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Avevo quindici anni


di ropot
19.06.2013    |    51.371    |    14 9.5
"Avevo quindici anni ed il mio migliore amico mi stava baciando a labbra aperte facendomi sentire il sapore della sua lingua, ed io rispondevo con una passione..."
Era inutile, non sarei riuscito a dormire quella notte. Cosa mi stava succedendo? In passato non era mai accaduta una cosa del genere. Ero un ragazzo di quindici anni, al campeggio con i miei amici ed il padre di uno di loro e adesso nella tenda che dividevo con il mio amico Marco non riuscivo a dormire. La tenda poteva ospitare quattro persone, però avevamo sistemato i materassini di traverso per stare più comodi, dunque eravamo molto vicini e quella vicinanza mi turbava. Quelle pareti di tela racchiudevano i nostri odori, in quella notte insonne con gli occhi spalancati li captavo tutti, ma per uno strano caso sentivo più distintamente quelli di Marco. Il bagnoschiuma usato per fare la doccia dopo il mare, il profumo naturale della sua pelle e quello della sua nudità visto che sotto il sacco a pelo per metà aperto non portava niente. Anche io ero nudo, non era la prima volta che andavo in campeggio al mare e che con gli amici dormivamo nudi, nonostante il padre di Luca, quello che ogni anno ci accompagnava, non approvasse. La notte procedeva ed io continuavo a non dormire, giravo lo sguardo verso Marco che con il suo caldo e ritmico respiro continuava il suo beato dormire. Conoscevo Marco da una vita, da quando a quattro anni entrambe le nostre mamme ci iscrissero a nuoto e noi finimmo nello stesso corso e da allora eravamo inseparabili, avevamo scelto pure la stessa scuola per rimanere insieme. Avevo quindici anni e adesso il mio migliore amico non mi faceva dormire. Cos'era? Turbamento? Paura? Ma di cosa? Niente non avevo risposte o forse non volevo averle? Ogni tipo di domanda affollava la mia mente e tutti questi quesiti contribuirono ad allontanare da me il sonno. Marco si girò nel sonno rivelando a miei occhi, che si giravano sempre verso la sua direzione, il suo corpo ancora più scoperto, si cominciava a vedere il cespuglietto del pube, che nonostante l'età era rigoglioso. Sapevo esattamente che era così, molte volte lo avevo visto nudo, anche poco ore prima quando ci eravamo messi a letto e forse quella visione aveva fatto sì che non dormissi. Avevo quindici anni e una notte d'estate rimanevo sveglio perché avevo visto nudo un mio amico per l'ennesima volta, e adesso ricapitava ancora nonostante fosse in gran parte velata. Continuavo a guardare Marco perché? Conoscevo il suo corpo a memoria, e adesso ero perso nelle sue braccia e spalle tipiche del nuotatore, nelle linee del suo viso che già iniziavano ad assumere dei tratti da adulto, ma specialmente il suo petto che con il respiro si alzava ed abbassavo, completamente glabro e con dei capezzoli che le loro vicinanza mi provocava una sorta di piacevole dolore. Sentii la risposta del mio corpo, la mia erezione che mi colse così tanto di sorpresa che ebbi un sobbalzo quando me ne accorsi. Fatto insolito era che il mio pene si era alzato visto che dal giorno prima non dava segno di vita, dato che la mia frequente ed eccessiva masturbazione aveva provocato delle piccole lacerazioni sul prepuzio. Adesso mi ritrovavo lì, avevo quindici anni e non dormivo per poter guardare il mio amico che mi stava accanto. Il mio corpo era attraversato da una sorta di brividi che mi facevano inarcare la schiena e fare dei piccoli movimenti come se cercassi una posizione più comoda. Il mio sudore iniziava ad uscire copioso, ma non per il caldo, cosa stava succedendo? Le mie mani non riuscivano a trovare una posizione ed erano fameliche di un contatto, pensai che il contatto riguardava me ed il mio corpo, ma mi sbagliavo, una volta messe tra le mie gambe rimanevano come insoddisfatte. Avevo quindici anni