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Il ragazzo di colore


di newslave69
21.09.2013    |    10.332    |    2 9.2
"E poi non finiva mai di godere..."
"Ciao come stai ? E' un po' che non ci sentiamo..." i soliti convenevoli. Parlammo per qualche istante del più e del meno, come vecchi amici, senza secondi fini. Almeno all'apparenza. Poi ecco Luca sfoggiare tutto il suo tatto e ... arrivare subito al punto. "Sai ... ero qui con due amici e stavamo programmando una serata al mare...pensavamo di farci una pizza da me a Santa Severa... pensavamo a stasera. A proposito, tu che fai ? Che ne diresti di aggregarti alla compagnia. Divertimento assicurato.". Poi aggiunse: "Ovviamente offriamo noi !" e rise. Il messaggio era chiaro "Sei nostro ospite ... anche a letto ... ovviamente !". Era un po' che non mi facevo scopare da Luca e sentivo che l'idea mi stuzzicava. Ma chi erano i suoi amici ? Luca intui' la mia titubanza "Hey, tranquillo, garantisco io per tutti. Ti fidi, vero ?". Accettai l'invito e alle 19:00, come concordato, mi feci trovare all'appuntamento davanti alla fermata del bus. La macchina gialla di Luca non passava certo inosservata. Mi passo' davanti rallentando e poi proseguì per fermarsi poco più avanti. Lo sportello dal lato passeggeri si aprì come per invitarmi a bordo. Era un po' imbarazzante a dire il vero. Sembrava quasi che stesse andando a rimorchio. Meno male che non mi conosceva nessuno in quella zona. Poi con la mano fuori dal finestrino fece un cenno come per dire "avvicinati". A occhi bassi per la vergogna andai verso la macchina e quando fui ad un passo questa si mosse in avanti. "Stronzo !" pensai "che razza di stronzo !". Poi finalmente la raggiunsi e vi salii. La macchina ripartì e cominciammo le presentazioni. "Io sono Andrea, piacere" disse l'uomo alle spalle di Luca. "E io sono Amin !" si presentò il ragazzo alle mie spalle. "Amin ?" pensai. Mi voltai un po' sbalordito e dietro a me vidi un ragazzo di colore, dalla pelle nera come il carbone. Bei lineamenti, bella muscolatura, labbra carnose, e per quello che potei intravedere anche un bel pacco che sporgeva dal pantaloncino rosso che indossava. Rimasi un po' sorpreso, e girai lo sguardo verso Luca che alla guida ricambio' la mia occhiata e mi disse "Amin è un caro ragazzo, ci sa fare. Fidati.". Prendemmo l'autostrada alle 19:30 e nell'oscurità di quella serata invernale sentii il fiato di Amin sul mio collo. Si era avvicinato al mio schienale e provava a baciarmi sulle orecchie. Incredibile. Aveva una lingua lunghissima e calda. Provai ad allontanarlo con le buone maniere ma più lo respingevo e più lui aumentava le avance. Luca e Andrea ridevano e alla fine anch'io la presi a ridere e lo lascia fare. Finalmente arrivammo a destinazione. Appena fummo in casa, Luca chiarì subito la situazione "Ohi ragazzi, prima la pizza, anche perchè ho una certa fame. Poi, io e lui, indicando me, ci ritiriamo in camera da letto perchè abbiamo alcune cose da raccontarci, voi potete restare qui nel soggiorno. Il bagno è uno solo, non occupatelo per troppo tempo.". La pizza non era un granchè ma la fame tanta. Quando tornammo in casa Luca mi prese sottobraccio e mi spinse verso la camera da letto. Entrammo, si richiuse la porta alle spalle, giro' la chiave, e senza pensarci due volte mi spinse a sedere sul letto. Lo assecondai, e assunsi una posizione accattivante e con uno sguardo eccitato, passandomi la lingua sulle labbra, gli feci intuire che ero pronto a soddisfare ogni sua voglia. Cominciò a togliersi la maglietta ma proprio in quell'istante il suo cellulare squillò. Imprecammo sorridendo entrambi. Non doveva aver ricevuto una telefonata gradita, dalla faccia che fece, ma concluse dicendo "ok, a fra poco". e riagganciò. "Mi spiace, piccolo inconveniente. Devo tornare a Roma ma non voglio rovinarvi la serata che avevo programmato. Mi faccio accompagnare da Andrea e appena fatto torniamo e riprendiamo da dove avevamo lasciato. Cazzo, cazzo, cazzo !" disse concludendo. Comunicammo la notizia agli altri proprio mentre Andrea era alle prese con il manubrio del ragazzo di colore che non la prese per niente bene ma si adeguò subito. Erano le 23:00 quando uscirono e alle 23:01 Amin era già alle mie spalle. Sentivo il suo pene ancora duro, tremendamente duro, appoggiato a me mentre con le mani mi accarezzava le spalle e con la bocca, quella bocca carnosa, baciava il mio collo. "Amin, che stai facendo ?" dissi fingendo di essere indispettito. Ma Amin non era solo eccitato, sapeva anche molto bene il fatto suo. E sapeva, ben istruito da Luca, quanto mi piacesse sentirmi posseduto. Strinse ancora di più la presa per evitare che mi divincolassi, mi attaccò letteralmente al muro, mi volto' con forza e mi spinse alla parete. Ora lo avevo davanti in tutta la sua nudità, totalmente nero, le sue labbra a meno di un palmo dalle mie, il suo pene che mi premeva sul ventre. Per un attimo ebbi paura, poi lo lasciai fare. Non mi spogliò delicatamente, ma quasi mi strappò i vestiti di dosso con violenza. Mi denudò, mutande comprese. Poi disse "In ginocchio" e mi spinse verso il basso. Caddi giù e mi ritrovai con il suo lungo uccello tra le mie labbra. Cominciai a leccare, e devo dire che il sapore era strano, diverso dal solito, ma sapeva di pulito. Dopo il primo senso di smarrimento ci provai gusto e gli feci un servizio con ingoio davvero niente male. Aveva una sborra calda e densa, più delle altre. E poi non finiva mai di godere. Sembrava inarrestabile. Usciva a fiotti. E tenendomi per i capelli era bravissimo a muovermi la testa avanti e indietro, sfilandolo e reinserendolo, fino in fondo, fino in gola, sembrava che Luca gli avesse davvero raccontato tante cose di noi. Quando fu soddisfatto mi volto' le spalle e tenendomi sempre la testa con le mani avvicino' la mia faccia al suo culo. Risi. Voleva che glielo leccassi, Pazzo, pensai, e mi ritrassi. Quando capì che non era cosa, volle che lo seguissi in camera da letto, mi fece stendere, mi sollevo' le gambe e tento' di penetrarmi. Cazzo, quanto era grosso. Grosso e duro. Mi fece male, veramente male, almeno nel primo miuto di penetrazione. Ma non si scompose e per almeno venti minuti fece su e giù con il suo manubrio. Dentro e fuori, fuori e dentro. Alla fine venne di nuovo, ma prima di farlo libero' il culo e me lo scarico' tutto sul corpo e sul viso. Per compiacerlo glielo pulii ben bene con la lingua e lo aiutai a rivestirsi .---continua
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