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Amore, voglio tradirti parte 1.


di Clelia_Rocco_coppia
23.01.2024    |    12.088    |    6 9.4
"Sempre ironizzando e provocandoci, stabiliamo termini, condizioni e ruoli nel caso di un ipotetico nostro incontro, immaginando anche i più banali dettagli..."
In fondo devo ammettere che Piero ha sempre avuto ragione. Ciò che sto per scrivere ne è la prova. La mia “evoluzione” sessuale, come lui la definisce e che io, invece, chiamo “rivoluzione”, mancava ancora, di alcuni step che, dopo l’esperienza che sto per raccontare, ritengo di aver superato. Devo a lui se oggi sono quella che sono e se i social (croce e delizia di ognuno di noi) mi hanno permesso di confrontarmi col mondo esterno in un modo che nella mia precedente quotidianità non avrei creduto possibile; a lui attribuisco “colpa” e “merito” per aver svegliato “l’orso” in letargo dentro di me e di avermi fatto scoprire una sessualità fatta di voglie sfrenate e di desideri impudichi. L’unica condizione perché io potessi vivere in modo completo questo mio immaginario erotico è sempre stata quella di poter sempre condividere qualsiasi esperienza erotica col mio uomo, attraverso una sua costante presenza o fisica o virtuale. Vi risparmio altre menate sulla “funzione sociologica e diseducativa” dei social media e vengo al motivo di questa scrittura: il sesso!
Ho sempre gestito, anche coadiuvata da suggerimenti e desideri del mio maschio, i rapporti con altri uomini su queste piattaforme, confrontandomi con loro in maniera provocatoria e con alcuni in pericolare, dando sfogo alla mia innata empatia con scambi anche piccanti al limite del sexting. Ma ho sempre avuto la sensazione di affrontare questi confronti col fremo a mano tirato, non disdegnando, tuttavia, di fare agli interlocutori di turno continue provocazioni o di riceverne io stessa.
Il tempo, i continui contatti, le diverse personalità conosciute, inevitabilmente, hanno permesso di stabilire, con alcuni in special modo, una sorta di complicità istintiva che mi ha portata di volta in volta a lasciarmi coinvolgere in scambi sempre più scabrosi. Ma, nonostante il mio meraviglioso uomo (con cui ho sempre condiviso questa mia vita sui social in modo molto complice non nascondendoci mai nulla, anzi lasciandoci coinvolgere perché lo abbiamo sempre trovato molto eccitante) mi abbia sempre invitato a lasciarmi andare e a dare ascolto al mio istinto, all’ultimo momento qualcosa mi ha sempre inibita.
Adesso non saprei dire cosa o quando questo stato di cose ha subito modifiche, ma insieme al mio uomo, ho superato quel limite che mi bloccava. Un grazie anche a Romualdo, l’uomo che, in fondo, si è prestato perché tutto accadesse. Proprio durante uno di questi confronti mi sono ritrovata in uno stato di eccitazione erotica sia fisica sia mentale, durante il quale ho percepito il desiderio di voler perdere ogni freno inibitore. Magari complice la lontananza dal mio uomo, questo bisogno più mentale che fisico si è acuito e, l’occasione si è manifestata mentre mi ritrovo a scorrere un post dietro l’altro e la notifica di un messaggio attira la mia attenzione, diventando la causa di tutto ciò che si è verificato. Romualdo, uno di quelli con cui mi intrattengo spesso a scherzare su sesso ed erotismo attraverso i miei post e le mie storie sempre eroticamente provocanti, mi ha inviato un video dal quale si vede la sua mano che simula una sega da sopra i jeans al suo bel cazzo duro. Dandogli del porco, chiedo a cosa è dovuta quella sua condizione e, senza esitazione, risponde che era colpa mia e della storia che avevo pubblicato in cui si vedeva il mio “mitico” culo sfacciatamente offerto.