ed ero in balia a dei contorcimenti che scuotevano il mio corpo così tanto che muovevo tutto il materassino così che Marco si svegliò e mi vide con i miei occhi puntati sui suoi. Vedere a poca distanza i suoi occhi nocciola dai miei continuava ad annebbiare la mia capacità di pensiero e il mio stordimento, aumentando la mia alterazione. Marco nonostante il sonno vide che non ero in me, capì dal mio viso che c'era qualcosa che non andava – Che c'è, ti senti male? - chiese preoccupato, risposi con una lingua che sentivo gonfia per il fatto che mi ero inumidito le labbra tantissime volte – No tutto a posto, solo che non riesco a dormire, poi tutto questo caldo - - Sicuro? - rispose – Dai prova a chiudere gli occhi e cerca di rilassarti – nel dire questo passò un braccio sul mio corpo ed involontariamente toccò il mio pacco – Ecco perché non dormi! - disse lui con fare ironico – Accidenti credo che così grosso tu non l'abbia avuto mai – come ho detto ci conoscevamo da ogni punto di vista. Ero entrato nel panico sentivo il mio corpo avvampare, ma non tanto per l'imbarazzo, ma perché il suo tocco era stata una frustata e il mio pene iniziava ad emettere una quantità enorme di umori, cercai di sottrarmi al suo braccio e risposi che le ragazze che avevo intravisto quel giorno in spiaggia mi avevano colpito in modo particolare. Marco corrugò la fronte – Quale ragazze? Mi pare che vicino la nostro ombrellone c'erano solo vecchie ciabatte e delle rincoglionite pronte per la casa di riposo. Sicuro di star bene? - Detto questo mi abbracciò ed io mi sciolsi a quell'abbraccio e senza volerlo esalai un gemito. - Ma cosa … - Marcò si sollevò su un gomito e mi guardò per quanto possibile, poi mi mise una mano tra le gambe toccandomi e sentendo l'umidore che eruttavo dal mio pene – Ma allora tu … ero io che … - detto questo Marco sorrise. Credevo fosse una risata di disprezzo, invece con fare fulmineo aprì il mio ed il suo sacco a pelo e con la bocca si avventò sulla mia. Avevo quindici anni ed il mio migliore amico mi stava baciando a labbra aperte facendomi sentire il sapore della sua lingua, ed io rispondevo con una passione tale che non sapevo potesse albergare nel mio corpo, quel bacio aveva allargato i miei orizzonti. Un attimo di respiro – Anche io – disse Marco poi cominciò a succhiarmi il collo e scendeva verso i miei capezzoli carezzandoli e mordendoli con fare gentile, spostai la sua bocca quando ormai iniziavano a dolere da quanto erano diventati duri. Marco continuò a scendere e le mie mani lo conducevano dove anche lui voleva arrivare. Il contatto del suo mento con il mio cespuglietto inguinale mi fece emettere un piccolo urlo, senza pensare minimamente a chi potesse sentire, ma niente poteva eguagliare il piacere che provai quando la sua bocca toccò il mio uccello, mi tappai la bocca con entrambi la mani sapendo che altrimenti il mio grido avrebbe sicuramente svegliato tutti. Era incredibile mi stavano facendo un pompino, avevo quindici anni e stavo ricevendo il primo pompino della mia vita e mi piaceva tanto, forse dovuto al fatto che a farmelo era il mio amico Marco, o molto probabilmente che con lui la parola “amico” non valeva più. Ero disteso a pancia in su a gambe larghe completamente nudo con un mio amico che aveva il mio pene in bocca anche lui nudo, io con una mano nella bocca e l'altra che vagava nel corpo di Marco toccando tutto quello a cui arrivava. Avevo quindici anni è stavo toccando il ragazzo che mi stava pompando con una bramosia ed un desiderio sconosciuto, ma famelico, il suo corpo era qualcosa che desideravo addosso, in contatto carnale con il mio, credevo di non sopravvivere se non lo toccavo. Marco era instancabile, ed io non capivo come riuscivo a non venire, visto le potenti ondate di piacere che scuotevano tutto il mio corpo. La sua bocca era sublime, l'umido della sua saliva che sentivo colare anche nelle