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Gay & Bisex

Un incontro frainteso


di ropot
23.12.2013    |    13.767    |    1 9.3
"Arrivai con circa mezz'ora d'anticipo, non ero nervoso, ma sempre prima di un incontro vado in paranoia e tutto mi sembra sbagliato..."
Era una sera di luglio, una sera d'estate che si era fatta attendere ma finalmente era giunta. Mi trovavo in una piccola piazzola di una strada poco frequentata aspettando lui ( lo chiamerò solamente così ). Ci eravamo sentiti via e-mail e anche via sms ed avevamo concordato di incontrarci in quel punto. Ero io che lo avevo contattato del primo visto che siamo della stessa città ed avevo concordato quello che nelle mie intenzioni era una innocente uscita per scoprire se c'era feeling ed in tal caso organizzarne un'altra, proprio per questo avevo deciso quel posto perché lì vicino c'era un bar. Arrivai con circa mezz'ora d'anticipo, non ero nervoso, ma sempre prima di un incontro vado in paranoia e tutto mi sembra sbagliato. Mi ero vestito in modo normalissimo un jeans con sopra una maglietta nera con un giacchetto di jeans stretto in vita, quasi a nascondere i miei fianchi un po' troppo evidenziati dai pantaloni stretti, se fosse stata una sera di sesso in mio abbigliamento sarebbe stato più pratico e quasi invisibile. Con una precisione svizzera arrivò lui con una berlina nera su cui mi invitò a salire, credevo che aveva già deciso un locale in cui andare, invece dopo le presentazioni mi chiese dove potevamo andare per poter stare da soli senza occhi indiscreti. Capii immediatamente i suoi propositi, ma la sua franchezza mi spiazzò completamente tanto che all'inizio non riuscii a dire niente, e non riuscii più a visualizzare i vari posti in cui potevamo restare da soli. In quel momento stavo solo pensando al fatto che non ero pronto, era da tanto che non facevo sesso e quindi se avessi saputo mi sarei preparando aprendomi un po', allenando il mio buchetto, sarei stato anche più scrupoloso durante la doccia, ma già l'eccitazione mi faceva inarcare la schiena, tanto che trovai scomodissimo il sedile della sua auto, e in lievi sussulti il mio pene dava segni di vita. Lui vedendo i miei tentennamenti e credendo che non conoscevo i posti dove andare, fece inversione e mi portò in una specie di monolocale spoglio, dove l'unico elemento che poteva definirsi di arredamento era un divano. Mi fece entrare con garbo e gentilezza e si scusò dell'ambiente vuoto, ma mi disse che almeno non stavamo all'aria aperta, lì non ci avrebbe disturbato nessuno. Quelle furono le uniche parole che ci dicemmo quella sera, dopo fu solo un susseguirsi di ansimi, fiati corti e gemiti. Stavamo in piedi uno davanti all'altro guardandoci entrambi un po' indecisi non sapendo bene come iniziare, Preso dal fatto che doveva succedere qualcosa mi sono avvicinato a lui che era ancora imbarazzato e indeciso e ho preso0 in mano la situazione. L'eccitazione stava prendendo il mio corpo dandomi delle fitte che non sapevo controllare ma che dovevo sfogare. Iniziai a spogliami togliendo giacchetta e maglietta per poi abbracciarmi con lui ed iniziare a baciare. Lui rispose subito con trasporto rispondendo con la stessa passione e attorcigliando la mia lingua con la sua, mentre ci avvicinavamo alla parete e spegnevamo la luce. Dopo qualche minuto ero ansioso di sentire e vedere il suo corpo visto che lui era ancora completamente vestito, così con frenesia gli strappai di dosso la maglietta e nonostante la scarsa luce lo studia prima con gli occhi, poi con le mani mentre le nostre bocche tornavano a fondersi. Nello stesso momento le nostre mani scesero e mentre lui mi slacciava la cintura io avevo agganciato il davanti dei suoi pantaloni. Lo sentivo pieno, grande pronto per me, non resistetti gli abbassai i pantaloni e lo portai davanti al divano dove io mi sono seduto affondando il viso nelle sue mutande che dopo un secondo arrivarono alle sue caviglie. Lo presi subito in bocca per quanto potei visto le sue discrete dimensioni e mi ci misi con tanta passione che