Prime Esperienze

La dottoressa


di vrgringo
16.12.2015    |    52.605    |    2 7.6
"Il mio pene continuava ad ingrossarsi e talvolta veniva a contatto con la sua mano..."
Avevo 16 anni e da almeno 4 non avevo più avuto bisogno delle cure della
nostra dottoressa di famiglia, che mi conosceva e curava da quando di anni
ne avevo 8, da quando siamo venuti a vivere in questa città. Fino almeno a
questo inverno, quando un'influenza mi costrinse a letto con una febbre a 39
per una settimana di seguito. La qual cosa preoccupò mia madre che la chiamò
per una visita a domicilio. Era sera, ero rincitrullito dalla febbre, e la
visita iniziò con i complimenti, da parte della dottoressa per essere
diventato un bel ometto e come mai non mi ero più fatto visitare da lei.
Forse perché praticavo molto sport, ero diventato un po' immune all'
influenza che comunque quest'anno non mi aveva risparmiato. Mi chiese di
sollevarmi la maglietta per poter ascoltare il cuore e i polmoni, mi poggiò
quello strano strumento gelato nella schiena e ascoltò. Mi volle poi
ascoltare anche il petto, facendomi coricare a pancia in su e facendomi
levare del tutto la maglietta che la disturbava. Mi fece i complimenti per
il petto muscoloso e riprese a sentire e palpare con le mani il petto. Mi
disse che se volevo risolvere velocemente il problema era possibile con
delle supposte, che non mi sono mai fatto mettere, o con delle punture nelle
natiche. Scelsi di farmi fare le punture, forte della mia presunzione di non
temere nulla, fino a quando non vidi l'ago pronto a pungermi. Mi chiese di
scoprire la natica prescelta che mi toccò per sentirne la rigidezza. Ero un
po' teso e forse troppo rigido, quindi mi chiese di scendere dal letto e
buttarmi di pancia sul letto stesso, porgendogli il mio di dietro. Mi
abbassò completamente lo slip mettendo a nudo il mio sedere. La cosa mi
imbarazzava ma pensavo che la mia dott chissà quanti né avrà visto. Mi tastò
entrambe le natiche cercando di rilassarmi ma la cosa mi stava addirittura
eccitando. Speravo che non mi guardasse con troppa attenzione perché in
quella posizione si potevano scoprire parti del corpo che non volevo
vedesse. E mentre fantasticavo con queste menate, l'ago mi penetrò
raggelandomi.

Guarì in pochi giorni e mi dimenticai di quei fatti sino al giorno in cui,
qualche settimana dopo, mia madre mi mandò dalla dott per ritirare una
ricetta medica per alcune pastiglie. Ero in fila da più di un'ora e,
ovviamente ultimo, quando si erano già fatte le 20, finalmente toccò il mio
turno. Era felice di rivedermi e si compiaceva del fatto che ero venuto a
trovarla dopo anni che non mi facevo più vedere nel suo ambulatorio. Prima
di ricevermi, mi chiese di aspettare un attimo perché doveva chiudere la
porta d'ingresso allo studio altrimenti sarebbero arrivati altri pazienti
sino a mezzanotte. Finalmente soli mi chiese qual era lo scopo della visita
e gli chiesi della ricetta che serviva a mia madre. La preparò subito e, tra
una chiacchiera e l'altra, mi chiese se volevo approfittare del fatto che
non c'era nessun altro cliente da servire per fare una visita visto che
avevo superato l'influenza da poco e potevano esserci strascichi. Accettai
di buon grado, mi fese sedere sul lettino da visita e mi fece levare la
maglia per scoprire il petto. Come l'altra volta mi ascoltò sulla schiena e
sul petto. Mi fece poi sdraiare di schiena e mi toccò tutto il petto,
tastando alla ricerca di dolori nascosti, che trovò spingendo con le dita
nella zona sotto le costole, vicino alla cinta dei pantaloni. Mi chiese
allora di abbassarli per poter controllare meglio. Rimasi con solo gli slip
ma lei, padrona del mestiere, sembrava non farci caso mentre io mi stavo
eccitando alla situazione. Mi tastò ancora e disse che forse avevo un
principio d'ernia ma era presto per dirlo, occorrevano ulteriori controlli.
