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Prime Esperienze

La malizia di suor Luana - quinto episodio


di apollo_dioniso
27.08.2015    |    22.059    |    0 8.9
"Ma avrete sicuramente peccato in altri modi altrettanto sudici e vergognosi..."
Ritrovai Chiara poche ore più tardi, prima di cena, ed ero impaziente di sapere da lei quale fosse stata la punizione di suor Luana, che cosa le aveva detto quel pomeriggio, dopo averci beccati in spiaggia e nella cabina.
Ero all'uscita della mensa quando vidi Chiara venirmi incontro con passo svelto e il volto sorridente. Anzi, più che sorridente era estasiato, gli occhi languidi e i capelli umidi che le si incollavano alla fronte; sembrava che si fosse appena fatta una trombata. Non seppi resistere, e appena la vidi le chiesi "Allora, com'è andata, che ti ha detto la suora? Era incazzata? Voglio sapere tutto!" "Tranquillo tesoro, ti racconto tutto... uh, sapessi che ramanzina!" "Dai? Altro che incazzata, quella era eccitata come una biscia, l'avevo capito subito! Le hai raccontato di noi, le hai detto che ti eri appena ciucciata il mio cazzone, e che non vedi l'ora di prenderlo nella fica?" Dopo queste parole Chiara mi guardò con un'espressione da troia, che aveva imparato ormai ad eseguire alla perfezione, e mi diede una leccata sul viso. Dopodichè iniziò il racconto.
Aveva raggiunto suor Luana, puntuale, nel posto che le aveva raccomandato, un ufficio inutilizzato del seminterrato di cui si era procurata le chiavi. Aveva trovato la porta socchiusa, dentro suor Luana la attendeva seduta su una seggiola, tutta impettita nella sua candida veste estiva, l'espressione severa. Tornata dalla spiaggia, aveva avuto appena il tempo di lavarsi, prima di presentarsi all'appuntamento, in una gonnellina bianca molto corta che lasciava intravedere il costume nero, una canotta e infradito. Usava vestirsi così quando girava per la colonia nei momenti di pausa in cui non si andava in spiaggia.
La suora le aveva ordinato di sedersi davanti a lei, e la sua espressione si era turbata vistosamente al vedere le gambe flessuose e abbronzate di Chiara piegarsi, mentre la gonnellina scivolava indietro scoprendo completamente le cosce. Subito aveva iniziato ad attaccarla "Sei una svergognata, te l'ho già detto prima alla spiaggia e ora te lo ripeto, guarda come vai in giro conciata, mezza nuda! E' questo che fa perdere il senno agli uomini, che gli fa risvegliare il diavolo, che li fa diventare degli animali senza pudore." "Ma a me piacciono i ragazzi, cosa c'è di male?" le aveva risposto sorridendo maliziosamente. "Taci, incosciente, non capisci che ti stai rovinando? E con quale coraggio ti esprimi così davanti a me? Sei piena di peccato, vergogna! Dovresti implorarmi di perdonarti, e di riportarti sulla retta via!" Stavolta era Chiara ad essersi turbata, ed esclamò tutta scossa "Ma suor Luana, cosa ci posso fare, è più forte di me, io amo quel ragazzo e ho voglia del suo contatto, è così bello e caldo!".
Suor Luana iniziava ad accalorarsi e a mostrare una curiosità morbosa "Devi resistere alla tentazione! Cosa avete fatto, non ti sarai mica lasciata violare da quel pazzo?" "Ma no, no, cosa dice, non l'ho mai fatto..." "Bene, bene, meno male. Ma avrete sicuramente peccato in altri modi altrettanto sudici e vergognosi. Vi siete baciati?" "Sì, quello sì, e come si può fare a meno?" "E poi? ti ha toccata?" "Sì, quando siamo da soli mi abbraccia e mi tocca dappertutto, è così caldo..." "Diavolo immondo! non dovevi permetterlo! E ora non dirmi che hai visto le sue nudità!" "Beh sì, l'ho visto nudo..." "Peccato mortale! Hai visto anche il suo sozzo dardo?" "Che cosa? non capisco suor Luana, non aveva niente di sozzo" "Non fare finta di non capire, demonietta, voglio sapere se hai visto la sua verga immonda, il bastone del peccato, il suo pene!"
