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trio

Alba kiarab


di biancolepo
10.05.2013    |    5.528    |    0 9.9
"Sospeso in quel piacevole limbo con la radio che trasmetteva Alba Chiara del Vasco, arrivai quasi senza accorgermi all’uscita dell’autostrada..."
Dopo aver scritto e pubblicato racconti sul sito, non mi sarei mai aspettato di avere un attestato di stima così ben remunerato. Colpiti positivamente dai miei lavori, una bella coppia ligure che si firmava Kiarab, mi invitata a voler scrivere qualcosa su di loro. Ma con l’inusuale prospettiva di guardarli, sentirli e viverli direttamente, nella personale intimità domestica. Questo, a loro dire, avrebbe accresciuto le emozioni realistiche del racconto, nonché il privato erotismo di coppia.
I due, dopo una veloce presentazione, si descrivono giovanili, dinamici e molto affiatati. Desiderosi di trasgredire e privi di inibizioni. Ma senza per questo, richiedere la presenza di nessun altra persona fisica all’interno della loro, più che sufficiente, complicità sessuale. Nulla avrebbe dotuto indurmi a pensare diversamente, nonostante le apparenze. Il rapporto doveva rimanere, “professionalmente vuyeuristico” e senza alcun contatto.
Dopo qualche giorno per riflettere sul da farsi con contatti e rassicurazioni per entrambe, l’inebriante visione di quella donna sfacciatamente sensuale, con curve che sembravano geneticamente bramose di sesso, mi spinse senza altri indugi ad accettare. Impossibile da gran porco che sono, farsi sfuggire un’occasione come questa. Certo, non senza difficoltà. La prima sicuramente rappresentata da mia moglie. Difficile poterle spiegare cosa avrei dovuto fare, anche con tutte le rassicurazioni del caso sul mio ruolo sarebbe stato impossibile convincerla. Gran puttana sotto le lenzuola, ho con lei una bella intimità, concedendoci fantasie scambiste e visionando video e siti per incontri. Oltre a leggere racconti in cui, immedesimandoci nelle storie, scopiamo ancor più ardentemente. Ma tutto senza oltrepassare il mero gioco di fantasia. Almeno il suo fermo punto di vista. Inoltre, abitando in provincia di Milano, la difficoltà organizzativa era quantomeno rilevante, non dovendo dire nulla a nessuno. Ma su questo la coppia, mi agevolò non poco. Avrebbero potuto concedersi una giornata di relax nel mezzo della settimana lavorativa, quindi non avrei dovuto accampare scuse grottesche per star fuori la notte.
Qualcuno una volta mi disse : Meglio vivere di rimorsi o di rimpianti ? E così giusto il tempo di programmare il lavoro, e la mia auto procedeva sulla A7, anziché del capoluogo lombardo. La giornata di fine Novembre era fredda ma stranamente solare. Forse perché il fato, a conoscenza della sublime eccitazione che da li a poche era ne sarebbe scaturita, aveva deciso di aumentarne il piacere. Con il procedere del tempo, aumentava in me la mistura di sentimenti contrastanti. Quanto avrei voluto che mia moglie condividesse fino in fondo questo mondo, con tutte le sue più svariate sfaccettature. Spesso pongo in giro questo semplice quesito : Se possedeste un quadro di valore, ad esempio un magnifico tramonto di Monet, lo chiudereste al riparo da tutti solo per i vostri occhi ? Oppure, con orgoglio lo esibireste soddisfatti, con la bramosia di chi lo ammira ! Ognuno faccia le sue scelte, le mie sono in linea con la maggior parte delle coppie presenti sul sito. Durante il tragitto verso la regione dei fiori, proiettavo nella mente le eccitanti fotografie esibizioniste che la coppia aveva postato. Per poter creare una storia in cui avrei inserito i personaggi. L’intenzione era di scrivere le scene di sesso dal vivo, concentrandomi nel coglierne tutti i particolari con le parti erotiche dettagliatamente descritte, e cucendoci in seguito, una bella storia su misura. Ma il ricordo di quelle visioni mi eccitarono a tal punto da lasciarmi trasportare, guidando quasi sovra pensiero. Ancor più eccitanti trovavo le didascalie della donna che accompagnavano alcune fotografie : A me piace il cazzo ! Quanto mi piace leccarlo ! Vi piacerebbe sborrare sulle mie tettone ! Adoro il sapore del cazzo ! Quanto mi sento puttana quando il mio uomo mi sbatte forte da dietro ! Ecce ecc. Certo, molte altre inserivano commenti simili, ma questi mi avevano proprio colpito. Il tutto nella mia testa contribuiva all’irrefrenabile voglia di massaggiarmi l’uccello, scelta poco consona in quel momento.
