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Vacanze italiane - 5


di Membro VIP di Annunci69.it Pink1966
01.03.2024    |    3.995    |    3 9.7
"“Perfetto, grazie” rispose Brent..."
5.

Per quanto lussuoso, allo stato dell’arte a livello di design, comfort e, soprattutto vista, con le ampie finestre che si aprivano sulla nuova Milano, quella di piazza Gae Aulenti, del Bosco verticale, il grattacielo considerato il più bello del mondo, e del quartiere Isola, che nel fiorire post Expo di Milano poteva essere paragonato alla TriBeCa newyorkese, nulla di tutto ciò sembrò interessare a Brent nel momento in cui lui e Michelle entrarono nella stanza al 22° piano del Verticale Una Hotel.
Se va dato atto a Michelle di tentare di godersi quella vista bellissima su una delle città europee più in espansione e fermento, in realtà le fu concesso appena il tempo di depositare il trolley in un angolo della stanza, che Brent le era già addosso. E se pensate a lui come a un uomo di oltre 190 cm con un fisico atletico e possente, potete capire come la povera mogliettina si trovò inerme di fronte al suo assalto.
Abbracciandola con impeto, Brent rovesciò Michelle sul grande letto matrimoniale e, prima che la moglie potesse tentare di reagire, infilò la testa sotto il vestito e tra le sue gambe, assaltandone la figa come un assetato nel deserto. Sapeva che Michelle fino al momento di imbarcarsi per Londra indossava le mutandine. Come le avesse ‘perse’ era quello che da lì a poco avrebbe scoperto, ma intanto le tracce di piacere che ancora impregnavano la figa della moglie gli raccontavano di una notte in volo a luci rosse.
L’odore che emanava dal sesso di Michelle dopo il lungo viaggio sembrò accendere ancor più l’entusiasmo del marito, che dopo un primo assalto alla figa iniziò a concentrarsi sull’interno cosce, per poi risalire alle labbra, leccarle avidamente quasi fosse un cagnolino in estasi per il ritorno a casa della sua padrona, quindi contornarle, stando però sempre attento nel far sì che la sua lingua non trovasse il clitoride. Sapeva quanto il bottoncino di Michelle fosse particolarmente sensibile, e quanto la moglie apprezzasse lunghe attenzioni a quell’interruttore capace di farle perdere velocemente il controllo. E, proprio per questo, quasi sadicamente, Brent si ostinò a non sfiorarlo neppure, nonostante le suppliche crescenti di Michelle, che a un certo punto afferrò il marito per i capelli e provò a indirizzarlo verso il fulcro del suo piacere.
Inutilmente, perché Brent le afferrò le mani, bloccandole, continuando come se nulla fosse a circumnavigare il suo sesso, la lingua a solleticare quella terra di nessuno tra figa e ano, le labbra madide di desiderio risucchiate nella sua bocca, il liquido sempre più copioso a inondargli la faccia con Michelle, sempre più frustrata e impotente, a sbattere violentemente le gambe sul grande letto.
Quando poi, perfido nel suo attacco, Brent si avvicinò a un nulla dal clitoride ma, invece di solleticarlo con la lingua, lasciò partire un soffio violento, a Michelle scappò un urlo gutturale. “Oh Dio, Brent, sììììì” le parole inciamparono tra le labbra spalancate di Michelle, che sentiva di essere ormai vicinissima all’orgasmo. “Ti prego, conti…” ma non arrivò a completare la parola, che il suono del campanello della loro stanza avvisò i due che le valigie erano pronte per essere consegnate.
“Non provare neanche a muoverti, hai voluto fare la zoccola e adesso iniziamo un gioco nuovo” le disse a metà tra il serio e il divertito Brent, sollevandosi dal letto non prima di sollevare completamente il vestito della moglie, che con le gambe spalancate e la figa vistosamente fradicia offriva uno spettacolo erotico irresistibile.
“Ma…” provò a obiettare Michelle, prima che una sberla sulla figa, non troppo forte ma sicuramente decisa di Brent, la bloccasse.
“Ho detto di non muoverti”. E mentre il campanello rompeva una seconda volta il silenzio della stanza, Brent si diresse alla porta.
“Le sue valigie signore” le parole in un inglese un po’ stentato del facchino.
“Grazie, le metta pure lì” Brent gli indicò un punto della stanza praticamente di fronte al letto dove Michelle, gli occhi chiusi, un braccio a coprirle parzialmente la faccia, tratteneva il fiato, quasi che non guardare e non respirare la rendesse invisibile al mondo.
Solo che il facchino, un ragazzo di circa una ventina d’anni, alto, moro e di piacevole aspetto, tutto era tranne che cieco e, pur cercando di non essere eccessivamente plateale, non poté esimersi dal lanciare più di una occhiata verso quel corpo sdraiato sul letto, le gambe oscenamente spalancate. Brent, un passo dietro, si godeva la scena compiaciuto, il cazzo gonfio nei pantaloni.
