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Lui & Lei

il secondo anno di università (2) Susanna


di ilromantico73
17.08.2016    |    11.147    |    7 8.8
"Aveva ragione, ma lei non era da meno visto che si scopava il fidanzato della figlia senza troppi rimorsi, per cui aumentai ulteriormente il ritmo, ormai..."
Sabato mattina ero solo in casa, Ludovico e Sergio erano andati via ed io avevo deciso di dormire ad oltranza per avere le forze per la sera al pub, peccato che alle 9:00 di mattina sentii suonare al campanello. Con la solita intelligenza che mi contraddistingueva andai ad aprire la porta in mutande senza nemmeno chiedere chi fosse.
- Hmmm se tutti i sabati mattina ti fai trovare così devo venire a trovarti più spesso
- Su… Susanna? Che… che ci fai qui?
Susanna, la mamma super sexy e porca di Francesca era alla mia porta di casa, con un vestitino estivo, dei sandali allacciati alla caviglia che lasciavano scoperti i suoi deliziosi piedi e una pelle dorata dal sole. Era proprio una gran donna.
- Ho bisogno di parlarti – mi guardava con quegli occhioni azzurri e quelle labbra con un bellissimo rossetto
- Certo accomodati pure in cucina, mi vesto e sono subito da te
- Puoi anche rimanere così per me – disse subito con voce provocante
- No. Meglio se mi vado a vestire
Tornai in camera, mi misi dei pantaloncini leggeri ed una maglietta e tornai in cucina:
- Eccomi Susanna, cosa volevi dirmi?
- Ecco, il fatto è che Francesca mi ha detto che vi siete lasciati e volevo capire cosa era successo, ho sentito la versione di mia figlia ma vorrei sentire anche la tua
Le raccontai tutto, della casa, dei soldi, del fatto che mi preoccupava perdere la mia indipendenza e che temevo di sentirmi costretto in una convivenza. Lei sembrava capire dato che annuiva, poi mi gelò:
- Scopi con altre vero?
- Eh? Come? – mi aveva colto di sorpresa, anche se il fatto che mi fossi scopato lei doveva essere di per sé già una risposta sufficiente
- Dai su, non è una domanda difficile e non sono nata ieri, scopi anche con altre?
- Beh sì – dovetti ammettere
- In effetti stando nella stessa casa sarebbe difficile, ed uno come te non può accontentarsi solo di una come Francesca – mi disse in tono provocatorio massaggiandomi la coscia pericolosamente vicino all’inguine
- Si beh non è solo questo – replicai spostandole la mano – è che proprio mi farebbe sentire a disagio vivere con Francesca e Laura
- Ti sei scopato anche lei vero? – mi domandò di punto in bianco fissandomi negli occhi
- Co... come? Laura? No, no figuriamoci – cercai di negare
- Lo sapevo, quella troietta. È tutta sua madre
- Anche sua zia non scherza – dissi a bassa voce. Susanna rise
- Già siamo tutte delle gran porcone in famiglia, tranne Francesca
- Già tranne Francesca – dissi in tono sconsolato
- Dai ora non preoccuparti vedrò di mettere una buona parola con Francesca
- Non so se sia il caso – avevo i miei dubbi
- Sì che è il caso, uno come te non voglio perderlo
Non fece in tempo a finire la frase che si buttò in ginocchio davanti a me si protese in avanti e mi agguantò il cazzo con una mano mentre con l’altra cercava di tirarmi giù i pantaloni. Volevo fermarla, volevo dirle che c’era troppa differenza di età, che non era giusto nei confronti di sua figlia, non potevo scopare mamma e figlia, era immorale, incestuoso, perverso, tutte cose che mi eccitavano terribilmente… poi feci mente locale che non stavo più con la figlia e che se si escludeva una scopata con Alina qualche settimana prima erano mesi che non facevo una scopata a modo con una bella fica, per cui mi tirai giù pantaloni e mutande e prendendola per i capelli le infilai il cazzo in bocca in un solo colpo.