Rido di gusto e senza pensarci troppo lo provoco, inviandogli una istantanea della mia fica, già bagnata, chiedendogli che cosa sarebbe successo se avessi pubblicato quella foto invece del mio culo. Non si fa pregare e il video successivo che invia si mostra mentre sega il suo cazzone dal vivo e un altro ancora in cui ammiro la sua bella minchia dura mentre sborra come una fontana, accompagnando il tutto con i suoi gemiti e da insulti come troia, puttana e pompinara che mi rivolge mentre gode.
Non nego che quelle immagini in un giusto contesto mi provocano sempre una discreta eccitazione ei quel momento in particolare ammetto di essere stata molto arrapata. Tuttavia, dopo uno scambio di battute in cui ancora ci insultiamo, reciprocamente, tra il serio ed il faceto dichiariamo entrambi che se ci incontrassimo, non riusciremmo ad evitare di comportarci come maiali abbandonandoci a dell’ottimo sesso sfrenato senza alcun rimorso e senza ritegno.
Nel successivo collegamento video col mio uomo non vedo l’ora di raccontargli quanto è accaduto e confesso che sento il bisogno di confidargli quanto mi abbiano eccitato quei momenti di sesso virtuale avuti con Romualdo e quanta voglia di vivere quella esperienza mi abbiano lasciato addosso. Come sempre il mio maschio coglie il momento e mi guida, stimolando la mia fantasia e facendomi vivere eccitanti scenari. Rielaboriamo quanto successo poco prima con l’altro uomo e in un momento di eccitazione parossistica, perdo il controllo e provocata brutalmente dal mio maschio, confermo una volta di più, quasi urlandolo, che farmi sbattere senza alcun limite da quel gran porco è veramente un desiderio, latente da tempo, che vorrei realizzare.
Dopo esserci appagati e rilassati, ci soffermiamo su quest’ultimo aspetto, ribadendo, adesso con molta lucidità e con disarmante sincerità che, senza ombra di dubbio o pentimento, quel desiderio da tempo vissuto nella mia fantasia è realistico. Aggiungo che si tratta di puro sesso, ma che per essere vissuta senza rimorsi, sensi di colpa o pentimenti, per essere totalmente appagante è indispensabile che ci sia anche il suo consenso e la sua complicità necessaria. Come sempre, mostrandomi tutto il suo equilibrio e soprattutto una profondità di sentimenti, il mio uomo mi tranquillizza, dicendomi che affronteremo il problema quando e se si presenterà.
Nei due giorni successivi, anche con Romualdo i contatti si intensificano e ci consentono di analizzare quanto successo in quella nostra chat bollente. Sempre ironizzando e provocandoci, stabiliamo termini, condizioni e ruoli nel caso di un ipotetico nostro incontro, immaginando anche i più banali dettagli come il tipo di abbigliamento, gli strumenti di piacere da utilizzare e altre amenità; tutto in maniera giocosa, ma con una malcelata verità di fondo.
E infatti, qualche giorno dopo un messaggio di Romualdo mi annuncia che si trova nella mia città e che vuole incontrarmi e non per un aperitivo, ma per dare corso a tutto ciò che ci siamo detti nelle nostre ultime chat. Il messaggio si conclude come segue:
-“Ti aspetto all’hotel Relax, ore 16:00, camera 208; vieni così come abbiamo concordato nel nostro ultimo scambio in chat. Non rispondere a questo messaggio; se accetterai, vorrò saperlo solo alle 16:00”!

Sono nel panico e nello stesso tempo eccitata a quell’idea. La mia prima reazione è informare il mio uomo e chiedergli cosa fare. Durante il collegamento video la sua risposta è lapidaria:
-“Tu sai già cosa. E siccome ti amo troppo per impedirti di fare ciò che il tuo istinto ti suggerisce, non voglio sentirmi in colpa, obbligandoti a una rinuncia che ti procurerebbe solo un forte rimpianto e per chissà quanto tempo, poi. Fai quello che più ti senti”!
