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INCONTRO NEL BOSCO


di Marisa200
07.10.2013    |    11.683    |    4 8.0
"D’altronde non era detto che avesse visto che era caduta proprio a me..."
NCONTRO NEL BOSCO

Mi ero rotto le scatole di quella vita di cacca. Con mia moglie mi ero preso qualche giorno di ferie in montagna,
La mattina successiva al nostro arrivo, mi alzai presto. Andai a comprare il giornale e…….tac: la rivista per solo uomini. Irresistibile. Travestimento.Irresistibile. Era da molto che non ne compravo. Mi sembrò un gesto di ….ulteriore ribellione. Comprai il giornale e la rivista. Rapidamente la infilai nel quotidiano. Poi, per starmene in pace e leggermela senza pericoli, infilai lo stradello in mezzo al parco . Dopo poche centinaia di metri trovai una panchina in una posizione abbastanza tranquilla. Sedetti e ...strategicamente aprii il giornale con, all’interno di questo, la rivista. Mi sembrò una buona precauzione che mi lasciava abbastanza tranquillo dalle sorprese. Cominciai a sfogliarla e – come sempre – le immagini avevano un effetto …devastante sula mia fantasia. Come sempre, cominciai a fantasticare e a desiderare di essere un personaggio di quelle foto. Un'immagine in particolare era decisamente arrapante: Un travestito che, con la bocca ….piena del bastone di un altro uomo.
Dopo essermi reso conto che non serviva a molto fantasticare, chiusi la rivista, la riposi con cura dentro al giornale, lasciandola però aperta su quell'immagine pensando di ...sbirciarla ogni tanto. Poi, mi alzai e proseguii la mia passeggiata lungo il sentiero. Dopo una cinquantina di metri, mi accorsi che la rivista si era sfilata dal giornale. Mi voltai: era in bella vista, a terra. Sudai freddo. Tornai subito indietro ma, in quel momento ...lo vidi. Era un giovane sulla quarantina. Aveva con se un cestello da funghi ed era fermo a guardare...la mia rivista.
Cazzo! Riflettei rapidissimamente. Continuai a camminare. Avrei fatto finta di nulla. D’altronde non era detto che avesse visto che era caduta proprio a me.
Per darmi un contegno, mentre ci avvicinavamo decisi che avrei finto di leggere il giornale. Lo aprii e continuai a camminare ...leggendo. Ci incrociammo e mi guardai bene di alzare lo sguardo dal giornale. In ogni caso, di sottecchi vidi che aveva in mano la rivista. Passai oltre.
- E' fatta! Pensai. Non si e’ accorto che e' mia.
Cinque metri, dieci metri.Man mano che ci allontanavamo mi tranquillizzavo. Poi...la frustata!
- Mi scusi! Mi apostrofò gentilmente.
Istantaneamente sudai freddo.
-Mi dica! Risposi altrettanto gentilmente, cercando di mascherare la mia inqietudine.
- Secondo lei, si trovano funghi in questo boschetto?
Ricordo il tono della domanda. Neutro, quasi distaccato. Non mi sembrava che mi stesse prendendo in giro. In ogni caso, notai che, con grande naturalezza, aveva messo la rivista nel cestello.
- E' la prima volta che vengo in questo luogo e non vorrei girare a vuoto! Aggiunse sorridendo avvicinandosi.
Si fermò ad una distanza sufficiente per permettermi di vedere la mia rivista aperta sulla foto che mi aveva tanto colpito.
Credo di essere diventato bluastro dall'imbarazzo. Se non nascondeva la rivista voleva dire solo una cosa: sapeva che era mia e si stava divertendo a sfottermi.
- Lei viene spesso da queste parti o e' nuovo anche lei? Chiese senza il minimo imbarazzo.
Notai il termine "nuovo anche lei". Mah! Che volesse dirmi qualche cosa? Per un attimo pensai di aver trovato ....qualcosa di interessante.
Decisi: avrei bluffato per andare a ...vedere il suo gioco.
- Qualche volta vengo a riposare qui! Risposi con la massima apparente tranquillità.
- Allora lei e' già più esperto di me? Sorrise, tranquillo.
Mi parve di cogliere un leggerissimo ammiccamento. O forse era l'effetto di ciò che avrei voluto più che non della realtà. "Più esperto di me". Significava qualcosa? Stava già ...informandosi?
Puttana miseria! Pensai. Questo adesso sta giocando anche sulle parole. Che significa "più esperto?" Che cazzo vuol dire?
- Beh! Risposi inghiottendo saliva e abbassando lo sguardo. Non sono sicuramente esperto di funghi!
- Non le piacciono? Ancora mi parve di cogliere una sottilissima nota ironica.
