tradimenti

Patrizia


di vonpaulus
17.05.2007    |    30.169    |    0 8.8
"Circa, capelli sale-pepe vestita senza ricercatezze, insomma una persona normale, eppure… L’ho conosciuta nel bar dove faccio colazione al mattino, dopo..."
Era da un po’ di tempo che pensavo di scrivere questa nuova avventura e raccontarvi di Patrizia.
Patrizia ha 42 anni, alta 170 cm. circa, capelli sale-pepe vestita senza ricercatezze, insomma una persona normale, eppure…
L’ho conosciuta nel bar dove faccio colazione al mattino, dopo aver preso il caffè mi siedo a leggere il giornale e scambio quattro chiacchiere con il barista, lei entrava a prendere il caffè e scambiava qualche parola con il barista, così una mattina il barista ha fatto una battuta a lei coinvolgendomi nel discorso, non ricordo cosa disse, ma il ghiaccio si ruppe e da quella mattina lei prese a sedersi al tavolo con me a prendere il caffè e scambiare qualche parola, per scherzo le chiesi di che segno zodiacale fosse e lei rispose “acquario” così le lessi l’oroscopo del giorno e da allora tutte le mattine vuole che le legga l’oroscopo, ma non solo, nel corso delle mattine successive notai un cambiamento in lei, un trucco leggero ma curato, l’abbigliamento più curato con qualche vena di civetteria anche nei piccoli orecchini che mette ai lobi delle orecchie, un cambio nella pettinatura che pur senza cambiare il colore dei capelli la rendeva più interessante, insomma stava cambiando in meglio, ma era per me? Sono venuto a conoscenza che vive con la madre e che ha un compagno, un uomo separato dalla moglie, un rapporto un po’ strano, forse il suo cambiamento dipendeva da lui? No, perché stavano insieme già da prima di conoscermi, quindi il suo cambiamento era per me, devo dire che con il passare dei giorni la nostra conversazione aumentava di tono spaziando sui più vari argomenti, ormai passavamo almeno mezzora insieme ogni mattina, e una mattina vedendola arrivare prima del solito le chiesi “sei caduta dal letto stamani?” e lei rispose “no, ho dormito a casa del mio compagno”, la sua aria non era proprio da donna riposata e così dissi “dormito? ora si dice dormito?” volevo riferirmi al fatto che non avessero solo dormito ma non volevo essere troppo esplicito e lei rispose “magari, ma lui vive con la madre, la casa è piccola e quindi ho dormito su uno scomodo divano letto con lui ma non abbiamo fatto assolutamente nulla”, a quelle parole forse ebbi un espressione stupita perché continuò “scusa non volevo scioccarti” mi ripresi immediatamente e le dissi “scioccarmi? affatto, sono solo stupito che lui sia riuscito a dormire avendoti appiccicata addosso in un divano letto” lei scoppiò in una risata.
Da quella mattina il nostro appuntamento quotidiano è diventato molto piacevole, io ho iniziato a farle dei piccoli complimenti per come era vestita oppure a chiederle che profumo aveva che era molto gradevole e così via e lei rispondeva ringraziando e sorridendo a 32 denti e mostrando una luce ancora più brillante negli occhi, una mattina mi disse “ho notato che nel tuo ufficio c’è un giardino e che ci sono degli animali, ma che avete un piccolo zoo?” colsi la palla al balzo e la invitai a prendere un caffè in ufficio da me nel pomeriggio per vedere anche lo zoo, accettò immediatamente.
In mattinata ricevetti una mail da Patrizia che mi chiedeva conferma per l’appuntamento pomeridiano, le risposi confermando e inviandole anche il mio numero di telefono, dopo pochi minuti il telefono squillò e al mio pronto sentii la sua voce “ciao, sono Patrizia, volevo confermarti che vengo a prendere il caffè da te e volevo sapere se per te verso le 14.30 va bene?” le risposi “va bene ti aspetto a braccia aperte” lei si mise a ridere e disse “a dopo”.
Alle 14.30 puntuale come un orologio svizzero una chiamata dalla portineria mi avvisava che la signora Patrizia chiedeva di me, mi recai all’entrata per riceverla e farle vedere il giardino che aveva sbirciato dalla strada, quando mi vide mi venne incontro e invece di darmi la mano come faceva di solito, poggiò la sua mano sulla mia spalla e mi baciò sulle guance, rimasi piacevolmente stupito da quella novità ed entrammo, le feci vedere il giardino e poi la accompagnai al bar interno dove prendemmo un caffè poi le feci fare una rapida visita del palazzo dove è il mio ufficio visto che si tratta di un palazzo storico con alcuni angoli molto belli da vedere e infine la portai nel mio ufficio, che non ha nulla di particolare, ma lei mi fece i complimenti per come era ben arredato e ben tenuto, la feci accomodare su una poltroncina e iniziammo a chiacchierare, notai che portava una gonna al ginocchio, calze nere velate e scarpe con tacco alto, che per me sono molto eccitanti, sopra aveva una camicetta bianca che era sbottonata fino all’attaccatura del reggiseno mostrando due seni niente male, ad un certo punto le dissi “sai a quest’ora siamo rimasti soli in ufficio…” e lei “soli, soli?” non ero sicuro ma giocai il tutto per tutto “si, assolutamente soli” lei senza dire una parola si alzò in piedi si avvicinò a me e mi stampò un lungo bacio