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Un massaggio al cu... ore.


di compagnoideale
30.12.2015    |    4.988    |    2 9.4
"Sapeva che poteva fidarsi totalmente e che se avevo proposto una serata particolare lo facevo garantendo la massima tranquillità e serenità a lei..."
Con la bocca ancora dolce per aver sorseggiato un buon caffè, ci siamo ritrovati tutti e tre fuori al bar in una piazza che ospitava aiuole e qualche coppietta di passaggio indaffarata negli acquisti per il Natale che incalza. Il tempo di commentare le luci con i loro giochi di intermittenza quando il lui guardandomi

– Mi raccomando, l’affido a te. Falla stare bene –

Abbiamo avuto modo di vederci un paio di volte per approfondire la reciproca conoscenza, anche quella più intima. Sapeva che poteva fidarsi totalmente e che se avevo proposto una serata particolare lo facevo garantendo la massima tranquillità e serenità a lei. Non avrei mai potuto deluderli.

– Ciao cara, ci vediamo fra un paio d’ore –
si abbracciano e le labbra si sfiorano
– Ciao, a dopo, stai tranquillo. Lo sai che ci possiamo fidare, starò benissimo -
- Registra nella mente tutto, voglio ogni minimo particolare -
- Stanne certo, lo farò per te -

Ci da le spalle e si allontana con passo fermo e deciso come se avesse una meta chiara dove andare, invece, avrebbe girovagato per il tempo che lo separava dalla moglie cercando di ingannarlo fantasticando su cosa stava vivendo, sentendo, provando la sua dolce metà.
Ci ritroviamo soli io e lei, ci scambiamo un sorriso e mi sento scivolare la sua mano sotto il mio braccio

– Sono pronta, andiamo –

Pochi passi e siamo di fronte il citofono che pigio componendo il numero dello studio per poi rispondere alla voce metallica – Siamo noi, stiamo salendo – Come risposta il click del cancello che si apre. Entriamo nel parco e rifaccio la stessa procedura per il portone del palazzo, ed un altro click a dirci: accomodatevi. Avverto che l’eccitazione sale in lei, ogni gradino corrisponde ad un pizzico di adrenalina in più che le scorre nelle vene. Sorride di un sorriso contento, curiosa di vivere un’esperienza nuova e mai provata

– Tutto ok? - le chiedo
mi guarda, i suoi occhi rispondono di si, e la sua voce me lo conferma
– Certo, tutto bene -

Arriviamo al pianerottolo e troviamo la porta dello studio socchiusa. La spingo con leggerezza ed entro per primo, in modo che lei possa sentirsi più tranquilla. Richiudo la porta alle sue spalle. E’ un'entrata con luci soffuse, ambiente caldo e si percepisce già l’odore degli incensi indiani che provengono dalla sala massaggio.

- Prego, da questa parte –

Le indico una stanza socchiusa accanto a quella del bagno.

Le apro la porta e la lascio entrare. L’odore è più intenso, così come il tepore della stanza. Le luci sono spente, ad illuminare il tutto una stufa posta sul mobile ad altezza del lettino.

– Ciao, benvenuta nel mio studio. Sono certo che saprà fare gli onori di casa mentre io vado di là a prepararmi –
Il mio amico esce e si chiude la porta dietro di sé per andare nello spogliatoio ed indossare gli abiti adatti al massaggio. Percepisco che è serena, che si sente tranquilla.

– Fai ciò che vuoi, sai bene che puoi interrompere il tutto ogni qualvolta lo desideri –
le dono un sorriso che lei ricambia.

