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Marta, una puledra da educare. 2


di Clelia_Rocco_coppia
07.01.2024    |    8.401    |    4 9.8
"Sento le sue dita penetrarmi e muoversi esperte dentro la mia fica; la lingua lecca e le sue labbra succhiano; in un paio di minuti mi porta all’orgasmo, ..."
Ripubblichiamo un nostro racconto, rivisitato e aggiornato.


Dovendoci preparare per la serata, decido di andare a trovare Marta nella sua camera. La trovo avvolta in un telo bagno, seduta davanti allo specchio, mentre applica una crema su braccia e gambe. La libero della spugna, lasciandola del tutto nuda e dicendole:
- “Ti aiuto io, piccola”.
Non percepisco alcun disagio da parte sua, in fondo l’ho appena vista mentre si masturbava guardando me e Piero fare sesso. Rompo il ghiaccio e, sorridendo, le chiedo:
- “Ti è piaciuto lo spettacolo a cui hai assistito? Ti sei eccitata o ti abbiamo turbata”.
Lei sorride e risponde d’istinto:
- “Eravate meravigliosi, mi sono eccitata tantissimo e adesso mi chi chiedevo se avrò mai la stessa fortuna che avete voi; che hai tu ad avere un uomo che ti appaga sotto ogni punto di vista”.
Non rispondo subito, ma inizio a massaggiarle spalle, collo e seni, indugiando sulla parte appena sopra i capezzoli, sfiorandole le aureole. Chiude gli occhi e si gode le mie carezze poi decido di rispondere alla sua domanda retorica.
- “Non avere fretta, avrai le tue opportunità e troverai l’uomo giusto che saprà soddisfare i tuoi desideri e appagherà le tue voglie. Potresti iniziare proprio da questa vacanza. Se pensi di sentirti pronta, con Piero vorremmo coinvolgerti in quella che potrebbe essere la tua prima esperienza erotica. Infatti, stasera stiamo organizzando un evento speciale.
Ha il respiro corto e gli occhi chiusi; le mie mani, intanto, indugiano sui suoi capezzoli, li accarezzo col palmo della mano, li sento inturgidire e Marta lo apprezza. Li catturo tra le mie dita, li strizzo lentamente e poi sempre più forte, tanto da provocarle un sottile dolore. Geme e appoggia la testa sul mio ventre, lasciandosi andare e oscillando il capo a destra e sinistra per laforte eccitazione.
- "Vuoi che smetta"?
Le chiedo.
- "No! Ti prego, continua"!
Con una mano continuo ad accarezzarle i seni mentre con l’altra raggiungo il suo ventre e sul suo monte di venere, perfettamente glabro. Senza doverlo chiedere, allarga le cosce e mi dà il suo lasciapassare per il suo bocciolo di carne pulsante. Il mio dito medio scivola sulla fessura che è già piena di rugiada; forzo le sue labbra straordinariamente grandi e pronunciate da femmina adulta e raggiungo l’ingresso della sua stretta fica.
- "Ahaaaaaa".
Geme forte e oscilla la testa da una parte all’altra per l’eccitazione. Il mio dito, intanto, è già tutto dentro e la sta scopando. La sditalino un po’; mi guarda dallo specchio, implorante come se temesse che da un momento all’altro io potessi smettere.
So che devo forzare le sue residue resistenze e, quindi, la faccio girare, rimanendo sempre seduta sullo sgabello. Mi libero del copricostume rimanendo solo col perizoma; le faccio allargare le gambe e le rimetto le dita in fica, dentro, fino in fondo. Le faccio ruotare lentamente massaggiandole la vagina e con il pollice premo sul clitoride, ruotandovi spra il polpastrello delicatamente. Sussulta, freme e geme per l’improvvisa eccitazione. Mi guarda negli occhi ancora più implorante. Le metto una mano sulla nuca e l’attiro verso di me. Coglie il senso del mio gesto e si impossessa subito di un mio capezzolo, leccando e succhiando, con sempre maggior frenesia, in modo quasi vorace.
Ora sono io a gemere, lei sembra aver preso un buon ritmo, ora sento anche i suoi denti e un “sììììì, così, brava” esce quasi come un rantolo.
In realtà questa è la sua piccola iniziazione e allora mi stacco da lei, mi inginocchio tra le sue cosce; lei si appoggia con i gomiti alla toletta e quando le sollevo le cosce si adagia comoda, sapendo già cosa sto per farle.
Inizio a leccarle la parte interna delle cosce proprio all’altezza delle ginocchia. La lingua scivola lenta, calda molto umida; trema per i brividi e i suoi capezzoli si inturgidiscono ancora di più. La torturo, risalendo lungo la coscia e mi soffermo sugli inguini, leccando, succhiando e mordicchiando.
