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Gay & Bisex

Dalla fine ... l'inizio


di ufficialeinferiore
17.05.2013    |    13.406    |    3 9.6
"30, mi si avvicinò chiedendomi di spiegargli perché lo facevo..."
Tutte le storie narrate sono in ordine temporale e sono vere al 100%.
1)Qualche salutare schizzo; 2) Qualche salutare schizzo …2; 3) Un altro step verso il piacere estremo; 4) Quella volta in tre; 5) Sei centimetri; 6) Dalla fine... l'inizio.
La mia relazione con Alessandro continuò fino al Natale successivo quanto mia madre, per puro caso, scoprì che mi facevo sodomizzare dal mio uomo.
Era una domenica mattina ed i miei erano andati a lavorare al loro negozio di abbigliamento. Eravamo vicinissimi alle feste ed in quel periodo dell’anno erano aperti tutti i giorni.
Alessandro ed io cogliemmo l’occasione per delle profonde sedute di sesso e la sfortuna volle che non sentimmo mia madre che rientrava dopo solo un’ora.
Mi trovò disteso nel letto con indosso solamente lo slip con la fessura all’altezza dell’ano, il pene del mio uomo in bocca e le sue due dita che si facevano strada nel mio culetto.
Scoppiò un caso di Stato e venni spedito in un collegio salesiano sperduto nell’Appennino abruzzese per terminare gli studi.
Voglio subito sfatare il mito dei frati psicopatici e pedofili di cui si legge nei vari gruppi erotici.
I salesiani che conobbi io furono dei veri uomini di fede, votati ad aiutare il prossimo senza nulla chiedere.
Non molestarono mai né me né gli altri ragazzi presenti nella struttura e per evitare che i ragazzi più grandi usassero violenze sui più giovani venivamo suddivisi per fasce di età, dopo le lezioni, in vari cortili del monastero. Dalla fine delle lezioni era praticamente impossibile incontrare studenti di età diversa dalla nostra se non durante l’ora di cena.
Iniziai a frequentare le lezioni dopo l’epifania e prima di lasciarmi sotto la custodia dei miei nuovi tutori i miei genitori mi costrinsero a tagliarmi la folta chioma che tanto amava il mio Alessandro.
Nella mia nuova classe eravamo 20 sedicenni e dormivamo in camerate da 10. Direttamente collegata alla nostra stanza vi era un locale con 5 docce aperte e cinque stanzini con una porta di legno ma senza serratura o maniglia con all’interno tazza e bidet.
Alla prima doccia i miei coinquilini notarono che ero completamente depilato ed iniziarono a fare delle battute sulla mia sessualità. Provai a far credere ai ragazzi che non avevo peli sul corpo per una malattia genetica e, almeno all’inizio, la mia giustificazione sembrò convincerli.
Tra tutti divenni particolarmente amico di Lorenzo, un ragazzo spedito in collegio dai suoi genitori perché aveva iniziato a frequentare un gruppetto di zingari con cui consumava stupefacenti e commetteva dei piccoli reati.
Lorenzo era veramente un bel ragazzo. Era moro, muscoloso, alto quasi due metri e con un pene da far invidia ad Alberto (ricordate il racconto 6 centimetri?) … il bello delle docce in comune è che ti fa scoprire anche i lati più nascosti :-) . Mi piaceva da morire ma non volevo espormi.
Dissi al mio amico che mi avevano mandato in collegio perché ero un assiduo consumatore di ecstasy, non era vero ma non volevo che mi rompessero tutti le scatole per il mio orientamento sessuale e soprattutto potevo utilizzare nei miei racconti le sensazioni provate nelle due volte che l’avevo assunta in vacanza.
Dopo circa un mese non avevo visto comportamenti omosessuali e nessuno mi aveva mai fatto avances.
Nel collegio giravano dei fumetti porno che venivano nascosti in delle rientranze delle docce. I ragazzi prendevano i giornalini e si chiudevano in bagno per masturbarsi lontani dalla vista degli altri coinquilini.
Come tutti gli altri mi nascondevo nei gabinetti e mi masturbavo. Per raggiungere l’eccitazione non avevo bisogno dei fumetti. Rimanevo in piedi nel bagno con viso e petto poggiati al muro, inarcavo la schiena e dopo essermi inumidito il culetto ci infilavo indice e medio ripensando ai bei momenti passati con Alessandro. Dopo essermi penetrato per alcuni secondi raggiungevo l’erezione e accarezzandomi il pene arrivavo all’orgasmo.
In una di queste sessioni di auto-sodomizzazione toccai leggermente la porta con il polpaccio e Lorenzo, che in quel momento stava andando a fare la doccia, mi vide mentre mi penetravo.
Diventai paonazzo per la vergogna, richiusi subito la porta e mi ricomposi. Lorenzo non mi disse nulla per tuta la sera ma il giorno successivo, mentre facevamo la pausa delle 10.30, mi si avvicinò chiedendomi di spiegargli perché lo facevo.
