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Lui & Lei

L'insegnante di inglese


di orsix60
05.07.2020    |    1.384    |    0 8.7
"Così la sua presenza entusiasmava i giovani ragazzi del liceo, ma in particolare turbava i sogni di un giovane diciassettenne ripetente, Claudio, il quale..."
Laura era una bella ragazza di 27 anni, alta, mora e con un fisico prorompente… due gambe lunghe che terminavano su un culetto alto e sodo, vita stretta e un seno prosperoso e sodo, suo segreto orgoglio. Trovò per sua fortuna una supplenza in un liceo della città dove si era trasferita per gli studi e cosi affrontò il suo nuovo lavoro con entusiasmo. Conscia delle sue qualità fisiche, si impose un abbigliamento poco appariscente, pur tuttavia la sua bellezza aggressiva, per quanto mortificata , non poteva esser celata. Così la sua presenza entusiasmava i giovani ragazzi del liceo, ma in particolare turbava i sogni di un giovane diciassettenne ripetente, Claudio, il quale appena la vide disse ai compagni: “questa me la voglio fare” Claudio era il tipo classico del ripetente, un po’ bulletto, riccio di capelli, alto e snello anche se con una muscolatura nervosa tipica degli adolescenti, che si atteggiava a capetto con i compagni più giovani a cui raccontava le sue esperienze erotiche fonte di ammirazione e rispetto. Il giovane, pur magro, era dotato di un cazzo di grosso calibro, che diverse ragazze del liceo avevano avuto la possibilità di provare in vari modi.. Circondato da una folta peluria nera, il cazzo di Claudio si ergeva possente in erezione, quasi fosse un elemento a parte rispetto al corpo magro e lui, conscio di tutto ciò, lo esibiva con fierezza. Da quando Laura iniziò a insegnare nella classe di Claudio, lui cominciò un lento e costante accerchiamento, che spesso sfociava con “casuali” toccate al seno della prof o con strusciamenti al culo, quasi a voler far sentire la possanza del suo membro. Laura però, pur turbata inconsciamente dalla presenza del ragazzo, che emanava una incontestabile carica erotica, riuscì a mantenere una certa distanza professionale , almeno sino al mese di maggio, quando, con l’approssimarsi della fine della scuola accadde un fatto che cambiò tutto. Alcuni studenti erano carenti e così si decise di aiutarli il pomeriggio con delle lezioni extras a cui si unì anche Claudio. Il ragazzo approfittava del fatto di essere in pochi per stare molto vicino all’insegnante, la guardava insistentemente negli occhi ed ogni tanto si sistemava il pacco stretto in jeans bianchi di cotone leggeri che poco lasciavano all’immaginazione. Laura si accorse del grosso membro contenuto dal jeans e, pur cercando di controllarsi, non potè fare a meno di lasciare andare la sua immaginazione… si chiedeva come fosse possibile che un ragazzo fosse cosi dotato visto poi la sua esilità fisica, sia pur non gracile, e questo pensiero le causava piccoli turbamenti che la eccitavano. Tutto trascorreva cosi finchè un pomeriggio non si ritrovarono soli a lezione. Claudio aveva chiesto ai pochi compagni di lasciarlo solo una volta e loro obbedirono, cosi Laura trovò solo lui che, senza attendere, si sedette accanto col libro aperto. Lei iniziò la sua lezione ma lui la guardava fisso sino a farla arrossire e quando lei si impappinò con le parole lui guardandola sorrise beffardo chiedendole cosa avesse.. lei stava per rispondere quando avvertì la mano di lui sulle sue cosce. La gonna leggera si arricciava sotto il tocco del giovane e le dita di lui risalivano sicure lungo la coscia sino a raggiungere il bordo della mutandina. Lei lo fissava attonita e balbettando disse.. “ ma che fai’ smettila! “ mentre le dita di lui si infilavano oltre il bordo della mutandina e raggiungevano la fessura gia umida di lei… Laura era paralizzata mentre le dita di lui scorrevano su e giu, aprendo la sua fessura sino a raggiungere il clitoride erto che prontamente lui stuzzicò sapientemente facendole emettere un gemito soffocato. “Basta basta” disse lei quasi singhiozzando “ potrebbe arrivare qualcuno.. pazzo .. e poi non voglio” ma lui, sicuro che erano soli