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La mia vita da schiavo - cap 1 - l'incontro


di gayms79
20.01.2021    |    7.557    |    5 9.2
""Predi la minchia di paparino zoccoleta, prendila tutta" urlò e tirandomi a sé infilò fino più che poté il bastone nella mia bocca che fino ad..."
La mia vita da schiavo - l'incontro

Racconto di pura fantasia
È il capitolo introduttivo di una storia a sfondo bdsm
Forse sono stato un po' eccessivamente lungo, mi scuso in anticipo

Mi ero appena diplomato con ottimi voti e quella estate avevo trovato, come ogni estate, un lavoretto prima di partire per le vacanze. Facevo delivery in bici come molti miei coetanei. In una grande città come la mia era facile lavorare in quell'ambiente e anche se la paga non era poi così alta, mi dava la possibilità di tenermi in allenamento e inoltre, essendo molto cortese, mi capitava di ricevere delle mance. Sono un ragazzo con un fisico curato. È la mia fissa. Castano chiaro, occhi verdi e mi vanto di avere un bel cazzo grande. Insomma riscuotevo successo tra le ragazze. Ma non pensavo ad avere una storia fissa. Quindi ero single per scelta.
Fu proprio durante una consegna che la mia vita cambiò. Quella sera pioveva forte ma diligentemente portavo a termine il mio lavoro. L'ultima consegna era una pizza per le ore 21.30. Quella sera avrei finito presto e poi mi sarei potuto riposare a casa davanti alla consolle fino a notte fonda. Arrivai all'indirizzo di consegna, era una abitazione signorile, di quelle con il portiere sia di giorno che di notte. Dissi che dovevo consegnare la pizza all'interno numero 5 e il portiere mi fece passare.
Arrivato davanti alla porta di casa trovai il padrone che mi aspettava.
"Entra pure e metti la pizza sul tavolo. Ti vado a prendere i soldi" e così feci.
Quando tornò si accorse che ero completamente fradicio dalla pioggia e mi intimò "Di sicuro non puoi stare tutto bagnato o ti ammalerai. Non posso permettere di farti prendere un malanno. Lascia che i tuoi vestiti asciughino. Nell'asciugatrice ci vorrà poco."
Provai a insistere che dovevo rientrare a casa in tutti i modi, ma lui non sentì ragioni. Mi prese per un braccio e mi portò in bagno con decisione.
"Prendi questo asciugamano, fatti un bagno caldo, fai pure con calma, tanto i vestiti devono asciugare." Stette fermo sulla porta come se aspettasse qualcosa "Ti spogli o vuoi che metta pure te nell'asciugatrice? Ahaahahah! Mica ti vergognerai di metterti a nudo davanti a me? Ne ho già visti altri di uomini nudi prima di te, non sei mica tu il primo, eh! Dai su sbrigati" disse con tono imperativo. "altrimenti la pizza si fredda e non te la pago!"
Così, provando comunque molta vergogna, mi spogliati completamente e consegnai i miei abiti al padrone di casa.
"ah io mi chiamo Alessandro piacere" chiuse la porta del bagno e si dileguò.
Mi infilai nella vasca e mi feci coccolare dall'acqua calda, tanto che mi assopii. Fui risvegliato dalla voce di Alessandro "Buongiorno principessa!" cazzo, mi ero addirittura addormentato! Che imbarazzo.
"Mi scusi signor Alessandro, non volevo essere così scostumato. Mi perdoni" e lui "Ma figurati, non ti preoccupare Federico, è così che ti chiami, giusto? L'ho scoperto dal tuo tesserino di riconoscimento. È passata poco più di mezz'ora, giusto il tempo di mangiare la pizza. Però adesso sarà il caso che esci di lì e che avvisi a casa che stai bene? Altrimenti si preoccupano"
"Si, giusto!" era veramente molto premuroso "però non ho niente con cui vestirmi, i miei abiti sono sempre in asciugatrice." e lui " beh, avvolgiti in un asciugamano, mica ti vergognerai ancora! Ti aspetto in sala, così nel frattempo ci vediamo qualcosa in televisione"
Uscii dal bagno presi il cellulare e avvisai i miei genitori che stavo bene e che sarei rincasato tardi, causa pioggia.
Alessandro mi fece accomodare sul divano. Così ebbi il tempo di scambiarci due chiacchiere e ci feci conoscenza. Mi offrì qualcosa da bere, e parlammo un po' del più e del meno. Gli dissi che mi ero appena diplomato all'alberghiero e che da settembre avrei iniziato a cercare lavoro, ma adesso mi sarei voluto godere l'estate, l'ultima da studente. Fu allora che lui mi propose un lavoro, come suo dipendente. Infatti cercava un collaboratore domestico. Mi spiegò che quella non era la sua casa principale e che viveva nella campagna vicina in una villa di sua proprietà e della quale non poteva occuparsi da solo e per quello cercava un aiuto per la casa. Mi avrebbe offerto uno stipendio fisso più commissioni nel caso in cui avessi avuto fare lavori extra. Il lavoro consisteva nel mantenere la casa pulita e in ordine e di preparare i pasti.
