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Prime Esperienze

NUOVI INCONTRI 2


di SweetMaster2023
02.10.2023    |    4.273    |    3 8.3
"Barcolla leggermente, non se lo aspettava, capisce subito che faccio sul serio, diventa rossa ma non si scompone ulteriormente:“Va bene, sono pronta..."
Finalmente la porta del monolocale che ho prenotato su Airbnb si chiude alle nostre spalle: siamo soli, eccitati, sappiamo entrambi cosa succederà nelle prossime ore, non abbiamo fretta e questo ci permette di goderci l’attesa.
Da parte mia temo solamente di non saper trovare il giusto equilibrio tra durezza e dolcezza, tra i suoi dolore e piacere: ho avuto da lei parole rassicuranti, in tal senso, ha già avuto un padrone, è già “appartenuta” a qualcuno nel senso della completa sottomissione, e sa ciò che vuole, ma è molto più giovane di me, penso di doverci andare piano, per gradi.

Lei si mostra subito a suo agio, non rivela segni di inquietudine, ma non tiene gli occhi bassi come vorrei, c’è ancora una certa resistenza, è comprensibile, è la prima volta che ci incontriamo.
Mi piace saper che il suo corpo è in attesa, e che sa, o immagina perfettamente, cosa la aspetta: d’altronde, ha già anche visto le foto del mio grosso pene, so che non vede l’ora di sentirne il contatto fisico, e questo mi eccita totalmente.
Erezione completa, difficile, anzi, impossibile tenerla nascosta, ma lei ancora non guarda lì.
“Voglio che sia tu a darmi il via libera. Mi piace quando la vittima cerca da sola la strada della sottomissione”.
“Per me possiamo anche iniziare, sono giorni che ho voglia di te”.
“Sappi però che quando si inizia poi cambia tutto. Quale parola limite ci inventiamo? Se la pronuncerai mi fermerò, però sarai punita per averla usata”.
“Come?”, chiede lei con un sorrisino beffardo.
“Così”, le dico alzando la voce e mollandole uno sganassone improvviso in pieno viso.
Barcolla leggermente, non se lo aspettava, capisce subito che faccio sul serio, diventa rossa ma non si scompone ulteriormente:“Va bene, sono pronta. Se dico BASTA ti devi fermare”.
“Te lo prometto. Adesso siediti sulla sedia e apri le gambe per me, in modo volgare”.
Esegue, la figa pelosa sboccia tra le cosce offrendomi uno spettacolo bellissimo.
“Spingila in fuori, verso di me”. Inarca un pochino la schiena e sposta il culetto verso il bordo della sedie, tenendosi con le mani al sedile. “Aspetta. Voglio farti bere un bicchiere di acqua”. Glielo prendo e lo avvicino alle labbra: farla bere dalle mie mani ha un che di erotico, come se già dipendesse da me anche solo per bere.
“Adesso toccati lentamente, esibisciti per me…”.

Mentre si tocca la vagina a cosce spalancate, prima dolcemente all’esterno e poi sempre più profondamente, prendo un’altra sedia e mi accomodo davanti a lei, fissando sfacciatamente i suoi movimenti, che per me diventano quasi ipnotici.
“Infila un dito”, le ordino con fermezza. Avrà notato che da quando mi ha dato il via libera la mia voce è cambiata, e da dolce e affabile è diventata dura e impositiva? Forse no, è troppo concentrata sulla clitoride, che ora sfiora col pollice, mentre ha già infilato l’indice dentro per obbedirmi. Vedo la vagina bagnarsi abbondantemente, rilasciando un fiotto di liquido dal basso.

Mentre guardo rapito la sua vulva fremente, noto che la sua eccitazione sale, che il corpo, prima fermo, ora dondola vistosamente mano a mano che la clitoride trasmette i suoi impulsi al cervello, così mi alzo e inizio ad accarezzarle il collo, massaggiandolo con una mano, mentre con l’altra mi tocco il pene attraverso i pantaloni, in modo molto evidente, tanto che sia impossibile per lei non notarlo, a pochi centimetri dal suo viso.
Voglio spingere molto sulla volgarità, in questa fase preliminare, così da mettere alla prova la sua sensibilità. Non solo non si ferma, ma, anzi, mi fissa la mano che tocca con intensità e voglia.
Mi tolgo i pantaloni e le mutande senza smettere di tenerle il collo.
Le mollo un altro ceffone, ma non forte; spinge ancora più in fuori i fianchi e viene ansimando, al che la sorreggo e la abbraccio forte. La aiuto togliersi la maglietta aderente che evidenzia le belle tette sotto al reggiseno, che le slaccio con mano esperta da dietro. La bacio sul collo e le lecco un orecchio: vedo la pelle d’oca sul braccio, segno che son riuscito a provocarle un brivido di piacere. Prendo in mano un seno e inizio a massaggiarlo dolcemente, poi di colpo lo schiaffeggio con violenza, una, due, tre volte…
Si agita e cerca di fermarmi la mano (ma non dice BASTA); mi fermo e la guardo in modo severo:”Togli la mano!”, le ordino. Si lascia andare rassegnata, la mano scende e rimane completamente morbida, a mia disposizione.
Non infierisco, la bacio invece profondamente in bocca, traendola a me con un braccio dietro la schiena, e sento i seni premere contro il mio sterno. La tengo a lungo così, la saliva comincia a scorrere tra le nostre bocche in entrambe le direzioni, beviamo tutto uno dell’altra, ora inizia il divertimento!