Ma se volevo togliermi il dubbio, dovevo farmi controllare la zona
inguinale. Accettai, senza sapere cosa volesse fare. Di scatto mi abbassò
gli slip mettendomi a nudo, con il mio uccello quasi in eccitazione che
svettava orgoglioso. Mi vergognavo ma lei sembrava non farci caso, anzi mi
rassicurò di stare tranquillo perché mi conosceva da quando ero piccolo. Mi
fece comunque i complimenti per essere cresciuto così bene. Mi toccò allora
con la mano destra l'inguine destro, sfiorandomi anche le palle, mentre la
sinistra me l'aveva appoggiata sulla pancia, proprio sui peli pubici. Il mio
pene continuava ad ingrossarsi e talvolta veniva a contatto con la sua mano.
Mi stavo eccitando da morire, ma tutto d'un tratto mi disse di rivestirmi
perché non avevo nulla e la visita era finita. E io che stavo già
fantasticando chissà quali atti d'amore, quali gesti e posizioni potevo
proporre. Quella sera rimase per molto tempo nei miei pensieri, mi
masturbavo spesso pensando a quei momenti e a cosa avrei potuto fare. Nella
mia scuola girava addirittura una voce che diceva che la mia dott se la
faceva con uno studente della mia età e io, spaventato, pensavo si parlasse
di me. Infatti non entravo a far parte di quelle discussioni che mi
avrebbero tradito nelle aspettative. Qualche tempo dopo, al rientro di una
partita d'allenamento con Giovanni, un mio compagno di squadra, mi chiese di
accompagnarlo dalla dott per farsi fare una ricetta per sua madre. Accettai
contento di rincontrare la dott che era stata nelle mie fantasie nelle
ultime settimane. Anche quella sera eravamo ultimi nella fila e toccò a noi
verso le 20:30. La dottoressa mi ricevette contenta ma cambiò espressione
quando vide entrare con me il mio amico. Gli chiese sgarbatamente cosa
voleva e lui gli rispose che era venuto per la ricetta della madre, che
compilò velocemente. Ma Giovanni non era venuto lì solo per la ricetta. Li
sentivo confabulare a quattrocchi con toni molto accesi, ma non capivo il
senso del contendere. Infine la dott disse a voce alta che c'ero anch'io e
non era il caso. Ma Giovanni insistette quasi costringendola a fare qualcosa
che lei non voleva fare, ma accettò comunque. Sbarrai gli occhi vedendo il
mio amico abbassarsi i pantaloni e poi gli slip mettendosi a nudo, con il
pene in erezione. Lei, quasi incurante della mia presenza, si inginocchiò su
di lui e gli prese in bocca il pene. Ero esterrefatto da quanto stava
accadendo. Non mi pareva vero che la mia dott era china sul mio amico e lo
stava sbocchinando. Lui gli teneva la testa per infilarglielo tutto in
bocca, sino alla gola. Lei proseguì senza interruzioni per alcuni minuti,
finché Giovanni gli disse che ora doveva farlo anche a me. Si staccò da lui
e giratasi verso di me, mi calò i pantaloni e lo slip, spogliandomi. Ero già
eccitato, prese con cura in mano il mio pene e se lo avvicinò alla bocca,
scoprendo il glande per iniziare a leccarlo. Aprì poi la bocca e se lo
infilò per metà, leccandolo come mai mi sarei aspettato. Avevo sognato tanto
una situazione del genere che non mi pareva vero. Lo succhiava avidamente,
non mi sembrava che fosse costretta a farlo, sembrava gli piacesse molto,
forse avrebbe voluto farmelo la volta scorsa ma non ne aveva avuto il
coraggio. Intanto Giovanni si menava il proprio uccello rimirando la dott