A quelle parole Chiara aveva tradito un'eccitazione che subito si trasmise a suor Luana, che a quel punto sarà stata sicuramente bagnata fradicia. Fingendo disperazione rispose "Sì, l'ho visto, l'ho visto..." "Ecco che vengono fuori le vergogne più inconfessabili, lo hai visto, ti sei macchiata di un peccato grave e di lussuria, alla tua età, meretrice! E poi, cosa ti ha fatto quel demone, con quella verga maledetta?" "Io, l'ho presa in mano, l'ho stretta, lui mi diceva di scuoterla, perchè gli faceva piacere, allora io gliela scuotevo e quella si gonfiava sempre di più... Oh, suor Luana, era così grossa e dura, non può immaginare, non finiva più di crescere, era enorme! E io tremavo tutta, mi sentivo un fuoco dentro!" "Taci, meretrice! Sei caduta nel peccato più lurido, come speri di uscirne, vergogna, vergogna!".
Ma Chiara continuava imperterrita, e intanto scivolava già dalla sedia fino ad arrivare ai piedi di suor Luana, come prostrata ad implorare il suo perdono "Io la scuotevo, la stringevo, e lui si agitava, era come in estasi, non potevo fermarmi! Poi ad un certo punto dalla punta di quel... bastone iniziò a schizzare fuori come un latte, che mi bagnò tutta la faccia... era appiccicoso" suor Luana a quelle parole le diede uno schiaffo sulla guancia con violenza "Basta, sei una prostituta! prostituta!", ma Chiara continuava afferrandole la veste "Rimasi così stupita che decisi di leccare un po' di quel latte, era dolce, mi piaceva, e lui mi incitava sempre di più. Così portai il suo pene tra le mie labbra e iniziai a succhiarlo avidamente, mentre lui gridava di piacere. Oh, era così bello suor Luana, il suo cazzo mi penetrava fino in gola e io ingoiavo senza sosta la sua schiuma... o... come si chiama? Sborra, si chiama così, vero? Oddio, mi eccito solo a pensarci! Sì, la sua sborra, ora non posso più farne a meno!".
Chiara era talmente coinvolta nel racconto che senza accorgersi aveva afferrato i fianchi di suor Luana, come se fosse stata sul punto di tuffare la sua faccia fra le sue cosce, avvolte dalla veste bianca. Suor Luana a quel punto perse la pazienza e si sollevò in piedi di colpo, iniziando ad insultarla in tutti i modi. Le diede prima due sonori schiaffi in viso, poi la sollevò da terra, le fece piegare bruscamente il busto in avanti e cominciò a darle dei vigorosi scapaccioni sul sedere "Vergogna, prostituta, ti meriti una punizione come si deve! Ti faccio passare io la voglia di fare quelle oscenità! Stai ferma che ti dò un bel po' di schiaffi su questo fondoschiena da puttana!" E continuava a schiaffeggiarle le natiche, prima con forza, ma poi in maniera più leggera, percuotendole anche le cosce, ma senza violenza. Chiara non aveva opposto resistenza, e anzi provocava la suora con le sue esclamazioni oscene "Ma io voglio quella verga, voglio che mi penetri, la voglio! E' così grossa! Voglio che mi riempia di sborra!" mentre le mani di suor Luana le scorrevano sulle cosce, palpandole con insistenza, e la sua voce ripeteva "Puttana! Puttana!".
Il racconto di Chiara mi eccitava da morire, commentavo esclamando "Ma pensa che zozza quella suora! Tutta quella menata della punizione solo per metterti le mani addosso, che zoccola!", al che lei rispondeva "Dici? Non so, ma iniziava ad eccitarmi! E poi sai, ho un debole per quella tipa, speravo che a un certo punto si alzasse la veste e mi mostrasse le tette, muoio dalla voglia di vedergliele!" "Vedrai che te le mostrerà, vedrai, se questo è l'inizio..." "Ehi aspetta, non è mica finita qui!" Macchè, il bello doveva ancora venire. Chiara continuò a raccontare, suor Luana la teneva ferma con una mano mentre con l'altra la palpava sempre con più insistenza, alternando pesanti carezze lungo le cosce a leggeri schiaffi sulle natiche, e offendendola con i suoi ipocriti insulti "Svergognata, meretrice, questo corpo voluttuoso è la causa che scatena il demone in quel ragazzo! Queste gambe nude e sinuose da prostituta, questo sedere pieno di lussuria, e questo pube fradicio, che oscenità!", e le sfregava la fica insinuando le dita anche sotto le mutandine. Chiara si lasciava andare, assecondando la perversione della suora, svelandole i suoi desideri sessuali e ansimando in preda al godimento.
