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la mia prima gravidanza p.s. ( l'antefatto )


di Membro VIP di Annunci69.it lara_diva
17.09.2015    |    1.770    |    4 9.9
"Mi infilai subito quella meraviglia e tornai, ancheggiando come mi aveva insegnato la padrona, a servire il pranzo al professore, che quando mi vide si..."
Il tempo passava felicemente in casa del professore e della signora Vittoria, chiamata affettuosamente Vicky da tutti coloro che la conoscevano e, ormai maggiorenne, vivevo praticamente con loro dividendomi tra la scuola ed il lavoro di domestica-ancella che mi permetteva di avere una mia stanza dove trasformarmi in Lara appena tornata da scuola.
Un martedì, appena tornata a casa ed infilatami in camera per vestirmi, trovai sul letto una scatola ed una busta, aperta la seconda, con un biglietto, la signora Vicky mi esortava a prendermi cura del professore per alcuni giorni a causa di un impegno improvviso che l’aveva costretta a partire e che mi avrebbe spiegato al suo ritorno. A questo punto aprii la scatola e rimasi folgorata…una meravigliosa camicia da notte di raso con la vestaglia coordinata di un colore indefinibile, in un secondo biglietto , la signora, si raccomandava di indossarlo con tutti i particolari contenuti nella confezione. Ero come paralizzata, sola per più giorni con il nostro uomo e, per di più, Lei mi pregava di prendermene cura! Mi truccai e pettinai con una cura assoluta e, per essere più carina, mi vestii con una gonna al ginocchio grigia a tubino una camicetta bianca ed il grembiule da domestica, che mi permetteva di nascondere la piccola protuberanza inguinale, calze scure e scarpe di camoscio nere con un tacco non vertiginoso completavano la mia mise da camerierina. Lui arrivò, come sempre, verso le quattordici e giunto in camera da pranzo mi chiamò con una voce strana…quando mi vide mi chiese se avevo ricevuto qualcosa dalla signora, ovviamente dissi di si, lui sorrise e mi disse di indossare il contenuto della scatola più piccola, tornai in camera mia e vidi, sotto la scatola con la camicia, due scatole da scarpe, spettacolo! un paio di decolleté di vernice nere con un tacco a spillo vertiginoso e nell’altra le ciabattine di vernice rosse con il cigno ed il tacco altissimo. Mi infilai subito quella meraviglia e tornai, ancheggiando come mi aveva insegnato la padrona, a servire il pranzo al professore, che quando mi vide si avvicinò abbracciandomi dolcemente e mi disse…” dovrai avere cura di me in questi giorni” le sue mani scivolarono sui miei fianchi per fermarsi sul mio culetto che già fremeva dal desiderio…”certamente”, annuii arrossendo, “ la servo subito” mi divincolai dolcemente da quell’abbraccio e mi diressi verso la cucina ma lui mi afferrò dolcemente per un braccio e mi tirò nuovamente verso di lui ma inciampai nel tappeto e mi trovai a terra con lui sopra di me. Ero eccitata allo spasimo, le sue mani mi sollevavano la gonna e con le gambe apriva le mie, sentivo il suo pene contro di me, sapevo cosa sarebbe successo, lo desideravo sempre ed ogni volta era la felicità, rapidissimo si slacciò i pantaloni e dopo avermi girata mi penetrò senza una parola…il dolore fu atroce, anche se ormai erano anni che praticavamo sesso insieme, la penetrazione era sempre drammatica, trattenni le lacrime di dolore e di gioia, oggi sarebbe stato tutto mio, sentii le sue mani accarezzare le mie scarpe e le mie caviglie e finalmente disse…”splendida, quasi come la Vicky” inutile dire che fu un amplesso meraviglioso e che il suo godere dentro di me fu il premio più bello che la mia femminilità potesse concepire, mi mandò a cambiarmi dicendo che mi aspettava in camera da letto…io nel letto della signora senza di lei, mi vestii di tutto punto, rifeci il trucco e sempre con le scarpine di vernice e le ciabattine in mano andai verso l’alcova. Lui mi aspettava nuovamente in erezione, mi accompagnò vicino al letto e mi fece sedere, poi mi trascinò al centro del letto e cominciò ad accarezzarmi lentamente partendo dalle caviglie e lungo le gambe con lenta maestria tanto da provocarmi brividi di piacere che accompagnavo con gemiti di eccitazione, quando fu vicino all’inguine mi alzò la camicia e cominciò a baciarmi la parte delle cosce che usciva dalle calze e fu un’estasi…mi abbracciò dolcemente e sopra di me mi penetrò nuovamente. Non mi aveva mai presa così, il cuscino sotto il mio culetto e lui sopra, sentivo il suo peso ed i colpi contro di me, il mio inutile pene schiacciato da lui mi dava un piacere strano, quasi clitorideo, sentivo il mio cuore aumentare il ritmo mentre lui mi baciava continuando a muoversi dentro di me, poi divenne convulso il suo respiro più breve…ti voglio in bocca amore, tutto… ti prego! Fu un attimo si tolse e si portò tra le mie labbra avide, presi a succhiarlo come una pazza mugolando di piacere morboso e lui mi ripagò con un rantolo e una generosa eiaculazione. Sono sempre stata stupita dalla quantità di seme che produceva ed estasiata dalla capacità di recupero dell’erezione, ed anche questa volta non fui delusa. Mentre assaporavo ancora il regalo, lo sentii di nuovo dentro…fu incredibile, non so quanto durò, ero distrutta ma continuavo a muovermi convulsamente in preda ad una eccitazione bestiale avrei voluto morire in quel momento e finalmente, ancora, il suo pulsare anticipava un nuovo orgasmo, avevo ancora dentro quello della prima volta, in sala da pranzo, ed era veramente tanto, e quando si tolse e mi chinai per pulire l’oggetto del mio piacere lo sentivo fuoriuscire e scorrere sulle mie cosce. Non mi ero mai sentita più donna che in quel momento, anche se non sapevo cosa sarebbe successo, mi sentivo strana e gli ultimi baci prima di addormentarci mi diedero una sensazione mai provata che mi lasciò perplessa. Il resto ve lo racconterò presto, un bacio a chi mi ha letta fin qui…Lara
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