sulle labbra, a dire la verità non me lo aspettavo anche se lo volevo, mi baciò a lungo e poi quando si staccò rimase in piedi di fronte a me e dopo aver sbottonato la camicetta mise a nudo i seni contenuti a stento dal reggiseno, avrà avuto almeno una quarta, ero senza parole, mi alzai dalla poltrona e andai a chiudere la porta a chiave dopodiché presi a baciarla e toccarla su tutto il corpo, slacciai il reggiseno mettendo a nudo due tette veramente niente male con due capezzoli grossi come bottoni contornati da due aureole grosse e scure, presi a succhiarli come un bambino e lei iniziò a mugolare, allungai le mani sulla gonna e aperta la zip la feci scendere ai suoi piedi, indossava un paio di mutandine semplici ma le calze erano calze vere con tanto di reggicalze, il mio povero uccello ancora costretto nei pantaloni ha avuto un sobbalzo.
Lei ha allungato una mano sulla patta dei pantaloni ha abbassato la zip e infilata la mano dentro lo ha afferrato stringendolo forte come se avesse paura che potesse scappare, lo ha tirato fuori e ha iniziato a menarlo lentamente mormorando “bello, bello, bello” si è inginocchiata e dopo averlo strusciato sulle guance e sulle labbra lo ha infilato in bocca e ha iniziato a succhiarlo delicatamente, prima la cappella poi lentamente lo ha ingoiato completamente fino alle palle, ha iniziato a fare su e giù succhiandolo avidamente come se non lo facesse da chissà quanto tempo, la mia eccitazione stava salendo alle stelle ma non volevo ancora godere, almeno non prima di averla stesa sulla scrivania.
La staccai dal mio uccello e la feci rialzare, scesi io a sfilarle le mutande e guardare finalmente il suo pelo, folto e ricciuto ma già bagnato, le ho allargato le gambe per guardare meglio e toccato con mano il suo sesso per sentire come stava, bagnata, labbra già aperte e vogliose di essere riempite, avvicinai la testa e con la lingua assaggiai il suo sapore, buono, dolce, gustoso e tanto…
La feci accomodare sulla scrivania con il sedere sul bordo e la fica ben esposta, mi inginocchiai davanti a lei e iniziai a leccarla, i suoi gemiti aumentavano di intensità ad ogni linguata, le sue mani sopra la mia testa mi spingevano sempre di più sopra di lei fino a che mi staccò violentemente e disse “ora prendimi non ce la faccio più” mi alzai in piedi e sollevando le sue gambe sopra le mie spalle appoggiai il cazzo sopra la sua fica e “lo vuoi davvero?” per tutta risposta prese a spingere il suo bacino verso di me per infilarsi da sola, ma visto che io mi tiravo indietro disse “si lo voglio, lo voglio dentro, scopami, scopami, scopami….” a quel punto glielo piantai tutto dentro in un colpo solo, scivolò dentro senza intoppi da quanto era bagnata ma lei emise un piccolo gemito, mi fermai tutto dentro di lei per qualche secondo e quando sentii che lei stava iniziando a muovere il bacino presi a muovermi avanti e indietro dentro la sua fica che era un lago di umori, a ogni colpo lei gemeva sempre di più e ad un certo punto prese a gemere e a contorcersi sempre di più ed ebbe il primo orgasmo, rimasi quasi sorpreso non me l’aspettavo, mi fermai dentro di lei per attendere che riprendesse fiato, lei si era completamente sdraiata con la schiena sulla scrivania, se fosse entrato qualcuno (meno male avevo chiuso a chiave la porta) lo spettacolo era di lei nuda con solo calze-reggicalze e scarpe sdraiata sulla scrivania con le gambe appoggiate sopra le mie spalle ed io nudo in piedi in mezzo alle sue gambe con il cazzo duro piantato nella sua fica, mentre ci pensavo la mia eccitazione aumentava ancora di più se era possibile e il cazzo aveva delle contrazioni dentro la sua fica tanto che lei riaprì gli occhi e disse “tu non hai goduto, continua che io godo ancora” ripresi a scoparla prima lentamente poi sempre più forte, lei riprese a gemere e a un certo punto sentii che era arrivato il momento di godere anche per me “stò per godere, devo uscire o posso godere dentro?” non so quanto fosse cosciente ma rispose “dentro, godi dentro, riempimi tutta” a quel punto altri due o tre colpi e iniziai a scaricare tutto il mio sperma dentro la sua fica, ne feci talmente tanto che iniziò a colare fuori sulle sue cosce, continuai a pompare ancora fino a che non sentii che il cazzo si stava ammosciando, lo tirai fuori e lei scendendo dalla scrivania si accovacciò davanti a me coprendosi la fica con una mano e mettendosi il mio cazzo in bocca per succhiare le ultime gocce… con la mano raccoglieva quello che le usciva dalle fica e dopo se la è portata alla bocca e ha leccato avidamente tutto.
Dopo aver ripreso fiato lei mi disse “era da tempo che aspettavo questo momento” risposi “anche io” e lei “è tardi devo andare via ma vorrei rivederti ancora” per scherzo risposi “certo, domattina al bar” scoppiò in una risata e prese a rivestirsi…
La mattina dopo al bar la colazione fù particolare, io e lei ridevamo al minimo gesto o parola che potesse avere un doppio senso, il barista ci guardava e non capiva e non poteva capire…
Prima o poi racconterò anche il seguito…

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