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Antonio, il bello (secondo capitolo)


di gianfrancesco
20.06.2022    |    13.961    |    10 9.6
"Non tutto però, troppo lungo e grosso..."

Riassumendo, mi trovo abbracciata a mio fratello, da soli, in piena autonomia, sapendo di sbagliare, ma volutamente infischiandomene, ed ora avrei avuto quello che cercavo, pur nascondendolo a me stessa.
Rispondo al bacio di mio fratello, prima timidamente, poi con molto fervore, non mi importava più niente.
Tutti e due volevamo la stessa cosa. Fare sesso a più non posso.
Ho impressione che da tanto tempo entrambi lo volevamo, ma il fatto di essere fratelli aveva rallentato ma non fermato la nostra volontà.
Ero tra le sue braccia, le braccia di Antonio, quelle a cui tante donne avrebbero fatto pazzie.
Ci baciamo lungamente, le nostre lingue si intrecciano, le nostre mani frugano ovunque.
Io avrei voluto toccare sin da subito il cazzo, per vedere se era come lo immaginavo, ma frenavo per non essere giudicata proprio una zoccola.
Antonio, si concentrava sul mio seno, e dopo avermi tolto la camicetta, abilmente mi slacciava il reggiseno, da dove venivano fuori, dritte e marmoree, due splendidi seni.
Li accarezza con cura, aveva un tocco magico, dei brividi mi scendevano sulla schiena, io gli mordicchiavo le orecchie, non era insensibile, poi lo accarezzavo dentro la maglietta, poi in un attimo ci ritroviamo in una camera da letto.
Spogliarsi un secondo, entrambi nudi, godevamo tutti e due della bellezza dell'altro.
Finalmente vedo il suo cazzo, un signor cazzo, grosso di circonferenza e lungo, almeno un 20 centimetri.
Ricomincia a baciarmi, ma non aveva mai smesso, gli piacciono anche i miei piedi, le caviglie, poi su su, sino ad arrivare alla figa.
Ero bagnata, intrisa di umori vaginali, godevo come una fontana.
Lui se ne accorge, ed allora, con molta bravura, con la lingua, mi tortura un po.
Godo come non mai. Comincio a non capire più nulla.
Ora anche io lo bacio dappertutto, ma volevo arrivare al cazzo.
Ci arrivo, lecco le palle, e poi su con la lingua comincio a baciarlo.
Lentamente, lentamente, e finisco per averlo in bocca.
Non tutto però, troppo lungo e grosso.
Vado su e giù, lui mi mette le mani sulla testa, ed io eseguo.
Lo sento ansimare, non penso mi voglia sborrare in bocca.
Mai avuto sperma in bocca, non mi sento ancora pronta.
A succhiare si, mi piace.
Siamo messi nella posizione del 69, ci gustiamo ognuno il sesso dell'altro per ancora un po.
Io godo, lui si trattiene e ci stacchiamo.
Mi viene vicino, mi fa un po di coccole, e in un oreccchio mi sussurra: "ora ti voglio chiavare, sono mesi che lo desidero, voglio farti urlare di piacere".
"Non vedo l'ora di essere chiavata da te, voglio essere la tua puttana, dammene tanto".
Insomma eravamo al massimo di giri, maiali, fregandosene di essere fratello e sorella.
Mi chiede se ho qualche posizione che prediligo ed io rispondo di no.
"Basta che lo sento dentro, tanto e forte".
"Allora mettiti alla pecorina, il sistema per sentirlo di più".
Detto fatto, mi metto sulle ginocchia.
Viene dietro, gioca ancora un po con le dita, poi posiziona il cazzo nella figa, e senza sforzo alcuno entra dentro di me.
Averlo dentro mi procura un orgasmo, sentivo troppo il suo cazzo.
Comincia a chiavarmi, con un ritmo lento ma continuo, mi agguanta per i fianchi, mi tira verso di lui.
Sembro impazzita. Spingo verso di lui, lo incito a chiavarmi, a rompermi la figa.
Oramai avevo perso ogni ritegno, non mi importava nulla.
Godevo e volevo godere sempre di più.
Antonio era oramai al lumicino, era arrivato ormai a non resistere più, mi stacca, e poi mi sborra addosso, un mare di sborra infinito.
Lo abbraccio, sicchè rimane anche lui impastricciato della sua stessa sborra.
Rimaniamo cosi per un po, poi dopo che ci siamo puliti un po, andiamo in cucina, mangiucchiamo qualcosa, che il manigoldo, che sapeva già che mi avrebbe portato a letto, aveva preparato ed alla fine prendiamo un caffè.
Eravamo ancora affamati di sesso, e così ricominciamo.
Anzi è lui, Antonio, che ricomincia a baciarmi, sul seno, sulla schiena, sul collo.
Si inginocchia e mi mangia la figa, era superlativo.
Non resisto, lo porto sul letto e prendo anche io la mia porzione.
Il cazzo aveva ripreso vigoria e si ergeva in tutta la sua bellezza, e non ci metto molto a lavorarlo, a baciarlo ed alla fine ad ingoiarlo tutto.
Stavo migliorando a succhiare, e mio fratello godeva della mia bocca a piene mani.
Non ci volle tanto a portarlo a godere, questa volta non tolsi la bocca, ma provai a ingoiare la sborra, non era male, aveva un sapore dolce.
Non riuscì ad ingoiare tutto, in parte mi colò dalla bocca, e poi con la bocca ancora piena di sperma, baciai mio fratello, che non si tirò indietro, anzi.
Eravamo, per quela sera, appagati.
Ci facciamo una doccia e poi ci prepariamo per tornare a casa.
Così ebbe inizio la nostra torbida tresca, torbida ma appagante.
Mai avrei immaginato che avrei scopato con mio fratello, e con grande soddisfazione, e con il passare delle ore sempre con meno sensi di colpa.
Ritorniamo a casa, la nostra casa, eravamo soli, ma ci eravamo ripromessi che li ci saremmo comportati per bene, proprio da fratello e sorella.
In attesa di ritornare nella casa del piacere.



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