adesso per me esisteva solo il suo cazzo che dovevo esaudire in ogni suoi desiderio, solo i suoi gemiti e respiri rotti mi ricordarono di lui. Mi fece staccare ed io per un momento pensai che non voleva andare avanti invece vidi con gioia che si stava liberando dei pantaloni così lo imitai e entrambi rimanemmo con i calzini. Mi distesi sul divano e lo feci venire sopra di me, adoro sentire il peso di un corpo in ogni tipo di rapporto e lui riprese la mia bocca e la mia lingua divorandole, era ritornato presente e voglioso come quando mi era venuto a prendere. Cominciò a scendere con la testa lambendo con la lingua i miei capezzoli per andare tra le mie gambe, ma lui non me lo prese in bocca, lo leccò e poi mi diede dei piacevolissimo piccoli morsi che mi fecero raggiungere la massima erezione. Leccò anche il mio inguine, bagnando i miei peli e tirandoli con i denti il tempo necessario per darmi una fitta di piace3volissimo dolore, sapeva dove toccarmi per darmi il massimo del piacere. Vedendo ciò, lui tornò su prendendo le mie gambe e portandole sulle sue spalle e visto nei miei occhi la mia voglia, entrò dentro di me. Il dolore fu fortissimo, era passato troppo tempo dal mio ultimo rapporto, e quello con cui lo avevo fatto di certo non aveva le sue dimensioni ricordai pensieri che avevo nella sua macchina riguardanti la preparazioni, lui rimaneva ferma ma io mi sentivo bruciare. Nonostante il silenzio lui capì il mio dolore e si tolse, me lo diede in bocca per insalivarlo bene e con lentezza e dolcezza, caratteristica che non ha mai abbandonato, mi lavorò con le dita il buchetto. Ritornammo nella stessa posizioni e tornò a penetrarmi, il dolore tornò con la stessa intensità, ma anche questa volta lui rimase fermo e io sentiti sfumare il fastidio, il bruciore e lui era così paziente e dolce che aspettò a muoversi finché io non fui del tutto pronto a riceverlo. I suoi movimenti erano meravigliosi, di certo aveva una buona esperienza, con lui provavo solo piacere, ed arrivavo a le vette di questo. Con le mani mi massaggiava dovunque non tralasciò nemmeno un piccola porzione di pelle e arrivato al mio cazzo, bagnato dai livelli di piacere a cui ero arrivato, lo prese in mano e iniziò a segarmi in modo favoloso e vedendo la mia durata lui non si spazientì come era successo con altri continuò con il suo lavoro. Quando lui arrivò al limite, si fermò, non voleva venire subito, ma soprattutto voleva sentirmi dentro di se, dunque prese il mio posto ma di mise a carponi e mi aiutò con sapienti movimenti a penetrarlo. Le mie spinte erano regolari e poderose, forse non fluide come le sue ma di certo efficaci visto i suoi lamenti di goduria. Dopo un po' si stancò della posizione così si mise sopra di me a cavalcioni dandomi la schiena e da quel momento lui cominciò a diventare più frenetico. Massaggiai a lungo la sua schiena e lui inarcava la testa come in preda ad un delirio accelerando la sua cavalcata come se fosse ansioso di godere. Cambiò posizioni più volte, poi tornò a penetrarmi, io ormai vivevo in un delirio di passione e goduria. Alla fine io ero disteso nel divano con il suo cazzo in bocca che lui con colpi di bacino faceva entrare ed uscire accentuando la sega che gli facevo, mentre con l'altra mano io mi segavo con il suo stesso ritmo. Volli il suo seme in bocca quando con gentilezza mi disse che veniva e quando sentii la mia bocca riempirsi di calore non potevo più trattenermi e spruzzai il mio piacere sulla mia gamba. Ripresi i nostri normali respiri e sciolto il nostro abbraccio lui si accertò che avessi provato piacere, mi indicò dove potevo lavarmi se avessi voluti, addirittura mi porse i vestiti al momento di rivestirci e ritornando alla macchina restammo con la promessa di rivederci. Io tornai a casa con il suo sapore nella bocca che continuava a non far scendere la mia erezione, ero tornato nel mondo del sesso nel migliore dei modi e con un'ottima persona, e ritornai a pensare che nella vita non c'è niente di meglio del sesso.

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