- No. Mi piacciono molto ma non li so assolutamente riconoscere! Balbettai.
Attese qualche istante prima di replicare. Per un attimo lo vidi assorto. Poi…..

- Se vuole. Se ....non ha nulla di meglio da fare.....se ha voglia di farmi compagnia ....... può venire con me. Le posso insegnare quello che so! Si offrì immediatamente, con l’aria piu’ tranquilla al mondo.
E Adesso?
Toccava a me ora.
Mi parve di notare con maggire certezza che, stavolta avesse calcato sul termine " se ha voglia" .
Riflettei a velocità supersonica e conclusi che, tutto sommato, non avevo nulla da perdere a raccogliere quel ...suggerimento. Anzi, più che altro nel mio slip cominciava a succedere qualcosa e cominciavo a non essere più tanto incazzato con me stesso per essermi cacciato stupidamente in quella situazione. L’unico dubbio era quello che si trattasse dei soliti cretini che pensano solo a prendere in giro quelli come me!
- Che ne dice? Incalzò con tono estremamente cordiale e tranquillo.
Decisi. Che cazzo potevo fare?
Provai anch’io a giocare sull’equivoco.
- Ok! Chissà! Mormorai senza troppo entusiasmo. – Forse e’ la volta buona che mi faccio una cultura sui …..funghi! - Verrò con lei! Aggiunsi con un pizzico di malcelata ambiguità.
- Mi chiamo Mauro! Si presento' tendendomi la mano.
- Roberto! Molto piacere. Notai la sua stretta di mano, Forte e decisa. Bene! Pensai. Almeno non sembra una persona ...molliccia.
- Ci diamo del tu o del Lei? Propose
. Del tu, naturalmente ! Risposi immediatamente.
E tra me e me: vediamo un pò! Magari se questo fa il cretino io sono un bel po' più grosso di lui, mi difenderò. Mentre facevo questi pensieri, però, mi accorsi che cominciava a non essere più la paura di essere stato scoperto e delle potenziali conseguenze il sentimento predominante. Mi resi conto che quella situazione paradossale mi stava eccitando sempre più. Non poteva non essersi accorto che vedevo benissimo la rivista aperta nel cestello ma faceva finta di niente.
Cominciammo a percorrere il sentiero. Di tanto in tanto sbirciavo la mia rivista ed ero sicuro che lui stava divertendosi un mondo alle mie spalle.
- Dovremmo pero' inoltrarci un po' fuori dal sentiero, sai? Non credo che qui ....combineremo nulla! Suggerì sempre molto padrone di se.
"Combineremo". Un altro temine ambiguo sul quale aveva calcato il tono. Che cazzo voleva dire questo? Era uno come me o no? Dovevo scoprirlo.
- Sei tu quello che comanda! Mormorai con tono volutamente molto dimesso, quasi fatalista. Dovevo attirarlo allo scoperto.
- Dai, su! Vediamo se siamo bravi! Disse allegramente
Ci inoltrammo al di fuori del sentiero e, in un attimo eravamo già nel fitto della boscaglia.
Naturalmente la mia mente continuava a viaggiare a tremila. Ero relativamente preoccupato al pensiero di quello che avebbe potuto succedere se ........... ma era proprio quello stato di insicurezza, di non dominio degli eventi, acuiva la mia eccitazione. Sentivo che non avevo il controllo degli eventi e questo, lo sapevo, era sempre stato motivo di eccitazione per me.
Basta. Decisi di rompere gli indugi.
Scusami, mormorai imbarazzatissimo ma …… quella rivista?
Per un istante mi parve che non avesse capito. Poi, improvvisamente, si fermò, si voltò verso di me e, sempre con la massima tranquillità.
Mi sentii avvampare.
- Aspetta! Scusami devo ...assentarmi un attimo! Ridacchiò facendomi il segno che aveva la pipì.
Ok! Balbettai al massimo dell’imbarazzo.
- Tieni! Disse allungandomi il cestino con la foto di quel bellissimo pompino in bella vista.
Non so che espressione avessi in quel momento ma di sicuro mi sarei sepolto.
Lui, per tutta risposta mi guardo dritto negli occhi e io non riuscii a reggere quello sguardo.
Poi si voltò e si allontanò dietro un cespuglio.
Quasi quasi cominciava a dispiacermi questo suo apparente disinteresse per la situazione. Non era brutto, anzi mi piaceva e mi resi conto che, in quel momento di relativa calma, mi accorsi che ci stavo facendo un pensierino. Certo continuavo a non capire che cosa avesse in testa. Se non fosse successo nulla nei prossimi dieci minuti avrei ...attaccato io. Mi aveva dato il suo cestino e non potevo non aver visto la foto.
