha già ingoiati di più grossi, ma questo ha un sapore diverso, un gusto nuovo.

“Cazzo, cazzo, che bocca… Ahhh, siii, siii…Succhia, puttana…Cazzo."

Ciucciate, leccate, risucchi, Il titolare perde la testa. Inizia a fottere la bocca del ragazzino in modo ritmico. Il suo grosso pene si scontra con la lingua di Giorgio. Il calore umido, rende la minchia ancora più grossa. L'uomo sente i testicoli contrarsi, c'è vicino, ma il ragazzo non se la caverà così, decide. Si sottrae alle sue grinfie e lo butta sul divanetto di fronte al bancone. Il cazzo è già completamente bagnato di saliva ma altra gliene mette il giovane, che si umidifica anche la rosellina. È lui ad afferrare la verga e a puntarsela sull’orifizio palpitante.

È istintivo. L’uomo afferra i suoi fianchi stretti, ed infilza con forza il culetto di Giorgio. “Ughh, come è morbido!” Altri due colpi e tutto il grosso cazzo sprofonda nelle tenere carni.

"Aaahhh, siii. Mi piace forte. Fottimi forte!" La chiavata prende il via senza ulteriori indugi.

L'uomo svanga il pertugio stretto con ferocia.

“Prendi puttana! Prendi questo, e questo, e questo, razza di vacca, lurido rottinculo. Senti come sei largo. Chissà quanti uccelli hanno fatto il nido qua dentro”. E giù a spingere come un ossesso. Accidenti se era aperto il ragazzino!

La punizione dura ancora una mezz'ora fatta sospiri, lamenti, ansiti. Sul punto di venire, lo stappa come una bottiglia e segandosi gli scarica sull'ano spalancato numerosi getti di densa sborra, grugnendo come un porco, mentre il suo dipendente mugolava fiottando sul divanetto.

L’uomo si piegò sulle ginocchia, boccheggiando per l'intenso orgasmo, osserva il proprio seme colare in grumi bianchi lungo le gambe del ragazzo, ancora incredulo.

“Non posso credere di averlo fatto, di aver goduto così tanto…E con un maschio poi!”

“Grazie, capo. Anche a me è piaciuto tantissimo...Lo rifaremo, vero?”

Una nuova aggiunta al carnet del suo culetto.

***

Quella stessa estate, andò in vacanza con la famiglia, in un villaggio. Lì, il suo io di zoccola navigata non sfuggì ad uno degli animatori che già quella prima sera, poco distante dai suoi familiari, in ginocchio dietro un albero gli fece gustare il suo cazzo. Il ragazzo si dimostrò una perfetto bocchinaro, somministrandogli un lavoretto di bocca coi fiocchi che terminò con la sua gola affrescata di sperma colloso. Diede il bacio della buonanotte alla mamma, poco dopo, senza nemmeno lavarsi i denti.

Il terzo giorno, si stava facendo inchiappettare a novanta nello spogliatoio del personale. Il maschio ci dava dentro a velocità sostenuta, il cazzo che spariva tutto nelle viscere di Giorgio.

"Questa è la zoccoletta di cui mi parlavi? Sembra proprio da dieci! Proviamolo." La suddetta zoccoletta sbarrò gli occhi nel trovarsi di fronte un altro pisello in tiro. Aveva una cappellona che sembrava un fungo, ben diverso da quello appuntito che gli stava pigiando le budella. Il suo scopatore gli tiro i capelli d'improvviso, costringendolo ad inarcarsi. "Forza fa vedere al mio collega quanto sei bravo!" Questi non perse tempo ed approfittò della bocca aperta per riempirla.

In breve Giorgio si trovò allo spiedo, con due randelli nodosi e duri che pompavano i suoi buchi. I due animatori lo fotterono di gusto alternandosi, scambiandosi opinioni come se lui non ci fosse.

"Hai visto che bocca?"

"Cristo, non scherzavi. Questo succhia la minchia peggio di una vacca sposata!"

"E non sai che culo sfasciato che ha, manco la fica di una che ha partorito, ahahaha!"

"Ahahah...Lo proverò domani, oggi voglio dargli da bere! Ci sono quasi..."

"Anch'io, dai facciamogli il pieno...Piace a tutte."

Lo scopavano in perfetta asincronia. Uno usciva, l'altro entrava, fino a sborrare in contemporanea annaffiando bocca e culo. Si fecero pulire gli uccelli semiduri, continuando a scambiarsi impressioni sulla performance di Giorgio, che lungi dall'essere offeso passò il resto delle due settimane a farsi svangare dai due, insieme o separatamente, mentre i suoi genitori e la sorellina si divertivano con le attività del villaggio.

Di ritorno dalle vacanze, scoprì che un suo amico aveva perso il papà. E il dolce Giorgio non trovò di meglio per consolarlo che farlo eiaculare nella sua gola. A casa del suo amico, senza tanti giri di parole, mentre questi piangeva sulla sua spalla, Giorgio prese a massaggiargli pacco.