- Ahaaaaaaaa…
Geme forte. La sua mano sulla mia testa è il segno di quanto desideri le mie attenzioni. Mi accarezza i capelli; la guardo negli occhi ed ha lo sguardo sempre più implorante. Le lecco la fessura con la lingua larga e quando arrivo al clitoride lo sfioro appena. Freme e continua a tremare. Inizio a picchettarlo con la punta, alternando leccate profonde, decise. Lo prendo tra le labbra lo mordo appena e lecco, succhiando delicatamente. intanto le mie dita scavano, stimolando la parte alta della vagina, strappandole piccole urla di piacere. Inizia a tremare e sussultare e credo che stia per godere da un momento all’altro. Allora rallento; sollevo il capo e la guardo negli occhi e le chiedo:
- Quanto ti piace?
Risponde in un sussurro.
- Da impazzire!
La incalzo.
- Vuoi che continui o vuoi che smetta?
Angosciata mi risponde.
- No, ti imploro, non smettere, farò tutto quello che vuoi.
Adesso non ho più dubbi, la piccola Marta è una sottomessa dichiarata, ma deve verificarlo da sola e soprattutto accettarlo.
Continuo a leccarla e a penetrarla con due dita e poi tre. Quasi urla ma le piace perché con una mano mi afferra il polso, mimando un’auto penetrazione; inoltre, con l'altra mi preme la testa tra le sue cosce. La lascio fare per un po’ poi mi alzo e le dico:
- “Adesso se vuoi goderti il tuo orgasmo devi guadagnartelo, puttanella”!
Mi fissa Stupita per l’insulto ricevuto, ma realizzo che sentirlo l’abbia eccitata; in fondo è così che deve sentirsi in questo momento. Immediatamente mi risponde:
- “Tutto ciò che desideri, mia Signora; farò tutto ciò che mi chiederai”.
Ormai è in mio potere. Prendo la sua spazzola e la impugno dalla parte opposta al manico; gliela passo sulla fessura e, senza aspettare oltre, gliela infilo in fica, iniziando a scoparla così. È frastornata, sorpresa, ma morbosamente eccitata per quella mossa; in breve, si lascia andare completamente, muovendo i fianchi per catturare quanto più possibile quel surrogato di cazzo. In maniera decisa l’afferro per i lunghi capelli e le ordino di inginocchiarsi davanti a me, continuando lei stessa a scoparsi con la spazzola e, allo stesso tempo, le ordino perentoriamente:
- Leccami la Fica, troia!
Non se lo fa ripetere e immediatamente, agevolata dalle mie dita che le aprono la mia fica alla sua vista, inizia a leccare in maniera scomposta, mentre continua a scoparsi la fica. Alzo una gamba e questo le agevola i movimenti; con una mano si aggrappa alla mia coscia e finalmente inizia a godersi la mia fica pulsante. Ora lecca in modo meno deciso, ma con più padronanza; da donna sa bene cosa e come stimolare. Ho la netta percezione che adora leccare, ma soprattutto lo fa da piccola cagna; mi guarda negli occhi consapevole del piacere che mi dà e in quel momento le chiedo:
- “Sei la mia piccola cagna”?
Sorride senza smettere di leccare e succhiare, ma mi risponde senza indugio:
- “Si, Padrona; voglio essere la tua cagna”.
Sento le sue dita penetrarmi e muoversi esperte dentro la mia fica; la lingua lecca e le sue labbra succhiano; in un paio di minuti mi porta all’orgasmo, facendomi godere con una intensità che non provavo da tempo. Ancora per diversi secondi la sento lappare e scoparmi la fica; poi mi inginocchio davanti a lei, sostituisco la sua mano con la mia e riprendo a scoparla con la spazzola e a leccarla, fino a farla esplodere, quasi urlando il suo piacere. La sento fremere, tremare e sussultare, mentre allaga il pavimento con i suoi umori. Rimango inginocchiata davanti a lei ancora gemente; le prendo il viso tra le mani e la bacio sulla bocca, le infilo la lingua e lei la cattura, succhiandola e infilandomi la sua. È un bacio carico di sfrenata passione ed estremamente intimo; da perfetti amanti. Restiamo per qualche secondo così, poi mi alzo le accarezzo il viso e le dico di prepararsi per la serata speciale che ci attende e che presumo sarà estremamente erotica e trasgressiva.

Continua...

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