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Lui & Lei

CINQUANTA CANDELINE(3^PARTE)


di Membro VIP di Annunci69.it oltreconfine
09.06.2016    |    6.568    |    0 8.7
"Mi ripresentai a lei con una piccola torta e con una bottiglia di spumante in mano dicendo: "dobbiamo festeggiare..."
L'avvolsi tra le braccia e rotolammo nell'abbandono più assoluto, l'uno di fianco all'altra; con i volti talmente ravvicinati che il mix dei rispettivi respiri accelerati, gradualmente si spense in baci di passione intervallati soltanto da qualche parola sussurrataci sulle labbra. "Mi hai sconvolto di piacere tesoro ed il piacere continua nel poterti vedere e tenerti tra le braccia. Si, il mio piacere è adesso nell'assistere a questo tuo sorriso lieve e leggero che m'invita ad entrare nei tuoi occhi mentre ti parlo". Così dicendo e non senza difficoltà, mi allontanai dal suo corpo pur tenendola ancora per mano, aggiungendo: "solo un attimo, prendo una cosa nel frigorifero e sono da te". Mi ripresentai a lei con una piccola torta e con una bottiglia di spumante in mano dicendo: "dobbiamo festeggiare. Oggi è il mio compleanno. Sono 50! Mancano le candeline, ma confido ancora nei tuoi baci al loro posto". Stephanie, seduta con le gambe incrociate sul letto, scoppiò in un'allegra risata, nascosta da una mano sulla bocca e divertita mi rispose: "tresor... allora rischi d'invecchiare molto più di cinquanta candeline.Subito dopo essersi fatta seria, aggiunse: "però potevi anche dirmelo del tuo compleanno, avrei portato un pensiero per te". La guardai fisso negli occhi e non replicai, ma penso capì, da come la guardavo, che avermi donato se stessa valeva molto più di mille pensieri. Mangiammo un pò di torta con le dita, non senza aver fatto giocare i nostri corpi con la panna, per poi essere ripuliti reciprocamente dalle rispettive lingue e brindammo dai calici delle nostre bocche.

Avrei voluto addormentarmi così, tra le sue braccia, con ancora i profumi di lei mescolati ai miei e a quelli del vino e della panna, ma abbozzai una proposta: "che ne diresti di fare una doccia insieme?" Entusiasta, Stephanie si riprese dal leggero torpore nel quale era caduta dopo l'infinità di coccole scambiateci; saltò giù dal letto tirandomi per un braccio dicendo "il est avec grand plaisir, mon amour ». Nel box della doccia, sufficientemente capiente per permettere ad entrambi di muoverci liberamente, Stephanie mi assunse sembianze divine. Le punte dei suoi capelli bagnati, lunghi e biondi, quando qualche ciocca era libera di danzare sul suo seno,giocavano con i capezzoli ;il viso offerto verso l'alto all'effluvio dell'acqua, faceva assumere a questa il profilo fluido dei tratti gentili e quando per un attimo apriva gli occhi azzurrissimi per guardarmi, mi sentivo come inondato da un oceano. Con le energie che non so da dove ancora mi provenissero, la trassi a me con immutato desiderio del suo corpo e per dare pace all'ennesima erezione, strofinai quest'ultima tra le cosce e nella sua intimità. Sotto la doccia,ad afrodisiaco si sommava afrodisiaco, un
effluvio irresistibile che rilassa ed eccita allo stesso tempo e con la stessa intensità di due forze contrarie che paradossalmente diventano complementari nella loro complicità. Atti sessuali dolci, lenti, ma che improvvisi prendono forma e velocità sfuggendo al controllo dei nostri stessi corpi e delle nostre stesse volontà. Attimi brevi ma intensi, troppo brevi per non andare oltre. Adesso,di Stephanie,non mi bastava più ciò che vedevo in superfice. Un desiderio irresistibile era diventato impaziente di sentire ciò che le scorreva dentro. Ma come dirglielo? Non ce ne fu quasi bisogno. La mia mano scivolò giù ad impossessarmi con il palmo della sua fighetta e mi lesse negli occhi che si socchiudevano mentre, con la testa chinata in segno di assenso implorante, la invitavo a fare ciò che però non le chiedevo esplicitamente. Anche lei non disse una parola, ma i suoi occhi erano epliciti quanto i miei, desiderosi di accontentarmi ma nello stesso tempo increduli ed imbarazzati davanti a qualcosa che ella stessa, poi mi confessò, non aver mai fatto e nemmeno pensato mai di fare come del resto anche a me non era mai accaduto. La vidi increspare gli occhi nel segno di un piccolo sforzo,più psicologico che fisico, e subito avvertii il cambiamento di temperatura sulla mano rispetto a quella dell'acqua. La sua pipì era più calda; un leggero odore di ammoniaca salì dal basso mescolato al profumo del bagno-schiuma. Ne fui letteralmente inebriato e senza vergognarmene, sarei stato probabilmente in quel momento, capace di berne. Ma la cosa non finì qui. Con gli stessi miei gesti, Stephanie fece scivolare la sua mano sino ad impossessarsi del mio scroto con delle carezze e poi con l'altra riservò lo stesso trattamento al pene. Ne scoprì il glande, si abbassò per baciarlo e poi, risalendo, mi guardò negli occhi con dentro scritto: "adesso è il mio turno". Non me lo aspettavo ed ebbi qualche resistenza, ma fu una gioia infinita vederla sorridere nell'essere riuscita anche lei nel suo improvvisato intento.

Merci Stephanie! Creature immense..au revoir. Je ne vous ai jamais oublié et ne vous oublierai jamais.
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