Non rispondo e lui con un sorriso per nulla amaro, mi manda un bacio e chiude la comunicazione.
Se voglio godermi il pomeriggio e parte della serata devo rimuovere ogni pensiero negativo e la sola idea di ciò che potrà accadere in quella stanza d’albergo mi provoca brividi lungo la schiena, facendomi inturgidire i capezzoli e procurandomi piccole fitte alla fica.
Alle 15:30 sono già pronta. Una ansia sottile mi pervade, brividi attraversano il mio corpo, nonostante siamo in piena estate e ci sono quasi 30 gradi. Allo specchio osservo la mia figura contenuta in un corto vestitino bianco a piccoli fiori azzurri, in sottile maglia di cotone; sagomato nella parte superiore del busto, mettendo in evidenza il seno liberato da qualsiasi vincolo al punto che i capezzoli spuntano duri e dritti da sotto la stoffa; il resto del tessuto scivola morbido, disegnandomi i fianchi ma soprattutto il culo. Sandali con tacco alto completano il tutto. Alle 16:00 sono dietro la porta della camera 208 e non faccio in tempo a bussare che la porta si apre.
Romualdo mi accoglie con un bellissimo sorriso. Noto che è appena un po’ più basso di me, ma ha un fisico tonico e alcune zaffate del suo profumo mi riempiono le narici, provocandomi un primo turbamento. Mi piace quello che vedo, emana sesso da quel sottile alone che lo circonda. Nessuno dei due proferisce parola. Mi tende le mani e mi attira verso di sé; sento la porta che si chiude alle mie spalle. La prima sensazione è che voglia baciarmi, ma non lo fa. Aderisce quasi al mio corpo ma senza toccarmi o sfiorarmi; porta le mie mani dietro la mia schiena e le blocca con una sua mano. Avvicina il suo viso al mio e con la punta del naso mi sfiora il collo e l’orecchio, sussurrandomi:
- Voglio annusare la mia cagna!
Aspira il mio profumo e già queste parole e questo gesto mi procurano brividi e fitte alla fica. I capezzoli sembrano voler bucare il tessuto tanto sono duri e dritti; una mano la sento salire sulla coscia e raggiungere il fianco.
-“Brava, la mia porca. Hai eseguito la prima consegna: sei senza intimo. Ora vediamo se hai rispettato anche le altre che ti avevo assegnato”.
La sua mano avvolge la mia natica, la stringe nel palmo, poi passa all’altra, come a volerne saggiare la consistenza.
-“Si, piccola troia hai proprio un gran bel culo così come l’ho apprezzato dai tuoi video e dalle tue foto”.
Questo suo modo di dominarmi non mi crea alcun fastidio, anzi mi eccita sempre di più.
Tenendomi sempre le mani bloccate dietro la schiena, con le dita scende sulla parte bassa del gluteo, le insinua nel solco e va a verificare la presenza del plug che ho infilato nel mio culo prima di uscire così come mi aveva ordinato di fare.
-“Siii, meravigliosa la mia puttana; hai rispettato anche questa consegna. Spero per te che lo hai messo della dimensione giusta perché quanto ti infilerò il mio cazzo nel culo ti farà male anche se poi te lo gusterai appieno. Tu ti ricordi le dimensioni del mio cazzo vero”?
Mi insulta, mi mortifica e la mia fica si bagna sempre di più.
In un sussurro rispondo:
-“Si, padrone. Ricordo bene forma e dimensione del tuo bellissimo cazzo e attendo solo di poterti regalare tutto il piacere che meriti con la mia bocca, la mia fica e il mio culo se lo desideri”.
Pronuncio queste parole con la voce rotta dalla eccitazione e con tutta la convinzione che quell’atmosfera mi infonde; scoprirmi cosi schiava dei suoi desideri e totalmente sottomessa al suo volere mi sconvolge la mente e mi riempie la fica di fitte di piacere.