in tutto l edificio le afferrò il seno con l’altra mano, stringendolo e facendosi spazio tra la camicetta ed il reggiseno. “ Tranquilla prof, non verrà nessuno, siamo soli sino alle sette… vedrà come ci divertiremo” e sorridendo beffardo le strizzò il capezzolo indurito. “no no dai ti prego , non è giusto” lei diceva con voce flebile ma lui repentinamente si inginocchiò e, allargandole le cosce, si affondò col viso sulla figa di lei e strappandole energicamente la mutandina cominciò a leccarla su e giù , mordendole e succhiandole il clito e facendole raggiungere un primo , incontrollato orgasmo. Lei si accasciò sulla sedia e lui, approfittando di questo suo momento le apri la camicetta e tirò fuori i grossi seni dal reggiseno cominciando a succhiarne i capezzoli turgidi mentre con una mano le sfilava totalmente prima la gonna e poi la camicetta ed il reggiseno lasciandola cosi nuda in sua balia. Laura non capiva più nulla: la sua mente voleva fermare quel gioco ,ma il piacere di quella bocca giovane ed avida che le suggeva i capezzoli, martoriandoli e dandole un piacere aumentato dalle dita di lui che le penetravano la figa ormai bagnata e desiderosa, le fece perdere ogni freno inibitore; cosi senza volere, gli afferrò la testa ricciuta e lo spinse a succhiarla ancor piu avidamente i grossi e turgidi seni mentre le mani di lei scendevano sotto la maglietta per carezzare quella pelle calda e maschia. Lui capì che ormai il grosso era fatto e così repentinamente si sfilò maglia e jeans rimanendo con uno slip bianco pieno del suo grosso cazzo che odorava di maschio in calore e, afferrandole la testa, gliela spinse sugli slip da cui fuoriusciva la cappella bagnata di precum. Laura non capì più nulla e avvolse la cappella con le sue labbra, succhiandola e leccandola mentre con le mani sfilava via lo slip. Appena lui fu nudo dinanzi a lei, lei si staccò e rimase sbalordita da quel cazzo enorme che si staccava da due gambe magre e pelose e dominava il ventre di lui, piatto e ricoperto di peluria. Il sacco dei testicoli gonfio e pieno, era anch’esso peloso e lei si lanciò avidamente per leccarlo prendendo le palle in bocca e succhiandole mentre lui la spostava su un divanetto li vicino e, afferrandola dai capelli, cominciò a scoparla selvaggiamente in bocca. Laura allargò le labbra per accogliere quell’enorme cazzo che le dilatava le labbra e si spingeva sino in gola. Rivoli di saliva le scendevano copiosi ai lati mentre lui la dominava conscio della sua maschia potenza. Quando Claudio si accorse che stava per venire, la staccò e , girandola di scatto , la stese sul divano e aprendole le natiche sode per meglio scoparla , cominciò a stantuffarla aprendola tutta e , steso su di lei, strizzandole i seni e chiamandola vacca. “ Ti monto vacca, senti il mio cazzo , godi vaccona” mentre Laura gemeva e godeva ormai senza ritegno. I capezzoli duri le davano scariche violente di piacere ogni volta che venivano strizzati mentre sentiva la figa dilatarsi a dismisura a causa del calibro del cazzo di Claudio. Le sembrava che non avesse mai ricevuto un cazzo cosi grosso e ogni colpo era una scarica di piacere. Raggiunse l’orgasmo tre volte mentre lui continuava a pomparla senza sosta fin quando lui avvertì le sue palle contrarsi, il cazzo dilatarsi di più e la cappella gonfiarsi… cosi le uscì, lasciandola svuotata e vogliosa e, girandola, le salì sulla pancia e le ordinò di aprire la bocca e uscire la lingua, cosa che lei fece mentre zampilli di calda sborra la raggiungevano ovunque . Sui capezzoli duri, sulla lingua, sul viso e sui capelli mentre lui lanciava urli animaleschi e la riempiva ovunque senza che gli schizzi finissero. Solo dopo almeno sette o otto copiosi schizzi finalmente lui si accasciò su di lei e cominciò a spalmarle la sborra sui seni e sulle labbra mentre lei leccava e , afferrando le natiche pelose di lui, lo spingeva a se per leccargli il cazzo bagnato e ripulirlo. Lui diede un occhio all’orologio e guardandola disse… “abbiamo ancora due ore a disposizione sai? “ e rise beffardo….
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