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Gay & Bisex

La pioggia torrenziale


di singlebsx
22.08.2022    |    11.808    |    6 9.1
"Da lì chiamo casa e mia moglie mi riferisce che anche a casa nostra (come detto una sessantina di chilometri) il temporale incombeva senza soste..."
Quanto di seguito sono fatti realmente accaduti. Correva l’anno 2019 e precisamente il mese di ottobre.
Di ritorno da una giornata di lavoro mi accingevo a far ritorno a casa quando, a circa una sessantina di chilometri dall’ambito riposo, una pioggerella si trasformava in un vero e proprio nubifragio. Appena all’ingresso della cittadina di passaggio mi accosto in modo che la pioggia non arrechi danni; attendo nella speranza che si attenui e trascorsa una buona mezz’ora decido di raggiungere la stazione di servizio con annesso il bar.
Da lì chiamo casa e mia moglie mi riferisce che anche a casa nostra (come detto una sessantina di chilometri) il temporale incombeva senza soste.
Considerato ciò decisi di fermarmi per la notte per proseguire l’indomani con la speranza che eventuali detriti non avrebbero intralciato il mio prosieguo.
Nel bar in cui mi trovavo chiedevo se ci fosse nei pressi un B&B per passare la notte.
Mi venne fornito un recapito telefonico al quale chiamai e, nonostante qualche difficoltà, riuscii ad ottenere una stanza non lontano da dove mi trovavo; la struttura era piccola ma ben attrezzata e completamente disabitata.
Si erano fatte le 19:30 circa; chiuso in quella stanza mi sentivo in gabbia pensando come passare la serata.
Accesi la TV ma la noia triplicava; così, per trascorrere il tempo più velocemente, mi attaccai al cellulare collegandomi su A69 ove gestisco il mio profilo.
Mi imbattei nel profilo online di un giovane ragazzo ansioso di fare esperienza bisex la cui località segnava meno di un chilometro dal posto in cui mi trovavo.
Lo contattai e dopo qualche minuto rispose al messaggio; scambiammo qualche riga di messaggi in cui lo invitavo a raggiungermi vista la breve distanza che ci separava.
Come prevedibile il ragazzo mi riferiva che il maltempo gli impediva di uscire da casa in quanto con lo scooter si sarebbe inzuppato di pioggia.
Pensando al solito perditempo gli lasciai il mio numero whatsapp invitandolo a rivalutare la mia proposta.
Continuavo a visionare profili ma, considerata la pessima serata, mi rassegnavo a trescorrere la serata da solo.
Feci una doccia e rimasi con la tovaglia attorcigliata in vita. Era trascorsa circa un’oretta e sentii un beep nel cellulare; era Marco che mi avvisava del suo arrivo.
Gli spiegai, così, dove si trovava di preciso il B&B e che lo avrei aspettato dietro la finestra.
Una decina di minuti dopo vidi accostare al cancelletto del B&B uno scooter.
Scesi ad aprire e Marco, con ancora il casco indossato, entrò non proferendo parola.
Lo invitai di sopra e lo feci accomodare nel cucinino ove. tolse il casco e il giubbotto inzuppato di acqua.
Scambiammo poche battute dalle quali si evinceva la sua timidezza; cercai di spezzare il ghiaccio invitandolo ad togliere i vestiti inzuppati e fare uso del bagno qualora ne avesse necessità.
Marco andò in bagno e io mi distesi nel lettone disfacendomi del telo bagno.
Ero eccitatissimo. Poco dopo mi raggiunse e si distese accanto a me ancora con i boxer dai quali si intravedeva una protuberanza non indifferente.
Rimanemmo qualche minuto nelle nostre posizioni quando decisi di prendere l’iniziativa.
Presi la sua mano e l’accompagnai sul mio membro duro intrufolando la mia dentro i suoi boxer. Marco era molto timido ma ciò non gli impediva una erezione eccezionale.
Con il mio pollice sentivo la fuoriuscita del suo liquido seminale mentre lui mi segava con imbarazzo.
