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i colleghi


di Membro VIP di Annunci69.it PAOLAPAOLETTA
03.04.2024    |    79    |    2 8.7
"Verso le dieci, Luca, accompagnato da Andrea entra nel mio ufficio, cosa strana, vengono solo se chiamati da mè, ma poteva essere unìemergenza, e quindi,..."
Sono capoufficio, in una grossa azienda di Milano, sposato, con due figli, ma da sempre omosessuale.
Ho conosciuto mia moglie a una festa di amici, e stranamente mi è piaciuta, bella ragazza, molto libera di costumi, e ha capito subito chi e cosa fossi.
Ci siamo frequentato alcuni mesi, abbiamo fatto sesso, anche se io non fossi portato molto a farlo con una donna, ma devo dire che è stato piacevole, entrare nella sua calda e accogliente figa, mi dava piacere, anche se ero sempre attratto dal cazzo.
Mi propose di sposarla, un pomeriggio di giugno, mi disse che poteva essere il modo migliore di poter continuare sia io che lei a condurre le nostre vite sessuali, accettai.
Convolammo pochi mesi dopo a nozze, era settembre, io indossavo il classico vestito giacca pantaloni, e sotto reggicalze e calze bianche, lei vestito bianco con reggicalze calze e tacchi, era bellissima, tanto, che prima di sera se l'erano scopata un paio di ospiti.
Io come dicevo, lavoravo a Milano, e partivo la domenica sera e rientravo il venerdì pomeriggio, mi avevano assegnatoun appartamento vicino all'azienda, e lì, potevo trasformarmi in Paola e uscire di sera, incontrare e ospitare i maschi di turno.
In ufficio ero insospettabile, uomo integro, attaccato alla famiglia, e nessuna relazione extraconiugale, ero per tutti integerrimo.
Poi un giorno feci un errore imperdonabile, avevo il mio aipad, dove conservavo i miei video, le mie foto, indirizzi numeri di telefono, la vita di Paola insomma, bn nascosta, se non fosse, che la sera lo lascia acceso, dimenticandolo sulla scrivania, e appena uscito, uno dei miei sottoposti, entrò nel io ufficio, cercandomi.
L'ufficio era vuoto, e sulla scrivania spiccava il video acceso del mio aipad, e Luca, il suo nome si avvicinò, e vide la foto che appariva, una bella donna in reggicalze, ben truccata, con tacchi da urlo, e con in mezzo alle gambe un bel cazzo duro, ero io.
Luca prese il mio aipod, loportò nel suo ufficio, e scaricò tutto il contenuto, e lo ripose al suo posto, io al mattino seguente, lo ritrovai al suo posto, spento e in sicurezza, come doveva essere, e ne ero felice.
Verso le dieci, Luca, accompagnato da Andrea entra nel mio ufficio, cosa strana, vengono solo se chiamati da mè, ma poteva essere unìemergenza, e quindi, non mi preoccupai, si sedettero, e sentii che il tono che stavano usando, era troppo amichevole e diretto, non ho mai dato a nessuno la facoltà di farlo, e mi accigliai.
Luca, il più sveglio, mi porse il suo portatile, e nel farlo mi disse, guarda quì Paola, e dimmi se la riconosci, mi gelai, e vidi la mia foto, e poi il susseguirsi delle altre, stavo svenendo, ero io, intenta a succhiare cazzi, a prenderli nel culetto, o mentre soddisfavo più maschi, sollevai lo sguardo, e vidi i loro occhi pieni di felicità.
Chiusi il portatile e cercai di giustificarmi, dicendo che sì sembravo io ma che in verità era un'amico, bugia insostenibile, Luca si alzò, ascolta frocio, facciamo così, mandiamo in rete il materiale e poi chiediamo a tutti se sei tù o un fantomatico amico, lo fermai, deglutii, e ammisi che ero io, e chiedevo di non essere sputtanato, chiedevo cosa volessero in cambio del materiale sottrattomi, mi rispose, TU.
Ti vogliamo, sei bellissima, e devi essere nostra, la nostra donna come e quando vogliamo, anzi, questa sera vengo a trovarti, Andrea non può, la moglie ha appena partorito, e deve andare a casa, ma settimana prossima si libera e verrà anche lui.
Accettai non potevo fare altro, e così alla sera dopo cena mi preparai per Luca, indossai reggicalze calze reggiseno, slip, e tachi, e una vestaglia lunga di pizzo, mi truccai per bene e infilai la parrucca, e attesi.
Arrivò verso le 22, entrò e mi abbracciò, sei bellissima Paola mi disse, e mi baciò, un lungo e caldo bacio, le lingue si fuseri insieme, baciava bene il maiale.
Poi mi ammirò per bene e mi scattò foto col cellulare, cercai di impedirlo, mi disse di stare ferma, che ero una troia, un frocio, e iniziò a palparmi.
In breve, avevo il suo cazzo in bocca, era duro, enorme, teso, faticavo ad imboccarlo, ma lui spingeva e me lo infilò in gola, quasi svenni.
Lo pompai a lungo, era stupendo, lo volevo, lo volevo nel culo a tutti i costi, e lo chiesi, lo implorai a Luca, bene troia, stenditi, lo feci, sollevai le gambe e le aprii, lui si sistemò, e introdusse la cappella nel mio caldo e aperto culo, lo sentii scivolare fino ai suoi testicoli, ero piena.
Lo implorai di montarmi, non volevo la solita scopata, volrvo la monta, possente e violenta che solo certi cazzi possono dare, e lui mi montò, insultandomi, e facendomi urlare di piacere.
Si scaricò dentro di mè, mentre tremavo dal piacere e balbettavo frasi senza senso, quasi svenni.
Mi ripresi, e lo accarezzai, sei fantastico dissi, Luca guardò il mio cazzo, duro, segati frocio, afferrai il mio cazzo e mi segai, e lui mi riprese, mi fece dire nome e cognome, chi ero il mio lavoro, mentre il piacere montava, sempre più eccitata dissi tutto, mi dichiarai omosessuale, risposi a tutte le sue domande, e poi sborrai.
Ero sua ormai, ma non solo per le registrazioni, lo ero perchè, mi aveva conquistata, mi ero persa per Luca, e gli chiesi di essere ancora montata.
Rimase a dormire da mè, se dormire si può dire, e la mattina dopo, mi presentai in ufficio, indossando sotto ai miei vestiti il mio migliore intimo, mi portai un paio di decoltè, e appena arrivò la pausa pranzo, mi denudai, e attesi Luca.
Ero impazzita, rimasi tutto il tempo ad attenderlo, ma non si presentò, mi ricomposi, e mi misi a piangere come una scema, si presentò alle sedici, si sedettre e estrasse il suo cazzo, e si fece una sega, ora lecca la sborra troia, io mi misi a leccarla in terra e a ripurire poi il suo cazzo, e lui filmava, bravo frocio, a questa sera.
Ero persa, capii che la mia vita sarebbe cambiata, ma ne fui felice.
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