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Gay & Bisex

Al professore piace il pecorino - seconda parte


di patrick90
21.03.2021    |    431    |    0 9.0
"Erano le 18 e mio padre rientrò a casa, faceva l’idraulico, mi vide e mi chiese se potevo fargli un favore “potresti portare questa fattura a una cliente? Ho..."
Mi tremavano le gambe, ero nel ripostiglio della scuola dove le bidelle tenevano tutto l’occorrente per pulire e con me c’era lui, il mio mr. Big! Tutto quello che avevo sempre sognato si stava avverando, mi venne incontro con un passo lento e mi appoggio una mano sulla guancia facendomi una carezza mentre io d’istinto indietreggiai facendo cadere tutte le scope che c’erano, lo volevo ma allo stesso tempo ero agitato perché era la mia prima volta in assoluto. Lui di colpo si fermò aspettando un mio segnale, io di risposta lo baciai, fu un bacio appassionato: stavo in punta di piedi e mi sentivo invadere dentro da un fuoco, lo abbracciai intensamente, lui mi tolse la maglietta, poi si sbottonò la camicia e io lo baciai sul petto, un petto villoso, portava un profumo intenso e speziato. Ad un tratto mi fu tutto chiaro, sapevo cosa fare e non c’era più nessuna insicurezza: mi abbassai, gli slacciai la cintura e gli sbottonai i pantaloni che scesero da soli come se non aspettassero altro. I suoi boxer bianchi nascondevano ben poco, sembravano bagnati già da un po’ come se li dentro si fosse già mosso qualcosa da tempo, forse già da quando eravamo in classe; com’era successo a me del resto. Improvvisamente il panico ci assalì: si aprì la porta e la bidella urlò “svegliati è tardiii!” ma perché la bidella mi stava dicendo questo? Ero confuso, era forse… un sogno? Si lo era, purtroppo, o per fortuna era solo mia madre che mi stava svegliando perché erano le 11 e “non mi sembra il caso che dormi tutti i giorni fino a tardi solo perché è estate e non c’è scuola, potresti studiare invece visto che sei stato promosso non si sa come considerando il tuo andamento scolastico”.
Mi alzai e mia madre pur di farmi fare qualcosa mi mandò al supermercato a prendere il detersivo per i panni che aveva dimenticato di comprare, mi diressi subito nella corsia dei detersivi a prendere un fustino che pesava più della metà di me stesso, poi però mi venne voglia di fragole perché era una bella giornata calda e soleggiata e con ogni probabilità mi ero fatto tentare da qualche pubblicità sparsa nel negozio. In ortofrutta presi una confezione di fragole e mi voltai per andare alla cassa, fu allora che vidi Linda: la proprietaria del “glamourissimi clothes and Friends” un negozio di abbigliamento da donna super fashion, super griffato, super costoso e super snob che bisogna dire rispecchiava la sua personalità.
Linda aveva una 30ina d’anni ed aveva sempre il sorriso sulle labbra, ma non era un sorriso sincero sembrava piuttosto una paresi facciale e lo capivi anche dal fatto che gli occhi non sorridevano. A un certo punto la raggiunse un uomo con fare trafelato “ecco ho parcheggiato la macchina, vuoi che vado a prendere qualcosa tra le corsie?”… l’uomo in questione era il prof. N. In versione completamente inedita: aveva sneakers bianche molto usurate, un pantalone della tuta blu scolorito e una maglietta rossa. Sembravano decisamente una coppia mal assortita, lui avrà avuto qualche anno più di lei e mi sembrava il suo zerbino, tutto il contrario di come avrei potuto immaginarlo nella sua vita privata. “si, ti lascio la lista e ci vediamo alla cassa, ti sei vestito come uno straccione preferisco fare finta di non conoscerti”.
Fui colto da un sentimento di rabbia misto allo stupore, come poteva trattare così il mio uomo? Cioè il suo ok ma in ogni caso non se lo meritava. I nostri occhi si incrociarono e lui mi salutò, ebbi un sussulto e feci cadere le fragole! Ci salutammo, mi presento “quella” che scoprì con dispiacere essere sua moglie e proseguimmo. Avevo la sensazione che lui continuasse a fissarmi e lo sentì chiedere alla moglie: “sta sera mangiamo il pecorino” e lei “se proprio insisti”, possibile che quell’uomo avesse una tale passione per il pecorino?! Lo nominava spesso..
Tornai a casa un po’ amareggiato, non poteva di certo essere interessato a me se stava con lei, e non solo per il fatto che Linda era una donna ma anche perché non c’entrava proprio niente con me.
Erano le 18 e mio padre rientrò a casa, faceva l’idraulico, mi vide e mi chiese se potevo fargli un favore “potresti portare questa fattura a una cliente? Ho fatto dei lavori al suo negozio ma ora chiude 15 giorni per ferie e vorrei fargliela avere ma… non la sopporto, è stata una giornata faticosa e mi saresti d’aiuto, è Linda Blonde del “Glamourissimi”.
Con riluttanza accettai e mi trovai a suonare al loro campanello, mi apri lei in tacchi a spillo neri; quella donna non era normale, non poteva indossare le ciabatte come tutti per stare in casa?! Stavano cenando e mi scusai per l’interruzione, ma una cosa mi colpì: sul tavolo non c’era il pecorino.
Poteva essere un’altra buona occasione per rimanere zitto e invece mi uscí la domanda più stupida che potessi fare: “non volevate mangiare il pecorino sta sera?” loro sorrisero imbarazzati e dopo qualche secondo di pausa lui replicò “sei un attento ascoltatore, peccato che non segui con così tanta attenzione le mie lezioni! Ad ogni modo noi preferiamo gustarlo come dessert con della mostarda al fico che sposa bene il sapore deciso del formaggio e lo fa scivolare meglio. Ti piace il pecorino Stefi?”
Stefi?! Non mi aveva mai chiamato così un professore, normalmente mi chiamavano per cognome o al massimo Stefano. Notai che la moglie lo guardava decisamente contrariata ma io tranquillamente risposi di si, mi piacevano tutti i tipi di formaggio. Lui apparve soddisfatto della mia risposta, salutai e tolsi il disturbo.
Passarono le settimane, ormai era settembre e tra una settimana sarebbe arrivato il rientro a scuola, ma io ne ero felice e sapete il perché.



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