Sospeso in quel piacevole limbo con la radio che trasmetteva Alba Chiara del Vasco, arrivai quasi senza accorgermi all’uscita dell’autostrada. Come da accordi chiamai il numero di riferimento e da li a poco arrivò il marito. Dopo un cenno di riconoscimento preparato, mi invitò a seguirlo. Non ci volle molto per raggiungere l’abitazione. Tra noi, poche parole, una stretta di mano e uno sguardo consolidante sul quale fossero ruoli e situazioni già ben delineati ed accettati. Salimmo all’interno, e ci ritrovammo in salotto. Mi invitò ad accomodarmi su un divano e mi offrì un aperitivo, visto l’ora. Notai l’intelligente accorgimento delle persiane abbassate e qualche lampada soffusa, così da ricreare una certa atmosfera pur essendo in pieno giorno. Un leggero imbarazzo era avvertibile nella stanza, lo aggirai estraendo penna e block notes. Seppur con educazione, evitammo inutili convenevoli su viaggio o cose simili. Tutti consci del motivo preciso per cui ci trovassimo lì, motivo che ci aveva spinto ad organizzare tutto . Fortunatamente irruppe la presenza femminile nella stanza che attirò completamente attenzione e sguardi. La sublime “madame”, si presento in tutto il suo erotismo. Un trasparente top di colore nero, corredato da calze autoreggenti e lunghi guanti, tutto rigorosamente a rete…. dannatamente eccitanti ! Sorriso sulla faccia, come una giovane lolita, mi si stagliò davanti squadrandomi velocemente. Nessuna parola usci dalle bocche di nessuno, ma un gioco di sguardi che andava al di là di ogni possibile interpretazione, diede chiaramente l’autorizzazione ad iniziare il gioco. Il marito accese della musica soffusa, e si accostò a lei come per ballare. Ma più che una danza, era uno strusciarsi ritmico ed incalzante. Mi alzai distrattamente e mi accomodai sul pavimento freddo scarabocchiando qualcosa, lasciando libera la coppia sul divano. Seduti cominciarono a baciarsi ardentemente, toccandosi freneticamente. Notai due piccoli tagli del top, proprio all’altezza dei capezzoli, che lasciavano intravedere quei due magnifici puntali su cui il suo uomo si avventò. Succhiandoli e morsicandoli delicatamente, si dedicò a loro con maestria. Ed io non trascurai di documentarlo. La moglie con provata esperienza, gli aveva già sbottonato i pantaloni in cerca del turgido pezzo di carne. Dopo qualche “scabrosa carezza”, lui si inginocchiò allargandole le gambe. Cominciò a leccare sapientemente, facendo bene attenzione che non perdessi nemmeno un istante di ciò che stava avvenendo. Lei ansimava, e distrattamente lanciava sguardi lascivi nella mia direzione. Facendo crescere, come previsto, la temperatura di ognuno di noi all’interno dell’ambiente. L’alternanza tra lingua e dita del compagno, lasciavano scorgere all’interno delle grandi labbra, il rosso fuco del piacere dell’inferno. Una fornace in cui mi sarei voluto gettare da subito, senza remore alcuna. Ma tenni ovviamente fede al patto e mi sforzai di scriverne i dettagli. Di colpo si fermarono. Lui si alzo, come per portarla nella camera da letto, invitandomi a seguirli. Pochi metri e ci trovammo nell’altra stanza tutti colmi d’eccitazione. Seduta sul letto, lei si avvicinò lentamente il cazzo alle labbra. Un erotico picchiettare con la punta della lingua sul prepuzio, fece da overture ad un magistrale pompino. L’uomo, in piedi, si godeva tutto il fantastico esibizionismo del momento apostrofandola con sproloqui vari, particolarmente graditi dalla consorte. Anch’io nonostante tentassi di trascrivere la situazione, ero realisticamente rapito ed eccitato da quella visione. Cosa che chiaramente risultò visibile. I due si guardarono, e sorridendo mi dissero quasi all’unisono di mettermi più comodo. Alludendo al fatto che avrei potuto slacciarmi i pantaloni. Allusione che non lasciò dubbi quando lei mi si rivolse dicendomi : Sono brava ? Ti piaccio ? Allora fatti una sega e fammi vedere quanto mi desideri anche tu ! Tutti i calcoli fatti, prima di intraprendere il viaggio, svanirono all’istante. Solo la lussuria in quella stanza, dettava le regole del gioco. Lussuria, di cui Kiarab era chiaramente ispiratrice. Il volto orgoglioso del marito diede senza dubbio il benestare. Senza attendere oltre comincia