Gli sfilai i boxer e alla luce venne fuori un membro di dimensione oltre le normali dimensioni; ricurvo da un lato, incappellato e durissimo.
Tale visione contribuì ad eccitarmi ulteriormente tanto da prenderlo in bocca scappellandolo con le mani.
Lo leccavo e lo ingoiavo. Marco gemeva di piacere sino al punto che sentii le sue mani accompagnare la mia testa inducendomi a ingoiare la sua asta sino alla gola e dopo pochissimo anche la sua sborra, impedendomi di svincolarmi.
Dovetti ingoiare tutta la sua quantità di sperma; mi piacque a tal punto che continuai a leccare ciò che rimaneva e ripulire ogni goccia di seme bianco; il suo cazzo non si accingeva ad ammosciarsi anzi, rimase ancora duro e turgido.
Gli chiesi se faceva sborrare anche me; la timidezza di Marco si era trasformata in voglia sfrenata tanto che mi propose di incularmi.
Le sue dimensioni mi preoccupavano non poco ma talmente ero eccitato e voglioso che acconsentii.
Presi dalla mia borsa da lavoro il lubrificante che portavo sempre con me.
Marco si alzò dal letto col suo cazzo che sembrava l’asta di una bandiera e continuava a menarselo. Anche io avevo il cazzo durissimo dalla eccitazione.
Presi il gel lubrificante e lo inserii dentro il mio buco del culo avendo cura di metterne una buona quantità sulla cappella di Marco.
Mi misi con le ginocchia sul bordo del letto implorandolo di fare piano.
Tentò di entrare con non poca difficoltà; con le mani lo tenevo a distanza ma lui cercava di entrare la cappella nel mio culo.
Quando riuscì ad entrare sentii un dolore lancinante e lo invitai di fermarsi un attimo.
La sua cappella sembrava più grossa di quando lo avevo spompinato.
Piano piano Marco usciva la sua cappella per poi rientrarla aumentando i centimetri dentro di me sino al punto di sentire i suoi peli pubici a contatto con le mie chiappe e i suoi testicoli sfregarsi con i miei.
Quello che prima era solo dolore si trasformò in piacere; sentivo il suo cazzo tutto dentro il mio culo e il massaggio prostatico faceva gocciolare il mio uccello che aveva ripreso vigore dopo un breve ammosciamento dovuto al dolore appena provato.
Marco cominciò a pomparmi e ad ogni colpo sentivo la sua cappella sempre più in fondo.
Quello che prima era una semplice fuoriuscita di liquido seminale dovuto alla sollecitazione prostatica si trasformò in puro piacere a tal punto di sborrare; il mio stesso schizzo mi arrivò in faccia.
Marco mi sentiva gemere dal piacere e dal mio avvenuto godimento; ciò lo induceva a cavalcarmi sempre più forte con il suo cazzo ricurvo.
Mi tratteneva a se con le mani e mi pompava con vigore. Sentivo i suoi colpi forti. La sua cappella che pulsava. Il suo cazzo scivolava dentro di me come se il mio culo fosse la fica di una donna.
Sentii le mani di Marco che mi trattenevano a lui con il suo cazzo tutto dentro di me; mitenne stretto a se per qualche secondo: Marco aveva sborrato dentro di me!
Sfilò il suo cazzo semi duro e andò in bagno. Io ero distrutto in tutti i sensi, soprattutto dal piacere. Rimasi disteso a pancia in giù.
Poco dopoe sentii lo scroscio della porta di ingresso che Marco aveva richiuso alle sue spalle senza dire una parola.
Ero talmente esausto che mi addormentai in quella posizione. Alle prime luci dell’alba mi svegliai e sentivo il mio culo dolorante. Andai in bagno e quando tentai di defecare uscì tutta la sborra che Marco aveva depositato dentro di me. Mi rimisi in macchina, con non poche difficoltà, e rientrai a casa come se nulla fosse accaduto.
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