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Ricominciamo da qui, bambolina?


di AleBi
16.11.2023    |    1.582    |    20 9.6
"Quando hai finito di giocare con me prendi una fragola, la passi fra le mie labbra gonfie di piacere e dopo averle dato un morso me la porti alla bocca..."
È un sabato pomeriggio, uno dei nostri ormai abituali ed attesi sabati pomeriggio che da qualche mese ormai sono diventati per noi un appuntamento costante. Un sabato di metà primavera, in questa Milano impaziente che sembra essersi trasformata in estate prima del tempo.
Mi sporgo dalla finestra e rivolgo il mio sguardo al parcheggio vicino al parchetto sotto casa: sono le cinque e dovresti essere in zona ormai. Lo sai che mi piace aspettarti così, cercare il tuo volto fra la gente, scorgere finalmente il tuo sguardo da lontano e ricambiare con un tenero sorriso.

"Amore, Alex sta arrivando. Vado io ad aprire".

Quando apro la porta sei ormai quasi in cima alla piccola scalinata che conduce al nostro appartamento. Non fai in tempo a fare l’ultimo passo che ti ritrovi le mie braccia attorno al collo, e in un attimo le tue mani accarezzano delicatamente la mia schiena. Il tuo profumo mi raggiunge e, come sempre, mi fa salire un piccolo brivido di eccitazione. Ancora oggi lo riconoscerei fra mille. Un veloce bacio sulla guancia, che ricambi, e poi mollo la presa permettendoti di andare a salutare anche Marco.

Le ore passano veloci, come sempre quando siamo tutti e tre insieme. È iniziato tutto come un gioco, ma siamo finiti per diventare migliori amici. Un paio di partite a Monopoli, le solite discussioni perché vogliamo sempre le stesse carte e finiamo per metterci i bastoni fra le ruote finendo così per far vincere Marco, le ore trascorse a ricordare i momenti passati insieme, le nostre avventure, le nostre gag, quelle storie che continuiamo a raccontarci ogni volta, ma che ogni volta ci fanno ridere di gusto come se le stessimo rivivendo di nuovo. E così arriva presto tarda sera.

"Alex, che dici? Ci avviamo?".
Mi guardi e la tua mente è già altrove, è già da te, così come la mia.
"Sì, andiamo".

Il mio sguardo cerca quello di Marco e i nostri occhi parlano per noi. Lo bacio, mentre sembra volermi dire, pur senza parlare: "per questa notte sei sua, mi raccomando comportati come una brava puttana". Un brivido mi percorre la schiena e il desiderio aumenta, incontrollabile.

Salgo nella tua macchina e percorriamo in quasi totale silenzio i pochi chilometri per raggiungere casa tua. Sento il desiderio crescere dentro di me, le mutandine di pizzo bagnarsi sempre più ad ogni nuovo pensiero di ciò che sta per accadere. Per un attimo penso di scostare la gonna e sfilarmele, ma desisto. Maledetta mancanza di audacia.

Arriviamo e saliamo da te. Entro per prima e nemmeno il tempo di girarmi a cercarti che mi ritrovo il tuo respiro sul collo, poi le tue labbra umide sulla pelle. Sospiro e porto una mano dietro la tua nuca, fra i tuoi capelli: "ti voglio, Alex". Mi sollevi e mi fai sedere sul tavolo della cucina. Tu in piedi davanti a me, le mie gambe attorno ai tuoi fianchi. Sento le tue mani calde che percorrono il mio corpo e mi sfilano la maglietta, poi il reggiseno. Alla vista dei miei seni nudi ti mordi il labbro, avvicini la bocca e lecchi delicatamente un capezzolo già turgido, mentre con una mano stringi l’altro seno. Sento una goccia del mio piacere scivolare lungo una coscia e istintivamente avvicino la mia mano ai tuoi jeans. In pochi istanti il tuo cazzo è nella mia mano, duro e voglioso. I nostri occhi si incrociano e si comprendono al volo: non c'è tempo oggi per i preliminari, abbiamo bisogno di sentirci l'uno dentro l’altra, subito. Mi sfili il perizoma ormai fradicio di umori e appoggiando le mani sul mio fondoschiena mi fai scivolare in avanti per avvicinarmi ancor di più a te. Ansimo sotto i tuoi colpi, prima lenti e decisi poi sempre più veloci, fino a perdermi in un turbinio di piacere. Poi ti sento esplodere dentro di me ed anche io mi lascio andare fra le tue braccia.