"Ma che cazzo fai?!"

"Ti faccio stare meglio..."

Ed in effetti, spaparanzato sul letto, con il pisello affondato nella bocca dl nostro compassionevole protagonista, stette molto meglio. Non c'è nulla come una lingua che batte sul meato, di una troia che succhia amorevolmente a guance incavate, di un paio di labbra carnose che scorrono sull'asta, di scaricarsi le palle dentro qualcuno, per dimenticare il dolore.

Nello stesso periodo, s'invaghi del muratore, un tizio sui quaranta col fisico da toro, che stava facendo dei lavoretti a casa dei suoi. Consapevole del proprio appeal, lo provocava ogni volta che erano soli. L'uomo, che di situazioni simili ne aveva vissute parecchie, cercò di trattenersi, il ragazzo era giovane e poteva succedere un casino. Fallì miseramente.

Dai oggi, dai domani, quella puttanella sfoggiava le melette mezzo nudo sotto il suo naso. Finì per agguantarlo una mattina e sul letto della camera patronale, in preda al delirio della lussuria, gli saltò addosso e lo montò alla missionaria.

"Puttana, puttana, lo vuoi, te lo do tutto!"

A gambe larghe, Giorgio lo prese davvero tutto, godendo sul proprio petto, intanto che il muratore gli sconquassava le viscere col suo grosso trapano. Lo incitava a darglielo più forte, gli piaceva sentire il ritmico rumore delle palle gonfie che sbattevano sulle sue natiche sode.

L'uomo rispondeva dando fondo a tutte le sue energie, sfogando la voglia accumulata, trombando il ragazzino che gli stringeva il membro come una morsa, fino all'inevitabile conclusione.

"Ahh...Troia, ragazzino troia, ti-farcisco-come-un-bignè" Una parola, un colpo di reni, un schizzo nel retto.

Passò molto più tempo a lavorare il culo del ragazzo, che la casa, nei giorni a seguire.

***

In tutto questo susseguirsi di cazzi e sborra, del quale Giorgio ormai era dipendente, c'era ancora Anna, la dolce se pur non bella Anna. Innamoratissima del suo Giorgio ed al contempo ignara che come lui scopava lei, molti altri fottevano lui.

Questa situazione cambiò quando entrò in scena il fratello di Anna, Mattia. 

Ventottenne universitario in Erasmus era tornato per le vacanze. Mattia era un vero Adone, faceva colpo con facilità e sfruttava la sua avvenenza per infilarsi in qualunque buco, indifferente al sesso del proprietario.

Gli bastarono un paio di sguardi per intuire la natura troiesca del fidanzato della sorella.

Iniziò così a provocarlo, facendosi trovare in boxer quando veniva a casa loro, od appena uscito dalla doccia con un solo asciugamano a coprire la sua virilità. Giorgio dal canto suo, pur avendo capito il gioco, si tratteneva avendo paura di sbagliarsi, e non volendo ferire Anna, a cui tutto sommato voleva bene.

Ma si sa la carne è debole e quando un pomeriggio, Giorgio venuto a casa di Anna per portarla fuori, si vide aprire la porta da un Mattia, completamente nudo che metteva in mostra il più grosso pisello che avesse mai visto.

Fu perduto. 

Cadde in ginocchio e prese fra le mani quel palo e cominciò a baciarlo, a leccarlo e a strusciarselo sulla faccia. Mattia con un ghigno lo sfotteva:

"Ahahaha...Lo sapevo che eri una troia, ce lo avevi scritto in fronte. A saperlo che bastava sventolartelo davanti! Anna non c'è ma hai trovato qualcosa che ti piace di più, vero?"

Prese Giorgio per i capelli e lo staccò dal suo cazzo ormai duro come il marmo: "Zoccola lo vuoi? Rispondi!"

Giorgio sconvolto guardava quell'enorme mazza, pensando a come sarebbe stato averla nel sedere e non rispondeva. Mattia impaziente prese a schiaffeggiarlo con quel biscione insultandolo: "Troia! Mi devi dire che lo vuoi, altrimenti ne faccio a meno! Allora? E rispondi puttana!"

"Si…" A quella risposta sussurrata, il porco non perse tempo e infilò l'uccello in quella bocca che non aspettava altro, iniziando subito un forsennato su e giù.

Giorgio ormai esperto succhiatore di piselli, rilassò la gola e per consentire a quella trave di sfondargliela come si deve.

Sempre più infoiato Mattia, incurante dei conati della troia, fotteva quella bocca con rapidi e profondi affondi finché non sentì sopraggiungere l'orgasmo.

Sfilò l'uccello da quel buco grondante, ormai questo era, e preso Giorgio per il collo lo trascinò inerme nella sua stanza dove lo getto sul letto e gli strappo letteralmente i vestiti.

Quest'ultimo completamente annichilito da quel trattamento, non oppose la minima resistenza, cacciò solo un urlo quando venne brutalmente riempito da quella mostruosa nerchia.