Oramai mi aveva scoperto e decisi di non nascondergli la verità. Gli raccontai la mia vita fuori dal collegio e lui rimase quasi sconvolto dalle mie storie.
Per alcune settimane non mi si avvicinò neanche poi, in un pomeriggio dei primi di marzo, ci ritrovammo casualmente a fare una partita di basket due contro due con dei ragazzi più giovani di noi per il torneo della scuola.
Alla fine della partita andammo a fare la doccia e mentre i più giovani si spostarono nel loro settore, io mi trovai da solo con Lorenzo nelle docce della nostra camerata.
Mentre ci lavavamo gli dissi che mi mancavano le giornate trascorse a parlare con lui e fu in quel momento che accadde l’inaspettato.
“Anche parlare con te mi manca” disse Lorenzo. E’ solo che da quando ti ho visto nel bagno e dopo che mi hai raccontato della tua precedente vita non riesco a non fare pensieri sconci su di te. Io sono etero, mi hanno sempre fatto schifo gli uomini.”
“Anche il mio Alessandro era etero, lui con me ha fatto sempre e solo l’uomo ma era proprio questo che ci rendeva speciali come coppia” risposi avvicinandomi a lui.
“Non capisco cosa mi succede, ti guardo e mi diventa duro” ribatté lui girandosi di spalle.
“Non ti devi vergognare” gli dissi prendendolo per le spalle e facendolo girare nuovamente verso di me. Aveva il pene completamente in erezione e le misure erano effettivamente come quelle di Alberto, 16-17 cm di lunghezza per almeno 6 cm di circonferenza. Feci scendere le mie mani dalle sue spalle al suo petto. Sentii un fremito percorrergli il corpo e vidi il suo pene che aveva un sussulto. Capii che era quello il momento della verità, ora o mai più.
Mi inginocchiai e dopo avergli preso il pene a metà asta, lo scappellai e me lo infilai completamente in bocca. Il suo corpo vibrò e fu a quel punto che acquisii la consapevolezza che non sarebbe più riuscito a sfuggirmi.
Iniziai a masturbarlo e con la maestria acquisita nei vari pompini che avevo fatto nei mesi scorsi gli leccai la base della cappella.
Gli slinguavo le palle per poi salire lungo l’asta ed arrivare nuovamente alla cappella. Gliela leccavo avidamente per tutta la circonferenza poi mi infilavo tutto in paletto di carne in bocca fino ad arrivare all’attaccatura dei testicoli.
Ero eccitatissimo, solo in quel momento capii quanto mi era mancato un bel cazzo di marmo da succhiare.
Mentre con la mano destra continuavo a tenergli il pene feci passare la desta tra le mie gambe e mi iniziai a massaggiare il culetto.
Feci entrare agevolmente l’indice ed il medio ed inizia a sditalinarmi lussuriosamente mentre quel cazzo enorme quasi mi impediva di respirare.
“Siiiii” esclamò Lorenzo “sei bravissimo … siiiiiii” e così dicendo mi prese la testa con entrambe le mani
Mi fece accelerare il ritmo del pompino facendomi quasi sbattere la punta del pene sulle tonsille. Stavo impazzendo, con ancora il cazzo in bocca inumidii anche l'anulare della mia mano e mi sodomizzai con tutte e tre le dita.
"Dai che vengo" disse il mio nuovo amante "daiiii, daiiiiiii, acceleraaaaaaa ... siiiiiiiiiii ... sborroooooooo!" e così dicendo mi pianto letteralmente la cappella in gola.
Non mi accorsi neanche dei primi schizzi perchè probabilmente mi arrivarono direttamente nello stomaco.
Come Lorenzo mi lasciò la testa feci uscire il suo cazzo dalle mie labbra e lo strizzai un pò per far uscire quelle ultime goccioline di sperma che tanto amo assaporare.
L'asta era praticamente pulita ma continua a succhiare quel bellissimo paletto mentre con la sinistra continuavo a sditalinarmi e con la destra iniziavo a masturbarmi.
Venni sul pavimento della doccia mentre anche il mio amico perdeva l'erezione.
"Uau!" esclamò Lorenzo "è stato da paura, fai dei pompini da urlo".
"E non è niente tesoro, considera che questo è solo l'apice dell'iceberg de
l piacere" risposi sorridendo ed ammiccando un pò da troietta.
Riprendemmo a farci la doccia ma dopo neanche 5 minuti, mentre mi abbassavo per insaponarmi i polpacci, sentii la mano del mio amico che mi accarezzava una natica.
Rimasi sorpreso per quella sua iniziativa, anche considerato che mi aveva esternato la sua perplessità per i rapporti omosessuali, ma non appena girai il viso mi ritrovai con il suo maestoso pene in erezione all'altezza della bocca.
Non parlai, dischiusi solamente le labbra per farvi entrare nuovamente quel delizioso tronchetto.
Questa volta non mi inginocchiai, rimasi a pecorina e dopo essermi inumidito nuovamente il buchetto con la saliva, presi la mano sinistra di Lorenzo e la feci scivolare fino al mio ano.