a far svettare anche il mio uccello nella stanza, menandomelo delicatamente nella sua direzione. Situazione anomala, mai provata, ma tremendamente eccitante per tutti. Li vidi soddisfatti quando cambiarono nuovamente posizione. Lei da gran porca si mise a pecora sul letto. Lui, senza farla attendere oltre, la penetrò con forza ed irruenza. Cosa che sembrò piacere molto alla splendida vacca. I commenti espliciti che ne scaturirono, energizzarono nuovamente la lussureggiante visione : Siii scopami, scopami ! Fagli vedere quanto sono troia, quanto mi vuoi puttana ! Anche il compagno apprezzò chiaramente e nell’enfasi mi fece segno di prendere la fotocamera, che era stata anticipatamente preparata. Passai volentieri, da cronista a reporter, aggirandomi mezzo nudo per la stanza, cercando di immortalare da ogni angolazione. Mi indicò di soffermarmi accuratamente sulle chiappe. Mentre continuava a soddisfarla con l’uccello, gli infilò un dito inumidito nel culo. Poi fece segno di mettermi di fronte a lei, prendendoli in prospettiva sul davanti. Così ero con la mia gonfia cappella, a pochi centimetri dalla bocca viziosa di quella meraviglia. Fortunatamente le mie speranze si tramutarono in realtà. Il desiderio si materializzò, quando pochi istanti dopo mi attirò vicino e cominciò a farmi una sega, mentre veniva sbattuta dal compagno. Era già bello così, quando capì dall’espressione sul viso, un misto di dolore e piacere, che il marito nel culo, gli aveva ora infilato il cazzo. Lei si girò a guardarlo d’istinto un solo istante, e come per risposta senza preavviso, si rigirò maledettamente vogliosa e mi prese il cazzo in bocca. Situazione euforica, tutti in balia di quella donna. Lei stessa, della sua stessa sensualità. Esperta meretrice concupiscente, comandava a piacere le nostre perversioni più recondite. Non riuscì a scattare più nulla, e fu un peccato perché dall’esterno l’immagine che ne scaturiva doveva essere quella dei migliori film porno. Con la diva, presa in mezzo a due cazzi, tra culo e bocca. Troppa, davvero troppa, realisticamente parlando l’eccitazione per tutti. Tanto che da li a poco il marito disse che stava venendo. Anch’io non sarei durato molto di più, con tutto quel nirvana. Si staccò dalla mia bocca per distendersi con la faccia sotto il marito, che l’attendeva al bordo del letto, per godersi tutto il suo fluido. Si fece inondare faccia e le labbra del suo caldo sperma. A quel punto non cercai più nessuna approvazione, nessun segnale, mi lasciai solo trasportare dagli eventi. Non resistetti nel vedere tanta meraviglia, quelle invitanti cosce aperte davanti a me sembravano gridare FOTTIMI !. Smanioso di un contatto, con quella carne che tanto si era fatta desiderare. Con lo sperma che il marito le stava ancora svuotando in bocca, d’istinto mi sdraiai sopra di lei e in un attimo la penetrai. Il mio cazzo scivolò velocemente all’interno, tra gli umori degli orgasmi precedentemente raggiunti. Solo allora mi resi davvero conto davvero di aver contravvenuto agli accordi, di aver disatteso gli impegni. Ma nessuno fortunatamente si lamentò della cosa. Allora spinsi, spinsi, fino a sentire madame liberten, ansimare e godere ancora. Con la bocca impastata sussurrò : scopami, non sono ancora sazia, ancora ! Avrei voluto continuare volentieri all’infinito, per godermi il più a lungo possibile il calore di quella accogliente e profumata vagina, che tanto piacere mi aveva dato fino ad allora. Ma proprio quelle parole proruppero ancora una volta all’ interno della mia psiche, amplificandone il piacere fino a farmi sborrare. Non prima però di esaudire l’ultimo desiderio, mi sottrassi un attimo prima dalla morsa delle sue cosce strette su miei fianchi, per svuotare tutti miei i coglioni su quelle ciclopiche tette che fino ad allora non ero riuscito a valorizzare come avrei voluto. Sfiniti ci concedemmo un attimo di pausa. Poi, così come dal nulla ero arrivato, me ne andai. Ringraziandoci a vicenda con le solite poche parole. Ma con sguardi ben più carichi d’intesa e di soddisfazione.
Dopo qualche settimana gli inviai il racconto, che apprezzarono chiedendomi………………..ne vorresti scrivere un altro ?
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