Lei cercava di leccarmelo, lavorarmelo e baciarlo per tutta la sua lunghezza, ma non volevo troppi convenevoli, volevo solo godere ed in fretta per cui usai la sua testa per masturbarmi, era una sega selvaggia che mi facevo con la sua bocca. Quando sentii montare l’orgasmo me la tirai tutta contro la pancia e le venni in gola, fu intenso e liberatorio, quando Susanna si staccò aveva le lacrime al volto per il fiato corto, e gocciolava dalla bocca e dal naso, non sapevo se fosse saliva e muco o se fosse la mia sborra che le era andata di traverso, ma vederla in quelle condizioni, con il volto sorridente di una che ha vinto mi eccitò ulteriormente.
- Sdraiati sul tavolo puttana – le ordinai
Si sdraiò sul tavolo, con il sedere al bordo, mi avvicinai e le strappai le mutandine:
- Cosa fai, come faccio a tornare a casa senza mutande – si lamentò
- Sinceramente sono cazzi tuoi – le risposi e mi tuffai a leccarle la fica
Si dimenticò subito del problema della mutandine intenta come era a godersi le mie leccate, io passavo dall’ano al clitoride con lunghe leccate, le infilai subito l’anulare e il mignolo nell’ano e il medio e l’indice nella fica e presi a scoparla forte a quattro dita mentre le succhiavo il clitoride. Venne, ma sapevo che poteva fare di più per cui mi alzai in piedi, le infilai il medio e l’anulare nella fica piegandoli verso l’alto e con la mano sinistra le premetti sulla pancia per schiacciarle l’interno della fica verso le mie dita. Iniziai a muovere le dita forsennatamente e nel giro di pochi minuti venne schizzando ovunque. Lo sapevo che la troia squirtava, ne avevo avuto un assaggio l’anno prima a casa sua ma non ero sicurissimo, fino a quel momento solo Lara delle ragazze con cui ero stato lo faceva.
- Sei proprio una vacca – le dissi con disprezzo – sembra tu ti sia pisciata addosso, guarda mia hai anche infradiciato tutto – continuai togliendomi la maglietta e buttandogliela in faccia
- Sei te, sei te che mi fai godere da impazzire
- E questo è ancora niente, spogliati ed appoggia la pancia al tavolo
Si spogliò e si mise in piedi con la pancia sul tavolo, era tutta abbronzata con i segni bianchi di un bikini ridottissimo
- Sei proprio una troia, prendi il sole praticamente nuda – e prima che potesse rispondere le affondai un colpo di cazzo in fondo alla sua ficona fradicia
Gemette, non so se godesse più per il sesso o per le offese che le rivolgevo. Mi misi a scoparla a tutta forza, le entravo e uscivo come una trivella nel pozzo, usai la mia tecnica collaudata del pollice nel culo, ma lei meritava di più per cui le infilai entrambi i pollici facendola lamentare. Ogni tanto liberavo una mano giusto per schiaffeggiarla sul culo, volevo arrossarle le parti bianche del corpo. Dopo un po’ di tempo non resistevo più, levai il cazzo da quella fornace che era il suo sesso e le venni copiosamente sulla schiena. Era uno spettacolo vedere quelle righe bianche di sborra sulla sua schiena abbronzata.
- Sei fantastico – mi disse – temevo che fosse solo un ricordo, invece mi fai godere tantissimo. Ora però devo farmi una doccia, non posso tornare a casa così
- Sinceramente non me ne frega niente, per me te ne puoi andare – replicai secco
- No davvero fammi usare la doccia
- Solo se te mi fai usare il tuo culo
- No, quello no, già con le dita mi hai fatto male, sei troppo irruento
- Allora rivestiti e vattene
- Dai non scherzare – iniziava ad essere preoccupata
- Non scherzo vattene, o vuoi che apra la porta e mi metta gridare sbattendoti fuori nuda? – mi guardò per vedere se stavo scherzando, ma ero serissimo
- Va bene, puoi farmi il culo – disse arrendendosi
- Ok andiamo a farci la doccia – come si avviò verso il bagno le ordinai – cammina a quattro zampe vacca.