Mattia del tutto incurante, aspettò però di affondare fino alle palle per iniziare una monta spietata.

"La mia sorellina si è presa un finocchio, poveretta! Devi pagare per essere così puttana!"

E giù a rimestargli le viscere con colpi duri di minchia.

Si scopò il fidanzato della sorella per più di un’ora slabbrando senza tregua il culo di Giorgio, che tra fitte di dolore e orgasmi si limitava ad ansimare. Alla fine Mattia venne irrorando l'intestino della zoccola come un fiume in piena.

"Toh! Toh! La senti? La senti la mia sborra? Ti sto marchiando le budella, da oggi sarai la mia vacca svuotavoglioni!"

E da quel momento, per Giorgio fu come tornare ai tempi dello zio Carlo, dove veniva scopato in bocca e culo più volte al giorno, spesso a pochi metri dalla sua fidanzata. L'unica differenza stava nelle dimensioni del cazzo che prendeva, e la violenza con cui veniva montato.

Il fratello di Anna lo trombava senza pietà, non facendosi scrupoli di nessun genere. Gli faceva sperimentare sempre nuove situazioni, finché spinto dalla voglia di sfondarlo irrimediabilmente, organizzò una sorpresa che non andò come previsto.

Si stava scopando Giorgio a pecorina, lo fotteva con colpi profondi e cadenzati, senza pause. Lo aveva appositamente bendato, e fatto indossare il jockstrap che gli aveva regalato. Ad un segnale stabilito lasciò il posto ad un suo amico che aveva i suoi stessi gusti.

Questi era un biondo di nome Giovanni, che già nudo ed eccitato dallo spettacolo cui aveva assistito non perse tempo e sprofondò fino alle palle nel culo di Giorgio, il quale non faceva altro che sospirare accompagnando le spinte dello stallone.

Mattia a quel punto gli si porto davanti e prese a strusciare il cazzo sulla faccia di Giorgio, che sorpreso provò a sottrarsi:" Ma che?!?" Prontamente bloccato dalle forti braccia dei due, fu apostrofato da Mattia: Che fai? Non ti piace? Ho deciso che un solo cazzo non basta per una troia come te e ora succhia!" E spinse l'uccello di nuovo sulle sue labbra che stavolta si aprirono e lo accolsero iniziando a lavorarlo con la solita voracità.

La situazione ricordava a Giorgio la vacanza con gli animatori, anche questa volta i due si scambiarono più volte di buco, finché ad un secondo cenno attuarono quanto programmato. Giovanni era sdraiato e si faceva cavalcare da Giorgio, che intanto succhiava la nerchia di Mattia. Quest'ultimo, tolto il ciuccio alla troia, si portò alle sue spalle e puntata la rosellina già piena, prese a spingere. I tentativi di fuga vennero placcati, le urla invece furono lasciate libere.

E urlò Giorgio, come non aveva mai fatto in vita sua.

In breve fu pieno di cazzo, e con la sincronia dell'esperienza, i due presero ad incularlo sempre più forte ed a fondo, finché il dolore divenne piacere e Giorgio si ritrovò ad incitare i due manzi a sfondarlo, il pene che colava.

"Ancora..ahh, ancora...Così pieno...si che bello...ahhhh!"

Strizzò con il retto devastato i due uccelli, portandoli oltre il punto di non ritorno.

"Avevi ragione...Senti come lo stringe, ora lo riempio per bene...Tieni, tieni, tieni la sborra mignotta!" Giovanni tenendolo per i fianchi spinse a scatti verso l'alto, mentre fiottava a fondo dentro Giorgio.

Fu troppo anche per Mattia che cedette all'orgasmo, svuotandosi all'unisono col suo amico, entrambi conficcati fino alle palle nell'intestino del ragazzo.

"Visto? Te lo avevo...Oddio senti che roba, me lo sta mungendo col culo...Argh...Brutto frocetto, prendi anche la mia, te la faccio sentire fino in gola!"

L'imprevisto avvenne quando Anna, alcuni minuti dopo, rientrata inaspettatamente, attraverso la porta della camera del fratello, lasciata incautamente aperta, trovò il fidanzato nudo e prono, l'ano spalancato colante sborra, intento a lappare i cazzi semiduri di Mattia e Giovanni, nudi anche loro.

Fu il disastro. Anna e Giorgio si lasciarono e se Mattia non ebbe quasi conseguenze, Giorgio fu scacciato dalla sua famiglia e costretto a trasferirsi dallo zio. Lì fini gli studi e trovò lavoro in un’azienda informatica. Non vide i suoi per anni, poi alla fine fecero pace. Di Anna e la sua famiglia, invece, non seppe più nulla.

"Questo è quanto" disse Giorgio ai gemelli, poi si alzò si vesti ed andò via, sazio e appagato da quella notte, come anche dei risvolti…


Nota dell'Autore: Riedizione, riveduta ed ampliata, della saga di Giorgio, eroe dei nostri tempi.
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