Avevo già spiegato a loro come si sarebbe sviluppato l’incontro così lei si sfila il cappotto che poggia su un attaccapanni e lo avvinghia con la sciarpa. Sfila la maglia, la camicia, il reggiseno ed infine la gonna. Stranamente noto che è in perizoma ed autoreggenti, di certo un abbigliamento superfluo per un incontro di massaggi. Mi guarda, fa una piroetta su se stessa e mi sussurra

- Questo l'ho messo per te –
si avvicina alla guancia e mi regala un bacio
- Adesso mi preparo –

Sfila le autoreggenti ed il lembo di perizoma per poi avvicinarsi al lettino dopo avermi chiesto dove poggiare la testa. Vederla nuda era uno spettacolo. Conoscevo già il suo corpo ed il suo odore ma, sarà stato l’incenso o la luce della stufa o il percepire l’incresparsi della sua pelle per l’emozione, mi parve trovarmi innanzi ad un corpo nuovo e sconosciuto. Come concordato il mio amico aveva lasciato degli asciugami. Esattamente tre: uno per coprire sedere e vulva, l’altro per il seno ed il terzo per il viso. Ne presi uno per coprire il sedere. Uscii dalla stanza per rientrare dopo pochi secondi assieme al mio amico che, avvicinandosi al lettino, cominciò a sfiorarle il corpo con cura. Prese dell’olio messo a scaldare su di una candela e cominciò a massaggiare con più decisione la pelle della schiena. Ero in piedi distante quanto bastava per non intralciare i movimenti del massaggio, con lo sguardo rapito dalle mani che sapientemente affondavano nella carne con decisione e vigore. Ad un certo punto un movimento casuale e maldestro scopre leggermente la parte alta del sedere. Lo conoscevo ma vederlo così, quasi rubato e scoprirlo riflesso negli occhi del mio amico mi ha eccitato non poco. Decisi di sedermi alla scrivania avendo a favore degli occhi le sue gambe. Cercavo di affondare il mio sguardo sotto l’asciugamano, proprio lì dove ci sarebbe stato l’incrocio delle gambe e l’inizio della fica. Ma era troppo buio e potevo solo fantasticare su cosa celava quel pezzo di spugna che cominciai ad odiare. Il massaggio andò avanti per una ventina di minuti: schiena, spalle, collo, per poi scendere sulle gambe ed allora quella domanda

– Se per te non è un problema posso continuare sulle natiche, però devo spostare l’asciugamano, altrimenti dovresti girarti per continuare il massaggio... qui ho terminato –
non finì neanche la domanda che ci giunse un filo di voce
– Ok, non c’è alcun problema –

Credo che dopo una ventina di minuti di massaggio si era eccitata anche lei. L’asciugamano lasciò libere le natiche perfettamente tonde che cominciarono a muoversi al ritmo imposto prima dai polpastrelli, poi dalle dita e palmo delle mani ed infine dal taglio delle stesse a mo’ di karate... colpetti decisi e molto veloci che lo facevo ondulare come budino... A questa vista non ho più resistito, ho cominciato a segarmi ipnotizzato dallo spettacolo. Non so quanti minuti riservò al sedere ma parvero un’eternità. Poi, con delicatezza sussurrò all’orecchio di lei

– Dovresti girarti. Tu copriti il seno ed io copro il resto –
e le passò il secondo asciugamano.

Si girò lentamente su di un fianco per poi completare il giro di 180° ma, nonostante tutte le premure, i nostri sguardi riuscirono a rubare il profilo del seno e la peluria della sua fica, perfettamente curata e depilata con una strisciolina di peli rasi a trionfare sopra di lei. Un asciugamano coprì la vulva, lei coprì il seno e l’ultimo telo, il più piccolo, il viso, lasciando liberi le narici e la bocca. Cominciò a massaggiare la pancia, facendo cadere a pioggia gocce di olio caldo a colmare il vuoto dell’ombelico e poi, a raggiera, inumidire il resto. Passò alle spalle ed al collo, infine alle gambe. La stessa domanda

– Se per te non è un problema potrei massaggiare anche il seno ma devo togliere l’asciugamano –

Questa volta non ci fu risposta, fu lei a scostarsi tutto lasciando solo il viso coperto, offrendo ai nostri sguardi l’intero corpo indifeso. Cominciò a sfiorare i seni sodi con estrema delicatezza, con circonferenze sempre più strette fino e giungere ai capezzoli per poi allontanarsi nuovamente e nuovamente riavvicinarsi. Volevo vedere tutto al meglio e mi avvicinai facendo piano affinché i miei passi non la distogliessero dal piacere che stava provando. Sorrisi alla vista dei capezzoli dritti ed appuntiti, aumentando il ritmo della mia sega. Le sue mani scesero nuovamente sulla pancia e si avvicinarono nuovamente alle gambe. Sapevo che non avrebbe massaggiato la fica, questo andava oltre il suo lavoro.