Eccolo! Gridò trionfante da dietro il suo cespuglio.
- Eccolo qui! Disse trionfante. - Un bel funghetto fresco fresco! Dai, vieni su!
Lo raggiunsi dietro l'albero e .........vidi.
Appoggiato ad un albero, la patta aperta e il cazzo duro già fuori. Rimasi paralizzato. Lo sguardo andava rapidissimo dal suo cazzo al suo viso alla ricerca esplicita di un segnale. Volevo stupidamente un segnale senza pensare che …piu’ segnale di questo………
Per un attimo che mi sembrò un'eternità non capii nulla.
Poi, raccolse un filo d'erba secca e, sorridendo, con sguardo carico di complicità cominciò lentamente a passarlo sul cazzo.
Il mio cervello si ostinava a non funzionare. Guardavo affascinato quel bellissimo uccello. Turgido, prepotente, teso verso di me. Mi sembrava addirittura di sentirne l'odore.
Poi, improvvisamente la sua voce mi …risvegliò:
- Se vuoi questo fungo e' tutto per te! Sussurrò dolcemente muovendo in avanti il bacino in segno di offerta.
Continuavo a fissarlo attonito, incapace di reagire, paralizzato dalla vergogna e dall'eccitazione.
anche se si sforzava di rimanere calmo e tranquillo, il suo respiro, corto e pesante era un’ulteriore testimonianza della sua eccitazione.
Il mio sguardo continuava velocissimamente ad andare dai suoi occhi a quel duro bastone. Lui, stava rapidamente cercando di capire cosa avrei fatto.
Poi, continuando a fissarmi dritto negli occhio, con decisione si slaccio i pantaloni e li lasciò cadere a terra. Poi, approfittando del mio sbalordimento, mi prese dolcemente la mano e la depositò sul suo cazzo.
- Dai! Su! Prendilo! Ho voglia! Sussurrò lascivo.
- E anche tu hai voglia! Lo so! Aggiunse con voce carica di eccitazione.
Automaticamente lo strinsi in pugno e lui sobbalzò violentemente con un sussurro di piacere.
- Menalo! Dai! Su! Ordino bruscamente, continuando a inarcare il bacino in avanti in segno di offerta.
Vedendo la mia paralisi, me lo mise letteralmente in mano. Era caldissimo e guizzava continuamente
- Dai, menalo! Menalo! Sussurrò con sensualità guidando la mia mano.
Mi resi conto che osservavo la scena dal di fuori, come uno spettatore. Lui aveva impugnato il mio polso e dava il ritmo alla mia mano in quella debolissima masturbazione.
- No! dai più forte! Mi piace pù forte! Protestò deciso, mostrandomi il giusto ritmo e la giusta forza. Poi lasciò il mio polso e ....io continuai a masturbarlo.
- Ancora piu', forte, ti prego! Sospirò.
Accelerai
Si così! Bravissimo! Così mi piace!
Presi coraggio (e l'occasione).
Poi la sua mano si posò sulla mia testa. Mi spinse dolcemente in ginocchio. Continuai a masturbarlo.
Sapevo che era solo un questione di attimi. Tra poco avrebbe voluto un’altra cosa. Lo sapevo.
Cominciavo a bearmi di quella situazione. Mi piaceva non dover pensare. Non ero io. Era un altro.
Abbandonai completamente ogni ritegno e aspettai impaziente i momento della sua decisione.
- Prendilo in bocca, dai! Mormorò infatti dopo poco, inarcando ancora piu decisamente il bacino verso di me, mentre impugnandolo lo teneva puntato verso la mia bocca.
Chiusi gli occhi ma non accennai a fare quello che mi aveva chiesto
Apri la bocca! Ordino impaziente tirandomi per i capelli con violenza.
Mi piacque quella violenza. Aprii la bocca e subito lo sentii entrare. La cappella liscia premette sul palato. Lo ingoiai tutto.
- Non muoverti! Mormorò lascivo. Sta fermo.
Ubbidii. Rimasi qualche istante così fermo, con tutto il suo cazzo in bocca.
Poi, tenendomi per i capelli, cominciò a darmi il ritmo.
- Dai, cara, pompami!
Nuovamente il cervello mi andò in corto circuito per quel aggettivo al femminile.
Lo pompai! Oh si se lo pompai! Lo feci sborrare due o tre volte quasi di seguito senza quasi accorgermene.
Mi accorsi che avrei desiderato berlo ma ….non potevo, non potevo. Non sapevo chi fosse. Mi accontentai di imbrattarmi la faccia della sua sborra calda e lo menai violentemente fino a farlo piegare in due.
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