Alla fine si era divincolata dalle braccia di suor Luana, era scivolata per terra e le si era prostrata ai piedi. Le aveva afferrato la veste e implorata "La prego suor Luana, io voglio quel ragazzo, o rischio di diventare pazza, ho bisogno di quella verga, voglio che mi punisca, che mi penetri, che mi possieda! Cosa devo fare, come posso fare?". Suor Luana non aspettava altro, il viso le si era infiammato, per qualche istante era rimasta muta e immobile. Poi le aveva afferrato i capelli, l'aveva avvicinata a sè e, a bassa voce, le aveva confidato "Ormai non ti è rimasto più un minimo di pudore, mi fai pena lo sai? Provo una grande vergogna per te. Ma non voglio che tu perda del tutto il lume della ragione. In fondo, hai conservato ancora la tua verginità, e questo è importante. Guai a te se la perderai, in quel caso ti abbandonerò per sempre a te stessa!". "No, suor Luana, mi aiuti, glielo prometto, resterò vergine!". "Brava, così va bene. Ma attenta, quello che ti attende è molto pericoloso e doloroso, e del resto, è l'unica soluzione per le svergognate senza speranza come te!".
"Mi dica cosa devo fare!" l'aveva supplicata Chiara. A quelle parole, suor Luana le aveva dato uno schiaffo in pieno viso e le aveva intimato di voltarsi, alzandosi in piedi e spingendola lontano da sè. Chiara era finita a terra, sulle ginocchia, rivolta dalla parte opposta alla suora. Questa le aveva afferrato le natiche con entrambe le mani, stringendole ed esclamando "Questo è ciò a cui andrai incontro, questo sarà il supplizio che ti attenderà d'ora in poi!". Dopo queste parola Chiara aveva sentito la suora sputare, e un fiotto di saliva bagnarle la pelle del sedere, seguito da un secondo e da un terzo. Le dita della mano di suor Luana avevano iniziato a scorrerle fra le natiche e ad indugiare attorno al buco dell'ano, facendo una leggera pressione.
A sentire Chiara raccontare queste cose mi era divenuto duro come una trave, e lei da gran furbetta provava gusto a vedermi eccitare sempre di più: "Dai, ecco cosa voleva! E ti facevi toccare così, senza reagire! Non ci credo!". Ma lei non commentava, e andava avanti col racconto. Mentre suor Luana la teneva ferma e le inumidiva il culetto per prepararsi a penetrarla, ansimava e si contorceva, che troia pensai, ed era appena alla prima esperienza. Avrei voluto girarla verso la parete e farle sentire il mio cazzo fra le chiappe, e vedere se avrebbe apprezzato.
Suor Luana aveva continuato per un pezzo con i suoi massaggi, cominciando poco a poco ad infilarle un dito, penetrandola sempre più a fondo. Intanto la insultava come al suo solito "Hai un corpo da gran meretrice, queste cosce, e questo sedere, senti come sei bagnata, il tuo sesso scandaloso gronda di lussuria! Adesso ti sistemo io, tieni, la senti la mia mano che ti sta punendo?" E lei aveva risposto stando al gioco "Sì, la sento, la prego continui, spinga un po' di più!" "Taci svegognata!" E aveva cominciato ad infilarle due dita, spingendo con sempre più vigore. "E ti piaceva davvero? non ti faceva male?" le chiesi. "Oh sì, era così bello! Sì, all'inizio faceva un po' male, ma lei continuava a bagnarmi con la saliva, e non sentivo dolore. Ah, le sue dita che mi scopavano, che figata! E i suoi insulti, mi eccitavano ancora di più!". Che troia, pensai di nuovo, e anche suor Luana l'aveva pensato "Smettila di fare questi versi, puttana! Questa è una punizione, non è un gioco! Quando ti penetrerà con la sua verga, allora vedremo se ti divertirai ancora!". Ma Chiara aveva le idee chiare "Sì, il suo cazzo, lo voglio, lo voglio! Voglio che me lo sbatta nel culo!", e all'udire quelle porcate la suora l'aveva tirata per i capelli strattonandola violentemente verso di sè, le aveva sputato prima in faccia e poi di nuovo sul sedere e questa volta le aveva infilato ben tre dita della mano, insultandola in tutti i modi mentre quella godeva ancora di più. Alla fine, esasperata dalla voglia scandalosa di Chiara, che sembrava veramente irrefrenabile, le aveva dato due sonori schiaffi facendola cadere a terra.