– Tra un po’ è finito, spero ti sia piaciuto –
– Si davvero tanto – rispose con una voce flebile

Massaggiò l’interno cosce, poi mi fece cenno di avvicinarmi e di vedere più da vicino la fica, così feci e ne capii il motivo. Dalle grandi labbra uscivano fili di liquido lubrificante: era super eccitata e bagnata. Continuò a massaggiarle l’interno cosce a turno e nei movimenti notai che con il dorso delle mani le sfiorava la fica. Poi successe l’imprevisto. Notavo che la mano di lei cercò guardinga di sfiorare il cazzo del mio amico intento al massaggio. Ci provò una, due e tre volte... ci guardammo e lui le chiese

– Mancano davvero gli ultimi minuti, se a te non dispiace vorrei mettermi in libertà anche io -
- Fa' pure -

Il mio amico si tolse il pantalone bianco di cotone e riprese il massaggio con delicatezza ma avvertivo che era diverso, meno professionale e molto più distratto. Lei cominciò a sfiorargli il pene per poi prenderselo tra le mani e segarlo lentamente. Mi avvicinai dall’altro lato del lettino e sfiorai con il mio cazzo il dorso della sua mano disteso, e cominciò a segare anche a me. Due cazzi in mano mentre i suoi occhi erano coperti e privati della vista.

– Tutto ok? - le chiesi
- Si, ci sei anche tu?! pensavo ti fossi annoiato ed andato via -

A queste parole cominciò a segarci più forte e le nostre mani iniziarono a carezzare con avidità il seno. Tutta la sua pelle era liscia, luccicante e piena di olio. Mi avvicinai per baciarle il collo ed assaporai l’unguento sulle mie labbra e fu in quel momento che percepii che si stava lasciando andare totalmente dai mugolii che liberava sempre di più.

– Ti voglio –
mi sussurrò con un filo di voce.

La tirai lentamente verso il bordo del lettino e mentre la vedevo girare la testa a destra per cominciare ad assaporare il cazzo del mio amico, misi il preservativo, le alzai le gambe sulle spalle e cominciai a penetrarla. Sentivo che godeva e che aveva i suoi gemiti bloccati in bocca fatti prigionieri dalla verga che era lì ad impedirgli l’uscita. Cominciai a sfiorarle il clitoride con il pollice a ritmo rispetto ai miei colpi di bacino. Durò poco, lasciò il cazzo e cominciò ad ansimare

- Si... Eccomi... Arrivo... –

Il mio amico cominciò a segarsi ed io a dare colpi sempre più forti e sempre più frequenti. Vidi il suo sperma coprirle il seno ed a questa vista liberai il mio nel preservativo avvolto dalla sua fica. I nostri cuori cercavano di riprendere il ritmo normale mentre il mio amico finiva di segarsi lentamente ed io stavo dando gli ultimi colpi più leggeri e meno profondi. Restammo qualche secondo in silenzio

– Credo che come prima seduta possa andare bene –

scese dal lettino sorridendo e si affrettò ad andare in bagno per pulirsi dall’olio, dallo sperma e dai suoi umori. Scendemmo le scale mentre mi raccontava che era stata benissimo, che il massaggio l’aveva realmente rilassata ed eccitata al tempo stesso. Uscimmo dal portone sempre con la sua mano avvinghiata al mio braccio ma, questa volta, con i visi meno eccitati e più soddisfatti. Attraversammo la strada e scorgemmo la sagoma familiare del marito alzarsi da una panchina ed avvicinarsi.

- Com' è andata? -
- Sono stata benissimo. Mi hanno trattato come una regina ma ti spiegherò tutto in auto –

Ci salutammo e rimasi a vederli andar via di schiena mentre il vento più fresco della tarda sera mi carezzava il viso. Era tempo di tornare all’auto.
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