Misi la mia mano sopra la sua e con una leggera pressione delle mie dita feci entrare il suo medio nel mio ricettivo fondoschiena.
Per far capire che gradivo il trattamento iniziai ad ondeggiare leggermente il bacino facendo entrare ed uscire il suo dito mentre mettevo tutta la mia arte nel leccargli il glande.
Adoravo baciargli il prepuzio per poi infilarmi tutta la sua asta in gola fino ai testicoli.
Lorenzo si fece coraggio ed avvicinò il suo indice al mio ano “Provo?” mi disse.
“Certo tesoro, del mio culetto puoi fare ciò che vuoi” gli risposi sfilandomi sono per un attimo il suo cazzo dalla bocca.
Sentii una leggera pressione al fondoschiena ed anche l’indice trovò la sua strada di fianco al medio.
Lorenzo aumento il ritmo del ditalino ed io per ringraziarlo iniziai a massaggiargli i testicoli mentre continuavo a leccargli la cappella.
“Siiii” disse “come godoooo” sei una fata.
Sentii nuovamente una pressione sul mio buchetto e questa volta, senza chiedermi nulla, mi piantò indice, medio ed anulare nell’intestino.
Stavo godendo come una cagna senza neanche toccarmi.
Tre dita nel sedere ed una maestoso cazzo in bocca era tutto ciò che desideravo dall’ultima volta che avevo fatto l’amore con Alessandro.
Mentre Lorenzo metteva sempre più foga nel dilatarmi il culetto decisi di osare ulteriormente.
Feci uscire il suo pene dalla mia bocca ma continuando a tenerlo con la mano destra ruotai con il bacino fino a puntarmi la sua cappella sull’ano “Se mi vuoi sono tua” gli dissi.
“Ma sei una cagna!” esclamò lui iniziando a spingere la punta della cappella nel mio deretano.
“Sono una puledra” gli risposi sorridendo “così mi chiamava il mio padrone”.
“Bella puledra, ti spacco in due” disse continuando a fare pressione sull’agevole apertura.
Dopo il lavoro che aveva fatto con le tre dita l’ano era bello dilatato e non ci volle molto a far entrare la cappella di sei centimetri oltre il punto di non ritorno.
Ancora una volta, come tante volte mi era successo in passato, il dolore della dilatazione si mischio con il piacere della sodomizzazione in un vortice di godimento senza fine.
“E’ fatta” gli dissi dopo aver fatto entrare ed uscire per tre/quattro volte la sua cappella gigantesca dal mio sedere “ora fammi sentire veramente donna” gi dissi inarcando la schiena.
Lui riprese a far entrare ed uscire la cappella mandandomi in estasi finchè non iniziò a darmi degli affondi imperiosi.
“Siiii” esclamai “così mi devi trattare, spaccami, spaccami, spaccamiiiiiii”. Non ci stavo capendo più nulla “Vengoooo, vengono, spingi, spingi, godoooooo …. spaccamiiii, sfondamiiii, siiiiiiii”
Lorenzo, senza farsi più ripetere di sfondarmi mi prese per i fianchi e mi diede dei colpi sempre più violenti. Ad ogni affondo sentivo le sue palle sbattermi sulle natiche e ciò mi mandava in delirio. La sua presa alle mie anche era come una morsa e quel palo che si faceva strada nel mio intestino sempre più freneticamente mi stava facendo sudare dal godimento.
Un ulteriore affondo sembrò farmi arrivare la sua cappella in gola e fu a quel punto che nel godimento più estremo sborrai sul pavimento senza neanche toccarmi l’uccello.
Mentre iniziavano ad uscirmi i primi schizzetti sentii che Lorenzo iniziava a fremere.
“AAhhhhhh, siiiii, vengoooooo” disse “vengoooooooo, siiiiiiiii”
“Sborrami in bocca, ti prego” lo supplicai.
“Vengo, vengo, vengo” girati puledrina “giratiiiiii”
“siii, inondami, siiii ” dissi girandomi e mettendomi in ginocchio davanti al suo cazzo.
Aprii la bocca e feci uscire la lingua giusto in tempo per ricevere il suo nettare salato … il mio meritato premio per essere stata vacca al punto giusto.
Uscirono due schizzi poderosi che mi arrivarono sulle labbra poi un po’ di liquido continuo a gocciolare lungo la sua asta.
Ripresi in bocca il suo pene per non sprecare neanche una goccia di seme e gli ripulii minuziosamente tutto il pene.
“Siii, ci divertiremo tesoro” disse Lorenzo. Sembrava un'altra persona, ma non avevo dubbi sul fatto che il mio modo di fare l’amore poteva far diventare bisex anche un santo :-)
“Si si” ripetè ancora “vedrai quanto ci divertiremo puledrina mia, finalmente la finiremo di farci le seghe” e così dicendo mi diede uno schiaffo su una natica e tornammo a lavarci.

P.S.: ... e la storia continua!
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