Obbedì. Vederla camminare per il corridoio a quattro zampe con le mammelle grandi che dondolavano era stupendo. Entrammo in doccia, aprii l’acqua lasciandola in ginocchio e le dissi di farmelo tornare duro con la bocca. Questa volta non mi scopai la sua testa ma la lasciai lavorarmelo in lungo e in largo, con baci e succhiate, leccando asta, palle e cappella. Mi limitavo a guidarla dove più sentivo. Memore delle sensazioni che mi aveva suscitato Lara la obbligai a leccarmi il perineo e l’ano a lungo, riebbi presto una buona erezione. La feci alzare in piedi e le misi subito quattro dita nella fica, gemette, con la mano sinistra le strizzavo forte seni e capezzoli facendola urlare di piacere e dolore insieme. Venne di nuovo, non squirtando ma bagnandosi lo stesso parecchio.
- Girati che ora ti faccio il culo – le intimai
- Va… va bene, ma fai piano
- No. Farò forte, voglio sentirti urlare
- Ok, ma almeno insaponatelo per renderlo un po’ più scivoloso
- Va bene – dissi e me lo insaponai bene, come si girò di schiena me lo sciacquai di nuovo
Non volevo entrare facilmente, non volevo che fosse lubrificato, volevo farle male, volevo punirla, volevo che soffrisse per il fatto che Francesca mi aveva mollato, che soffrisse per essere una porcona così bona mentre la figlia era una fica di legno. Ma volevo sentire male anche io, volevo soffrire per aver tradito Francesca, che non lo meritava, con la madre, la cugina, le coinquiline e tante altre, volevo sentire male. Mi avvicinai dietro di lei, le puntai la cappella all’anello dell’ano e le sussurrai in un orecchio
- L’ho sciacquato, e ora urla
E lo infilai tutto in un’unica violenta e forte spinta. Sentii male, mi sembrava mi si stesse strappando la pelle dal cazzo, era strettissima e per nulla scivolosa, mi vennero quasi le lacrime dal dolore. Lei urlò, forte. Cercava di tirarsi sulle punte per non farmi entrare così a fondo, per sottrarsi, ma ero più alto di lei per cui era impossibile, entrai tutto, avrei infilato anche le palle se fosse stato possibile. L’agguantai per le grosse poppe artigliandole i capezzoli e presi a incularla selvaggiamente. Urlava, piangeva, mi offendeva dicendo che ero uno stronzo, un pezzo di merda. Aveva ragione, ma lei non era da meno visto che si scopava il fidanzato della figlia senza troppi rimorsi, per cui aumentai ulteriormente il ritmo, ormai non riusciva nemmeno più a contrarre l’ano da quanto l’avevo sfondata e stancata, con due ultime potenti spinte di reni le sborrai l’anima, la rabbia, le offese e i dispiaceri a fondo nel suo intestino. Rimasi dentro di lei finché non mi si ammosciò ed esausto mi sedetti per terra sul piatto della doccia. Le vedevo l’ano orrendamente dilatato dal quale scendeva un rivolo rosa, evidentemente il mio sperma si era mescolato a del suo sangue. Forse avevo esagerato, ma era quello che si meritava e che mi meritavo anche io, avevo il cazzo in fiamme dal dolore. Anche lei si sedette per terra, fra le mie gambe e appoggiandosi sul mio petto
- Sei un bastardo, mi hai fatto malissimo – avrei voluto scusarmi ed invece
- Te lo meritavi, ce lo meritavamo entrambi… per quello che abbiamo fatto a Francesca – rimase in silenzio per qualche secondo e poi
- Hai ragione
Si girò verso di me e mi baciò in bocca, ma non con quella passione che la contraddistingueva, con una delicatezza che non le avrei mai riconosciuto, come una sorta di tranquilla rassegnazione tipica di chi accetta un castigo meritato. Ci sciacquammo e ci rivestimmo, Susanna poco prima di uscire mi disse:
- Ma dato che ormai non state più insieme non è che una volta ogni tanto posso passare a trovarti? – non sapevo cosa rispondere, se da un lato mi faceva un gran sesso dall’altro non riuscivo a superare il disagio di scoparla
- Se porti anche tua sorella – replicai tra il serio e il faceto
- Chissà?! – concluse con quegli occhi furbi e se ne andò
La sera al pub fui un disastro, ero tritato dalla stanchezza e distratto, con la testa a quello che era successo e feci un errore dietro l’altro, Katia non faceva che cazziarmi ed io non facevo che sbagliare di più messo sotto pressione. Verso le 3:00 di notte iniziammo a chiudere e subito Katia mi prese in un angolo:
- Ma si può sapere che hai? Avevi iniziato a prendere un buon ritmo, ed oggi che è la serata più importante hai fatto un casino dietro l’altro
- Hai ragione Katia, scusami ma è stata una giornataccia, ti prometto che non succederà più
- Che avrai mai combinato per essere ridotto così? – mi disse in tono sornione ammiccando un mezzo sorriso – problemi di donne?