Sembra compiaciuto ed eccitato di questo mio atteggiamento estremamente succube. Per la prima volta le sue labbra sfiorano il mio collo, leccando e succhiando. Brividi si susseguono e quando avverto il suo cazzo duro sul mio ventre, istintivamente spingo i fianchi verso di lui per sentirne meglio il contatto. Lui non si nega e quella mazza sulla mia pancia mi provoca una serie di gemiti di piacere a cui non so resistere.
La sua mano picchetta intanto il plug nel mio culo e anche questo gesto mi provoca eccitazione e mi fa bagnare. Poi le dita proseguono e sfiorano la fessura del tutto fradicia; penetra con due dita e incontra le tre palline cinesi che ho infilato prima di uscire di casa e che mi hanno ridotto la fica una sorta di lago di umori.
-“Ahaaaaaa…”. Gemo senza ritegno, mentre le gambe mi tremano per l’eccitazione.
-“Cazzo la mia troia ha rispettato tutte le consegne assegnatele e anche le palline sono al loro posto”.
Mentre pronuncia queste parole, prende il filo che le lega e senza preavviso lo tira facendole uscire tutte in un solo colpo. Quasi urlo per il piacere e mi piego appena come reazione istintiva. Una manata bruciante sulla natica mi blocca e recupero la posizione eretta. Ora le dita sono dentro la fica e lui si diverte a scoparmi così e io so che entro pochi secondi riempirò la sua mano di sborra.
Ma questo non è nei suoi programmi.
Mi ordina di spogliarmi e di salire sul letto su cui ha posizionato due cuscini; mi ordina di sedermi sopra di essi e con le spalle appoggiate alla testata del letto; mani sopra la testa. Con un foulard mi lega le mani alla testata del letto in ferro battuto; poi mi fa raccogliere le gambe con i talloni che toccano i glutei e con le cinture degli accappatoi mi lega le caviglie al femore bloccandomi il movimento delle gambe in estensione. Poi con le stringhe delle sue scarpe lega una estremità delle cinture degli accappatoi al bordo in ferro del letto, costringendomi così a tenere le cosce oscenamente aperte, senza possibilità di altri movimenti. Praticamente sono totalmente immobilizzata.
In pochi secondi si denuda del tutto e posso apprezzare il suo fisico tonico e soprattutto quel meraviglioso cazzo che svetta tra le sue cosce; rivedo nella mente tutti i video, che di volta in volta lui mi ha inviato, che mi hanno fatto masturbare fino allo sfinimento nel vederlo sborrare con schizzi che avrei desiderato tutti nella mia bocca. È già duro, dritto, lungo e grosso. Non posso desiderare di meglio. Sale sul letto e lo avvicina al mio viso. Rimango immobile, ma ne sento l’odore; sono come una cagna che annusa il cazzo del suo mastino prima della monta. Lui lo impugna e mi sfiora le guance, il collo, gli occhi e con la cappella si sofferma sulle labbra. Tento di resistere, lo bacio appena, ma tutto dura pochi secondi, alla prima leggera spinta, apro la bocca e tiro fuori la lingua e inizio a leccare la cappella, poi l’asta fino alle palle. Il desiderio di averlo in bocca duro, caldo, pulsante fa quasi male. Mi ordina di ingoiarlo e non mi faccio pregare; apro la bocca e lo faccio scivolare dentro il più possibile, rischiando di soffocare e vomitare, ma resisto e ingoio la cappella fino a lambire con la lingua le palle, leccandole.
-“Si, sei proprio una grandissima zoccola. Avevi proprio; ragione sei una magnifica pompinara e so che non vedi l’ora di sentirlo sborrare tutto in bocca, come nei miei video, ricordi?
Annuisco mentre lo spompino perché io per prima so che è proprio così. Adesso voglio godermelo, leccandolo e succhiandolo, facendolo crescere nella mia bocca fino a sentirlo schizzare e raccogliere tutta la sborra in bocca e ingoiarla.
Ma so che abbiamo appena iniziato.
Continua...

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