Una complicità fra maschi

Era da un po' di tempo che conoscevo Sami, un ragazzo marocchino che lavorava in zona. C'eravamo incrociati al mercato. Lui lavorava come aiutante di un ambulante a cui una volta mi ero fermato a comprare qualche accendino. Avevo subito attaccato a discorrere con Sami: era sveglio e simpatico e ci eravamo scambiati il numero di telefono per poi vederci una sera a bere qualcosa. Mi ero però poi dimenticato ma fu lui a mandarmi un messaggio, ricordandomi della promessa di uscire una serata d'estate. Avevo capito subito che si sentiva solo, in questa zona un po' fuori dal mondo sulle montagne, e cercava un'amico con cui chiacchierare. Un po' per solidarietà -so cosa vuol dire lavorare all'estero- un po' per curiosità fissai un venerdì sera per andare nell'unico pub locale a bere una birra. Passai sotto casa a prenderlo con l'auto e mi disse invece se potevamo andare da me, perché non voleva incontrare suoi compatrioti che avrebbero potuto vederlo a bere, cosa proibita dalla sua religione. Non c'erano problemi, avevo la birra fresca in frigo e a casa c'era meno confusione che al pub. Era davvero simpatico, e ci si mise subito comodi sul divano con le nostre bottiglie fresche a sorseggiare birra e a discorrere del più o del meno. Si parlava della nostra vita, di quanto era dura per lui e di quanto anch'io non avevo un lavoro semplice. Poi si passò a discorrere degli stili di vita, delle tradizioni dei nostri due paesi, e delle donne. Non essendo sposato mi disse tranquillamente che il sesso era un problema. Fra maschi non c'è problema a confidarsi da quanto non si scopa. Ed è davvero duro ammetterlo ma è una cosa che ci rende solidali. Gli dissi che anch'io era un po' che non scopavo, soprattutto perché era un periodo che staccavo tardi al lavoro ed ero stanco morto. Lui mi disse che le donne italiane non si lasciavano andare con lui, dicendo che forse era perché marocchino e povero. Capivo quel che diceva e mentendo dissi che in realtà non era così, che forse gli erano mancate le occasioni giuste. Mi venne in mente allora di una mia amica, che raramente mi scopavo, ma che una volta mi disse che i marocchini la arrapavano a bestia. Mi venne allora subito l'idea: Sami, gli dissi, forse ho una soluzione per la nostra astinenza! Ho un'amica italiana che secondo me si potrebbe divertire...con noi due assieme: che ne pensi? Gli vidi brillare gli occhi e fu subito intrigato. Voleva sapere tutto di lei, vederla e organizzare. Gli dissi che intanto dovevamo farle vedere la "merce", e vedere se ci rispondeva interessata. Decidemmo di mettere su un cd porno, e arraparci per fare qualche foto da da mandarle in whatsapp. In poco a vedere il filmetto eravamo entrambi in tiro, e ci scattammo reciprocamente qualche foto attizzante. Aveva un cazzo di tutto rispetto, e anche il mio non era da meno. Mandai subito le foto a Fabrizia. Non credevo mi rispondesse nel giro di due minuti, inviandomi tre o quattro foto sue che erano uno spettacolo. Con un perizoma nero a gambe aperte... Sami si indurì ancora di più e il mio uccello iniziò a bagnarsi. Oramai non capivamo più nulla. Mezzi brilli e in tiro. Scrivemmo a Fabrizia che l'avremmo voluta subito e avrebbe goduto come non mai. Non credevo che rispondesse con un messaggio: "ragazzi, io sono pronta, vengo da voi in 5 minuti". Ci guardammo esterrefatti e ancora di più infoiati. Andammo di corsa a farci una doccia per farci trovare pronti e profumati. Prestai a Sami del mio intimo un po' provocante e ci mettemmo entrambi un cock ring a testa, che so faceva impazzire la mia amica. Dopo poco suonò il campanello ed era lei, gran gnocca pronta a farsi i due maschi che l'aspettavano. La facemmo sedere sul divano, e le offrimmo da bere, permettendo di sciogliere un attimo quella tensione che inizialmente si crea. Con Sami l'intesa era perfetta, mi guardava e stava aspettando un mio cenno. Pian piano mi avvicinai a Fabrizia e iniziai ad accarezzarle i capelli mori. Sami fece altrettanto. Lei iniziò ad allargare leggermente le gambe. Aveva una gonna nera corta, e si intravedevano le giarrettiere che sostenevano le calze a rete. Iniziammo piano piano a toccarle le gambe, e baciandole il collo all'unisono salivamo con le mani sotto la gonna, lentamente. Arrivammo quasi insieme al tanga, sentendolo lievemente bagnato, iniziando a massaggiarla con le dita. A quel punto mentre le nostre mani frugavano, le nostre lingue volevano entrambe entrarle in bocca. Fabrizia era eccitatissima come non l'avevo mai vista, e iniziò a palpare i nostri pacchi che orami non reggevano più dalla tensione. Decidemmo di liberare i nostri cazzi assieme, per mettere la nostra troia di fronte ai due attrezzi. Senza dirle nulla si mise in ginocchio e iniziò a massaggiarli entrambi, slinguarli e soppesare le palle. Ci sedemmo sul divano e facemmo continuare Fabrizia al suo lavoro in ginocchio. Era abile e affamata come non l'avevo mai vista prima. Noi mugolavamo e ogni tanto ci si strizzava l'occhio per complicità. Non volevo che Sami venisse troppo presto, e allora gli dissi di iniziare a prenderla mentre continuava a succhiare il mio attrezzo, così alla pecorina. Non se lo fece dire due volte, e le balzò dietro, accostando la cappella bagnata alla fica umida di Fabrizia. In un attimo le fu dentro, e lei si ingoiò dal piacere ancora di più il mio cazzo. Come la stantuffava! Me la godevo sia per la bella pompa che per quello che vedevo davanti a me. Istigavo Sami a sbatterla per bene, la troia. Sapevo le piaceva essere trattata così. Per stavolta decisi che Sami doveva avere la precedenza, se godersela fino in fondo. La prossima volta sarebbe toccata a me. Quasi all'unisono sborrammo insieme mugolando a bestia, mentre Fabrizia gemeva come mai l'avevo sentita. Fu un inizio di una grande amicizia...a tre.