Mi alzo dalla sedie e tiro fuori il cazzo, che trova la sua bocca già aperta, calda e accogliente.”
Annusalo ma non toccarlo ancora”, le chiedo con voce normale, e lei esegue contenta. Mi sfiora con le labbra il glande, la sento ispirare dal naso:”Ti piace l’odore del cazzo? Sono due giorni che non mi lavo per fartelo sentire”, mento spudoratamente.
Vorrei scandalizzarla, ma non ci riesco: però ho un’altra ottima occasione per picchiarla, perché apre la bocca e si infila la cappella in bocca: due ceffoni forti, stavolta, la fan desistere, ma sa di aver disobbedito, non è stupita stavolta.
“Devo andare a fare la pipì”, chiede sottovoce.
“Devi dirmi che devi pisciare, voglio che tu sia volgare come me, in questi momenti”.
“Posso pisciare?”, ripete obbediente. Mi piace moltissimo che si presti a questi miei stupidi capricci, me la fa sentire sottomessa e mia.
“Va bene, ma voglio che tu lo faccia davanti a me”.
Quando si siede sulla tazza, sento il liquido che inizia a scendere, prima timidamente e poi sempre più abbondante: le avvicino a sorpresa il cazzo alla bocca, lei capisce subito e lo accoglie avidamente, iniziando a succhiarlo a fondo.
Le spingo la testa forte, ma non riesce a prenderlo tutto, comunque noto che ha la gola profonda, non si lamenta troppo quando premo.
Le faccio passare la lingua anche sui testicoli, che lecca e annusa con piacere.
Una donna che piscia mentre mi succhia il cazzo è uno dei gesti più erotici e contemporaneamente volgari che io conosca, mi piace da matti! Comunque anche lei gradisce la cosa, segno che anche in questo siamo in sintonia.

Quando ha finito le pulisco la vagina con la lingua, e poi la bacio di nuovo appassionatamente: ci scambiamo gusti forti, siamo due porci veramente, e ci siamo trovati, una fortuna che non capita spesso.
Non so se si stupisca quando mi giro e mi apro le natiche con le mani:
“Leccami il culo, troia!”, le ordino duro.
Sento la lingua che prima gira leggermente intorno, timida, poi entra decisa fino a che riesce: intanto le sue mani han sostituito le mie nel tenermi allargato il sedere. Una scena veramente pornografica! Un porco e la troia che gli ciuccia il buco del culo a lungo: semplicemente sublime.

Dopo qualche minuto, le faccio il bidet, mi faccio lavare da lei a mia volta e torniamo nella sala: stavolta la faccio sedere sul divano, dopo averla aiutata a liberarsi dalla gonna.
I più attenti tra i miei lettori si staranno adesso chiedendo se lei abbia effettivamente il plug infilato nel culetto o meno, vero?
No, non lo avevo trovato al parco, e in fondo ne ero rimasto contento, sia perché avevo potuto cercarlo, toccandole l’ano con un dito malizioso, sia perché significava solo che glielo avrei infilato dopo. Adesso.
“Prendi il plug”, le ordino con tono fermo.
Quando lo estrae dalla borsetta vedo che se lo mette in bocca per lubrificarlo: cavolo se è diventata volgare anche lei, una troia veramente!
“Infilalo davanti a me mentre ti siedi sul divano”, le chiedo.
Tenendolo ben fermo con una mano, ci si siede sopra lentamente: intuisco che le fa male, perché scende piano piano, ondeggiando in pochino i fianchi per agevolare la penetrazione.
La bacio sensualmente di nuovo, ha un buon gusto che mi attira ogni volta, non ne ho mai abbastanza…

Mi stacco a fatica perché la sento fermarsi, segno che è penetrata a fondo. Le porgo un preservativo che nel frattempo mi ero abilmente procurato, che apre e mi infila abilmente: è arrivato il momento, e lei lo sa, me la giro sotto e la penetro con forza, infilandoglielo dentro spingendo i fichi in modo prepotente, le faccio male ma le piace, lo so, poi la faccio sussultare ad ogni colpo. Sento che arrivo a toccarle la bocca dell’utero, mi eccito e scarico tutta mia virilità in una serie forsennata di colpi.
“Prendilo tutto, troia”, le grido forte.
Ha gli occhi socchiusi e sta già venendo, è sotto l’effetto di una doppia penetrazione completa, la vedo viaggiare trasportata dalle onde del piacere, e capisco che in quel momento ho un solo dovere, quello di assecondarla il più a lungo possibile.
Trent’anni fa avrei potuto andare avanti a pomparle dentro il cazzo per ore, e senza venire, invece dopo dieci minuti mi devo fermare a riprendere fiato: poco male, lei sembra quasi incosciente, geme e viene, viene e geme, e alla fine, dopo che ho estratto sia il pene vero che quello finto, si accoccola su di me completamente esausta, gli occhi socchiusi.

E’ il momento della dolcezza: baciandola lievemente, inizio ad accarezzarle la schiena, alternando dei grattini leggeri, sussurrandole parole smielate all’orecchio.
Questa è la felicità completa: vorremmo entrambi che questo momento magico non finisse mai.
La sento addormentarsi tra le mie braccia, e mi domando cosa devo fare: la sveglio e le sfondo il culo, come la mia natura chiede a gran voce facendomi di nuovo tiare il cazzo, o assecondo il suo bisogno di riposo, come un gentiluomo saprebbe esser suo dovere? Opto senza dubbi sulla scelta che l’età mi consiglia, e cedo quindi anch’io ai richiami di Morfeus: per tutto il resto ci sarà tempo, penso, tanto ormai ho capito che la troia è sottomessa e che la potrò usare a piacere in seguito. Penso anche che sia meravigliosa, e che incontrarci sia stato un vero e proprio regalo della vita!
Mi viene solo da pensare:”Grazie vita, Grazie Anna!”
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