Gli risposi che per l cucina non avrei avuto problemi ma per le pulizie e il riordino non ero competente. "e poi perché dovrebbe prendere me come collaboratore domestico che non ho esperienza? Non ci sono agenzie alle quali può rivolgersi per trovare persone più qualificate di me?" ribatte "Certo che potrei, ma poi mi arriva un vecchio bacucco che va a rilento. Invece io voglio una persona smart, veloce e ricettiva che stia al mio passo. Non ho tempo da perdere. Sono un uomo molto impegnato e come puoi immaginare non ho problemi a spendere il mio tempo e i miei soldi." in effetti il signor Alessandro dimostrava di essere un uomo che sapeva quello che voleva e che non lesinava mai su niente. L'appartamento era ben arredato con gusto e oggetti di pregio. E oltretutto era anche un bell'uomo, ben curato e un fisico scolpito. "Io rimango in città ancora per due settimane, questo è il tempo che ti concedo per pensare alla proposta di lavoro che ti ho fatto. E ora che ti ho parlato di lavoro ti parlo degli extra" mi prese, mi tirò a se e mi schioccò un bacio sulla bocca. Preso alla sprovvista, imbarazzato, confuso e impacciato non ebbi la forza di reagire e lasciai quella lingua entrare nella mia bocca. Le sue grosse mani calde iniziarono a toccare laddove il mio corpo era nudo, e con mio stupore sentii crescere il desiderio tra le mie gambe. Una forte e improvvisa erezione che non potevo certo nascondere. La mie mani ricambiarono i suoi gesti andando a cercare il rigore tra le sue cosce. Mai mi era successa una cosa del genere, ma mi sembrava il comportamento più naturale del mondo. Fu un momento e mi trovai completamente nudo davanti al mio ospite, che con fare sapiente iniziò a palpare i glutei allungando un dito nella mia rosellina vergine. Un gesto che mi fece emettere un grido di piacere e alcune gocce di godimento uscirono inaspettatamente dal mio cazzo. La sua mano si spostò sulla mia testa e la spinse in basso davanti al suo potente rigonfiamento. Istintivamente iniziai a leccare e baciare quel pacco ancora incartato dai pantaloni. "Vedi sta puttanella, già chiede il bastone. Per stasera ti accontento, ho veramente voglia di una bocca vergine" si sbottonò i pantaloni e ne uscì fuori un cazzo veramente enorme, mi prese per i capelli e mi infilò senza complimenti il cazzo in bocca. "Predi la minchia di paparino zoccoleta, prendila tutta" urlò e tirandomi a sé infilò fino più che poté il bastone nella mia bocca che fino ad allora non aveva mai assaggiato carne di maschio. Mi venne un colpo di tosse, un conato di vomito, ma Alessandro non mi lasciò andare, era una furia e non voleva interrompere il trattamento, provai a divincolarmi, mi mancava il respiro ma tutto fu inutile. Dietro di me il divano mi impediva di fuggire. Rassegnato e con le lacrime che iniziavano a scendere sentii il desiderio crescere e trasformare quella tortura in godimento. Presi le cosce del padrone di casa e cercai di farmi entrare ancora più a fondo il cazzo. Ero in pieno delirio, stavo perdendo gli ultimi freni inibitori. Quando riuscii a toccare le palle con il mento capii che ero arrivato a ingoiare tutta la minchia di Alessandro, mi sentivo quasi soffocare ma mi sentivo pervaso di piacere e inizia a eruttare sborra dal mio cazzo senza che nemmeno mi fossi toccato una volta. "che fai zoccola, chi ti ha dato il permesso di venire? Adesso pulisci tutto con la lingua o saranno guai"
"Ma io… Veramente…"
" Ma Ma Ma. Fallo subito oppure mi fai incazzare. HAI CAPITO!" Imperò
Non avevo scelta. Non volevo rischiare di essere punito. Come un automa mi misi a leccare la mia sborra. Pensavo mi avrebbe fatto schifo. Invece, superato l'impatto iniziale, scoprii che non era così male.
" Adesso vieni qui che con te non ho finito" mi prese con forza e mi ficcò di nuovo il cazzo in gola fino alle palle e mi scopò la bocca con forza. Il mio cazzo riprese vigore. "Allora ti piace proprio eh!" e si fece una bella risata
Qualche colpo ben assestato e disse "ora ti riempio la bocca e vedi di non perdere nemmeno una goccia altrimenti ti mando a casa con il culo rosso come un babbuino" ero in bici e non mi sarebbe stato possibile sedermi sulla sella.
Feci un respirone, per quanto mi fu possibile, e un fiume di sborra mi riempì. Cercai di deglutire tutto come mi era stato ordinato e dovetti essere stato soddisfacente perché Alessandro non si infuriò. Gli pulii bene la cappella e lui sfilò il cazzo dalla mia bocca, lasciandomi con le labbra ancora a forma di O.

Bip Bip Biiip
L'asciugatrice era finita. Non mi rimase che rivestrimi.
"Bene, adesso sai perché ho chiesto a te per il lavoro. Tra quindici giorni io parto e torno a casa mia. Pensaci bene. È un treno che passa una volta. E per quel che ho visto stasera credo tu sia molto portato.
Tieni i soldi della pizza e anche una bella mancia. Vai a casa, vai. Che adesso non piove più. "
Sceso giù, arrivato alla bici vidi che mi aveva messo in tasca il suo biglietto da visita e 100 euro.
Alla faccia della mancia!
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