impegnata a farmi piacere. Con l'altra mano cercava sotto di lei,
stuzzicandola tra le mutandine, vista la posizione che teneva. Intanto lei
continuava a succhiarmelo e leccarmelo. Mi toccava le palle con una mano e
le gambe con l'altra, strusciandomi e aumentando il mio piacere. Giovanni le
spinse la testa verso di me per farmelo infilare tutto fino in fondo alla
gola, fino a fargli toccare il naso con i miei peli pubici. Il mio uccello è
di dimensioni normali, come quello di Giovanni, alla nostra età forse non è
ancora del tutto sviluppato e per questo motivo forse riesce a infilarselo
tutto in bocca. Ma mentre Giovanni spingeva la sua testa, infilò una mano
tra di noi e mi prese in mano le palle, massaggiandomele, facendole roteare,
mi toccava anche il petto. Mi piaceva, e di li a poco venni godendo con un
urlo dentro la bocca della dott che non si ritrasse e bevve tutto lo sperma
che gli stavo scaricando in bocca. Godevo come un matto, ma le sorprese non
erano finite. Giovanni la fece staccare da me e la baciò intensamente,
succhiando anche lui lo sperma della bocca di lei. La baciò a lungo, fino a
quando la sua bocca non fu pulita completamente. Poi le spinse giù la testa
per farselo succhiare anche lui e glielo infilò con forza dentro, spingendo
avanti e indietro, come se volesse scoparla in bocca. Durò poco, anche lui
era molto eccitato e gli riempì nuovamente la bocca del suo caldo sperma.
Anche stavolta lei ingoiò quasi tutto, la bocca aveva ancora molte tracce di
sperma. Fu così che, fatta rialzare, Giovanni me la avvicinò per baciarla
come lui aveva già fatto. La cosa mi faceva ribrezzo ma ero ancora molto
eccitato e non volli sottrarmi ad un'altra sensazione forte. La baciai, mi
feci guidare dalla sua lingua e assaporai quello strano sapore che non era
poi così male, nella bocca di lei era piacevole. Ci rivestimmo e la
lasciammo lì senza dirgli una parola, solo Giovanni si girò verso di lei e
portandosi il dito al naso le intimò il silenzio. Mi spiegò solo più tardi
che se la trombava da tempo e la minacciava di denunciarla se parlava. Aveva
iniziato lei durante una visita nel suo ambulatorio, disse, e ci era
rimasto. Da allora la và a trovare quando ne ha voglia. Gli chiesi come mai
ha voluto baciarla con la bocca piena del mio sperma e mi rispose che una
volta per gioco aveva assaggiato il proprio e gli era piaciuto. E' da tanto
che si masturba e poi si porta lo sperma alla bocca e lo beve con piacere,
quindi ha voluto approfittare della situazione per assaggiare il mio. Gli
dissi che anche il suo non era male ma non avevo mai preso in considerazione
il fatto di farlo mai. Gli proposi quindi che se voleva, glielo avrei fatto
prendere in bocca quando voleva, direttamente dalla fonte. Andammo subito a
casa sua, e dopo esserci recati nella sua camera, mi spogliò e iniziò a
succhiarmelo avidamente, in attesa del meritato e agognato frutto caldo,
direttamente da me. Non ci volle molto e gli schizzai in bocca tanto sperma
quanto ne avevo distribuito alla dott. Lo ingoiò avidamente, mi disse che
aveva un gusto ancora migliore, direttamente dal mio pene eccitato all'
inverosimile. Si alzò e volle condividere con me il suo piacere, baciandomi
intensamente e riversandomi in bocca quel poco di sperma che rimaneva nella
sua.
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