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La scoperta del piacere gay


di blaigh
21.08.2022    |    12.376    |    12 9.5
"Io ero felice e confuso allo stesso tempo, ma gli dissi che mi piaceva molto e che continuasse se voleva all’infinito..."
Premetto che questo racconto, che in realtà ne comprende due, si svolge in un arco temporale di circa sette anni, ovvero dai miei 13 anni ai miei 20.
Ero sempre stato attratto dai maschi, e in verità prima di questa storia, avevo avuto delle piccole esperienze tra maschietti ma nulla di che come il guardarsi i peni, tentare maldestre masturbazioni reciproche, ma nulla di più.

Devo anche aggiungere che ai miei tempi non era facile consumare certi piaceri o approfondire certe curiosità, c’era il pericolo di diventare lo zimbello del quartiere e di essere messo all’indice come persona da evitare.

Tutto è cominciato per scherzo e per gioco, tanto per passare del tempo insieme evitando le solite cose, come televisione, musica ecc. (non esistevano ancora internet e cellulari) ed è stato cosi che parlando del più e del meno, io e G.R. siamo scivolati sull’argomento sesso.
Eravamo compagni di banco a scuola e lui aveva un fratello più grande e quindi potevamo sfogliare alcune riviste spinte, dove si cominciavano a vedere i primi rapporti sessuali, anche se semi-censurati ma sufficienti per fantasticare.
Su una delle pagine, c’era un servizio sugli omosessuali e la cosa ci incuriosì. Capimmo così che per noi l’unico modo di sperimentare il sesso era quello tra noi, ma bastava solo che non si venisse a sapere ne potesse trasparire qualcosa.
Lui era un po’ più smaliziato di me, e il nostro primo incontro sessuale avvenne a casa sua in assenza dei suoi genitori.
Mi portò in bagno e dopo esserci sfilati i pantaloncini corti e le mutande, contemplammo i nostri membri duri e svettanti (eravamo per i nostri tredici anni entrambi ben messi).
Cominciai io a masturbarlo lentamente e dopo poco fui ricambiato. Poi mi chiese se volevo prenderglielo in bocca e gli dissi di si, ma non sapevo come si facesse, allora lui si inginocchiò di fronte a me e me lo prese tra le labbra in maniera impacciata leccandomi la cappella con un movimento circolare.
Dopo pochi minuti si alzò e mi chiese di ricambiare ed io lo feci con molto piacere, sentendomi la sua cappella violacea tra le labbra darmi una sensazione mai provata prima. Lui cominciò a fare avanti e indietro con il bacino, per qualche minuto, poi mi disse che mi avrebbe fatto vedere come si poteva fare una sega tra le natiche.
Mi chiese di sdraiarmi a pancia sotto e poi dopo avere inumidito il mio buchino con della saliva, mi si appoggiò sopra mettendo la sua bellissima asta tra le mie chiappe con la sua cappella a contatto del mio buchino e comincio a muovere il bacino in un movimento lento e costante mentre mi sussurrava all’orecchio se mi piacesse quel gioco.
Io ero felice e confuso allo stesso tempo, ma gli dissi che mi piaceva molto e che continuasse se voleva all’infinito.
Purtroppo di lì poco lo sentì dire “sto per venire” e dopo pochi istanti, un fiotto caldo si andò ad aggiungere all’umido della saliva.
Sentì distintamente che i fiotti furono più di uno e ogni volta nuova sborra si aggiungeva alla precedente fino a che non si svuotò completamente.
Restammo così per alcuni minuti, poi ci alzammo e prima di ripulirmi, mi masturbai di fronte a lui con voluttà e venni come un maiale, anche se ancora non eiaculavo come lui.
Ci ricomponemmo e decidemmo di ripetere ancora quell’esperienza ma con più calma e comodità.
La storia continuò e la tecnica scopereccia si venne sempre più ad affinare nel corso degli anni a seguire.
Avevo casa libera perché i miei lavoravano e potemmo cosi consumare in un letto comodo e nudi per il resto che della storia. Fu così che via via assunsi naturalmente il ruolo di passivo. Gli unici rammarichi erano due, che non riuscivo a fagli i pompini e farlo venire nella mia bocca perché mi faceva un po’ senso, non è facile farsi sborrare in bocca e poi ingoiare soprattutto se si è mancanti di esperienza, e che non riuscivo a essere penetrato nonostante le sue insistenze, anche se da parte mia lo desideravo tantissimo.
Per farla breve, passarono circa quattro anni, ma senza riuscire a essere penetrato, quando un pomeriggio, a casa mia, mentre eravamo intenti nei soliti giochi di corteggiamento, tanto per aumentare l’eccitazione, dopo esserci spogliati e accomodati nel mio letto e, dopo le solite strusciate, semi pompino ecc., mi chiese di girarmi a pancia sotto.
Io mi sistemai come lui mi aveva chiesto e misi un cuscino del divano sotto la pancia e bagnai di saliva abbondante il mio buchino.
Lui si lubrificò con cura la sua sempre più bella cappella e si sistemo sopra di me con il cazzo puntato sul buchino. Provai una sensazione di rilassamento totale e gli chiesi di provare a spingermelo dentro. Fu delicatissimo e cominciò spingere con lentezza costante, mentre il mio buchino si schiudeva alla sua cappella.
Così, con lentezza la sua asta si fece strada nelle mie viscere e quando fu tutto dentro provai una sensazione di felicità mai provata prima, non avevo avvertito nessun dolore ne fastidio.
Gli chiesi di fermarsi dentro di me prima di continuare e restammo diversi minuti così l’uno dentro l’altro prima che lui cominciasse lentamente a fare avanti ed indietro con i suoi poderosi reni.
Non so per quanto tempo mi pompò, so solo che lo sentì mugulare e poi avvertì un calore colarmi nel buco in profondità a fiotti sempre più copiosi e lui che si irrigidiva spingendolo tutto in profondità mentre mi donava un ultimo spasmo della sua verga ormai diventata gigantesca.
Ci girammo su un fianco e con ancora il suo cazzo dentro, prese il mio cazzo in mano e mi masturbò fino a quando anche io non eiaculai con poderosi schizzi.
Restammo così finche il suo membro non si ritirò, ci alzammo e dopo esserci ripuliti e vestiti, ci salutammo.
La storia continuò ancora, ma purtroppo, dopo avere terminato le scuole superiori, le nostre strade si divisero e non ci siamo più rivisti, nonostante i social network.
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