Chiara era rimasta per qualche istante senza parole, ansimando in una sensazione mista di dolore e godimento, e poi voltandosi verso la suora, il viso bagnato di sudore e saliva, l'aveva osservata con meraviglia mentre quella divaricava le gambe e si sfilava nervosamente le mutandine. "Che fa, suor Luana?" le aveva chiesto, e quella quasi gridando "Stai ferma, svergognata, adesso ti faccio vedere cosa ho in mezzo alle gambe, guarda qua cosa può diventare il tuo sesso se non lo difendi come si deve da quei demoni degli uomini, guarda qua!" Chiara era rimasta a bocca aperta vedendo la strepitosa fica di suor Luana, che io naturalmente conoscevo già molto bene "Una figa grossa così, pelosa, tutta bagnata, con delle labbra rosse aperte e un... clitoride che sembrava un cazzo! avrei voluto succhiarglielo! E avessi visto come grondava, sembrava piena d'acqua!" Evidentemente si riferiva ai suoi umori che schizzavano fuori abbondantemente quando era eccitata, in effetti la fica in eruzione di suor Luana era uno spettacolo non da poco! La suora poi si era infilata dentro le quattro dita della mano e aveva iniziato a masturbarsi come una forsennata, facendo schizzare umori dappertutto, e intanto la ammoniva "Questo ti succederà se non starai attenta, gli uomini si prenderanno il tuo sesso e lo consumeranno come un frutto maturo, e a te la voglia crescerà sempre di più, diventerai una prostituta vera e propria! Così è successo a me, mi hanno violentata una volta, poi una seconda, ero tormentata da quelle verghe che mi volevano penetrare, e il mio sesso sembrava chiamarle verso di sè, mentre mi violavano gridavo e imploravo che mi continuassero a violare, ero come impazzita!". Chiara, eccitata sempre di più, le si era avvicinata, le aveva appoggiato le mani alle cosce mentre le fissava come rapita la fica. Gli umori le schizzavano in faccia, uscendo a fiotti sempre più copiosi, finchè la suora non aveva raggiunto l'orgasmo: un urlo liberatorio, aveva estratto la mano e una doccia di umori aveva investito il volto di Chiara e il suo corpo.
Doveva essere stato uno spettacolo, Chiara con il viso fradicio della sborra di suor Luana, e lei con le gambe aperte, la veste tirata su, le sue cosce da vaccona bene in vista e la fica fradicia. Le due zoccole erano rimaste per un po' a godere in silenzio, poi suor Luana si era alzata di scatto, aveva rimesso a posto le mutandine e se ne era andata, dopo averle raccomandato "Attenta, non sei ancora pronta per lui, prima di subire l'affronto della sua verga dovrai ripassare da me altre volte. Ti dirò io quando sarà il momento." e le aveva accarezato il viso, leccandosi poi le dita.
Il racconto di Chiara mi aveva eccitato all'inverosimile, me l'immaginavo con la testa fra le cosce di suor Luana, mentre lei le veniva in faccia. Iniziai a stuzzicarla: "E così hai trovato una maestra, e che maestra! E quando sarai pronta?" "Pronta a cosa?" "A ricevere la mia verga no? E' così che la chiama giusto?" "Sì, la verga..." e intanto mi guardava vogliosa il pisello, gonfio fra il costume. "Per adesso no, dobbiamo aspettare, dice che mi potrebbe fare male. Devo fare ancora un po' di esercizio". "E poi mi darai il tuo culetto?". A quella domanda fece un'espressione da troia che mi stupì sul serio "Oh sì, sarà tutto tuo, non vedo l'ora di sentirlo!". Chissà quali esercizi aveva pensato per lei suor Luana! L'avrebbe masturbata con le sue dita esperte, poi magari con qualcosa di più grosso, che a poco a poco si sarebbe avvicinato alle dimensioni del mio cazzo, per allenarla al momento in cui l'avrei penetrata.
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