La mattina successiva mi risveglio nel tuo letto già vuoto. È vero, ricordo, tu sei mattiniero al contrario di me. Mi alzo e ancora un po’ assonnata ti cerco per le stanze di casa, arrivo in cucina e intravedendo il tavolo, in un attimo di lucidità, ho un flash della serata prima. Mi scappa un sorriso compiaciuto, poi alzo lo sguardo e vedo te, intento a mangiare una fragola. Mi dai il buongiorno, abbozzi un sorriso malizioso e aprendo il frigo mi allunghi una bomboletta di panna spray.

"Ricominciamo da qui, bambolina?".

Ti prendo per mano e ti porto in camera. I nostri corpi, i nostri occhi e le nostre lingue riprendono a cercarsi avidamente. Prendo la panna e ne spruzzo un po’ sulle tue labbra, poi mi avvicino a te, ti sorrido e molto lentamente passo la mia lingua sul tuo labbro superiore, chiedendoti di fare lo stesso con me. Mi fai sdraiare e lascio che la tua bocca scorra piano sul mio corpo, baciandone ogni centimetro fino ad arrivare alla mia figa già calda e bagnata, ancora desiderosa di te. Quando hai finito di giocare con me prendi una fragola, la passi fra le mie labbra gonfie di piacere e dopo averle dato un morso me la porti alla bocca. La assaggio guardandoti negli occhi e percepisco il gusto dei miei umori mischiato alla dolcezza della panna.
In pochi secondi mi ritrovo in ginocchio davanti a te: la voglia di prendere il tuo cazzo in bocca e di spingermelo fino in gola è troppa. Ti guardo e posso vedere i tuoi sospiri di piacere mentre appoggi le tue mani sul mio viso e dolcemente accompagni i miei movimenti sempre più decisi, con quella tua delicatezza che la prima volta mi aveva spiazzata ma a cui poi mi sono affezionata. Ancora mi guidi con le tue mani facendomi alzare e mi chiedi di cavalcarti: vedermi sopra di te ti fa impazzire, e a me fa impazzire esaudire ogni tuo desiderio. In pochi minuti arriva il mio orgasmo. Ormai sai che questa posizione con te è il mio punto debole, la nostra costante. Sfilo il tuo cazzo da me e inizio a segarlo velocemente, sbattendolo di tanto in tanto sulla mia figa ancora bagnata, poi mi chino sopra di te e mi sposto fino a farlo arrivare vicino al mio seno. Mentre mi scopi le tette tiro fuori la lingua e la passo di tanto in tanto sulla cappella gonfia fino a quando sento la tua sborra calda scorrere su di me.

Mi guardi soddisfatto. Ti guardo soddisfatta. Ci scambiamo un dolce sorriso di intesa e realizziamo che il nostro weekend speciale è quasi finito, ma non prima di un’ultima doccia insieme. Un’altra nostra costante, uno dei nostri momenti preferiti, gli ultimi attimi fatti di sguardi, di stuzzicamenti, di nuovo desiderio, un desiderio che questa volta ci terremo dentro e che ci accompagnerà, impaziente, fino alla nostra prossima notte insieme.

Ci rivestiamo e ci concediamo un pranzo veloce prima di rientrare a casa da Marco, poi lo raggiungiamo e tutto riparte da dove era finito la sera prima. Tre amici che si ritrovano ancora, con la certezza che sarà una giornata piena di risate e serenità, amici che si sono conosciuti pochi mesi prima per gioco su un sito di incontri, ma che sembrano conoscersi da una vita e che hanno deciso di percorrere le loro vite insieme, ben oltre il gioco, ben oltre il presente.
"Allora, a cosa volete perdere oggi? Monopoli, Risiko o Cluedo?".
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