“Va bene qui?” disse il facchino, provando a sembrare molto più sicuro e imperturbabile di quanto in realtà non fosse.
“Perfetto, grazie” rispose Brent.
E quando il ragazzo, lasciati i bagagli, si preparava a uscire, Brent tirò fuori il portafoglio, estrasse una banconota di dieci euro, ma poi fermò la mano a mezz’aria.
“Puoi scegliere: questa mancia” e sventolò la banconota. “Oppure quella” e con un gesto indicò Michelle.
Il facchino lo guardò, rosso in viso. In quell’anno all’hotel, dove lavorava per pagarsi gli studi, di situazioni borderline ne aveva viste diverse, ma quella…
Senza rispondergli, si avvicinò al letto.
“Aspetta. Anche qui devi scegliere. O lecchi mia moglie fino all’orgasmo, o ti fai fare un pompino”.
Michelle, immobile e per certi versi atterrita, nel sentire quelle parole si irrigidì ancora di più.
Il ragazzo la guardò a lungo, incerto sulla situazione. Aveva notato la donna quando la coppia si era presentata al check-in e nell’osservare la sua camminata elegante si era ritrovato a pensare a come gli sarebbe piaciuto affondare la sua faccia in quel sedere tonico dal quale partivano quelle gambe slanciate. Così, contrariamente a quello che probabilmente avrebbe scelto il 90% degli uomini, si inginocchiò sul letto, la faccia a pochi centimetri da quella figa luccicante, le labbra ben definite che sembravano quasi chiedergli una sola cosa: baciaci.
E a baciarle il ragazzo non prese tempo, la lingua che vorace andò a separare le grandi labbra per tuffarsi dentro Michelle, la bocca a creare una sorta di vuoto pneumatico, con il ragazzo che a un certo punto più che a leccare sembrò quasi voler mangiare il sesso della bionda manager. Quando, poi, i denti presero possesso del clitoride, con la lingua a picchiettare in maniera sempre più decisa e insistente, Michelle partì per la tangente. Le mani si chiusero a pugno attorno alle lenzuola quasi volessero strapparselo, mentre le gambe artigliarono la schiena del ragazzo.
“Sì, così, continua…” cominciò a farfugliare, mentre il bacino si sollevava quasi invitando il ragazzo a conquistare ancora di più il suo sesso.
Quando poi il facchino scese con la bocca di qualche centimetro, catturando le labbra, mordendole piano, la lingua a penetrare in profondità nella figa e il naso a premere forte sul clitoride, Michelle imboccò la strada del non ritorno. Le cateratte del piacere ruppero gli argini, il respirò sembrò mozzarsi in gola, le mani afferrarono i capelli del ragazzo e, con una violenza quasi primitiva, cominciò a premere il volto di quello che fino a pochi minuti prima era un perfetto sconosciuto, dimenandosi come un’ossessa con il bacino, lo sfregamento della barba su interno cosce e figa ad amplificare la sensazione del piacere.
Mentre Brent, appoggiato al muro, guardava eccitato come poche altre volte nella sua vita, la mano ad accarezzare da sopra i pantaloni un cazzo durissimo, Michelle venne violentemente una prima volta. Le gambe scattarono in aria come se colpite da una scossa elettrica, prima di tornare a stringere con violenza il busto del ragazzo, la testa incominciò a sbattere senza controllo da una parte all’altra sul materasso, mentre un gemito gutturale di piacere accompagnava un’esplosione lavica.
Godeva, Michelle, e più godeva, più il ragazzo affondava la lingua tra quelle labbra che sembravano un fiume in piena, i denti a stringere la carne pulsante, la faccia fradicia dell’orgasmo. Fu un orgasmo lungo, violento, con picchi di piacere a cui, per pochissimi secondi, sembrava seguire la fine dell’amplesso, prima che un nuovo colpo di lingua, un morso, o il clitoride risucchiato con violenza nella bocca, riportassero Michelle a raggiungere un nuovo apice del piacere.
Non seppe quanto tempo era trascorso dal momento in cui aveva iniziato a godere ma, quando poco dopo il facchino staccò la faccia fradicia di piacere dalla sua figa, Michelle si ritrovò priva di fiato, di energie, di tutto.
“Te li sei meritati, grazie” disse Brent a sua volta visibilmente accaldato nell’allungare al facchino una banconota di 20 euro.
“Grazie a voi. E se aveste ancora bisogno di me, chiedete di Lucio” rispose il ragazzo, prima di avvicinarsi alla porta, aprirla e, la faccia ancora piena degli umori di Michelle, uscire.
“Sei fantastica” Brent disse a bassa voce non appena la porta si fu chiusa. Ma Michelle, esausta dal lungo viaggio e dagli orgasmi, già dormiva.
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