- Più o meno – cercai di rimanere sul vago
- Ma non hai detto che ti eri lasciato?
- Sì, ed è vero, infatti non era la mia ex
- E chi era? Qualcuna che conosco? La vecchia della festa?
- No, non la conosci e non era Carla, ma non mi piace che la chiami “la vecchia”
- Hmm se te la prendi così vuol dire che è comunque una vecchia – beccato
- Ma no che c’entra è che comunque non voglio dire chi era dato che è una persona che spero di non rivedere
- Oh! Un po’ come me insomma – disse in tono triste
- Non dire così Katia, non è vero
- Sì certo, me ne sono accorta
- Davvero Katia, so che con te ho fatto un casino, ma farti soffrire era davvero l’unica cosa che non avrei voluto fare
- Ma lo hai fatto – concluse abbassando il capo, mi pareva di vederle gli occhi lucidi e mi sentii nuovamente in colpa
- Ascoltami, vuoi che vada dal direttore a dirgli che me ne vado?
- Lo faresti davvero? Ti licenzieresti per non far star male me?
- Certo che lo farei Katia, non ho mai lavorato fino a ora, se il primo lavoro che faccio fa star male te posso cercarne un altro
- Sei carino quando fai così – e mi diede un bacio sulla guancia
Ci mettemmo a rimettere a posto il pub per chiudere.
Passarono diverse settimane, le cose non andavano male, la mattina frequentavo i corsi dato che l’università era iniziata, il pomeriggio o studiavo o dormivo e la sera facevo il turno al pub. Questo mi aveva portato ad accumulare qualche ora di sonno arretrata ma in compenso fumavo molto meno e questo era un bene, inoltre lavorare al pub mi aveva portato a fare numerose nuove amicizie, certo non erano di quelle che poi frequenti di giorno o con cui fissi le vacanze insieme ma almeno avevo sempre qualcuno con cui parlare. Il problema era in facoltà, ormai non frequentavo praticamente nessuno, cercavo di non frequentare le stesse materie di Francesca ma a volte era inevitabile dato che avevano accorpato i gruppi dopo il primo anno. Per quanto non sentissi una vera e propria mancanza quando la vedevo mi faceva sempre un po’ male. Anche la vita sessuale era decisamente “spenta”, non facevo sesso con nessuna, giusto una volta al mese facevo qualcosa con Alina, ma anche lì cercavo di evitare rapporti completi, d’altronde a me non piaceva lei e lei godeva ad essere sottomessa per cui spesso la questione si limitava a delle umiliazioni che le infliggevo, la facevo lavorare nuda per casa, le avevo anche fatto spazzare infilandosi una scopa più corta nella fica, e alla fine la facevo venire masturbandola, ma se potevo evitare di scoparla lo evitavo volentieri. Avrei dato qualunque cosa per tornare a fare del sesso, anche di quello normale e “noioso” che facevo con Francesca.
In casa le cose andavano bene, non ci vedevamo per lunghi periodi di tempo ma quando succedeva si stava sempre bene insieme, molto più spesso venivano invece loro al pub e cercavano sempre di scroccare delle birre, Sergio proprio perché non aveva soldi, Ludovico solo perché gli dava gioia l’idea di poter scroccare qualcosa invece che pagarlo. Ovviamente mi facevo sempre autorizzare da Katia, volevo evitare casini a lavoro. Ludovico mi chiedeva quasi tutte le sere se l’avevo scopata, che dicembre si avvicinava e che mi sarei dovuto sbrigare, inutile dire che lo mandavo in culo ogni volta, allora lui mi chiedeva di raccontargli di quando era venuta Susanna il sabato in cui loro erano andati via. Era la sua storia preferita, me l’avrà fatta raccontare venti volte e appena finito diceva sempre “questa volta mi sembra ancora meglio della precedente” e rideva.

continua...
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