mie gambe mi deliziava, nonostante era tutta un'atmosfera di sesso c'era una nota di romanticismo che non rovinava il momento, ma lo migliorava. Marco smise di pomparmi ed io subito avvertii la mancanza della sua bocca e della sua lingua poi muovendosi e facendo dei piccoli balzi in avanti portò alla mia bocca aperta il suo uccello che inglobai come se fosse la cosa più naturale del ondo. Avevo quindici anni e stavo facendo un pompino al mio amico e dovevo essere anche bravo visto i respiri rotti che lui emetteva, il più soffocati possibili. I movimenti di Marco erano incontrollabili, navigava nella mia bocca facendomelo ingoiare tutto, era abbastanza lungo da arrivarmi in gola e nonostante i miei conati io non mi sottraevo anzi lo volevo ancora di più. Non sapevo bene come fare, ma la mia lingua e le mie labbra si muovevano autonome e mi veniva naturale aspirare e solleticare la punta. Marco ormai era arrivato al punto di non ritorno, desiderava troppo restare nella mia bocca per staccarsene, sentii il suo uccello gonfiarsi, farsi più caldo e poi avvenne l'esplosione. La mia bocca già piena del cazzo del mio migliore amico ora si riempiva ancora di più del suo sperma che mi scendeva nello stomaco, facendomi meravigliare di come lo ricevevo bene. Avevo quindici anni e stavo bevendo lo sperma di Marco, cosa che sapevo facevano la donna e che sempre avevo trovato disgustosa. Marco si alzò sedendosi sul mio petto reggendosi sulle sue gambe e mi guardò con il viso trasformato dal piacere e dalle grida che aveva dovuto trattenere ma con gli angoli della bocca incurvati in un sorriso. Portò una mano all'indietro per toccarmi tra le gambe sentendo che nonostante la mia durezza, la mi eccitazione non ero ancora venuto. Lui si allungò verso il suo zaino per prendere la crema solare, poi con movimenti che non vedevo bene la adoperò per spalmarsela, solo quando la sperse anche sul mi uccello capii le sue intenzione e che lui se la era spalmata nel suo buchino. Il massaggio con la crema fu lungo ed accurato ed io mi sforzavo di non venire, poi Marco on un balzo indietro cercava di impalarsi con io che me lo tenevo dritto e lui che se lo puntava nel buchino. Ci volle un po' di tempo con lui che con un movimento brusco e doloroso per entrambi all'improvviso perse la sua verginità anale portandosi via anche la mia non essendo mai stato con nessuna e … nessuno. Avevo quindici anni e avevo perso la mia verginità con uomo e per giunta il mio migliore amico, era questa la cosa che mi sembrava più incredibile. La persona che mi stava sopra, che mi guardava negli occhi e che stava fermo per calmare il dolore e abituarsi a quell'intrusione era il mio amico da più di undici anni. Vidi che Marco aveva delle lacrime agli occhi, l dolore doveva essere stato forte, anche io digrignavo un po' i denti, avevamo varcato quella soglia da inesperti e trasportati da troppa passione. Nonostante ciò iniziammo a muoverci in quella danza antica, prima molto lentamente con sospetto, con accortezza poi il dolore diventò lieve fastidio, poi iniziammo a prenderci gusto ed infine divenne autentico piacere e il nostro movimento fu più fluido e veloce. Non durai molto, ero troppo su di giri esplosi nel suo corpo e subito dopo scostai Marco, volevo che non soffrisse di più nonostante alla fine i suoi gemiti erano di piacere. Si rimise nel suo sacco a pelo e guardandomi mi disse: - E' stato bello, molto bello – poi si girò e dopo poco si addormentò. Io non dormivo, quella notte non ho mai chiuso gli occhi, prima per un turbamento inspiegabile ancora, dopo per molte domande e conclusioni che avevo in mente e come le prime senza risposta, tra cui una troneggiava su tutte. Avevo quindici anni e una notte stavo sveglio. Avevo quindici anni ed avevo fatto sesso con un ragazzo mio amico. Avevo quindici anni e … ero gay?!?!?!?
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